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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: + MEMORIE +
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai, Yaoi
Autore: sweetcurry galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/09/2008 17:36:06

Oneshot correlate riguardanti la vita di Sasuke. La prima - i suoi cinque anni
 
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UN PONTE ROSSO
- Capitolo 1° -


Un ponte rosso
By sweetcurry

Un ponte. I delicati fiori dei ciliegi che lo circondavano perdevano petali. Piccoli fiocchi rosa gli scendevano attorno.
Fissò l’acqua trasparente che permetteva la vista del fondale scuro, ma poco profondo.
Gli occhi neri come due pietre d’onice ben levigate erano liquidi. Ma non di pianto. Ne di lussuria, anche perché troppo giovane per considerarla.
Il capo ritto e immobile ad osservare i personaggi che attraversavano lenti il ponte rosso.
Che poi di ponte parliamo, ma sovrastava un piccolo ruscello e misurava pochi metri. Tuttavia lo impressionava.
La musica lenta suonata da qualche menestrello, faceva da sfondo ai suoi pensieri come in uno spettacolo di teatro.
Per lui il mondo era fermo. Ma si muoveva al contempo. Una contraddizione.
La voce gli si era spenta poco prima. Davanti alla collina.
Un attimo.
-Nii-san!- Spento. L’ultima volta che lo avrebbe detto probabilmente.
Due corpi che lenti si muovevano impercettibilmente. La mano del suo Nii-san sul viso di un ragazzo.
Troppo piccolo per assistere. Ma abbastanza grande per capirlo. O no? Forse i pensieri lenti e semplici di un bambino di appena sei anni erano cambiati. Obbligati dalla scena postagli davanti prepotentemente. Costretti a formulare possibili spiegazioni sul perché suo fratello stesse baciando un ragazzo.
A pochi baci i suoi giovani occhi avevano assistito. I baci di buono augurio dal clan e dalle donne che lo trattavano come loro figlio. Quel bacio che si erano scambiati la sua mamma e il suo papà teneramente in cucina.
Ma mai aveva pensato a suo fratello. Lo credeva una sorta di uomo-perfetto. Il migliore del clan. Il preferito del padre. La persona che più ammirava. Ma mai un amante.
Un bambino come lui non avrebbe mai pensato di trovarlo seduto sotto un enorme albero di ciliegio a scambiare tenere effusioni.
Il suo piccolo universo era scombussolato. Quell’immagine che aveva in mente da più di un ora lo aveva rivoltato. E lui adesso avrebbe dovuto rimettere tutto in ordine.
Ma non come prima. In un ordine diverso.

Si chiese se era l’unico a non sapere una cosa così.
Pensò che dato che era di solo sei anni i genitori non gliene avessero parlato.
Un ponte. Per la prima volta si accorse di quante fossero le coppie che vi camminavano e lo sfioravano per sbaglio.
Non se n’era mai reso conto.
Perché erano tutte composte da un uomo e una donna?
Non ne vide neanche una come quella di suo fratello.
Due uomini.
Il fratello era più speciale degli altri. Si convinse.
Fissò una bambina dagli occhi chiari che camminava tra due genitori. Un uomo e una donna.
I bambini… Quel mistero che non si era mai posto.

Anche fra due uomini si possono fare i bambini?

La madre quella sera l’aveva guardato sorpresa. Perché il suo piccolo bambino pensava già all’amore?
Sasuke d’altronde non aveva mai fatto accenno ai “bambini” e alla loro natura. Aveva sei anni. Troppo presto, no?
-Eh, mamma?- chiese come a volerla svegliare.
-Oh, no, Sasuke. Un bambino o una bambina nasce solo se c’è un papà e una mamma.- gli aveva risposto strizzando appena gli occhi per il sorriso.

Sasuke non capiva. Sua madre gli aveva mentito allora?
Il fratello sapeva quello che faceva. Itachi era il migliore. Non lo diceva solo lui, ma tutti quelli di Konoha. E quindi per forza Itachi doveva avere ragione.
Ma perché poi, solo lui stava con un ragazzo?
Al ponte non aveva visto nessuna coppia uguale alla sua.
Itachi aveva torto?
No. Impossibile.
Itachi non sbagliava mai. Si convinse che solo Itachi poteva scegliere un compagno al posto di una ragazza.

Cercò di stare più attento alle conversazioni degli adulti per capire il motivo di tutto quel mistero.
La sua mente, giovane, diventò piena di pensieri e molte contraddizioni che alla sua età non si addicevano. Non pensava più a cosa giocare nel pomeriggio. Pensava alla zona in cui avrebbe trovato più informazioni possibili su quello che cercava. Era diventato innaturale.
Un bambino cresciuto troppo.

La strada sterrata della via era piena di polvere marroncina per la terra. Si guardava intorno. Ma non spaesato, come accadeva alla maggior parte dei suoi coetanei, ma intenzionato a trovare ciò che voleva. Sapere qualcosa in più sulle coppie. Se Itachi era davvero il migliore.
-Ehi, piccolo! Ti sei perso?-
Sasuke alzò lo sguardo. Una donna vestita con abiti succinti ma simili a quelli di una geisha. Il trucco forzato e volgare le copriva i lineamenti dolci ma invecchiati dai suoi probabili quarant’anni.
-Ino-chan, vieni qui!- Una donna di quasi la stessa età ma con le forme più provocanti e pronunciate si avvicinò correndo facendo piccoli passettini. Una lunga coda alta e bionda si muoveva a ritmo della sua corsa.
-Sakura-chan cosa ci fa un bambino in questo quartiere?- chiese sinceramente preoccupata la prostituta bionda poggiando le mani sulle ginocchia e piegandosi verso Sasuke. –Ehi, piccolo, come sei finito qui? Hai perso la mamma?- un sorriso curvato contornato da un paio di labbra carnose dipinte di un rosso scuro con contorni neri, gli si parò davanti.
Sasuke scosse la testa.
La bionda si volse verso l’altra lucciola dai capelli rosa ornati da piccoli fiori secchi. –Saku-chan, non è il bambino di quella in fondo alla strada?-
La rosa scosse la testa prendendo una boccata dalla sigaretta. –No, Ino. Dici Tenten? Quella ha partorito quella peste l’altro luglio. Questo ha almeno cinque anni.-
-Ah. Non me lo ricordavo. Ma da dove dici che viene?- continuò la donna bionda girandosi nuovamente verso il bambino che era rimasto a fissarle. –Ehi, come ti chiami?- sorrise.
Sasuke aprì la bocca. –Uc… Sasuke.- Aveva capito che se avesse detto che era un Uchiha lo avrebbero rispedito a casa sicuramente. Voleva avere informazioni, lui.
-Uhn. Sasuke dici?- ripeté la lucciola bionda. -Come il più piccolo degli Uchiha!- esclamò verso la collega nonché amica. –Ino-chan basta sognare. Torniamo dentro.- sentenziò l’altra dirigendosi verso la locanda.
-Ma lo lasci qui?- esclamò intristita l’altra mettendosi nuovamente dritta. Dato che la rosa non le rispose questa si girò verso il bambino e lo prese per mano.

-Ino, non può restare qui, il bambino.-sentenziò qualcuno dietro lo shoji.
Sasuke era rimasto nella stanza dove lo aveva lasciato Ino, la donna bionda. Lo aveva intimato di restare lì per poi sparire dietro alla porta scorrevole.
Sasuke osservava le due ombre muoversi. Qualcuno non voleva che rimanesse lì. Ma se ce ne sarebbe voluto bisogno sarebbe ritornato a casa, sapeva la strada per villa Uchiha.
-Solo fino a quando non se lo vengono a riprendere!-
Lo credevano smarrito.

-Tieni. E’ solo riso, mi dispiace ma non c’è altro, eh?- disse mentre gli porgeva la ciotola e le due bacchette dandogli una carezza sul capo.
Passò la mattina e il primo pomeriggio in quella stanza. La prostituta lo veniva a trovare ogni circa un’ora per parlargli un po’ e sistemarsi il trucco che qualche cliente aveva sbavato.
-Ti stufi a stare qui?- chiese all’improvviso guardandolo con commiserazione.
Sasuke la guardò.
Stava bruciando un carboncino per disegnare le sopracciglia. –Se vuoi vieni giù, ma non dare fastidio. Qui non va bene portar bambini.- Disse soffiando sopra al bastoncino per spegnerlo.
Sasuke fissò la piccola scia di fumo che saliva per poi disperdersi nell’aria.

La locanda era piena di gente dopo il tramonto. Come api sul miele sedevano sul tatami a gambe incrociate solo uomini.
Un chiasso molto flebile, coperto dalla musica che accompagnava la geisha nella sua danza dei ventagli. Sasuke rimase fermo sulle scale, fuori dalla vera e propria sala.
Vide la prostituta dai capelli rosa muoversi tra i tavoli bassi con maestria e con un aria delicata. L’unico mestiere che lei conosceva.
Anche la donna che lo aveva preso con se si stava dando da fare.
La vide di striscio mentre spogliava il polso per versare il te ad un cliente. Un gesto colmo di sensualità che invogliava l’uomo a chiedere la stanza, la maggior parte delle volte.
Non vide altro.
Un uomo lo prese con la forza per il polso facendogli male. E strattonandolo lo portò fuori. Lo buttò a terra violentemente. Sasuke vide che non lo aveva portato in strada ma bensì dietro la locanda.
Guardò inoltre, una donna correre fino a raggiungerlo. Quella che lo aveva tenuto con se. Ino.
Non riusciva a vedere l’uomo che lo spingeva a terra con un piede sulla schiena. Ma sentì chiaramente il discorso.
-Adesso fate prostituire anche i bambini?-
-Ma cosa dite?-
-Il bordello di minorenni all’inizio della strada non basta, anche in questa locanda! Credevo che il proprietario fosse un uomo con un po’ di dignità e buon senso.-
-Non è affatto come dite voi!-

La serata passò fra le urla del proprietario e i clienti che indignati uscirono dal bordello. Sasuke seppe solo una cosa. Se ne sarebbe dovuto andare.
-Mi dispiace piccolo. Cerca di tornare a casa, almeno, eh?- gli aveva detto Ino spingendolo fuori da quel piccolo edificio.-Va!-

Un episodio del genere non sarebbe dovuto accadere per nulla al mondo ad un Uchiha. Eppure Sasuke tornò a casa come se non fosse successo nulla. Itachi lo guardò preoccupato, ma non disse nulla troppo preso dall’uscire per andare a festeggiare la buona riuscita della missione.
Qualche piccolo “Stai bene?”, “Vai a dormire” oppure “La prossima volta sta fuori casa meno tempo”. Ma nulla di che.


Un ponte. Questa volta era rassegnato.
Non sapeva più cosa fare per cercare di comprendere quella disastrosa situazione che gli si era venuta a formare in mente.
Due uomini.
Itachi.
Bambino.
Ragazzo.
Gli si stavano confondendo ancora di più le idee.
Percorse il piccolo ponte rosso lentamente. SI fermò precisamente a metà. Appoggiò le braccia incrociate sul corrimano rosso e posò il mento su di esse. Fissò l’acqua scorrere lenta verso di lui per poi sparire sotto le assi dipinte del ponte. Poi in mente gli balenò un’idea.

Seguì il fratello per tutta la giornata. Itachi andava a lezioni di combattimento due ore al giorno.
Lo seguì ed aspettò fuori dal dojo guardando gli alberi intorno a se. Si perse nei giochi di luce che i raggi del sole creavano con le foglie sottili e piccole di quei tronchi massicci e potenti. E le forti grida di combattimenti all’interno della struttura gli sembravano così lontane in confronto al rumore del vento leggero che gli scompigliava i corti capelli scuri.
Verso il tramonto il suo Nii-san si avvicinò lentamente a quella collinetta del famoso fatto. E come aveva intuito Sasuke s’incontrò nuovamente con quel ragazzo dagli occhi verdi.
Li fissò dall’altro lato della strada baciarsi. Vide il libro che Itachi portava scivolargli dalle dita e finire nell’erba verde. Li osservò divorarsi a vicenda.
Vide le mani peccatrici (ma non secondo Sasuke) carezzare e sfiorare i corpi dell’altro avidamente.
Conobbe per la prima volta l’amore.
Perché capì che i due si nascondevano. Perché capì che facevano qualcosa che agli altri pareva sbagliato, ma che invece era perfetto. Li udì parlarsi dolcemente e come mai aveva sentito dire da Itachi. Il fratello sembrava un’altra persona. Sembrava felice.
Davanti a quella visione non potè non capire che Itachi aveva bisogno di tutto quello.


….Owari….
1858 parole


Avevo cominciato con questa one-shot, ma poi l'ispirazione è venuta anche per un'altra, che ne è il seguito... Sono indecisa se fare anche una terza, ma non so, non vorrei rovinarle.
Mi scuso con chi ha seguito "Io non ti tradisco", perchè lì avevo promesso di postare una fiction appena avrei finito quella, ma così non è stato. Ho ciondolato un po' in giro per questi mesetti e ho scritto un sacco di fiction, che poi deciderò se postarle.
Posto questa e se poi fa piacere, metto il continuo prima della prossima settimana.
Un bacione enorme, commentini!!!

vostra sweetcurry
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
-kolly92- - Voto: 10/09/08 16:16
molto carina...
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