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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Kingdom Hearts
Titolo Fanfic: Lacrime di un Nessuno
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai, Yaoi
Autore: silvermoon73 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/08/2008 12:05:05

A volte alcune parole non dette possono provocare incomprensioni.E questo Axel lo imparerà a sue spese.
 
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MELODIA AL CHIARO DI LUNA
- Capitolo 1° -

CAPITOLO 1 : MELODIA AL CHIARO DI LUNA

Un diciassettenne vestito di nero se ne stava seduto su di un muretto del Castello dell’Oblio, intento a contemplare una luna dalla forma così insolita ma al contempo così speciale,il Kingdom hearts. L’unico mezzo attraverso cui poter essere completi,ottenendo di nuovo un cuore. “ Se solo avessi il mio cuore ”. Un altro sospiro sfuggì dalle sue labbra, ormai era diventata una consuetudine il rivolgere a quella pallida compagna, taciturni e sofferti sussurri. E con lo sguardo velato di tristezza,cosa questa che per un Nessuno come lui era impensabile,prese il suo Sitar e cominciò a intonare una malinconica melodia. Le note si diffondevano nell’aria, arrivando fino agli angoli più remoti del Castello. Il numero IX, Demyx, questo era il suo nome, continuava a pizzicare le corde del suo strumento, mettendo in quella sonata tutto se stesso. E quando la musica si fece più intensa, socchiuse gli occhi e amare lacrime solcarono le sue guance per poi proseguire e terminare la loro discesa sul pavimento. Pian piano la melodia arrivò inevitabilmente alla fine e il diciassettenne cercò in tutti i modi di frenare quelle stille d’argento che, sapeva, gli avrebbero procurato guai seri se qualcun altro dell’Organizzazione le avesse viste. Lì dentro, infatti, erano tutti freddi calcolatori, tutti meno che lui. Forse era davvero l’unico che sembrava aver mantenuto il cuore. Con questo pensiero si alzò dal muretto, asciugandosi con il dorso della mano le guance ancora umide, prese il suo Sitar e fece per dirigersi nei suoi alloggi, ma qualcuno lo bloccò. Marluxia. Il numero XI squadrò attentamente Demyx che tentò alla bene e meglio di nascondere con un sorriso la sua enorme tristezza. Ma si sa gli occhi non mentono. Per questo abbassò lo sguardo e con tutto il coraggio che riuscì ad accumulare chiese “ Ehilà Marluxia ! ” E, alzando il viso, continuò ” cosa ti ha spinto fino a questo posto sperduto? ” Demyx pregò qualsiasi Dio che fosse in ascolto di far apparire la sua domanda ferma e sicura, ma forse in quel momento gli dei erano troppo presi da altre faccende per dargli retta. La sua voce, infatti, tradì l’ansia e la paura che lo attanagliavano per aver versato quelle lacrime. Cosa questa che non passò inosservata al Leggiadro Sicario, il quale gli si avvicinò con fare minaccioso e al tempo stesso con una vena di malizia che sfuggì completamente a Demyx, troppo preso a escogitare un modo per districarsi da quella situazione. Ma le sue elucubrazioni furono interrotte dalla voce di Marluxia che gli si era fatto pericolosamente vicino e aveva sussurrato al suo orecchio ” sai, ho sentito la tua sonata” e una mano si poggiò su di una guancia, accarezzandola ” sembrava così malinconica ” e l’altra lo strinse alla vita ” ho pensato che avevi bisogno di compagnia ” e il suo viso si avvicinò molto a quello di Demyx ” ed eccomi qui”. Queste ultime parole gliele soffiò sulle labbra. Bastava così poco, davvero poco. “ Marluxia, che cosa stai facendo ? ” Il Leggiadro Sicario riconobbe subito a chi apparteneva quella voce e, spazientito per essere stato interrotto, affermò “ Axel. Potrei farti la stessa domanda ”. Così dicendo, si girò per guardare il nuovo arrivato il quale, puntando con severità i suoi occhi verde smeraldo in quelli del Notturno Melodico che aveva abbassato lo sguardo per l’imbarazzo, rispose “ cercavo Demyx. Xemnas ci ha affidato una missione e dobbiamo partire subito”. Detto questo, sorpassò Marluxia, afferrò con forza il braccio del numero IX, aprì un varco oscuro e vi scomparve, trascinandosi dietro un frastornato Demyx e lasciando Marluxia da solo a meditare vendetta nei suoi confronti. Il varco oscuro, creato da Axel, si aprì a Crepuscoli. Vedendo la città, Demyx sperò che non fossero andati lì per recuperare Roxas che, da quando aveva abbandonato l’Organizzazione, aveva attirato ancor più su di sé le attenzioni del suo migliore amico o forse era meglio dire ex migliore amico almeno da parte del numero VIII. Una nuova aurea di tristezza lo avvolse, ma azzardò comunque quella domanda che gli stava frullando in testa nell’attimo in cui aveva messo piede lì.. E con voce tremante chiese “Axel, siamo qui per trovare e riportare indietro Roxas ? ”Il Soffio di Fiamme Danzanti a sentire quel nome sussultò, per poi esplodere in una fragorosa risata, dicendo “ Roxas. Come ho potuto dimenticarlo? Era da tempo che non ci pensavo più. Me ne ero fatto una ragione e avevo ripreso in mano la mia vita. Ma ora, solo a sentir pronunciare il suo nome, mi accorgo che vorrei che fosse di nuovo con me. Era l’unico che riusciva a farmi sentire completo, come se non avessi mai perduto il mio cuore. Vorrei tanto poterlo rivedere ancora una volta, un’ultima volta…” terminò con un sussurro colmo di malinconia. A queste parole il viso di Demyx si fece, se possibile, ancora più triste, gli occhi cominciarono a pizzicargli e sarebbe bastato poco, prima che le lacrime cominciassero a scendere. E non era il caso di farsi vedere in quello stato da Axel. Per questo il numero IX corse via e a nulla valse la voce del numero VIII che lo chiamava preoccupato. Demyx continuò a correre finché stanco si fermò e, pur avendo gli occhi appannati dalle lacrime, capì subito che la sua fuga lo aveva portato alla Collina del Tramonto. Quella famosa collina di cui Axel gli aveva spesso parlato e dalla quale lui e Roxas avevano visto numerosi vespri. A tale ricordo, Demyx non poté far altro che dare libero sfogo alla sua sofferenza. “ Axel, perché mi fai sempre star male? Perché non parli più con me come facevi un tempo? E soprattutto, perché solo quando nomini Roxas, i tuoi occhi s'illuminano tanto da ardere? ” Detto questo, si accasciò a terra e, portandosi una mano alla bocca per cercare di frenare i singhiozzi che scuotevano il suo corpo, pianse tutto il suo dolore. Nel frattempo Axel aveva cercato Demyx dappertutto, chiedendosi il perché fosse scappato via. Era sul punto di rassegnarsi, quando gli venne in mente l’unico posto dove ancora non aveva tentato, la Collina del Tramonto. S’incamminò verso il luogo e i ricordi lo assalirono improvvisi come un temporale. E se non fosse stato solo un corpo vuoto, poteva giurarci, avrebbe pianto. Ma quello che realizzò dopo, non lo scosse affatto. Ora, infatti, non vedeva più in Roxas il suo amore perduto, come gli era capitato più volte di pensare da quando il numero XIII era andato via, ma lo riteneva più come un prezioso amico che gli mancava tanto. Sorrise di ciò. E se lo avesse rivisto, gli avrebbe detto, definitivamente, addio. Arrivò alla Collina del Tramonto e vide il Notturno Melodico appoggiato alla ringhiera, intento a osservare l’orizzonte…e non era solo. Al suo fianco, infatti, stava un ragazzo forse appena maggiorenne, con un lungo impermeabile bianco e che stava sorridendo a Demyx in un modo un po’ troppo confidenziale, come se fossero amici da sempre. Il che infastidì non poco Axel, che subito affrettò il passo verso i due e si piazzò davanti a Demyx, mandando all’aria tutte le buone intenzioni di farsi dare spiegazioni del suo gesto.”Che diavolo ti è saltato in mente? Mi hai fatto girare per tutta la città come un matto e tu invece te ne stavi qui beatamente a parlare col tuo nuovo amico ”. Era davvero stizzito e ciò provocò in Demyx un senso di colpa, che gli fece abbassare il viso, mortificato “scusa Axel. Non pensavo che ti saresti arrabbiato tanto. Mi dispiace”. Seifer, che aveva assistito a tutta la scena, prese le difese del numero IX “ credo che Demyx se la sappia benissimo cavare da solo e sia abbastanza cresciuto da non aver più bisogno della balia. Non pensi che sappia fare da solo le sue scelte, senza che ci sia qualcuno che lo accompagni per mano? O è forse proprio questo che ti rode…” Non riuscì neanche a terminare la frase che si ritrovò per terra, con un rivolo di sangue che gli usciva da un lato della bocca. Axel ci era andato giù pesante. Aveva messo nel pugno, che gli aveva sferrato, tutta la sua rabbia. Demyx, da bravo ragazzo qual era, si precipitò al fianco del malcapitato, dicendo “ Seifer come stai? Ti fa male la ferita ? ” Seifer, guardandolo con una dolcezza inaspettata, rispose”no. Sto bene. Grazie per esserti preoccupato per me”. Poi, rivolgendo un ghigno ad Axel, continuò “ sai Demyx, è la prima volta che mi abbasso a prendere le difese di qualcuno. Di solito sono gli altri che si schierano dalla mia parte per cercare di ingraziarsi la mia amicizia, ma con te…non ho saputo resistere ”. Questo lo disse poggiandogli con dolcezza una mano sulla guancia e guardandolo intensamente negli occhi. Demyx a tale contatto arrossì vistosamente, ma non si sottrasse e ciò fece infuriare maggiormente Axel che, ancora una volta, fu costretto ad afferrargli il braccio con forza e a trascinarselo dietro. Ma Axel non poteva certo sapere che, con quel gesto, si era tirato addosso anche l’ira di Seifer “ non credere che ti lasci campo libero capellone. Demyx sarà mio, che tu lo voglia o no”.
 
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