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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: COME LA PROFONDITÀ DEL MARE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: dark-ronin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/05/2003 16:44:13 (ultimo inserimento: 26/06/03)

partiti da alabasta, due membri della sgangherata ciurma (zoro&nami) riflettono sui propri sentimenti...a me non convince molto...ditemi voi...
 
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- Capitolo 1° -


E’ notte… non riesco a dormire.
Siamo appena partiti da Alabasta e Bibi mi manca moltissimo…
Ora sono sola nella mia stanza…non ho più nessuno con cui parlare e spettegolare prima di addormentarmi… Come vorrei potermi confidare con qualcuno… Una presenza femminile e cara come lei… Come vorrei poter urlare quello che tengo stretto in petto. Ma so bene di non poter lasciarmi trascinare dai sentimenti… ne risentirebbe tutto il gruppo… e io in prima persona. Perché non riesco più a essere la persona fredda e controllata che ero prima di…? Prima di incontrarlo. Già. E’ stato il suo incontro, l’incontro con una persona che da subito si è preoccupato per me, che mi ha fatto abbassare le difese che avevo innalzato attorno al mio cuore… per impedirmi di soffrire ancora…
Ma non ce la faccio. Non riesco più a tornare l’astuta calcolatrice che ero un tempo…
Ah…Tutto attorno, su questa imbarcazione mi fa pensare a lui…
Non c’è posto che non sia legato a qualcosa di lui.
In quel angolo di solito schiaccia il pisolino pomeridiano…
Sulle scale, invece, scruta seduto tutti con quel suo cipiglio severo e impenetrabile…
Là infondo si allena con una foga che non riuscivo nemmeno a immaginare potesse essere propria anche degli esseri umani.
E poi ci sono i miei mandarini…dove viene a riposarsi quando è proprio sfinito.
Ovunque io poggi lo sguardo, la sua figura nobile maestosa mi compare come un miraggio.
Alzo gli occhi al cielo e al mare, lo sfondo delle nostre mille avventure.
Ma anche loro non fanno che ricordarmelo…
Il mare…ora è così scuro da sembrare nero…come la bandana che porta al braccio…come il suo carattere così ombroso, insondabile…apparentemente calmo ma pronto a dar battaglia.
E il cielo…beh… quello mi ricorda solo i suoi occhi…scuri e penetranti, che sembrano vedere attraverso la mia anima…come quella volta…
E le stelle…assomigliano tanto a quella scintilla che li attraversa il momento prima della battaglia…quella luce che li rende tanto affascinanti.
Già…percepisco in quello sguardo il fascino del pericolo e ne sono attratta inesorabilmente come un mulinello da cui non riesco a scappare…
Ma devo fare attenzione…o, al sorgere del sole, rischierei di fare la fine di Icaro, che osò avvicinarsi troppo al sole che elargiva un caldo tepore così confortante ma pericoloso al tempo stesso.
Scruto ancora il cielo… Orione il cacciatore è la costellazione più brillante di tutte… Un cacciatore…come lui… Mi soffermo a osservarla…
Sono tre le stelle che rappresentano in cielo la cintura di questa figura mitologica…
Tre, esattamente come i suoi orecchini e le spade che porta alla fusciacca…

E’ notte… non riesco a dormire.
Siamo appena partiti da Alabasta e Bibi ti mancherà moltissimo…
Manca a tutti noi… ma voi eravate così legate dall’amicizia e dal rispetto reciproco che il distacco è stato sicuramente più doloroso.
Mi rigiro nella branda.
Mi sembra quasi di vederti…sola, nella tua stanza improvvisamente silenziosa, senza nessuno con cui poter chiacchierare prima di addormentarti… Non sento più la tua risata cristallina che ultimamente mi accompagnava nel misterioso mondo dell’incoscienza…
Mi rigiro nuovamente. Sbircio fuori dall’oblò… è tondo come la luna piena che splende in cielo. Ma il suo tocco delicato, anziché rasserenarmi, mi rende inquieto, nervoso… mi fa sentire tutta la tua solitudine. Il cielo, trapuntato di stelle, è limpido… sembra di vedere i tuoi occhi, così sinceri, così cristallini… Non riesci a ingannarmi, ragazzina…sei un libro aperto per me… come ad Arlong Park… capivo che mentivi spudoratamente… ma loro, i tuoi occhi, non mi hanno consentito di capirne il motivo…
Occhi scuri e ammalianti… chi non ne resterebbe stregato? Chi sarebbe l’insensibile che di fronte a tanto spettacolo, come in una notte d’estate aspettando le comete, non si lascerebbe trasportare dai sentimenti?
I tuoi begli occhi. Solo una volta, finora li ho visti oscurati dalle lacrime… ma una volta è stata più che sufficiente per farmi giurare su quanto ho di più caro al mondo che non avrei mai più permesso che si ripetesse un evento tanto sconvolgente. Quelle lacrime scintillavano alla luce del sole come le stelle che brillano ora in cielo.
Mi sollevo sui gomiti. Nonostante il panorama sia sempre lo stesso, non posso fare a meno di osservarlo e di rimanerne incantato. Come d’altronde non posso fare con te… è già penoso non poterti osservare tutto il giorno, presi come siamo dal lavoro, dalle battaglie… ma anche se non te ne accorgi, il mio sguardo ti segue ovunque, specie quando pensi io stia dormendo.
Questa situazione è logorante e fa più male della ferita che porto in petto, inflitta da una spada nera come il mare … Anche il mare mi fa pensare a te… Apparentemente calmo, può diventare pericoloso dopo pochi istanti. E tu sei uguale a lui. Sembri una ragazza dolce e indifesa ma sei benissimo in grado di badare a te stessa… l’hai sempre fatto.
E di far saltare i nervi a me, che cerco di controllarmi in tua presenza…
Invece, tu fai di tutto per stuzzicarmi…piccola peste…
E come il mare, dopo aver minato quella nave apparentemente inaffondabile che è il mio cuore, torni a quietarti. Assumendo l’aspetto pacato della pallida luna.

Continuo a percorrere il ponte pulito della nave in lungo e in largo.
Farò un buco, se non mi calmo…
Nonostante la forte stanchezza che mi porto dietro, Morfeo non accenna a raggiungermi. Salgo i pochi gradini che mi separano dal mio agrumeto. Forse, il loro tenue e avvolgente profumo, così familiare, riuscirà a calmarmi… uno dopo l’altro, senza fretta, salgo la scalinata. Mi siedo e incrocio le gambe davanti a me. Chissà se dorme? Mi scopro a domandarmi…Certo. Come potrebbe essere altrimenti?
Un leggero venticello tiepido passa a carezzarmi il corpo e a fare oscillare le foglie verdi degli alberi alle mie spalle. Immagino sia la sua mano a cullarmi così dolcemente e portarmi nel mondo dei sogni. Sicuramente sarebbe dolce e gentile. Anche se finge di essere come una quercia impermeabile alla dolcezza.
Socchiudo gli occhi… mi rendo conto che mi sto addormentando. Cos’è stato a rendermi così tranquilla da calmarmi in pochi istanti? Alzo appena le palpebre e lo vedo lì, sul ponte dov’ero io poco prima. Anche lui non riesce a dormire? O sono stata io a svegliarlo con tutto il mio andirivieni? Pare impossibile. Richiudo un attimo gli occhi, sperando di riaprirli e ritrovarlo ancora lì, di fronte a me. Ma forse mi sono immaginata tutto. Mi stringo nel mio stesso abbraccio, sperando sia il suo. Tento di riaprire gli occhi per constatare se avessi avuto un’allucinazione. Non ci riesco. Sono già fuori dalla realtà. Sto sognando una cosa impossibile e lontana anni luce nel nostro rapporto conflittuale. Eppure…il tintinnio che odo sembra così reale… e non frutto della fantasia.

Ecco, alla fine mi sono alzato nuovamente. L’aria aperta mi farà bene…mi concilierà. Ma arrivato sul ponte ti scorgo. Esito… posso raggiungerti? Sei pensierosa. Sospiri. Deve essere molto triste riprendere questo viaggio senza una compagna che ti capisca. Ti guardi intorno: non mi hai notato. Ti dirigi lentamente, come volessi assaporarne ogni momento, verso i tuoi preziosi mandarini. Raggiungo il ponte per non perderti di vista. Una leggera brezza porta fino al mio naso il tuo profumo intenso così dolce. In contrasto ma, tuttavia, in perfetta armonia con quello dei mandarini…quello che finora ti aveva sempre accompagnato ovunque. Ti vedo stringerti. Hai freddo? No, sul tuo volto appare l’espressione serena di chi sta finalmente per addormentarsi dopo tanti sforzi. Schiudi gli occhi e pari accorgerti solo ora della mia presenza. Ma non mi saluti, non mi dici nemmeno una parola…
Sei già addormentata? Sì. Chiudi gli occhi e ti volti dall’altra parte, come a voler cacciare un’immagine spaventosa. Ti stringi ancora di più in te stessa. Ti faccio così paura? Non sono così feroce come venivo dipinto.
Sei così tenera ora, rannicchiata sulla tua sdraio, che quasi non ti riconosco. Non è la prima volta che ti vedo dormire, è vero… Ma allora eri stremata dalla malattia. Giacevi come morta sul tuo letto. Ora, invece sei nella tua naturalezza. Sei sempre così quando dormi? Quando non puoi fiatare per mettermi a tacere? Oppure stai già sognando di litigare. Anche litigando…sarei felice di sapermi nei tuoi sogni…
Una folle idea mi attraversa la mente come un fulmine a ciel sereno.
Il mio corpo prende a muoversi da solo, non riesco a controllarlo…
Forse perché non voglio…
Mi avvicino piano, ti scosto una ciocca di capelli dalla fronte.
Il resto non so nemmeno se sia avvenuto davvero o se me lo sia solo immaginato. Ma se davvero mi fossi comportato in modo così disdicevole e potessi tornare in dietro nel tempo…
Non cambierei una virgola…
Anche se ho compiuto un’azione tanto riprovevole, sono riuscito in un impresa a lungo agognata… agognata forse più del desiderio di diventare il migliore.
Ho ottenuto ciò che normalmente non mi sarei mai azzardato a chiederti e che tu non mi avresti mai concesso.
Un bacio rubato a una ninfa dormiente può considerarsi il più deplorevole dei sacrilegi.
Ma non me ne pento e accetterò a cuor leggero la tua o la divina punizione.

 
Continua nel capitolo:


 
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