INCONTRO E BACIO.
- Capitolo 1° -
Capitolo 1:Incontro e bacio.
Una sveglia suonò, facendo sobbalzare una ragazza, che disorientata da quel forte rumore improvviso, cadde dal letto. Si alzò velocemente e controllò l’ora:le sette e quarantacinque!Maledetta sveglia che aveva suonato in ritardo!
Si alzò velocemente, acchiappando la divisa scolastica e indossandola più veloce della luce. Corse in bagno e si guardò allo specchio:i capelli lisci, biondi completamente spettinati, senza quel poco di trucco che si metteva. Prese la spazzola e cominciò a districare i nodi meglio che poteva, poi, non appena ebbe finito, si truccò leggermente e nonostante sapesse di essere in ritardo si guardò qualche secondo allo specchio. Aveva i capelli biondi, lisci e lunghi, gli occhi azzurri, così chiari che sembravano di cristallo. La bocca rossa e carnosa, il nasino alla francese, la pelle candida. Era una ragazza davvero carina. Diciassette anni di bellezza, come la definivano le sue amiche.
-Emily, scendi o farai tardi!-La voce di sua madre la richiamò alla realtà:veloce prese la cartella di scuola e scese di sotto:-Buongiorno mamma!Io vado!-Esclamò prendendo una fetta di pane tostato e uscendo velocemente di casa giusto in tempo per prendere l’autobus.
Salì e si diresse velocemente ai posti in cui di solito si sedeva con le sue amiche e come al solito le trovò lì che parlavano, aspettando la loro compagna.
-Ciao!-Esclamò allegra, finendo il pane.
-In ritardo il primo giorno di scuola?-La canzonò una delle due:aveva i capelli neri, tenuti corti fino alle spalle, scalati, gli occhi verde acqua, di carnagione un po’ pallida, ma comunque carina.
-Cattiva!Non sono in ritardo!Sono in perfetto orario cara la mia Ceci!-Le rispose l’altra facendole una scherzosa linguaccia, mentre l’altra ragazza sghignazzava.
-Tu che ridi Viola?-Domandò la mora facendo la finta offesa.
-Io non rido, io sghignazzo. C’è una bella differenza.-Disse quella prendendola in giro. Viola non era come le altre due:aveva i capelli castani corti fino alle spalle, non troppo curati, gli occhi azzurri-grigi, la pelle un po’ abbronzata. Lei al contrario delle altre era, tuttavia, un maschiaccio:il suo carattere riportava spesso alla mente quello di un maschio e le era stato difficile trovare delle vere amiche, ma adesso non era più sola. Delle tre era l’unica che non indossava l’uniforme scolastica:una gonna grigia pieghettata, un paio si stivaletti e una camicetta bianca con un fiocco nero. Come suo solito lei aveva optato per un paio di comodi jeans e una maglia larga con scritto:”Love volleyball.” e ai piedi le sue inseparabili All Star nere.
Passarono il resto del tragitto chiacchierando allegramente, fino a che non arrivarono a scuola.
-Pronte ragazze?-Domandò Emily.
-Questo sarà…-Cominciò Viola.
-L’ultimo anno…-Continuò Ceci.
-Delle scuole superiori.-Terminò Emily.
Si avviarono verso la scuola, un vecchio edificio che a mala pena stava in piedi, ma che contava molti iscritti per la fama di essere una scuola davvero prestigiosa.
Secondo Emily i professori erano ok, non ce n’era qualcuno particolarmente antipatico, erano severi, questo sì, ma non li odiava. Ovviamente a parte una…L’insegnate di Diritto. Lei odiava l’insegnante di Diritto, la professoressa Bianchi, famosa per i suoi acuti e per le note che nelle sue classi abbondavano.
Le tre ragazze si diressero verso la loro classe, non appena la prima campanella suonò e si sedettero vicine, ovviamente nei banchi in fondo, dove di solito era possibile chiacchierare senza essere disturbate dagli insegnanti.
Piano la classe cominciò a riempirsi e Emily scorse, con suo sommo disgusto, che le quattro ragazze che lei odiava di più al mondo erano state promosse ed ora sedevano nei banchi delle file laterali. Erano Carlotta, Alice, Sara e Clara. Le odiava. Tutte e quattro. Erano sempre pronte a dare fastidio, a rompere le scatole e a fare le deficienti con i ragazzi. Ne cambiavano circa uno a settimana.
Lo sguardo di Emily incontrò per qualche secondo quello di Alice:se gli sguardi avessero potuto uccidere una delle due sarebbe stramazzata morta al suolo.
-Buongiorno.-La voce della professoressa Prioli di matematica interruppe quel momento. Tutti gli studenti si alzarono in segno di rispetto, mentre l’insegnante si sedeva alla cattedra e sistemava le sue cose.
-Allora quest’anno avrete tre compagni di classe nuovi. Prego venite pure.-Dalla porta, sotto gli sguardi curiosi di tutta la classe entrarono tre ragazzi.
Il primo aveva i capelli castani tutti spettinati, gli occhi verdi scuro, la pelle chiara, vestito con l’uniforme bianca maschile della scuola che consisteva in una paio di calzoni lunghi, di una camicia e di una giacca con cravatta nera. Ovviamente non era tutto in ordine:la giacca era aperta, la camicia fuori dai calzoni, la cravatta messa male. –Mi chiamo Alex, piacere di fare la vostra conoscenza.-
Il secondo che entrò era biondo, gli occhi di un colore azzurro cielo, vestito come il primo, ma perfettamente in ordine:-Io sono Cristian. Salve a tutti.-
L’ultimo aveva i capelli neri, lunghi, legati in un elegante coda che gli scendeva lungo la schiena, in perfetto contrasto con la giacca camicia bianca. Gli occhi erano due pozzi neri senza fondo, freddi e distaccati:-Angelo.-Disse semplicemente. Aveva la camicia fuori dai pantaloni, la cravatta del tutto slacciata e la giacca legata in vita.
-Prego. Andate pure a sedervi.-La Priori indicò loro tre banchi vicino alle tre ragazze che li guardavano affascinate, così come tutto il resto delle femmine della classe:erano tre ragazzi davvero belli.
-Cominciamo la lezione.-Disse la professoressa, mentre i tre prendevano posto.
-Uffi che noia!-Sbottò Viola, annoiata dalla lezione della Bianchi, che per quel giorno aveva chiuso la loro permanenza nella scuola:-Quella vecchia mi farà diventare matta. Aprite il libro e fate il riassunto delle prime venti pagine o vi porto tutti nella mia cantina e vi lego a testa in giù!-Fece l’imitazione la ragazza, facendo ridere di gusto le altre due.
Si diressero alla fermata dell’autobus, chiacchierando allegramente, quando una voce che Emily odiava le fece voltare indietro:-Ciao sfigate.-
Alice era appiccicata alla sua nuova conquista, un ragazzo di un’altra classe e le squadrava insieme alle sue inseparabili compagne.
-Ce ne andiamo e la ignoriamo?-Domandò Ceci, facendo finta di non vedere la tipa davanti a lei:aveva i capelli neri corti alla moda, gli occhiali da sola giganteschi, nonostante fuori stesse per piovere, indossava una canottiera a scacchi e una minigonna di pelle nera con delle catene attaccate. Un paio di stivali a punta e delle calze a rete.
-Ti ho sentito imbecille.-La rimbeccò Alice, guardandola male.
-Che vuoi dalla nostra vita?La Bianchi ci ha rotto abbastanza.-Viola intervenne sbadigliando, annoiata più che mai:quelle ragazze a lei non le facevano né caldo né freddo.
-Maschiaccio.-Le disse Clara, intervenendo in difesa della sua amica. Clara era una ragazza bassa, i capelli castani scuro con delle meches bionde, gli occhi dello stesso colore dei capelli. Indossava un paio di short e una canottiera che le scopriva l’ombelico. Ai piedi un paio di ciabatte con un po’ di tacco.
-Meglio maschiaccio che troia.-La rimbeccò Viola:era una che non si faceva problemi a dire quello che pensava.
-Che paroloni che si usano in questa scuola.-Intervenne una voce prima che Clara potesse rispondere.
Alex, Cristian e Angelo apparvero alle spalle delle tre ragazze e le guardarono un momento, poi si concentrarono su Alice e su quelle del suo gruppo:-Qualche problema?-Domandò Alex sorridendo amichevolmente.
-Sì!-Esclamò Alice, mollando il suo ragazzo per poi avvinghiarsi al braccio del castano:-Te l’ho detto a ricreazione, mentre ci presentavamo, che loro sono delle poco di buono. Sempre dietro a infastidire.-
-Emy ce ne andiamo?-Domandò Viola, sbadigliando un’altra volta:-Se anche questi stanno con loro la cosa si fa lunga e io vorrei andare a casa a giocare a freccette con la faccia della Bianchi.-
Ceci ridacchiò piano ed Emily annuì:-Andiamo.-
Fece per girarsi quando una mano la fece girare. Sentì le labbra umide di qualcuno premere sulle sue e una lingua entrare prepotentemente nella sua bocca. Cercò di staccarsi ma non fu facile, se non per l’intervento di Ceci e Viola:la prima tirò l’amica, la seconda sferrò un pugno contro Alex, che arretrò appena in tempo per schivarlo.
-Che diavolo fai?-Gridò Emy, non appena si rese conto che il castano l’aveva baciata.
Lui sorrise malizioso:-Volevo vedere come baciavi. E ho capito che non sei capace. Andiamo?-Domandò ad Alice e alle altre. Insieme si allontanarono, mentre le tre ragazze rimasero ferme lì a guardarli, più sorprese che mai.
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