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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: WEIß
Genere: Sentimentale, Azione, Drammatico, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: livemylex galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/09/2008 22:38:39 (ultimo inserimento: 05/03/09)

Anno 2157. In un mondo costantemente in pericolo, può la chiave di tutto essere nascosta nei sogni di Isabel Indigo, donna al servizio del Vaticano?
 
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CAPITOLO I
- Capitolo 1° -

Notina Dell’Autrice: premetto subito che sono molto legata a questa storia; l’ho corretta e ricorretta, ma ci tengo che sia più precisa possibile: indi per cui, sentitevi in dovere di segnalarmi qualsiasi errore, dai punti alle virgole ai congiuntivi mancati (sperando che siano pochi XD).
Aggiornerò settimanalmente, ogni domenica o lunedì sera, dato che questa prima parte dell’intero ciclo è già conclusa; spero poi di riuscire a concludere la seconda –che non ho ancora iniziato- in un tempo relativamente accettabile.
Fra gli avvisi ho messo shonen ai perché, oltre alla coppia principale (che si formerà più in là ed è etero), dal… capitolo 15 o giù di lì ce ne sarà un’altra omosessuale; non ci sono comunque scene particolarmente spinte.
Detto questo, vi lascio alla lettura^^
E che il mondo sia illuminato dalla luce di Weiß!
*******

CAPITOLO I


Trattenendo un gemito, la bambina cadde a terra e lì rimase, mentre gli altri bambini si prendevano per mano e cominciavano un crudele girotondo attorno a lei.

“Juliet è brutta, sciocca e strana
Ha la faccia di una rana
Se la incontri son dolori
Non guardarla in volto o muori!”

La bambina singhiozzò, portandosi le mani sulle orecchie per non sentire quella canzoncina che le cantavano continuamente.
“Basta…”, mormorò, mentre calde lacrime cominciarono a scenderle sul volto “Basta…basta…”.
Il rombo di un aereo costrinse i bambini a fermarsi e a guardare in alto.
Uno di loro assunse un’espressione preoccupata.
“Io torno a casa dalla mamma…”, borbottò, e si allontanò velocemente.
Anche gli altri seguirono il suo esempio, e presto Juliet si ritrovò sola, con le lacrime che non accennavano a smettere di scendere.
Fu in quel momento che lo Spirito comparve col suo solito sorriso dolce e le fece segno di rialzarsi.
A Juliet bastò guardarlo per ritrovare la forza d’animo per riprendersi, e dopo essersi asciugata gli occhi con una manica della camicetta si sollevò.
Lo Spirito le sorrise nuovamente, poi alzò lo sguardo verso il cielo.
“Gli aerei portano guerra”, mormorò con la sua flebile voce, quasi simile ad un alito di vento, tanto bassa che le prime volte Juliet aveva dovuto sforzarsi molto per riuscire a sentirlo.
Ma ora che aveva imparato ad ascoltare meglio le cose, riusciva a percepire chiaramente le parole dello Spirito, come se le lui le stesse parlando direttamente dentro la testa.
“Non è possibile”, replicò Juliet spolverandosi i vestiti sporchi “Ho visto alla televisione che hanno firmato un trattato di pace. Non possono più combattere!”
Lo Spirito sospirò.
“Gli uomini sono creature egoiste e volubili. Tanto tempo fa qualcuno disse che i trattati sono solo pezzi di carta”.
“Tanto tempo fa quando?”, chiese Juliet accomodandosi di fianco a lui. Anche lo Spirito si sedette e cominciò a districarle i capelli con le lunghe dita evanescenti.
Juliet si era sempre chiesta come potesse toccarla, dato che alle altre persone era addirittura invisibile.
“Mi sembra…all’epoca delle due Guerre Mondiali”, le rispose lo Spirito, e Juliet cercò di figurare nella sua mente di bambina di otto anni quanto tempo fosse passato dalle due Guerre Mondiali. Ma di storia non ne sapeva molto, i suoi genitori non avevano abbastanza soldi da riuscire a permettersi di sostenere la retta di un istituto privato, e le scuole pubbliche erano rimaste chiuse durante tutto il tempo del piccolo conflitto che era seguito all’Atomic War.
Guardò lo Spirito, e lui sembrò quasi leggerle nel pensiero perché le rispose prima ancora che lei ponesse la domanda.
“Non c’era ancora stata l’Atomic War. Mi pare siano avvenute nella prima metà del 1900”
“Capisco…”, mormorò Juliet contando sulle dita. Erano passati più di centocinquant’anni, quindi.
“Ho paura”, borbottò all’improvviso. Lo Spirito le passò un braccio attorno alle spalle e rise debolmente.
“Mi dispiace non poterti proteggere più di così”, le disse, al che lei scosse energicamente la testa.
“Non mi importa. Basta che mi prometti di rimanere con me per sempre. Abbiamo il nostro patto in fondo, no?”.
Lo Spirito sorrise.


La luce del sole filtrava debolmente attraverso le persiane, ma fu sufficiente per risvegliare Isabel posandolesi sugli occhi.
Con un’imprecazione la ragazza si mise a sedere sul letto e si strofinò le mani sulla faccia.
Di nuovo. Era successo di nuovo.
Ancora Juliet.
Ancora quella bambina e il suo Spirito.
Afferrò la sveglia e la spense, nel caso cominciasse a suonare all’improvviso svegliando Dizirah, che dormiva beatamente di fianco a lei, un orsetto di pezza stretto fra le braccia.
Non erano neanche le sei, poteva lasciarla a letto ancora un po’.
Le passò una mano fra i capelli ramati e lei mugolò nel sonno qualche parola senza senso.
Isabel sorrise.
Ammirava quella bambina, per i suoi dodici anni dimostrava una notevole resistenza.
Persino un adulto avrebbe fatto fatica a seguire i terrificanti ritmi di vita delle Crimson Tears.
Con un movimento silenzioso e aggraziato scivolò fuori dalle coperte senza svegliare Dizirah e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata.
La moquette vermiglia le si strofinava sotto i piedi dandole quasi la sensazione di stare camminando sull’erba, cosa che non faceva più da quando era bambina.
Le sarebbe piaciuto, nel giro di qualche anno, prendersi una vacanza e passarla in uno di quei rari posti che l’uomo o le radiazioni non avevano ancora intaccato. Magari… poteva anche chiedere a Kai di accompagnarla.
Come per punirsi del pensiero che aveva appena fatto, si lanciò uno schizzo di acqua gelata in faccia. Che sciocca che era anche solo nello sperare in un posto ancora puro.
E soprattutto di andarci con Kai, lui era ancora più attaccato al lavoro di lei.
Scosse la testa, lasciando che l’acqua le scivolasse giù dalle guance in tante goccioline simili a lacrime ghiacciate.
Non poteva perdersi in fantasie da ragazzina, aveva appena avuto un altro sogno e doveva analizzarlo finché ne ricordava ancora i particolari.
Erano un paio di mesi che si ritrovava a sognare quella bambina sconosciuta di nome Juliet, ma non ne comprendeva il motivo.
Generalmente i suoi sogni avevano un senso.
Qualche volta le predicevano il futuro, ma capitava più spesso che le mostrassero eventi del passato di qualche persona che aveva appena incontrato o visto da qualche parte.
Da quel che ricordava, aveva sempre posseduto questa curiosa capacità, motivo per cui Padre Dawning non aveva avuto alcuna difficoltà a farla entrare nelle Crimson Tears.
In particolare, dopo aver predetto e sventato l’attentato al Papa, l’avevano accolta ancora più favorevolmente, nonostante fosse praticamente una medium.
In ogni caso le capitava di sognare persone sconosciute solo piuttosto raramente, ed in tal caso queste non si presentavano comunque più di un paio di volte- perciò l’assidua presenza di Juliet nella sua mente la infastidiva e sconcertava al tempo stesso.
Puntellò le braccia ai bordi del lavandino e rimase a lungo concentrata sulla sua immagine allo specchio.
Inutile.
Non aveva mai visto quella bambina. Mai, ne era certa. Eppure finora le era apparsa in sogno la bellezza di otto volte, una per ogni anno che Juliet compiva.
L’aveva vista nascere una quindicina di anni dopo la prima Atomic War, venire derisa, maltrattata, parlare con quella cosa evanescente che lei chiamava ‘Spirito’, e ancora non aveva capito chi diavolo fosse.
Sospirò, rallegrata dal pensiero che almeno avrebbe avuto una scusa per andare a parlare con Kai.
Con un dito sfiorò il cellulare che aveva lasciato appoggiato lì la sera prima,e questo si accese con un debole trillo.
«Messaggio vocale per Kai Shi Omega», scandì, mentre fermava i capelli corvini in una coda di cavallo. Il cellulare trillò nuovamente, e Isabel continuò «Kai, ho sognato di nuovo quella bambina, sta diventando un’ossessione. A missione finita ne parliamo, ok?».
Fece una breve pausa. Dannazione, c’erano sempre così tante cose che voleva dirgli! Se solo non le fosse mancato il coraggio…
«Fine messaggio», pronunciò con voce seccata «Invio».
Invio effettuato”, le rispose la voce meccanica del telefono.
Non dovette aspettare molto prima che le giungesse la risposta. Aprì il messaggio e la voce cristallina di Kai la mise subito di buon umore.
Non ti nascondo che sono maledettamente curioso, Isabel. Tienimi aggiornato, mi raccomando, potrei andare giù di testa! Buon lavoro!”.
Riascoltò il messaggio ancora un paio di volte, mentre un sorriso ebete si faceva lentamente spazio sul suo viso.
«Ti piace proprio tanto Kai, eh?», mormorò Dizirah facendo capolino sulla soglia del bagno con una deliziosa espressione addormentata.
Isabel ridacchiò.
«Tu preparati», le disse scompigliandole i corti capelli rame «Io intanto vado a vedere a che punto sono Jay e Dimitri».
Riponendo il cellulare nella sacca da viaggio abbandonata sul pavimento, non riuscì a trattenersi dal canticchiare allegramente.

*

«Izzy!», la salutò la voce allegra di Jay, mentre lei si dirigeva verso il tavolo dove i suoi due compagni stavano consumando la loro colazione.
Isabel gli rispose con un rapido gesto della mano.
«Dormito bene?», continuò Jay agitando un cornetto alla crema che Dimitri gli strappò di mano immediatamente. Si guardarono male per qualche secondo, poi Jay scoppiò a ridere e Dimitri scosse la testa rassegnato.
«Ho sognato Juliet», rispose Isabel prendendo posto «Di nuovo. Quando torneremo alla base dovrò parlarne con Kai».
«Cosa hai visto questa volta?», le chiese Dimitri col suo inglese dal forte accento russo. A Dizirah faceva sempre ridere il sentirlo parlare, e Dimitri aveva dovuto accettare a malincuore l’idea di essere deriso ogni volta che apriva bocca.
Quando però era il suo fucile a parlare, nessuno lo trovava divertente.
A soli ventun'anni, Dimitri Andreev era il miglior cecchino delle Crimson Tears.
Isabel si passò stancamente una mano fra i capelli.
«Niente di strano. Ora la bambina ha otto anni, e nonostante tutto non ho ancora capito chi sia. Magari chiederò ad Elias di fare qualche altra ricerca, ma temo che…».
«…Che come al solito non ne caverai un ragno dal buco!», concluse allegramente Jay, alzando verso l’alto la tazza di caffè «Ma ora non pensarci, la missione ha la priorità assoluta».
Dopo aver spostato leggermente piatti e tazzine, Jay sollevò il suo zaino militare e lo lasciò ricadere pesantemente sul tavolo. Estrasse alcuni fogli di carta arrotolati e li distese davanti ai suoi compagni assumendo un’aria seria.
«Allora… stando alle informazioni che il dottor Delta è riuscito a ricavare, la base tedesca dei Lotus si trova da qualche parte nella periferia ovest di Berlino» con un pennarello rosso, Jay tracciò un grande cerchio sulla cartina della città «Più o meno in questa zona qui, ecco».
«E’ un po’ vaga come indicazione», borbottò Dimitri «Come facciamo a trovarne la posizione precisa?».
«Ci penserà Dizirah con i suoi poteri psichici», gli rispose Jay agitando il pennarello «Quando saremo lì, dovrebbe riuscirci senza alcuna difficoltà. Altre domande?».
«E’ possibile che il loro capo si trovi qui in Germania?», gli chiese Isabel, ma Jay scosse la testa.
«Improbabile. Il dottor Delta è convinto che i Lotus abbiano la loro base principale non molto lontano dal Vaticano, altrimenti non riuscirebbero a precederci sempre. Probabilmente li abbiamo sotto il naso ma non riusciamo a riconoscerli!».
Isabel rise e si stiracchiò debolmente, mentre Jay metteva via la pianta di Berlino e cominciava a parlottare fra sé e sé nel suo incomprensibile dialetto Texano.
«Io vado in camera a prepararmi», disse Dimitri alzandosi in piedi. Raccolse dal tavolo la benda nera che si era tolto durante la colazione e se la risistemò sull’occhio destro «Vi aspetto dopo nella hall».
«Vado anch’io!», esclamò Jay seguendo Dimitri «Izzy, fa mangiare Diz e poi raggiungici! Bye!».
Isabel annuì, ed approfittò del fatto che Dizirah non era ancora arrivata per rileggere i dettagli della missione. Si sporse in avanti e tirò fuori un foglio da una delle tasche laterali dello zaino di Jay.
Obiettivo: penetrare nella base tedesca dei Lotus e raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sulle loro mosse future.
Niente di insolito, non era la prima missione del genere che le capitava. Un lavoro abbastanza facile, anche se in assoluto preferiva sventare attacchi terroristici.
Padre Dawning le aveva rinfacciato spesso di agire in maniera esageratamente violenta per essere alle dipendenze del Vaticano.
Ma quando mai l’Inquisizione si era dimostrata clemente? In fondo le Crimson Tears erano il braccio armato della Chiesa.
Per quante belle parole si possano mettere insieme, la pace non si ottiene senza imporla. E se il prezzo per la pace era uccidere qualche estremista islamico o impedire ai Lotus di sabotare continuamente il Vaticano, non si sarebbe fatta poi molti scrupoli morali in proposito.
Scorse velocemente il resto del foglio, e fu in quel momento che qualcosa la colpì.
“Cercare oltretutto qualsiasi tipo di informazione sull’arma finale. E’ necessario accertarsi della sua esistenza”.
Arma finale? E questa che novità era?
«Ciao Isabel», la salutò Dizirah prendendo posto a tavola con aria assonnata. Afferrò il cornetto alla crema che Jay aveva lasciato a metà e cominciò a mangiarlo affamata «C’è qualche cosa che non va? Hai una faccia strana».
Isabel si grattò la testa confusa.
«C’è che vengo a sapere le cose sempre a pezzetti. Qui parla di una certa ‘arma finale’. Sai di cosa si tratta?».
I grandi occhi viola di Dizirah assunsero un’espressione sorpresa.
«Non guardi la tv?», le chiese sorseggiando un bicchiere di latte.
Isabel scosse la testa «No, mai. E’ spazzatura».
«Non leggi nemmeno il giornale?».
«Lo sai che non mi piace leggere».
«Internet?».
«Non so usarlo. Puoi gentilmente arrivare al dunque?».
Dizirah tuffò un paio di biscottini al cioccolato nel suo latte, poi cominciò a giocherellarci col cucchiaino.
«E’ una voce strana che si è diffusa negli ultimi tempi», disse alzando un attimo lo sguardo verso la compagna «Sembra che i Lotus abbiano inventato un’arma straordinaria, capace di distruggere la Terra intera. Come fai a non saperlo?».
«Sono stata in Giappone gli ultimi tre mesi, è ovvio che certe cose mi sfuggano. E che roba è quest’arma? L’ennesima bomba atomica ultra-potenziata?».
Dizirah scosse la testa «Questo non lo sa nessuno. La dottoressa Tau dice che secondo lei è tutta una montatura dei Lotus per scongiurare l’inizio di una nuova guerra».
«In effetti mi sa da bufala», borbottò Isabel «Però capisco come il Vaticano non voglia correre rischi inutilmente. Bene, presterò attenzione. Senti, Jay dice che la base dei Lotus è nella periferia ovest. L’hai già localizzata?».
«Siamo troppo lontani, ma Mind ne avverte già le tracce. Vi saprò dire di più quando saremo in zona, contaci».
Isabel sorrise «Non so come faremmo senza di te, stellina!».
Anche Dizirah sorrise, felice di sentirsi importante. La vita delle Crimson Tears purtroppo non le concedeva l’affetto che lei avrebbe voluto e dovuto ricevere.
Dizirah Dove, ‘la colomba’, com’era stata soprannominata per la sua dolcezza e ingenuità, era rispettata, invidiata e stimata, ma ciò di cui lei sentiva la mancanza era l’amore materno che le era stato negato a causa delle sue doti particolari.
Con le tre Atomic War che avevano devastato il mondo nella seconda metà del duemila, molti bambini si erano ritrovati con delle… ‘particolarità’ a causa delle radiazioni.
Escludendo coloro cui queste creavano devastanti malformazioni fisiche, e che erano la maggior parte, c’erano gli NT-Child e i bambini dotati di poteri o forza paranormali.
A quest’ultima categoria appartenevano gran parte delle Crimson Tears, e Dizirah ne era un esempio lampante.
Esteriormente appariva come una normale bambina di dodici anni, fatta eccezione per le grandi e profonde iridi viola scuro, ma se messa alle strette la sua vera natura non tardava a risvegliarsi.
Fra tutte le Crimson Tears, era quella dotata di maggiore forza psichica, e questo la rendeva un soggetto indispensabile per la buona riuscita di una missione pericolosa. Con i suoi cinque sensi, che chiamava quasi amichevolmente per nome, era in grado di sventare qualsiasi tipo di minaccia.
Per questo Isabel era rimasta piuttosto sorpresa quando il centro operativo aveva dato a lei, Jay e Dimitri la bambina come supporto, sebbene fossero in corso missioni ben più importanti.
«Dizirah?», chiese Isabel poggiando la testa su un palmo.
Lei le sorrise «Sì?».
«Come mai ti hanno assegnata a noi? Mi risulta che Micheal e la sua squadra siano impegnati a sgominare una cellula terroristica islamica. Forse saresti più utile a loro».
«Ci ho pensato anch’io, sai? Però non potevano mandarvi in missione solo in tre. Dopo che Madeleine è morta, il mese scorso…».
Isabel la zittì con un’occhiata cupa.
Madeleine, il quarto membro della sua unità.
Era sempre stata una ragazza piuttosto prudente e abile con le armi da fuoco, ma tendeva a distrarsi facilmente. Praticamente le era morta fra le braccia.
E non erano nemmeno riusciti a trovare la base giapponese dei Lotus.
In ogni caso, non era la prima volta che un suo compagno di squadra si faceva uccidere, anche se il suo gruppo in particolare era uno dei più longevi. Dimitri era insieme a lei da quasi un anno, mentre Jay si era unito tre anni prima.
Dizirah, a differenza delle altre Crimson Tears, non aveva una propria unità; veniva semplicemente spostata all’occorrenza.
«Però Elias mi ha detto che Kai ha già trovato un sostituto», riprese Dizirah con un sorriso allegro «Solo che non sapeva a quale unità affidarlo, anche quella di Lucius ha perso un membro di recente. Per questo non ha ancora fatto niente. Ma visto il buon rapporto che hai con lui, penso lo darà a te».
«Io detesto i novellini», sbottò Isabel. Si alzò in piedi e recuperò lo zaino di Jay «Meglio non pensarci, ora. Finisci in fretta, ti aspetto su in camera».
Uscì velocemente dalla sala da pranzo e si incamminò su per le scale.
Non riusciva a non sentirsi scocciata.
Prima quella storia idiota dell’arma finale, poi il novellino.
«Per la serie “nessuno si degna di avvertirmi delle novità”…», borbottò. Osservò il numero della stanza e lanciò con forza lo zaino contro la porta.
Da dentro sentì Jay gemere e precipitarsi ad aprire, e questo la fece ridere.
«Il mio zaino!», si lamentò questi passandosi una mano fra i capelli color grano lunghi fino alle spalle «Ma che male ti ha fatto?!».
«Sei tu che dimentichi in giro le cose», gli rispose lei con un sorrisetto di superiorità. Glissò le sue proteste in Texano stretto ed entrò nella stanza alla ricerca di Dimitri, intento a controllare minuziosamente il suo fucile ad alta precisione.
«Isabel», la salutò lui senza alzare l’occhio non bendato dalla sua arma «Ti serve qualcosa?».
«Dizirah mi ha parlato di questa fantomatica ‘arma finale’. Tu cosa ne sai?».
Decise che a proposito del novellino che avrebbe sostituito Madeleine si sarebbe lamentata poi con Elias e Kai. Forse si divertivano a farle fare la figura della capogruppo ignorante.
«Non molto, a dire il vero», le rispose Dimitri alzando l’iride scura verso di lei «‘Fantomatica’ è la parola giusta per definirla, dal momento che non si hanno prove della sua esistenza. Personalmente penso che sia tutta una… una…».
Rimase in silenzio qualche secondo, poi si illuminò.
«…una falsione, ecco».
«Una finzione, semmai», lo corresse Jay facendo capolino dietro Isabel con lo zaino stretto amorevolmente fra le braccia.
Dimitri arrossì -lo faceva sempre, quando sbagliava una parola- e sbuffò.
«Hai capito benissimo, bovaro analfabeta».
«Bovaro a chi?!», sbottò Jay punto sull’orgoglio. Isabel si sorprese del fatto che essere definito analfabeta gli desse meno fastidio dell’appellativo di bovaro.
Con un sospiro uscì dalla stanza, decisa a non essere tirata in mezzo ai battibecchi infantili dei due, e tornò nella sua camera. Fuori dalla finestra, il pallido sole mattutino splendeva di una luce malata, illuminando debolmente la periferia di Berlino che si svegliava pigramente.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (4 voti, 29 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 29 commenti
Rif.Capitolo: 1
livemylex
21/07/09 13:11
>>e si grazie che nn commenti bell \' espressionese asseratese d aver ragionese v_v t quoto ese

con commento intendevo il sostantivo, non il verbo XD
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Rif.Capitolo: 1
livemylex
20/07/09 15:15
no, il problema è che viti dà 5 stelline ad ogni cosa.
per questo per me significa meno di niente il suo voto.
e, attenzione!, ho detto voto, non commento u__u
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sonsierey 18/07/09 08:48
ma che c'è di male se anche viti ha commentato? Perchè il suo voto ha meno valore di quello degli altri?
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Rif.Capitolo: 1
livemylex
07/07/09 23:08
...
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Rif.Capitolo: 1
livemylex
19/06/09 01:32
ooh, viti, ti prego -___-
mi spieghi che valore può avere per me il tuo voto? o__ò
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aly-ilsogno-aly - Voto: 09/02/09 20:33
bella bella complimenti..scrivi molto bn...io nn c riscirei mai...!
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Rif.Capitolo: 13
majiere
05/01/09 14:38
(eccomi in abnorme ritardo, chiedo indulgenza plenaria! XD)

Oooh, solo rileggendolo adesso noto quanto Maurial e Kaseem siano presenti almeno un capitolo sì e uno no XD e ciò non è male, almeno se ami questi due personaggi XD
(risposta: sì!)
Insomma, Kasy è troppo tenero per non volergli bene XD è una cecchina curiosa, ma si può passare...
Almeno lui riesce a darci qualche informazione! XD O rimarrebbe tutto nel buio più totale, visto quanto sei intricata! XD
Adoro l'opinione che Mau ha del Looppolo XD E mi piace come la espone, ecco perchè questo capitolo mi uccide XD
E come se non bastasse, subito dopo abbiamo un pezzo con il mio pazzoide preferito, come non esserne felici? XD Anche se il meglio deve ancora darlo XD
In compenso con i sogni di Juliet ci stiamo avvicinando al punto che preferisco *^* non vedo l'ora! *^*
Aaaah, accidenti, ti picchierei volentieri solo per la stupida idea che ti sei fatta! XD Insomma, come puooooi voler disconoscere Weiss, crudelissima donna? ç__ç con tutti i suoi personaggini splendidosi? ç^ç (vabbè, quelli non li disconosci, però... sono comunque all'interno della storia! XD)
*sigh* XD

(aggiornaaa, che qui manca il prossimo capitolo u^u susu!)
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Rif.Capitolo: 1
gattaitaly - Voto:
03/01/09 23:06
Hey, mi piace molto questa tua Fanfic. Ero in cerca di qualche originale scritta decentemente - cosa che sembra diventata quasi impossibile su Manga.it - e la tua mi ha davvero colpito. Sono ancora all'inizio, ma spero di riuscire a finirla il prima possibile. I miei saluti,
Sarah
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Rif.Capitolo: 12
ariaofsorrow
15/12/08 15:16
è arrivato *^* *muore*
Insomma... insomma, è lui! è... è il dottor Heeeillll! *O* *muore di nuovo*
Uahahah, quanto potrò adorarlo, quanto? *w*
All'epoca me la stampai, quella parte, me la rileggevo tutti i santissimi giorni X°D Mi ha traumatizzato una bimba...
*sospira*
Ma lo adoro *w* Lui, Seth e i portasciugamani dei bagni degli alberghi XD
Oh, è un peccato non abbia obbligato Seth a chiedere alla reception dell'albergo, nel capitolo 15, di informarlo sulla solidità dei portasciugamani X°D Si sarà rifatto in altra maniera...
Oooh, il signor The Looppolo si palesa nuovamente, bene bene X°D Elly sarà felice X°D Si è tutto gasato per la sua anteprima...
Sai che quel: «Lo strangolerei», commentò Isabel, e si voltò ad osservare Kai quasi in cerca di conferma., mi uccide? XD Ma tanto, non poco...
Oh... e noto che è arrivato anche lui XD *ridacchia*
Le cose si stanno mettendo bene... uhuhuh!
See ya :3
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Rif.Capitolo: 11
kyrie-de88 - Voto:
29/11/08 14:09
Mmmm...molto, molto interessante! Sai davvero come tenere alta la suspance, con tutti questi diversi punti di vista e queste storie che si intrecciano parallelamente! Complimenti! ^_^
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