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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: A EASY LIFE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: arte-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/05/2003 20:17:24 (ultimo inserimento: 24/05/03)

la storia di due sfigate -_-``
 
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- Capitolo 1° -

PRIMO CAPITOLO


Le due protagoniste sono Makino Adachi e Yukari Miyazawa, entrambe frequentanti il liceo Kainan e prese da un’ immensa rivalità nello studio. Ognuna fa del suo meglio per superare l’ altra in qualsiasi campo e determinare la “sovranità” assoluta nella scuola. Entrambe hanno gli stessi problemi, quelli che dovrebbero essere i loro genitori non le capiscono e sembra che rifiutino di aiutarle.
Hanno solo un amico in comune: Nobunaga Kyota, di cui il cuore batte per la fredda Yukari.

Quel giorno era molto freddo e pioveva ormai ininterrottamente da alcune ore. Mi chiesi se questa storia sarebbe durata ancora per molto. “ E poi… – pensai – dovrei farlo anche per Kyota. Poverino, non sa nemmeno a chi va incontro…quella vipera non se lo merita neppure un pochino! “
Dall’ altra parte della classe, Yukari continuava ad osservare con un sorrisetto maligno Makino, credendola in difficoltà. “ Perfetto – pensò – questa poi…Makino che non riesce a risolvere semplici esercizi di algebra! Questa volta la pagherà per tutte le altre volte… “ Yukari gettò lo sguardo sul suo foglio…aveva finito da tanto i suoi esercizi, ma non li consegnava mai per prima, come per dimostrare che lei non si sarebbe mai vantata della sua bravura.
A Makino invece, mancavano ancora parecchi esercizi, l’ algebra non era il suo forte. Ma non era solo quello. “ Da quando me l’ ha detto non faccio altro che pensare a questo. Ma poi…mi ha chiesto di aiutarlo! Come posso aiutarlo a mettersi con la persona che odio di più in tutto il mondo! “ pensai ancora. Raccolsi la penna e mi rimisi a lavorare sugli esercizi, continuando a pensare a cosa avrei dovuto fare.
Quando li terminai, mi alzai dal mio banco e li consegnai subito al prof. Probabilmente, ero una delle ultime ad aver consegnato. E ancora più probabilmente, la maggior parte del compito era sbagliata.
Quando le lezioni finirono, aveva smesso di piovere e il sole fece capolino tra quei nuvoloni neri. Non sarebbe stata una buona idea andare a mangiare nel cortile, ma ci andai lo stesso: ero troppo occupata a pensare a che dovevo fare piuttosto che scegliermi il posto dove mangiare. “ Vicino alla palestra c’è un posticino tutto isolato dove non va mai nessuno. Lì potrò stare un po’ da sola per riflettere. “ pensai.
Fu una pessima idea. Il terreno era ancora umido dalla pioggia, ma non me ne accorsi in tempo.
Quei giorni furono i più brutti di tutta la mia vita. “Il mio migliore amico si vuole mettere con la mia peggior nemica, sbaglio tutti i compiti, i miei si separano… – pensai – i miei si separano. “
– Cosa ci fai qui tutta sola, eh Adachi? – disse una voce.
Girai lo sguardo e vidi davanti a me un ragazzo molto alto, con due occhioni dolcissimi che mi guardavano.
– C-ciao Jin – dissi piano.
– Ehi… – mi fece lui avvicinandosi – che ti prende? Non ti avevo mai visto così…triste. E’ successo qualcosa di grave? –
– Ma no figuriamoci! Non è successo proprio nulla. –
Lo guardai fisso negli occhi.
– Proprio nulla. – ribattei.
– Mah, se lo dici tu – disse sedendosi accanto a me.
Ogni volta che ci parlavo, mi sentivo rassicurata, come protetta. Jin è una di quelle poche persone cui tengo veramente.
Per un po’ ci fu silenzio tra noi due.
– Emh, Jin…vuoi un po’ del mio pranzo? – dissi arrossendo leggermente.
– Ah…emh, no grazie…ho già mangiato… – replicò lui.
– …quando inizierà il campionato? – dissi con un falso sorriso.
Lui mi guardò per un po’ senza rispondere nulla, all’ improvviso si era fatto serio.
– Adachi…forse non sono la persona adatta per fare questi discorsi comunque…comunque sappi che, se avrai dei problemi e se vorrei sfogarti con qualcuno, io sono sempre qui. –
– Sai Jin, questi discorsi li avevo sentiti solo nei film. Comunque grazie mille per tutto quello che fai per me. Sei davvero un amico… –
Lui mi sorrise.
– Credo sia ora di tornare in classe, non credi anche tu? Andiamo. – disse porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare.
Fu così gentile da accompagnarmi fino alla mia classe. Purtroppo quel momento così bello sarebbe durato ancora per poco. Vidi Yukari davanti a me. Mi aspettava. Quando entrai in classe, lei si avvicinò a me e mi sventolò in faccia il suo compito. C’ era scritto in rosso un bel 9.
– Ora va a prendere il tuo – disse.
“ Avevo completamente dimenticato il compito…è già tanto se ho preso la sufficienza… “
Mi avvicinai alla cattedra e mi accorsi di essere stata l’ ultima ad aver preso il compito. Chiusi gli occhi, per poi riaprirli sperando di vedere almeno un sette impresso sul mio foglio. Oh, no…vidi di meglio!
Mi avvicinai a Yukari con aria beffarda, e le sventolai il foglio sul viso.
– Hai visto Miyazawa? Un bell’ 8. Non sarà come il tuo nove, ma io ho preso questo voto in condizioni peggiori delle tue. Sicuramente me lo merito di più di quel tuo dieci… –
– Ah si? Fatto sta che io ho preso 9 e tu 8. –
– Ma non credi che sia ora di finirla con questa storia? –
– Finirla? Oh, no mia cara. La storia non è nemmeno cominciata! –
Mi voltai senza rispondere, sperando che quella vipera non continuasse a rompermi le scatole per tutta la giornata. Per fortuna se ne stette lì buona buona nella sua tana per tutta la durata delle lezioni. Kyota si era accorto che probabilmente io mi comportavo così per via di quello che mi aveva rivelato.
Alla fine della giornata, riposi tutte le mie cose nella cartella e mi avviai verso l’uscita della scuola.
Kyota era davanti a me, ma non osai rivolgergli la parola.
Quando mi vide, si avvicinò subito.
– Ehi Makino, non vieni a vedere i nostri allenamenti oggi? –
– Mi spiace, ma ho impegni importanti con lo studio. Si chiamano compiti. Ne hai mai sentito parlare? –
– Siamo nervosetti oggi? –
– No Kyota. Sono nervosa da ieri. Sono nervosa da quando mi hai detto che ti piaceva quella vipera. –
– Oh, avanti Makino! Non ti sarai veramente arrabbiata per quella storia… –
– E invece si! – sbuffai – e comunque non ci vengo a vedere i tuoi allenamenti del cavolo! Ciao! – risposi seccata.
Corsi subito via per sfuggire alla sua risposta. “ Sono già incasinata per conto mio – pensai – ci mancava anche questo! “
Decisi che non sarei tornata a casa presto, quella sera. Sarei andata a fare una passeggiata in spiaggia. Farlo mi rilassa molto e forse potrò trovare le risposte alle mie domande. Ripensai a ciò che mi disse quella maledetta sera mia madre << Makino, io e tuo padre abbiamo deciso di separarci. Ormai sei grande abbastanza per capire se stare qua o andare ad abitare con tuo padre. Credo che Yukino andrà con suo padre. D’ altronde, è maggiorenne, e può fare ciò che vuole. Il giudice fra qualche settimana deciderà a chi affidarti. Makino sappi comunque che noi ti abbiamo sempre voluto bene…>>. “ Bene un corno! Se mi avreste voluto veramente bene a quest’ ora non vi sareste separati. Accidenti… “
Due grosse lacrime mi rigarono il volto. Corsi senza guardare dove stavo andando, corsi pensando di poter scacciare quel pensiero dalla mia testa. All’ improvviso mi sentii scaraventata per terra .
Qualcuno mi aiutò ad alzarmi, e quando lo vidi in volto rimasi a guardarlo per un po’. Era piuttosto alto, aveva due occhi blu molto profondi che mi colpirono subito.
– Scusami – mi disse – non volevo urtarti. Ma…ti sei fatta male? –
– Eh? No, non mi sono fatta nulla – dissi asciugandomi le lacrime.
– Ok, e scusami ancora! – disse correndo via.
Scossi la testa, e pensai bene di tornare a casa senza passare per la spiaggia. Aveva iniziato a piovigginare, così mi diressi correndo verso casa prima che potesse scoppiare un bel temporale.


Oggi non mi sento tanto bene. Sono contenta solo di una cosa: che quella serpe di Makino abbia preso meno di me. Questo mi rassicura e mi conferma che io sono sicuramente più in gamba di lei.
Bah…ma che discorsi del cavolo sto facendo! Questa storia mi ha coinvolto troppo e prima o poi mi sfuggirà di mano…Comunque oggi Adachi sembrava strana…mah, cavoli suoi! Non me ne può fregare di meno se sta male o se ha problemi. Prima…devo pensare ai miei di problemi. Sta per piovere. Credo sia meglio andare a casa prima che inizi un’ altro temporale come quello di prima. Presi l’ ombrello dall’ appendiabiti e mi diressi verso l’ uscita. Ormai aveva iniziato a piovere…mi sarei dovuta sbrigare. Corsi con l’ ombrello in mano fino a casa. Quando la raggiunsi, sentii delle grida provenienti dal suo interno. Una delle solite liti tra mia madre e il mio patrigno. Poggiai l’ ombrello all’ entrata prima di bussare. La lite si era momentaneamente calmata, e pensai che, una volta salita in camera mia, sarebbe ripresa ancora più violentemente. Mi chiedo quanto ci metterà la mamma a buttarlo fuori. Quell’ uomo è davvero insopportabile…ha sempre cercato di corrompermi con regali di ogni genere, ma per me mio padre, quello vero, non verrà mai sostituito da una brutta copia come quello. Eppure mia madre lo ama molto, e forse qui a casa sono l’ unica a volerlo sbattere fuori. Koichi ormai lo adora come se fosse veramente nostro padre. Si è lasciato corrompere da qualche cd e un pallone da basket…il basket! L’ ho sempre odiato…e odio tutti quelli a cui piace! Non per nulla Makino è fissata con quello stupido sport…ma che c’ entra ora lei! Che…che mi senta in colpa per come la tratto ogni volta? Ma no…lei non mi è mai da meno! Non fa altro che offendermi e parlare male di me a tutti…non capisco il perché di questo suo comportamento.Forse l’ unico che riesce veramente a capirmi è Kyota…poverino, è sempre così gentile con me! Probabilmente è l’ unica persona che riuscirei a sopportare anche se pratica attivamente il basket…se non fosse che è amico anche di Makino…forse mi piacerebbe anche. Ma che discorsi faccio! Che sciocca…
– Ehi Yuka, non vieni a mangiare? – disse entrando mio fratello.
– Si, esco subito…e dimmi Koichi… hanno smesso di litigare? –
– Litigare? Ma se li ho sorpresi a baciarsi! Pensa te…cosa è costretto a vedere un bambino come me ogni volta! –
Sospirai, pensando che quel maledetto sarebbe rimasto a casa ancora per molto. Scesi piano le scale, e mi diressi verso la sala da pranzo, dove la tv era a tutto volume.
Lui era seduto davanti alla tv e mangiava mentre la guardava. Ero costretta a vederlo tutte le sere…per fortuna la mattina sono impegnata a scuola! Mangiai in fretta, feci per alzarmi ma mia madre mi fermò.
– Yukari fermati un attimo a tavola, vi dobbiamo dire una cosa importante. –
Temetti che quella notizia mi avrebbe cambiato la vita, e immaginavo che mia madre avrebbe detto una frase come << Sono incinta >> o che so altro. L’ idea di avere un fratello nato da quello là, mi faceva rabbrividire.
– Io e Suzue abbiamo deciso di fare un viaggio di una settimana, visto che ci hanno dato le ferie. Voi rimarrete con la zia Hiroyuki. –
Non osai rispondere. Mi alzai da tavola senza aprire bocca ma lui mi fermò.
– Yukari, qualcosa non va? – mi disse
Mi fermai un attimo, corrugai la fronte e mi diressi senza fiatare verso camera mia. Non sapevo più cosa pensare. Prima litigano e dopo cinque minuti li ritrovi a baciarsi. Non sopporto più questa situazione.


IL GIORNO SEGUENTE…

Oggi sarà il giorno più brutto di tutta la mia esistenza. Ho i turni di pulizia con Miyazawa. Che disastro! Non oso pensare a cosa potrà accadere. Le lezioni stanno per finire…catastrofeee! Non farà altro che punzecchiarmi di continuo. Ecco, sta per finire l’ ultima ora. Cosa faccio…oh nooo! La campanella. La campanella che segna la mia fine. Il prof naturalmente non fa che ricordarci che oggi è il nostro turno. Tutti gli altri abbandonarono la classe e rimasi sola con la vipera. Faccia a faccia.
– Prendi le scope, forza! – mi disse
– E perché non le prendi tu, miss – so – tutto - io? –
– Uff…sei così infantile! Se ci tieni tanto le prendo io! – disse avvicinandosi all’ armadietto.
Niente male come inizio! Aveva già iniziato a tormentarmi. Mi porse la scopa, e iniziammo a pulire tutta la classe. Bè pulire per modo di dire. Io ero da una parte e lei dall’ altro capo. Mi accostai a una finestra e non seppi trattenere le lacrime, pensando ancora a ciò che mi disse mia madre. Miyazawa si accorse che mi ero fermata, e subito venne per rimproverarmi.
– Ehi Adachi, perché ti sei fermata? Ti avverto che non voglio stare tutta la sera qui per fare anche la tua parte……ma…Adachi… –
Vide che stavo piangendo.
– Adachi…cos’ hai? –
–Non ho nulla…E’ SOLO CHE I MIEI SI SEPARANO! SARAI CONTENTA ADESSO! –
– Adachi…no! Non sono contenta! Ma cosa credi, che io non sappia cosa significa? I miei genitori si sono separati circa due anni fa. E da allora sono costretta a sopportare il mio patrigno che ormai si comporta come un padrone a casa mia. Mi dispiace…davvero. –
– Scusami…non volevo gridare… –
– Cosa, cosa? Tu chiedi scusa a me? Ma quando mai! Semmai sono io quella che si deve scusare. Da quando è iniziata la scuola non faccio altro che tormentarti… –
– Ma che dici? Se sono io quella che non fa altro che provocarti di continuo! –
– Ma no Adachi! Quella sono io! –
Ci guardammo per un po’…poi scoppiammo a ridere come due sceme.
Mi asciugai le lacrime e ripresi le pulizie, sapendo di poter contare su una nuova, valida amica.


CIRCA 2 SETTIMANE DOPO…

Io e Makino siamo diventate ottime amiche. Parliamo spesso dei nostri problemi ora che sono parecchio comuni…i suoi genitori sono in procinto di separarsi e lei è praticamente distrutta. So benissimo cosa significa e anche se all’ inizio non mi stava tanto simpatica, non le avrei mai augurato una cosa simile.
Andiamo spessissimo in palestra nell’ ora in cui si allenano i ragazzi del club di basket, giusto per fare un favore a Kyota. Sembra tenerci tanto! Ogni tanto arriviamo anche prima di loro e stiamo lì a parlare. Proprio come oggi.
– Ooop! Tiro da tre! –
– Ma dai Adachi! Sei negata per fare la cestista! –
– Grrr! E questo chi me lo dice? Una perfetta sconosciuta del basket! Guarda che io in confronto a te sono un genio in questo sport! –
– Ah si? E scommetti che se mi ci metto riesco a batterti? –
Le antiche rivalità si stanno risvegliando…
– Mpfh…non ricominciamo a litigare! –
– Grrr…hai iniziato tu! –
– Smettetela tutte e due, e levatevi da mezzo il campo! –
Ci girammo entrambe con gli occhi infuocati, ma non potemmo ribattere alle parole del prof. Takato, l’ allenatore della squadra.
– Hi hi hi…ci scusi – disse Makino – anche lei in anticipo? –
– Ho notato con piacere che provavate dei tiri…avete intenzione di iscrivervi nel club di basket femminile? –
Ci guardammo per un po’, stupite di quelle parole.
– Io ci ho fatto un pensierino…bè, non mi dispiacerebbe! – disse Makino.
– Ah aha ah! E io invece scherzavo! Non per offenderla Adachi, ma mi sembra che il basket non sia lo sport adatto a lei. –
Risi tra me e me, mentre Makino sembrava disperarsi. Ho la sensazione che mi nasconda qualcosa…
In quel momento, arrivarono alcuni ragazzi del club, tra cui Kyota e quel ragazzo…mmh…com’ è che si chiamava? Ah si! Jin, fa il secondo anno.
Makino è diventata un peperone…possibile? Possibile che sia innamorata di…Kyota? …no, è assurdo!
Eppure si avvicinò a lui e lo salutò con una faccia che non mi piaceva per niente. Ma che diavolo sto dicendo? Che…che sia io quella innamorata di Kyota? No….questo è ancora più improbabile!
Notai che Makino si era avvicinata con la stessa faccia da cretina anche a Jin. Almeno in amore non siamo rivali! Hiiii! Ma che sto dicendo? Cavolo…
– Ehiii! Miyazawa, allora? Vuoi rimanere tutta la sera in mezzo al campo? –
– Eh? Ah…scusatemi… –
Raggiunsi Makino all’ entrata della palestra, che intanto continuava a riempirsi.
– Fra poco inizierà il campionato. Chissà come se la caveranno i nostri ragazzi… –
– Sono sicura che quest’ anno vinceranno ancora loro! Sono troppo in gamba… –
Mi resi conto di star a parlare da sola. Dopo la prima frase Makino si era incantata a guardare i ragazzi. Bah…sono sempre più sicura che non mi voglia dire qualcosa…
Alla fine degli allenamenti, andammo via, sempre senza spiccicare parola l’ una con l’ altra.
Infine iniziai io: – Emh…Makino…ti piace qualcuno della squadra? –
Era diventata rossa come il peperone di prima.
– Eh? I- io? Bè…veramente… –
“ Ecco, lo sapevo! – pensai – sicuramente è innamorata di Kyota… “
– Credo di essermi innamorata di… –
“ Forza dillo! “
– Ah! Caspita com’ è tardi! Devo scappare, scusa Miyazawa! –
“ Maledetta ragazza! Riesce sempre a farmela sotto il naso….ma giuro che scoprirò chi ti piace! “


In questo momento sto scappando da Miyazawa. Ma che vuole da me? Mi ha chiesto se mi piaceva qualcuno
della squadra di basket…ma io…che le rispondo? Mi prenderebbe in giro per tutto il giorno…e poi…a lei
non è mai piaciuto! Che ci posso fare io…per me è così carino! E poi è davvero bravo per quanto riguarda il basket…insomma, mi piace tutto di lui!
Ma tu guarda…camminando camminando sono arrivata a casa. Accidenti…
Senza che bussassi, la porta si era aperta davanti a me…c’ era Yuko (*diminutivo di Yukino).
– Yuko… –
– Ciao Makino…ma che ci fai ancora lì fuori? Forza entra, stavamo aspettando solo te. –
“ Stavano aspettando solo me? Che significa? “
Entrai a casa un po’ sconcertata, e quando vidi chi c’ era seduto nel divano rimasi sconvolta.
C’ era mio padre lì…insieme ad una ragazza…avrà avuto massimo 30 anni…Corrugai la fronte, cercando con gli occhi mia madre e mia sorella, che purtroppo non erano lì a darmi spiegazioni.
– Ciao Makino, stai bene? – iniziò lui.
Mi sedetti piano su una poltrona, il più lontano possibile da loro.
– So che forse sei confusa, ma questo mi sembra il momento migliore per dirtelo. Questa ragazza che vedi al mio fianco … – “non ho idea di come reagirò” pensai – si chiama Haruhiko Urasawa, è una mia collega di lavoro. –
Non risposi nulla, mi alzai e feci per andarmene quando la “ collega “ mi fermò.
– So che per te è difficile accettarmi, però sappi che io amo tuo padre e non lo lascerò mai. –
Le sue parole erano dure e soprattutto le aveva pronunciate con un’ arroganza che non mi piaceva affatto.
– Haruhiko ha ragione – disse mio padre – e credo che il giudice ti affiderà a me. Vedrai che, una volta che la conoscerai meglio, Haruhiko ti piacerà . –
Non mi voltai, sperando che quelle parole siano state solo frutto della mia immaginazione. Senza che lo volessi, le lacrime cominciarono a sgorgarmi dagli occhi, e senza una meta precisa, uscii di casa correndo come una dannata. Cosa avrei potuto fare ora? I miei si sono separati, e a quanto pare mio padre non ha perso tempo e si è trovato subito una ragazza.
Ero vicina ai giardini pubblici, decisi di farci un salto per stare un po’ sola, visto che a quell’ ora tutti i bambini erano già andati via.
Mi avvicinai alle altalene e iniziai a dondolarmi con lo sguardo perso nel vuoto. Non sarei più tornata a casa. Mia madre mi avrebbe costretto ad andare con mio padre. Io non voglio vivere con lui, né tanto meno con la sua nuova ragazza. Sono a pezzi…detti uno sguardo all’ orologio. Erano quasi le otto.
Mi fermai un attimo per riflettere. Se…se nascesse un figlio da quella ragazza…sarebbe…mio fratello! Avrei un fratello nato da quella…
– Adachi! –
Mi voltai per vedere chi fosse, e appena capii chi avevo davanti mi venne da sorridere.
– Ciao Jin… –
– Che ci fai qui a quest’ ora? –
– Sono solo le otto… –
– Mi sa che il tuo orologio è un pò indietro…sono quasi le nove! –
– Le…nove? … –
– Ma che ci fai qui? Successo qualcosa? –
– Sai quando qualche tempo fa mi chiesi se mi era successo qualcosa di grave? Ti avevo mentito. I miei si stavano separando… –
– Cosa? –
– Mio padre si è già fidanzato. E vuole anche che io vada ad abitare con lui. Probabilmente mi affideranno veramente a lui, visto che mi madre deve già badare a Yuusuke. –
– Che hai intenzione di fare ora? –
– Credo che non tornerò a casa per oggi. Mia madre mi costringerebbe ad andare con mio padre, anche se io non voglio. Non so cosa fare… –
Ci fu il solito silenzio tra noi, che Jin interruppe quasi subito.
– Senti, i miei genitori conoscono bene tua madre, sono sicuro che la convinceranno a non mandarti da tuo padre. Loro capiranno. E poi, per stanotte dormirai da noi, se non vuoi tornare a casa tua. D’ accordo? –
Rimasi disorientata e abbastanza imbarazzata. Cosa avrei potuto dire? Mi sembrava da maleducati accettare.
– Sarà solo per questa sera, e se poi non vorrai tornare a casa tua non ci saranno problemi. –
– Non so che dire…io accetterei ma credo di creare troppo disturbo. –
– Ma quale disturbo! Forza, andiamo. –
E’ incredibile. Fa tutto questo per me. E’ sempre così gentile…
Durante il percorso non dissi una parola. Mi sembrava davvero di essere una grande cretina.
Quando arrivammo, la signora mi salutò subito e mi fece sedere nel soggiorno. Jin la trascinò via, probabilmente per spiegargli la situazione.
Ero imbarazzatissima . Cosa avrei potuto dire o fare?
– Tutto a posto –
– P- posso rimanere? –
– Certo! Te l’ avevo detto io, no? –
Salimmo così in camera sua, tanto per parlare un po’.
Dopo poco, Jin scese un attimo di sotto per vedere come andavano le cose.

Quando Jin scende per parlare con la madre, la trova ancora al telefono.
– Cosa? Vuole andare ad Osaka? – diceva
Jin aveva sentito più o meno tutto e aveva capito che, probabilmente, Makino sarebbe dovuta andare ad abitare a Osaka con suo padre.
Quando la madre finì…
– Mamma…Osaka è molto lontana da Kanagawa… –
– Souichiro! Hai origliato! –
– Stavo passando di qua è ho sentito…non ho origliato. Dimmi che non andrà via… –
– Sua madre dice che probabilmente andrà in custodia cautelare al padre. Quindi, andrà a vivere a Osaka…–
– Per oggi dormirà qui? –
– Si…ora va su, e non dirle nulla…–

Quando tornò, aveva un ‘aria strana.
Poco dopo, salì anche sua madre, che mi disse: – Makino, ho parlato con tua madre. Dice che se vorrai, potrai rimanere a dormire qui, stanotte. Dormirai nella stanza degli ospiti, ok? Fra poco sarà pronta la cena, non fatevi aspettare! –
Ringraziai la madre di Jin. Nessuno aveva mai fatto tanto per me.
Circa cinque minuti dopo, scendemmo in sala da pranzo e cenammo in silenzio.
Quando venne l’ ora di dormire, la signora Tomoko fu così gentile da prestarmi un suo pigiama. Ero talmente imbarazzata…chissà se io avrei fatto la stessa cosa. E poi…cavolo! Tutto questo casino sta succedendo per causa mia. Ora mi sento anche in colpa…
Non riuscivo nemmeno a prendere sonno. Sarà stata quasi mezzanotte. Fuori dalla porta vidi qualcuno.
– Jin! –
– Ehi, Adachi, che fai ancora sveglia? –
– Pensavo… –
– E a cosa? – mi disse avvicinandosi.
– Come farò domani? Non posso mancare da scuola. –
– Credimi, hai buone ragioni per non andarci. –
Poi ci fu solo silenzio. Continuavo a pensare cosa avrei potuto fare. La situazione in cui mi ero cacciata era veramente imbarazzante, sarei arrossita ogni volta che avrei rivisto Jin. Bè, non che prima non lo facessi…
Come se avesse ascoltato il mio pensiero, mi guardò intensamente, con i suoi soliti occhioni da cerbiatto.
Sentii di colpo una forte emozione che non avrei saputo trattenere. Per fortuna, Jin mi tolse dall’ impiccio, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. Non avrei potuto fare altro che accettare il suo dolcissimo invito e baciare le sue labbra. Fu una sensazione meravigliosa, che non avevo mai provato. Bè, com’ è che si dice? Il primo bacio non si scorda mai.

FINE PRIMO CAPITOLO

Bè, che ve ne pare? Scrivetemi numerosi...no no, skerzo!
Ma almeno un commnetino...
A presto...
Arte-Chan
 
Continua nel capitolo:


 
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