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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: FALLEN ANGEL
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, Shounen Ai, Yaoi
Autore: kikisama galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/09/2008 16:07:56 (ultimo inserimento: 16/10/08)

Un Angelo caduto direttamente dal cielo. Una benedizione. Una splendida visione. Un miracolo, il mio miracolo. {SasuNaru, accenni ItaSasu}
 
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- Capitolo 1° -

.:FALLEN ANGEL:.



Un Angelo caduto direttamente dal cielo.
Una benedizione.
Una spendida visione.
Un miracolo,
il mio miracolo.



Ero incondizionatamente, sopra ogni mia aspettativa, innamorato di lui.
Il perché?
E chi lo sa.
Mai, nella mia vita mi ero legato ad una persona.
Lui è proprio caduto nella mia vita, cambiandola,
ma non cambiando me.
Non gli dirò mai "ti amo", perché il mio orgoglio me lo impedisce,
però, dentro di se l'ha capito.
Quindi... ti amo, dentro di me.
Nella mia mente ti amo.
E lo farò per sempre.



Qualche mese prima...
Il sole era scomparso dietro nubi grigie, portandosi via quel clima che tanto mi piaceva, di inizio primavera. E lentamente, piccole goccie fredde caddero dal cielo, cambiando in pochi
attimi la città e l'umore sereno delle persone.
"Piove... di nuovo. Tsk!", pensai.
La detestavo, ma nel profondo mi piaceva.
Cosa strana.
Lo zaino di scuola pesava un po'. Presi da dentro di esso l'ombrello - nero - e lo aprii.
Le poche goccie che mi avevano bagnato ora scivolavano via, cadendo accanto a me. Una difesa perfetta.

Tuoni sovrastavano la quiete della città, imprecazioni, lamenti.
Ritornai ai miei passi, per tornare in quella abitazione tetra, che chiamavo “casa”.
Svoltato l’angolo mi ritrovai una scena molto – ma molto – strana: una cinquantina di persone, radunate a cerchio intorno a qualcosa che non riuscivo a scorgere. Gridavano, e con gomitate cercavano di farsi più avanti. Una cosa raccapricciante.
Un suono abbastanza famigliare mi fece togliere lo sguardo da quella scena disgustosa, prendendo tutto il mio interesse. Un’ambulanza.
Si fermò appena in tempo per non fare strike con nessuna delle persone. Due paramedici scesero con una barella e frettolosi si insidiarono tra la gente, che come per miracolo, si faceva da parte.
Quando tornarono indietro, vidi sulla barella un ragazzo tutto imperlato di sangue. I capelli biondi si distinguevano a mala pena; era tetro, forse più di casa mia.
Sbuffai indifferente e senza interessarmi alla vita di quel disgraziato, mi riavviai tranquillo verso casa.

***

Il telefono squillò, risvegliando l’uomo dal pisolino pomeridiano.
“Chi è?”, rispose, con la voce ancora impastata dal sonno.
“L’ospedale di Konoha. È lei il padre di un certo Uzumaki Naruto?” Il panico prese forma nel suo cuore.
“Sì. Ma che cavolo succede?!”, disse preoccupato.
“Suo figlio è stato investito da un’auto, è abbastanza grave.” Come una bomba ad orologeria, la sua paura scoppiò.
Riattaccò il telefono e in preda al panico prese la giacca e corse fuori dall’ufficio. I colleghi videro quella scena, e curiosi gli chiesero cosa fosse successo per avere una simile faccia. Semplicemente li ignorò e corse fuori, sotto la pioggia, cercando di arrivare il prima possibile da suo figlio.
Girato l’angolo, prese un momento di lucidità, capì di essere uno stupido; la macchina era parcheggiata davanti all’edificio.

Correva per i corridoi bianchi dell’ospedale. l’atmosfera era opprimente; tutti quei medici con tutte le stesse facce uguali, lo mettevano in soggezione, come se uno di essi si fermasse e dicesse quella frase che lo avrebbe ucciso, dentro di se. “No, no, no, no, no!”, pensò.
Spinse qualche medico per passare – peggio della metropolitana – e si diresse velocemente verso la camera di suo figlio, come gli aveva indicato velocemente la ragazza all’entrata dell’ospedale.

Il cuore batteva forte, sudava e tanto – come se il riscaldamento fosse acceso – e piccole gocce trasparenti cadevano dai i suoi occhi – così simili ai suoi – bagnando il volto.
I battiti del cuore rimbombavano nelle sue orecchie come un tamburo, infinito. Gli angoli della bocca erano calati in una smorfia di dolore e la fronte aggrottata. Lui sperava, e quello che desiderava si avverò, spalancando la porta della stanza bianca e sentendo la macchina accanto al letto ripetere infinitamente dei “biip”. La luce illumina sempre i tuoi sogni, rendendoli realtà.

“Sta bene?”, urlò. “Mi dica che sta bene!”, continuò alterato.
Il dottore accorgendosi di lui, si girò e con aria – almeno all’apparenza – tranquilla, parlò dolcemente all’uomo.
“Non si preoccupi signore, il ragazzo non è in pericolo di vita”, si interruppe per sospirare e continuò. “Ma, dovrà passare un po’ di tempo qui in ospedale. Ha preso una bella botta.”
“Quanto dovrà restarci?”
“Sui tre mesi. Ma sembra riprendersi bene, quindi, forse, anche un po’ prima.”
“Ah…”, rispose.
Troppo emozionato a quella rivelazione, troppo felice per la sua vita – l’unica cosa rimastagli al mondo – e arrabbiato per chiunque abbia osato far del male a suo figlio.
“Ma aspetti, lei è un suo parente?”
“Suo padre.”
“Capisco. Ma la pregherei di tornare a casa. Non sono concesse visite per almeno tre giorni.”, asserì serio.
“Non posso proprio restare? Nemmeno un po’? Poco tempo! Solo per stare un po’ di tempo con lui! La prego, allora posso?! Per piac…”, fu interrotto.
“No, si calmi. Sta bene. Torni a casa per piacere.”
“Okay… allora a tra tre giorni!”
“Arrivederci signor Uzumaki.”
“Namikaze…”
“Scusi. Arrivederci, signor Namikaze.”
“Arrivederci.”, Sussurrò.
Sì, era sconsolato. Mise su un piccolo broncio e, uscendo a piccoli passi dall’ospedale, decise che gli ci voleva qualcosa di dolce per attenuare il dolore.

***

Era disteso sul letto, ad occhi chiusi, ed ancora si immaginava tutto quel sangue.
Era ossessionato.
Non capiva cosa succedesse, ma era come una parte di se, si sentisse in colpa.
Cos’era quel sentimento?
Perché a lui?
L’indifferenza si era sbarrata dietro alti cancelli, dentro la sua anima e non voleva saperne di tornane a galla, donando di nuovo quell’aspetto da “superiore” al ragazzo.
Perché quello era un Uchiha.
Una maschera di risolutezza e, celati dietro di essa, i sentimenti.

Strinse forte il lenzuolo, mentre la porta si aprì - con quel suo scricchiolio – ed entrò suo fratello.
“Ti vedo abbastanza arrabbiato oggi, più del normale.”
“Non è niente. Ora vattene.”
“Quanto sei sgarbato, fratellino.”
Si avvicino al letto, sedendosi sopra e prendendo tra le dita una ciocca dei capelli onice del ragazzo. Li accarezzò come seta e velocemente la mano passò tra tutti i capelli, attirando il volto del più giovane al suo e gli baciò un angolo della bocca, quasi sfiorandola, aggraziato.
“Non toccarmi, Itachi.”
“Però ti piace.”, disse con un risolino. Vedendo poi, il la faccia scocciata di Sasuke sospirò. “E me ne vado, sì. Ma non te la do vinta tanto facilmente.”
Si alzò e uscì dalla stanza, lasciandolo da solo con quel sentimento di colpa dentro di se.
Ancora si chiedeva cosa fosse.
Suo fratello non aiutava di certo. No, proprio no.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
kiko-chan 22/10/08 15:02
bhe bellissima fino ad adesso!!*ç*...adoro la sasuita!!!adoro quando itachi fà il geloso!!!!è troppo adorabile!!!!
al prossimo aggiornamento=)
*yu*
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kumie 18/10/08 01:34
Molto carina per adesso, e belle relazioni tra i personaggi che hai usato! Un pò contorte, un pò perverse... da Uchiha, insomma XD!
Aggiorna presto!
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naruto-niichan - Voto: 14/09/08 13:37
si mi piace!! aggiorna presto mi raccomando!!^^
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terry93 13/09/08 21:34
si molto promettente,mi piace.pilika-san sei tornata?ma non vieni più su msn?
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pilika-san 13/09/08 20:59
*o* Che bell'inizio! Molto promettente ^^ Mi piacciono molto le fic dove Minato è ancora vivo, penso sia un personaggio interessantissimo che merita di avere una parte. Per non parlare poi delle coppie che hai anticipato - SasuNaru e ItaSasu - per cui vado letteralmente pazza. Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo ^o^!
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