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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: I MALANDRINI PIÙ UNA
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: lady-blue galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/09/2008 19:31:07

in questo capito verrà svelata l\\\'identità della ragazza dai lunghi capelli d\\\'oro...
 
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- Capitolo 1° -

Dall’altra parte della riva, ritta come una statua, c’era una donna di media altezza, con capelli neri inchiostro, vestita di blu cobalto. La prima barca che urtò dolcemente la riva fu quella di Hagrid, il quale subito aiutò gli studenti a scendere dalle proprie imbarcazioni.
“Ecco gli alunni del primo anno, professoressa McGranitt”.
“Ti ringrazio, Hagrid. Affidali pure a me, penserò io ad accompagnarli”.
E così dicendo si diresse verso una stretta scalinata marmorea.
“Avanti! Seguitemi e tenete il passo”.
Ma starle dietro si rivelò tutt’altro che semplice. Infatti, a causa del muschio sui gradini, formatosi per l’umidità, era necessario procedere lentamente e con cautela; per giunta la professoressa, non essendosi accorta che gli alunni avevano incontrato qualche difficoltà, procedeva con passo svelto e non dava segno di rallentare e poco dopo svanì dalla loro vista.
Solo quando tutti i bambini ebbero superato la scalinata, si accorsero che la professoressa li attendeva nell’atrio d'una piccola sala, dando le spalle ad un portone di legno e acciaio. Il mormorio generale tacque non appena la McGranitt fece cenno di far silenzio.
“Bene arrivati a Hogwarts”. Disse.“Il banchetto di benvenuto si terrà tra circa mezz’ora, ma prima, com’è tradizione, i nuovi allievi verranno smistati nelle proprie Case.
Con questa cerimonia sarete, a tutti gli effetti, allievi di questa scuola. V'informo che quando verrete assegnati alla vostra Casa, questa sarà un po’ come la vostra seconda famiglia, poiché per i prossimi sette anni che trascorrerete a Hogwarts alloggerete nella vostra Casa e parteciperete alle lezioni con i vostri compagni di Casa. Ogni qual volta che otterrete dei meriti, questi le faranno guadagnare dei punti e ogni infrazione gliene farà perdere e, alla fine dell’anno; la Casa, che avrà guadagnato il maggior numero di punti, riceverà la coppa delle Case, che costituisce un grande onore.
“A Hogwarts esistono quattro Case: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. Vi invito a tener bene a mente che vi è stata offerta l’opportunità di apprendere le arti magiche in una scuola che da secoli ha formato maghi e streghe di prim’ordine, per questo motivo spero che non sprecherete quest’occasione. E con questo credo di avervi comunicato tutto. Ci sono domande?”
A sollevare la mano fu una ragazzetta piuttosto grassottella, con una faccia tonda e con due codine bionde.
“Sì, cara, ti ascolto”.
Questa, diventata rossa per l’imbarazzo, balbettando disse: “M-Mi scusi, m-ma mi stavo chiedendo d-dove si tenesse la cerimonia”.
“Oh grazie cara! L’avevo scordato, dunque lo Smistamento si terrà tra breve nella Sala Grande di fronte a tutti gli altri studenti e ai professori, i quali ormai si saranno già accomodati”.
La ragazzina divenne ancora più rossa, probabilmente per quello che le era stato detto.
“Bene, è tutto, vogliate seguirmi”.

In contemporanea, nella Sala Grande, nonostante la maggior parte degli alunni si fosse già disposta nei quattro lunghi tavoli, si vedevano ancora pochi alunni in piedi o altri che correvano verso i tavoli per salutare amici che non vedevano dalla fine dello scorso trimestre.
La Sala Grande era, come sempre, illuminata da migliaia di splendide candele d’oro sospese a mezz’aria, le quali, muovendosi in circolo, creavano straordinari giochi di luce, che venivano proiettati sui cinque preziosissimi arazzi appesi alle vecchie mura. Su ognuno di questi era raffigurato lo stemma dei quattro fondatori della scuola.
A sinistra dominavano il verde e l’argento di Salazar Serpeverde e il giallo e il nero di Priscilla Corvonero, mentre a destra prevalevano il rosso e l’oro di Godric Grifondoro e il blu e il nero di Tosca Tassorosso ed infine, al di là dei quattro arazzi, alle spalle del tavolo dei professori, si ergeva lo stemma araldico di Hogwarts, simbolo di unione e potenza: un leone, un corvo, un tasso e un serpente intorno a una grossa “H”.
Nella bancata dei grifondoro, seduti dando le spalle al corridoio della sala, i nostri moderatissimi ragazzi stavano per l’ennesima volta dibattendo.
“Sì, Sirius, abbiamo capito. Lo avrai ripetuto un centinaio di volte mentre eravamo in carrozza e un migliaio di volte quando siamo scesi dalla carrozza. Ma, come ti abbiamo già detto, non l’abbiamo MAI vista!”
“Sicuramente avrai respirato troppa muffa del vagone e te la sarai sognata”.
“Oh! Ma sta’ zitto Ramoso! Almeno l’avrete vista quando le ho parlato e poi quando…”
“Mi ha sorriso. Sì lo sappiamo”. Dissero in coro con le mani congiunte vicino al petto.
In quel momento ai quattro si avvicinò una ragazza dai capelli rosso rame e dagli occhi verdi.
“Di che parlate?” disse, sedendosi, affianco a James e dandogli un bacio.
“D'una ragazza… che ha visto Sirius”. Si corresse, non appena notò lo sguardo della fidanzata.
“Ma davvero! E chi sarebbe questa fantomatica ragazza?”
“Non lo sappiamo, nessuno l’ha vista oltre Sirius”.
“L’avreste vista, se solo aveste aperto gli occhi un po’ di più”.
“Eccolo che ricomincia, ma tu pensi che noi guardiamo tutto quello che fai?”.
“Magari se me la descrivi potrei anche conoscerla di vista o forse ci ho già parlato”.
“Lily dici sul serio?”
“Certo”.
“Allora: era bella, alta, magra, con i capelli lunghi e biondi, aveva la frangia, il volto molto chiaro e due favolosi occhi verdi… nulla da togliere ai tuoi. E poi un sorriso da togliere il fiato. Allora ti viene in mente qualcuna?”
“Hai detto capelli lunghi, magra e occhi verdi?”
“Sì! E ricorda il sorriso”.
“Mi spiace ma non conosco nessuna con queste caratteristiche e direi che è quasi impossibile che esista”.
“E perché??!”
“Beh, dalla descrizione che mi hai fatto, sembra la perfezione incarnata in persona e poi, diciamocelo, una ragazza che piaccia a te non esiste. Hai rifiutato perfino di metterti assieme a Susy Bercluy”.
“E-eh questo cosa vorrebbe dire?”
All’improvviso, le porte della Sala Grande si spalancarono mostrando una fila ordinata di studenti del primo anno, con in testa la professoressa McGranitt. Mentre gli alunni sfilavano tra i tavoli, i loro sguardi si fermarono ad ammirare il soffitto incantato. Infatti sembrava che il tetto non fosse mai stato costruito, in quanto la vista che si godeva era quella d'un cielo stellato.
Anche la nostra misteriosa ragazza era rimasta affascinata dall’incantesimo, ma riuscì a distogliere lo sguardo dalla volta appena in tempo per incrociarlo con quello di Sirius e rivolgergli un altro sorriso.
“E’ lei!”
“Che?”
“ E’ lei, la ragazza del lago! Cioè quella di cui vi ho parlato”.
“E dove?”
“E’ la penùltima. Ora la vedete anche voi, vero?” Disse Sirius con una punta di disperazione.
“Sì! E che gran bel pezzo d…Ahia…divisa, volevo dire divisa. Nuova nuova”.
Così tutti e cinque si sporsero dal tavolo ma non furono gli unici; infatti, molti altri ragazzi si protesero per vedere meglio e si voltarono anche alcune ragazze, ma in questo caso solo perché era insolito, se non raro, vedere una diciassettenne al primo anno.
Intanto la professoressa McGranitt aveva sistemato uno sgabello alla base del tavolo degli insegnanti e quando l’attenzione ricadde su di lei, questa fece apparire un vecchio, logoro cappello a punta che posò sopra lo sgabello.
Dopo pochi secondo, tra la visiera e il cono si creò un strappo dal quale venne fuori una voce chiara che incominciò a recitare:

Fovse cvedete che non son bello
ma come me non vè nessuno.
Sol io posso leggev nel vostvo cevvello
e capiv le vivtù d’ognuno.
Allova fovza miei giovinotti e mie cave fanciulle,
venite a me con pace e sevenità
pevché ovmai è passato il tempo delle culle.
Così io vi vivelevò la sola vevità.

Quando ebbe concluso tutti i presenti applaudirono e così il cappello rivolse un inchino per ogni bancata.
“Quando sentirete il vostro nome, vi accomoderete nello sgabello e io vi sistemerò il cappello che vi smisterà. Tutto chiaro?” disse.
“Annah Stuart!”
La ragazzina tarchiata, con le codine bionde si avvicinò timorosamente, si sedette e le venne posato il cappello che le ricadde sul naso e dopo pochi secondi il cappello gridò: “CORVONERO!”
Nel tavolo dei corvonero si levarono grida di gioia. La ragazzina ripose il cappello sullo sgabello e raggiunse i nuovi compagni.
“Adam Macferson Junior”.
Un ragazzetto magrolino piuttosto sudaticcio si accostò, si mise il cappello e subito….“Serpeverde”.
Il ragazzo corse verso la bancata alla destra del tavolo dei professori dove venne accolto con applausi e pacche sulle spalle.
“Lucyl White”.
Ad essersi avvicinata e seduta sullo sgabello, tra le chiacchiere della sala, fu proprio la ragazza dei misteri.
Lucyl, a differenza dei suoi “compagni”, il cappello si adattava perfettamente alla sua testa tanto che le dava un’aria più adulta.
Il cappello parlante questa volta ci mise un po’ di più a decidere la Casa.
Ma alla fine gridò : “GRIFONDORO”.
E così nel tavolo dei coraggiosi e dei puri di cuore si alzarono le grida più alte.
Dopo che le fu tolto il cappello, Lucyl si diresse tra i suoi compagni di Casa e le venne offerto il posto tra Sirius e James.
Qui subito divenne una di famiglia. Non appena riuscì a liberarsi dalle congratulazioni generali e dalle strette di mano si voltò verso Sirius e disse: “Mi devi scusare”.
“e perché?” rispose con voce matura.
“Per non essermi presentata giù al lago, il fatto è che era la mia prima volta in treno e, come mi hai detto tu, non mi sentivo troppo bene. Avrai pensato che fossi una demente”.
“Ma figurati, non devi scusarti, non ci ho nemmeno fatto caso”.
“Ah, meno male. Allora ricominciamo tutto da capo. Piacere, sono Lucyl, Lucyl White”.
“Piacere, Sirius. Posso darti del tu?”
“Sì, solo se io posso fare altrettanto”.
“Certo. Allora, di dove sei?”
“Sono nata ad Amsterdam ma vivo a Londra da sette anni”.
“Ah, ma frequentavi un’altra scuola?”
“Si, una privata”.
“E come mai ti sei trasferita proprio l’ultimo anno? Problemi con gli insegnanti? Se vuoi dirmelo”.
“Oh no, nessun problema, né con i professori né con i compagni. Motivi familiari, per così dire”.
“Capisco. Esattamente in quale zona di Londra abiti?”
“Ehi! Frena amico, non tempestarla di domande o deciderà di trasferirsi di nuovo. Comunque io sono James, lei è Lily, lui è Remus e questo che si nasconde è Peter”.
“Molto piacere, siete tutti di Grifondoro?”.
“Sì, tutti quelli che vedi in questo tavolo lo sono”. Disse James con orgoglio, per poi chiedere: “Cambiando discorso, sei fidanzata?”
A questa domanda, Lily tentò di calpestare il piede di James ma sfortunatamente beccò quello di Peter.
“No, non sono fidanzata. Perché?”
“Perché si dà il caso che anche il nostro Si...”. Ma non riuscì a terminare la frase poiché Sirius si scagliò sull’amico per tappargli la bocca dicendo: “Giuro che me la paghi, brutto...”
“Ssssh! Zitti”.
Proprio in quel momento si alzò il preside di Hogwarts per il consueto discorso d'inizio anno.
Albus Silente era un uomo la cui età veniva annunciata dalla sua barba a punta e dai lunghi capelli argentati.
Gli occhi, tinti di un celeste cristallino, riflettevano un animo ancora giovane che si opponeva allo sguardo segnato dallo scorrere del tempo e dalle molte rughe. Portava un paio di occhiali a mezza luna poggiati su un naso chiaramente rotto più volte. Indossava un vestito di velluto color melanzana e un cappello in tinta.
“Vorrei dire poche parole, prima che il nostro ottimo banchetto ci offuschi la mente. Prima di tutto desidero dare il mio benvenuto a tutti i nuovi arrivati e un bentornato a tutti gli altri.
“V’informo che l’accesso alla foresta proibita è severamente vietato agli allievi del primo anno. Le lezioni inizieranno questo lunedì mattina come da programma e sempre nello stesso giorno ma di pomeriggio si terranno le selezioni del Quidditch. Bene credo d'aver detto tutto”.
Così dicendo si sedette ma dopo brevi istanti si colpì sulla fronte, si rimise in piedi e disse: “Che il banchetto abbia inizio”.
Simultaneamente i cinque tavoli della sala s'imbandirono di deliziose pietanze. Tutti i presenti si servirono sui propri piatti e iniziarono ad assaggiare un po’ di tutto e quando qualcuno finiva il pasto, finché non rimanevano gli avanzi, questi scomparivano lasciando il piatto vuoto e pulito.
Così alla seconda portata si sostituì il dolce. Sulla tavola erano presenti oltre cinque differenti tipi di torte, quattro qualità di budini e tre diversi pasticci.
Il tintinnio delle posate percorreva l’intera sala confondendosi tra il dolce brusio delle allegre chiacchiere.
“Lucyl non mangi niente?”domandò Lily.
“No, non ho fame”.
“Sei sicura di star bene?!” Si precipitò a chiedere Sirius.
“Si sto bene non preoccupatevi. Piuttosto io vi ho detto quasi tutto di me, ma io di voi non so niente. Per esempio tu Sirius dove abiti?”
“A Stoltown”.
“E voi?”
“Anch’io a Stoltown. Una cittadella fuori Londra.” Disse James.
“Remus vive a Melburg e Peter a Londra. Mentre Lily a Godric’s Hollow”.
“Vivete tutti con i vostri?”
“No, per fortuna”. Esclamò Sirius. “Sono scappato di casa e da un anno vivo a casa di James. I suoi sì, che sono genitori come si deve, non come quelli eccentrici dei miei”.
“Perché dici questo? Dovresti essere fortunato”.
“Non la penseresti così se conoscessi la mia famiglia. Tu invece?”
“Beh mio padre non l’ho mai conosciuto…”
“Ci dispiace”. Si scusò Sirius.
“No, non è morto, non credo. Se né andato appena sono nata, dicono perché ero una femmina e non un maschio come lui desiderava. Vedete io sono la prima femmina primogenita nata nella mia famiglia da oltre dieci secoli, come mi hanno sempre rimproverato”.
“E che colpa ne hai tu?”
“Sì, vallo a spiegare alla mia di famiglia”.
“Hai detto dieci secoli? Quindi, questo vuol dire che la tua e una delle più antiche, assieme ai Black e ai Malfoy?” Chiese Lily.
“Sì esatto. Ma la mia è un po’ più complessa”.
“Un attimo d’attenzione prego”. Pronunciò la professoressa McGranitt.
Ancora un volta il preside si alzò e disse: “Vorrei chiedere gentilmente ai prefetti e ai Caposcuola di scortare i propri compagni del primo piano ai rispettivi dormitori e auguro a tutti voi ancora un buon inizio anno ed un buon riposo”.
Alcuni ragazzi e ragazze si alzarono dai tavoli chiamando gli studenti.
“Scusate devo andare”. Disse Remus.
“Okay, ci vediamo nella sala comune, Lunastorta”.
“Forse dovrei andare anch’io”.
“No, tu cara no”. Disse una voce autoritaria alle loro spalle. “Tu resta qui ti devo dare il foglio con gli orari delle lezioni della prossima settimana. Ecco tieni. E poi volevo dirti di persona che non potrò accompagnarti di persona domani per il giro della scuola, mi spiace”. Disse la professoressa McGranitt.
“No si preoccupi, non fa niente”.
“Ci siamo noi. Vero ragazzi?” Si offrì James.
“Si. Sì certo”. Aggiunse Sirius.
“No, no, Potter non mi sembra il caso”. Disse la McGranitt oscillando il capo, contrariata.
“Insisto”.
“Professoressa guardi che per me va benissimo tanto ci siamo già presentati”.
“No, non mi sembra saggio potrebbero condurti verso le strade sbagliate e dico in tutti i sensi”.
“Professoressa così ci ferisce”.
“Non si preoccupi me la saprò cavare”. La assicurò.
“Va bene, mi arrendo. Allora è deciso. Ma vi avverto Potter e Black, un passo falso e sarete fuori di qui prima che possiate svuotare il baule. Adesso andate al dormitorio visto che domani dovrete essere i ciceroni della signorina White. Vi auguro una buona notte”.
“Anche a lei”.
E dopo averla salutata sparì, inghiottita dalla mare di studenti che si dirigeva verso il portone.


Salve ragazzi spero k la mia sturia vi piaccia... fatemi sapere...
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
genjyosanzo - Voto: 17/09/08 01:00
mi piac equesta storia un Black e una White due opposti ke si attraggono.....davvero interessante nn vedo l'ora di sapere il seguito^_^
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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