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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: FINO ALL'ALBA
Genere: Sentimentale, Azione, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: xibil galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/08/2008 16:27:15 (ultimo inserimento: 21/11/08)

Un'isola misteriosa, una katana enorme, occhi viola e delle decisioni per Zoro...
 
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INTRO
- Capitolo 1° -

Quella notte era impossibile vedere il cielo: la nebbia ricopriva praticamente tutto.
Erano passate quasi tre ore e gli altri ancora non erano tornati sulla nave.
Zoro si sporse sul ponte ed iniziò ad osservare l’orizzonte, alla ricerca di un segnale, o di qualsiasi cosa d’altro.
Nulla. Solo la notte senza luna. E un silenzio da dare fastidio.
Quell’isola sembrava finta.
- Non mi piace… questa troppa calma… mi rende nervoso. Ho un pessimo presentimento… -

Rufy era sceso al tramonto, con il resto della ciurma, alla ricerca di qualche provvista.
- Finisco di affilare le lame delle spade.- aveva detto lo spadaccino, stando seduto sul ponte. C’era un bel sole, in quel momento.
Sia Nami che Robin si erano vestite comode. Sanji, come ogni volta, le aveva sommerse di complimenti ed attenzioni. Usop e Chopper, affamati, avevano messo fretta agli altri, affinché la spedizione fosse veloce e proficua.
- Come vuoi. Tra un’ora torniamo. – gli aveva risposto Cappello di paglia.
- Le difendo io le ragazze! – Aggiungeva Sanji.
- Allora sono spacciate. – chiudeva Zoro.

Ma di tempo ne era passato troppo, ora.
Decise quindi di scendere lui stesso sull’isola.
Prese una scialuppa e iniziò a remare. Fece fatica a trovare la spiaggia tra le scogliere, la nebbia pareva diventare sempre più fitta.
Giunto sulla terra ferma vide la scialuppa usata dagli altri, ancora a riva.
- E’ successo qualcosa, me lo sento… - sussurrò, mettendo mano sull’impugnatura di una delle sue spade.
Iniziò a muoversi silenzioso sull’isola, ma non trovò nulla. Passarono altre due ore e lui tornò alle scialuppe.
Poi una strana sensazione…
- Qualcuno mi sta osservando… VIENI FUORI! FATTI VEDERE! LO SO CHE CI SEI! – si guardò attorno con attenzione, cercando qualsiasi segnale della presenza di qualcuno.
Ma niente.
Poi, all’improvviso, fu colpito con un colpo secco, alla nuca,
Cadde a terra, portandosi una mano sul punto in cui aveva sentito il dolore,
- Ahhgg… - e poi un calcio nello stomaco, con una potenza incredibile e un conseguente rumore di costole spezzate.
Una mano sulla maglia e si sentì trascinato via.
- Uggh… ma cosa… chi… - cercò di guardare, di vedere il suo aggressore… ma non riuscì a vedere nulla. La nebbia era ancora fitta. E
non ebbe una risposta. Percepiva solo il passo accelerato, fino a giungere in una grotta.
La presa lo lasciò.
Il tempo di alzare la testa e cercare di guardarsi attorno, ma ancora i suoi occhi non si erano abituati al buio del luogo. Poi fu colpito di nuovo in pieno stomaco, venendo sbalzato di qualche metro,
- Che cavolo… - il dolore nel petto e sulla testa… la confusione e odore… - di sangue rappreso… cosa… - il buio della grotta iniziò a definirsi… e i suoi occhi poterono vedere…
Un brivido lo percorse,
- Rufy! – stava in un’enorme gabbia appesa al soffitto della grotta, privo di sensi.
Zoro cercò di mettersi in piedi, nel tentativo di raggiungere il compagno. Mentre si trascinava, intravide altre gabbie… - Nami… Sanji… Robin… Usop… Chopper… ma cosa… AAAaaarrgggghhhh… - un dolore lancinante al collo. Si voltò, e incredulo vide un uomo morderlo… no, non era un uomo… ma allora cos’era?
- Noo… agghh… - cercò di spingerlo via, in compenso cadde di nuovo a terra. Afferrò una delle sue spade, sguainandola, cercando di colpirlo. Ma qualcuno afferrò la lama e gliela girò nella gamba,
- AAaaaaah… -
Altri denti affondarono accanto alla sua spalla.
Zoro iniziava a sentire le forze mancargli… come se le sue energie venissero portate via da quegli esseri…
- Non… riesco… a… liberarmi… -

Poi accadde tutto in un attimo: due colpi leggeri, tranciarono le teste dei due esseri che lo stavano mordendo. E un rumore di combattimento.
Voci allarmate,
- Eccola! E’ arrivata! E’ arrivata, uccidiamola! –
Zoro dischiuse a fatica le palpebre. Vide decine di esseri neri muoversi veloci. E poi una lama scivolare tra essi. Una lama enorme, mai vista.. Trafiggeva quegli esseri che gli stavano rubando le forze, muovendosi in modo elegante… e una voce,
- Siete monotoni. – una donna, - sempre gli stessi agguati, le stesse cose… non pensate sia ora di rinnovarvi? Che ne so, vestitevi di rosa e paiettes! –
“… ma chi è?...” il pensiero dello spadaccino
- Taci, maledetta! -, secca la risposta di uno di quegli esseri,
- Dunque… se non erro, i maledetti, qui, siete voi! – rispose la donna. Poi ZAC!, meno un altro. Quando la spada li trafiggeva, gli uomini vestiti di nero svanivano nel nulla in una nuvola di polvere.
Zoro cercò di mettere a fuoco. Vide una figura, vestita di pelle nera. Lunghi capelli scuri legati in una treccia. Movimenti veloci, felini. E impugnava quella spada enorme, infilzando uno ad uno quegli esseri… li stava eliminando tutti, da sola.
Poi spostò lo sguardo verso le gabbie degli amici. Sentì stringersi il cuore per l’impotenza.
E poi ancora qualcuno lo addentava al collo,
ZAC, la lama lo sfiorò, tranciando il collo al suo carnefice.
- Avanti, ti porto via… poi torneremo per gli altri. – sussurrò lei
Prima di perdere i sensi, vide gli occhi viola della ragazza con la grande spada davanti a lui.
Poi il nero.

A seguire Zoro ebbe brevi flash.
Sentì dolori allucinanti in tutto il corpo ed un calore fortissimo sulla gamba ferita. Urlava, digrignava i denti. Aprì gli occhi… vide la ragazza della spada, ora seduta di fianco a lui. E dalle mani di lei uscire una strana luce zzurra che scendeva proprio sulla sua gamba… perse di nuovo i sensi.

Aprì gli occhi a fatica. Si trovava tra lenzuola fresche e profumate. Le sue spade poggiate al letto
“non sono prigioniero…”, solo quel pensiero, poi crollò ancora.

Ancora un risveglio. Una stanza con luce soffusa. Il dolore, ora diminuito, nettamente. Girò la testa. Vide un’enorme spada poggiata al muro. Quella spada, quella che lo aveva salvato.
Adesso iniziava a ricordare…
La grotta, le gabbie, i denti nella sua carne…
- Ben svegliato. – una voce famigliare alle sue spalle. Non riusciva a vederla e ribattè,
- Chi sei… dove mi trovo… -
Dei passi verso di lui.
Quando si fermò la riconobbe subito, nonostante i capelli ora fossero sciolti.
Gli occhi viola…
- Lex. E questa è casa mia. Tu?-
- Zoro… - Cercò di mettersi seduto, e si ritrovò svestito. Guardò imbarazzato la ragazza,
- Oh, mi ha beccata: sono una maniaca che va in giro a salvare giovani uomini per poi svestirli e portarseli a letto. – Lui restò senza parole. Allora lei gli sorrise innocente, - Dai, non pensare male, per piacere. Dovevo medicarti e pulirti le ferite. – Lui restò impassibile. Poi la fissò serio,
- Cos’è successo… -
Lex prese una sedia e si affiancò al ragazzo.
- Siete finiti nel covo dei non morti, o se preferisci, vampiri. Era la mia serata di ronda… - gli sorrise restando seria. Portò una mano sul proprio petto, - sono un’ammazzavampiri e solitamente nelle notti senza luna faccio gli straordinari. -
Zoro crucciò la fronte,
- Ammazza… vampiri? Ma cosa dici… non esistono i vampiri! – disse lui crucciando la fronte. Lei sorrise,
- Esistono, te lo assicuro. – lentamente alzò la mano e sfiorò il collo del ragazzo, - questi chi te li avrebbe fatti? Si tratta di vampiri, quegli esseri che per vivere devono uccidere esseri vivi e bere il loro sangue. –
Zoro la guardava… era seria. Diceva la verità.
Era pazzesco, ma era così.
Allora lui scostò le coperte per alzarsi, avvolgendosi il lenzuolo attorno alla vita.
- No, cosa fai? -, disse lei,
- Devo aiutare i miei compagni… io… - ma una fitta al petto lo fermò.
La ragazza lo aiutò a rimettersi seduto.
- Ok, ascoltami un momento, Zoro… -
- Non ho tempo… potrebbero essere belli che morti adesso… e io non posso stare qui a dormire… -
- Non ti chiedo di dormire, ma di concedermi un momento… poi dopo ti lascerò fare quello che vuoi. – gli occhi viola erano fissi nei suoi. Zoro annuì.
- Quello che vogliono i non morti è rendere i tuoi amici come loro. –
Lui deglutì,
- Come loro? Ma è impossibile… come… -, lei lo interruppe,
- Tenendoli con loro per tredici giorni. Facendogli bere sangue consacrato ogni giorno. E’ un rito che ha bisogno di tredici giorni ne uno in più ne uno in meno. –
Il ragazzo abbassò la testa,
- E quanti giorni sono passati… da quando sono qui… ?- chiese con timore… le sue ferite erano migliorate moltissimo e lui temeva che fossero passato molto tempo.
Ma la risposta di Lex lo stupì,
- Sei qui da due giorni, Zoro. –
Lui la guardò scioccato,
- ma come è possibile… ricordo che la gamba era messa male… e le costole… - e improvvisamente la guardò, prima negli occhi. Poi osservò le sue mani, - aspetta un momento… le tue mani… io ho visto… -
- Mi hai vista mentre ti curavo. Si. – rispose tranquillamente lei.
- Mi curavi… ? … come… -
- Da piccola ho mangiato il frutto del mare. –
Zoro la fissava. Adesso capiva. Lei continuò a spiegare.
- E quello che mi è successo è stato di acquisire un potere curativo che va al di là delle spiegazioni mediche… - rise, - di medicina non ci capisco un gran che… ma so che le mie mani possono curare e risanare situazioni di fronte alle quali la medicina comune non ha potere. E’ già successo. –
Zoro restava serio nel guardarla,
- Cacciatrice e curatrice… un mix particolare. Chopper sarebbe felice di conoscerti… – commentò sorridendo Zoro, e poi tornò serio,
- prima mi stavi parlando dei 13 giorni… -
- Si. – era calma. Zoro trovò che trasmetteva anche una certa tranquillità… - se tu tornassi là ora, ancora non nel pieno delle tue forze, saresti completamente inutile. I non morti sono ben organizzati e sanno contrastare qualsiasi forma di attacco. Di giorno sono introvabili, perché ben nascosti. E di notte diventano fortissimi, come hai potuto constatare sulla tua pelle. –
- Mi hanno steso in un attimo… -
Lex portò una mano sul suo petto,
- La mia proposta è di aspettare ancora dieci giorni. Arriveremmo così al dodicesimo giorno. In tempo per salvare i tuoi amici… e in tempo per eliminare il loro capo… nella notte di luna piena, quando le loro forze stanno per risvegliarsi del tutto. – abbassò lo sguardo e parve diventare serissima.
- non è troppo tardi? E andare prima? – ribattè lui,
- Mi dispiace, Zoro. Io prima di quella notte non agirò. Non posso eliminare il loro capo una notte qualsiasi… -
- Posso andare da solo… - ma non lo disse con molta convinzione…
- Puoi… ma sarebbe un suicidio. Io invece ti assicuro che tra dieci giorni salveremo i tuoi amici. –
Restarono in silenzio. E poi lui, a testa bassa, riprese a parlare,
- … ma cosa patiranno nel frattempo? Io non posso lasciarli in balia di quei mostri… -
- Sono come addormentati. Si trovano in un dormiveglia privo di coscienza… e non li uccideranno, ne gli faranno del male… Hanno bisogno di altri vampiri… -
Zoro restò in silenzio per qualche istante. Poi tornò a guardarla,
- Non ho molta scelta… - la scrutò, - bhe… potrei obbligarti a venire con me subito…- , lei sorrise,
- Dovresti combattermi e sconfiggermi. Anche io ho il mio buon motivo per aspettare… e non ho intenzione di cambiare programma. Non posso. –
Si osservarono per qualche attimo.
Mille pensieri si muovevano nella mente di lui. Mille incertezze, e paure. Poi alzò il viso, e trovò quello di lei sereno. Prese fiato,
- Va bene. Aspettiamo. – concluse il ragazzo.
Lex inarcò l’angolo della bocca,
- Bene. – ribattè lei. Poi si alzò, - vado a preparare la cena. –
Zoro la guardò alzarsi… in parte turbato per l’obbligata attesa… ma in un certo senso… stranamente sereno.

Quando fu pronto da mangiare Lex si avvicinò al letto,
- Zoro, se te la senti puoi provare ad alzarti in piedi. Se invece preferisci ti porto qui la cena…- ma Lex non terminò la frase che Zoro scostò le coperte,
- mi alzo… -
Poggiò i piedi a terra. Un respiro e poi si diede una spinta con le gambe per alzarsi. Stringeva i denti, aveva ancora dolori sparsi, tentennò, perdendo l’equilibrio. Ma una presa stretta e delicata lo sostenne. Vide Lex al suo fianco, tenerlo con il braccio attorno alla sua vita,
- Io… -
- E’ normale… devi ancora riprenderti del tutto. Ti hanno portato via molto sangue… - la sua voce morbida lo tranquillizzò ancora.
Lo sostenne fino alla sedia. Si sedette a tavola. Ed osservò le pietanze…
- Accidenti… un banchetto degno di un cuoco… Sanji s’innamorerebbe perdutamente di te! -,
Lex sorrise,
- E’ un tuo compagno? -
- Un cuoco rompiscatole… - tornò serio, - anche se devo ammettere che mi manca… -
Lei gli porse un piatto che conteneva una bistecca piuttosto grossa,
- So cosa vuoi dire. – Zoro si accorse che l’espressione di lei divenne malinconica. Ma subito si riprese, - avanti, manda giù qualcosa di solido, e ti rimetterai subito! -
Cenarono parlando del più e del meno, creando un’atmosfera di confidenza.
Fu prima di rimettersi a letto che Zoro si avvicinò alla grande spada poggiata al muro.
Prima la osservò. Era splendida. Una lama affilatissima e spessa. Lucente e d’un taglio particolare… e l’impugnatura, a forma di drago con le ali spalancate.
- Posso? – chiese sfiorandola,
- Si, se la tratti bene. –
- Sono un gentiluomo con le spade. –
- Questa è una katana. –
Zoro toccò l’impugnatura. E poi strinse il pugno, per sollevarla…
Ma venne sbilanciato per il troppo peso, e cadde a terra…
- Attento! Tutto bene? – intervenne lei,
- E’ pesantissima! Come accidenti fai a… -
Lex lo aiutò a rialzarsi. Poi prese l’arma, e l’alzò come se si trattasse di una piuma.
Zoro l’osservava scioccato,
- Ma come… come puoi alzarla con tanta facilità? Pesa più di te e me messi insieme! -
Lex sorrise, osservando la lama.
- Venne affidata alla mia famiglia il giorno in cui nacqui. A 5 anni mi era impossibile sollevarla. A 6 continuavo a cadere per i continui tentativi, avevo sempre le ginocchia sbucciate. A 7 riuscì a tenermela in spalla per cinque minuti. A 8 l’impugnai per la prima volta. A 9 iniziai ad allenarmi. A 10 provai a combattere. A 11 anni la portavo già sempre con me. Dai 12 anni in poi la katana è diventata una parte di me, del mio corpo… una sorta di prolungamento. -
Zoro la capiva bene. Si chiese quale storia difficile ci fosse dietro quelle iridi viola…
- Senza di lei… mi sento come nuda. –
Lui capiva, capiva benissimo.
- So cosa vuoi dire. – rispose. - Beh… in questi giorni possiamo allenarci insieme, se ne hai voglia… - propose prima ancora di pensarlo. – Mi piacerebbe combattere con te. –
E lei sorrise,
- Ci sarà utile allenarci un po’. Così quando salverai i tuoi compagni sarai in forma perfetta. –
Zoro annuì.



Ciao a tutti! E grazie per esser giunti fino alla fine del primo capitolo!
Ecco l'intro di un' idea che mi bazzicava in testa...
spero vi piaccia!
A presto!




"I personaggi della fic non sono di mia invenzione e questo racconto NON è a scopo di lucro ma solo per piacere personale."

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
kiaky-chan
08/12/08 20:50
Cavolo è proprio bella questa ff!! ti prego aggiorna voglio sapere come va a finere! complimenti è veramente bella!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 2
xibil
12/11/08 19:36
Grazie! Sono stata ferma un po', ma adesso continuo a postarla!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
joanie - Voto:
28/08/08 17:07
Mi piacciono molto le ff su one piece, e poi Zoro è uno dei miei preferiti!Continua a scriverla, io ti seguirò...
Bella l'idea della katana con l'impugnatura a forma di drago.
Joanie
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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