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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: LA FORZA DEI BIT POWER
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: lyanne89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/05/2003 18:05:52 (ultimo inserimento: 25/05/03)

ciao sono lyanne, la sorella di sora-chan! le ho fregato sta fic dai suoi file, godetevela dato ke lei nn la voleva pubblicare!!! contiene yaoi.......
 
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SAM
- Capitolo 1° -

ecco qua! piacere sono lyanne e sono nuova di qui...sono la sorella della celeberrima sora-chan (celeberrima..ci credono tutti...) mia sorella ha deciso ke nn pubblicherà + storie in internet a causa di 1 cosa siacevole ke le è successa...ma io le ho fregato sta roba e la voglio pubblicare solo x farle dispetto! ahahahahahahahah, mi piace fare le cose di nascosto!!!!!


Incredibile ma vero: i demolition boys non erano più un pericolo. Takao aveva brillantemente sconfitto Yuri, il capitano della squadra avversaria, ma non solo: aveva salvato il mondo dalla catastrofe! Fu festa grande dopo la vittoria e i Bladebrakers si diedero alla pazza gioia per tutta la serata, fino a quando irruppe nell’albergo dove stavano festeggiando una ragazza incappucciata, affannata e stanca. Takao le corse incontro e la fece accomodare sul divanetto e lei si tolse il cappotto e scoprì il viso: aveva i capelli color acquamarina, gli occhi violacei tendenti al rosso e un’espressione sconvolta sul suo bel volto; il ragazzo le si sedette accanto e richiamò l’attenzione degli altri quattro, che si disposero in cerchio attorno alla misteriosa ragazzina.
- Chi sei?- chiese Max.- E che diavolo ci fai in giro a quest’ora di notte?-
- Speravo proprio di incontrarvi, Bladebrakers…- rispose.- Sono decisamente stanca…non avreste un letto dove posso riposare?-
- Certo, ma…non potresti almeno dirci come ti chiami?- domandò Rei. Lei gli sorrise.
- Sam. il mio nome è Sam.-
- Diminutivo di…?-
- Nulla. Sam e basta.-
- Strano nome per una ragazza…comunque se desideri, ti cederò volentieri il mio letto!-
- Ma no, non disturbarti! Se non ci sono posti, io…-
- Nessun disturbo! E poi, ci penserà Kei a farmi posto nel suo letto, vero amico?-
Kei non ripose; si limitò a fissare negli occhi la ragazza appena arrivata: uno sguardo freddo, duro e impenetrabile ma allo stesso tempo dolce, sensibile e misterioso…dove? Dove lo aveva già visto? Il ragazzo annuì alla richiesta di Rei e se ne andò dalla sala, seguito dallo sguardo di Sam fino a quando scomparve dalla visuale.
- E così…lui è Kei?-
- Esatto!- rispose Takao, sorridente.- è un po’ scorbutico, ma ci farai l’abitudine vedrai! Non è cattivo, bisogna saper prenderlo per il verso giusto!-
- Capisco…-
- Comunque io sono Takao, piacere! E questi sono Max e il professor K.-
- Piacere di conoscerti!- arrossì il professore.
- Hi, nice to meet you, Sam!-
- Siete tutti molto gentili...ma sono stanca, vorrei risposare...Rei, mi accompagni alla tua stanza?-
- Sicuro! Io poi vado a dormire da Kei, ragazzi…-
- It’s great!!- esclamò Max.- Saremo in camera insieme, Sam! Sempre che a te non dispiaccia.-
- A me no…Rei, andiamo?-
Il ragazzo accompagnò Sam nella sua stanza e se ne andò, ma appena sentì il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle, poté nettamente distinguere il rumore di un pianto: Sam stava piangendo…chissà perché, poi…Rei si voltò ed ebbe la tentazione di bussare e offrire il suo aiuto alla nuova amica ma, non sapeva nemmeno lui perché, sentì che non ce ne sarebbe stato bisogno e se ne andò nella camera di Kei, mentre Takao, Max e il professore erano ancora seduti in salotto.
- Come vi è sembrata, la ragazza?- chiese ad un tratto Max.
- Mooooooooooooolto carina!- ammise il professore.- Anzi, splendida!!!-
- Non in quel senso…intendo…era strana, non trovate?-
- Non parlare male del mio angelo!!!!-
- Hai ragione, Max.- asserì Takao. L’ho notato anch’io…non so, aveva qualcosa di strano: la sua voce, il suo viso, il suo modo di fare e persino il suo sorriso…io li ho già visti da qualche parte.-
- Abbiamo avuto la stessa impressione, allora.-
- Ma che potrebbe significare? Cosa vuole da noi?-
- Domani avremo delle risposte, Takao…non hai visto la sua espressione? Sembrava terrorizzata, quando l’hai fatta entrare…aspettiamo che si sia tranquillizzata, poi domani cercheremo di saperne di più.-
- Hai ragione, Max…ma cosa dicevi, professore? È stato amore a prima vista, per Sam?-
- Eco, io…- il ragazzino nascose il viso dietro il monitor del PC, per evitare di far vedere agli amici il color rosso fuoco delle sue guance.- Ma no, avrete capito male…io…io non…e va bene, lo ammetto: mi piace da matti!!!!!!-
- Ma se non la conosci nemmeno!-
- E allora? sono cose che senti nel cuore, queste!-
- Sì, certo…io sento solo un buco nello stomaco, ora…HO FAME!-
- Un cinghiale avrebbe più cuore di te…-_-…-
Rei entrò in camera di Kei senza bussare: nessuno. Chissà dov’era andato, quel ragazzo! Era capace di esserti accanto un momento prima e l’attimo dopo essersi volatilizzato…chi lo capisce è bravo. Il cinesino scosse la testa e decise di ingannare l’attesa del ritorno di Kei facendosi una doccia; cominciò a spogliarsi, pensando a quel suono come di pianto che aveva sentito dietro la porta della stanza dove dormiva Sam, ma cercò di non arrovellarsi troppo il cervello o non sarebbe riuscito a dormire. All’improvviso, la porta della stanza si aprì e Kei piombò nella stanza senza alcun preavviso. Rei si sentì morire: era praticamente nudo, con solo i calzini addosso; Kei sgranò gli occhi, sentendo un calore inaspettato avvampare sul suo viso (e non solo sul viso), poi si voltò.
- Po…potevi almeno bussare…- iniziò Rei, morendo di vergogna.
- Questa, poi! Bussare in camera mia! Sei tu quello che poteva chiudere a chiave!!!-
- Sì, hai ragione…-
- Ma che diamine fai ancora lì? Fila subito in bagno!!!-
- Non ti scaldare…- il cinese non si mosse.
- Te ne vai o no???-
- Un attimo.- cominciò a prendere i suoi vestiti e a piegarli con calma, mentre a Kei stava per arrivare una crisi di nervi; Rei si infilò i boxer e poi batté la mano sulla spalla dell’altro, che si voltò.
- Posso chiederti un favore, Kei?-
- Cosa vuoi?- sbuffò, seccato.
- Sei capace di nuotare?-
- Ma cosa…e a te che importa? Comunque sì, sono capace.-
- Mi…mi insegneresti?-
Kei fissò l’amico nei suoi profondi e occhi color dell’oro, e non poté dire di no a quell’espressione da cucciolo abbandonato che Rei aveva assunto, così fece strada all’altro verso la piscina dell’albergo. Passando davanti alla camera di Takao, si accorsero che era già andato a letto, ma quando passarono accanto a quella di Sam e Max, tutti e due sentirono il bisogno di fermarsi; si scambiarono uno sguardo e poi ripresero a camminare, mentre la ragazza, appoggiata alla porta, si sentiva sollevata dal fato che avessero deciso di non trattenersi da lei.
Una volta arrivati alla piscina, Kei si tolse i vestiti, rimanendo solo con i boxer neri, e si tuffò in acqua, nuotando agilmente, mentre Rei lo fissava dal bordo della vasca, deglutendo impaurito.
- Rei! Buttai!- l’altro scosse la testa.- Hai paura?-
- No, è che…vedi…da piccolo ho rischiato di affogare e…da allora io…insomma…-
- Ho capito…- Kei si avvicinò alla scaletta e pregò Rei di scendere.- Avanti, dammi la mano.-
- Su…subito.- Rei prese la mano dell’amico e la tenne stretta nella sua, poi si piegò in avanti e appoggiò l’altra sulla spalla di Kei, ancorandosi alla clavicola.
- Non ce la farò mai!-
- Fifone…- Kei lo tirò in acqua con uno strattone, ma senza mollare la presa.- Allora, mettiti orizzontale…-
- Eh?-
- Così, idiota!- Kei prese l’amico per una gamba e lo mise in posizione orizzontale.- E adesso calcia l’acqua, per muoverti.-
Rei prese troppo alla lettera quanto Kei gli avesse detto, perché diede un calcio così forte all’acqua, che tutti gli spruzzi finirono in faccia all’altro, che, anziché sbraitare come Rei si sarebbe aspettato, si lasciò sfuggire un sorriso e spruzzò a sua volta l’acqua in faccia a Rei; iniziarono così a divertirsi, lanciandosi schizzi d’acqua addosso e ridendo come due bambini, fino a quando Kei non scomparve sott’acqua: solo allora Rei si accorse che l’acqua era troppo profonda e non toccava con i piedi sul fondo. Si mosse così, annaspando in cerca dell’amico, che però era svanito come una bolla di sapone e, quando sentiva che non ce l’avrebbe più fatta a stare a galla, ecco che la testa di Kei riemergeva sotto di lui, prendendolo in spalla per le gambe.
- Tu, BAKA!- gridò Rei, ansando.- Potevo affogare, lo sai?- cadde nuovamente in acqua.
- Imbecille.- rispose Kei.
- Come ti permetti?- sbraitò l’altro, riemergendo spaventato.
- Non ti sei nemmeno accorto che ti stavo tenendo per il torace…sei proprio un imbranato.-
- Ti uccido!- Rei si avvinghiò al collo dell’altro, dandosi una spinta e posando i piedi sulle cose di Kei, fino a sovrastare la testa del ragazzo con la sua; Kei fissò l’amico nei suoi chiari occhi ambrati, guardò quegli splendidi capelli neri che scendevano bagnati e gocciolanti sul suo viso e la bocca semiaperta del ragazzo, che lo fissava a sua volta, senza proferire parola. Spaventato da questi pensieri, Kei scaraventò il cinese in acqua, dopodiché lo afferrò con violenza per un braccio e lo trascinò fuori dalla piscina.
- Andiamo a dormire, sono stanco. Muoviti.-
- Ma Kei…-
- Non ho intenzione di ripetermi…vuoi farmi arrabbiare?-
- No…-
- Allora alza il tuo sedere e seguimi.-
Rei non capiva quello strano cambiamento di umore nei suoi confronti, tuttavia non volle correre il rischio di fare arrabbiare il suo migliore amico e decise di obbedire; arrivati in camera, si asciugarono e Kei si appostò sulla poltrona.
- Kei, non vieni a letto?-
- Io dormo qui.-
- Ma starai scomodo! Forza, se ci stringiamo un po’, forse ci stiamo…-
- Ho detto che dormo qui! Non farmi incazzare, stupido!-
- Va bene…ah Kei…-
- Hm?-
- Scusami se ti ho fatto qualcosa: non volevo.- e si sdraiò sotto le coperte, tirandosi il lenzuolo fin sopra i capelli e dandogli le spalle. Stupendo, ora Rei pensava che ce l’avesse con lui! Kei stava maledicendo il suo caratteraccio e il suo improvviso sbalzo d’umore, ma non poteva fare a meno di pensare che in quel frangente, quando Rei era chino sopra il suo viso, se non si fosse trattenuto l’avrebbe baciato di sicuro. Baciarlo? Che assurdità, come poteva venirgli in mente una cosa simile? Eppure non era la prima volta che ci pensava, non era la prima volta che il cinesino appariva nei suoi sogni, come un desiderio irraggiungibile e tanto saporito…e poi, l’immagine di Rei nudo, con gli occhi sgranati e una nota di violento rossore in viso…quella buffa espressione così eccitante che il suo amico di sempre aveva assunto prima gli procurava un battaglia di emozioni dentro il suo cuore…proprio così, lui ne aveva uno. Il ragazzo scosse la testa per scacciare quegli stupidi pensieri. Quando si svegliò, erano solo le tre e mezza del mattino; mentre si alzava dalla poltrona sentì di avere tutte le ossa indolenzite e la schiena a pezzi: dopotutto, non era stata una buona idea rifiutare l’invito di Rei nel letto…ma ora era troppo tardi per pentirsene.
- Kei, cosa fai sveglio a quest’ora?-
- Mpft, potrei farti la stessa domanda.-
- Sentivo che ti agitavi…parlavi nel sonno!- Rei accese la lampada sul comodino e fissò l’amico che stava in piedi davanti alla finestra della camera, a guardare le luci frenetiche della città, in silenzio.
- Qualcosa non va, Kei?-
- No…torna a dormire, non ho bisogno delle tue futili domande.-
- Uffa…- Rei ai alzò dal letto e raggiunse l’altro.- Cosa c’è di così interessante là fuori?-
- Il mondo, Rei. Il mondo senza i demolition boys, senza la Borg, senza…senza…- non riusciva a dirlo, non poteva dirlo…o almeno, non in quel modo. Ora che i Bladebrakers non esistevano più, quella era l’ultima notte che trascorreva con i suoi amici…con il suo migliore amico Rei, l’unico che aveva saputo capirlo fin dal principio. Come poteva dirgli però che non sarebbe più stato come prima, senza Rei?
- Senza…?-
- Lascia stare. Tornatene a letto e lasciami in pace.-
- Non prima che tu mi abbia detto cosa ti tormenta in questo modo.-
- Non sono affari tuoi.-
- Sì che lo sono. Sono molto preoccupato per te, Kei.- Rei si avvicinò ancora di più all’amico e lo abbracciò, facendolo quasi svenire, mentre una strana sensazione si impadroniva di entrambi. Rei era sinceramente in pensiero per il suo amico, lo vedeva così distante dagli altri, così…così solo! Kei si scostò dalla dolce presa dell’altro e lo guardò in viso.
- Ho detto che devi tornartene a letto, baka.-
- E io ho detto di no!-
- Lasciami andare!-
- Neanche per idea!-
- Mollami!-
- NO!-
Kei si stava dimenando per sottrarsi a quella deliziosa agonia che erano le forti braccia dell’amico, ma così facendo aumentava solo il suo stato di piacere mentale, fino a quando entrambi caddero per terra, uno sopra l’altro.
- Ecco, lo vedi quanto sei stupido?- ghignò Rei.- E poi dai del “baka” a me! Alzati e fammi tornare a letto…-
-…- Kei non si mosse da dove stava: vedere Rei che giaceva sotto di lui era una così bella sensazione…anziché alzarsi, afferrò i polsi dell’altro e li inchiodò al pavimento, aumentando anche la stretta delle sue gambe contro la vita di Rei.
- Kei, non è divertente, lasciami andare…ho sonno!-
- Non ci credo.-
- Dai Kei…sono le quattro meno un quarto e domattina devo partire per tornare in Cina…fammi riposare!-
- Tu non andrai da nessuna parte, idiota.-
- Ma che…-
- Non senza di me.- e, chinandosi dolcemente, soffiò tra i capelli corvini del ragazzo; poi si alzò e si infilò sotto le coperte. Rei si sedette sul tappeto, pensando alle labbra di Kei così vicine al suo viso, al sospiro leggero che l’amico aveva posato tra i suoi capelli e alle sue parole: sorrise, pensando che la loro amicizia era così forte che nemmeno le distanze avrebbero potuto separarli…ma il cinese cominciava a chiedersi se la loro fosse realmente solo e soltanto amicizia.
- Non vieni a dormire?-
- Ma…-
- L’hai detto tu che bastava stringersi un po’, per starci…muoviti, è l’ultima volta che ti chiamo.-
- Arrivo!- e con un balzo, atterrò sul morbido letto, rotolando addosso a Kei che bestemmiava divertito; poi Rei gli circondò la vita con le braccia, pose la sua testa tra la spalla e il collo dell’altro e si addormentò.
- Ragazzi, sveglia!!- Takao entrò in camera e vide Kei che dormiva tranquillo sotto le coperte; si avvicinò e lo strattonò per benino, prima che questo gli tirasse un ceffone, ancora mezzo addormentato.
- Rei…- sbuffò.
- Rei? Ehi amico, sveglia! Rei è partito stamattina!-
- CHE COSA HAI DETTO?- esclamò Kei, alzandosi di colpo e guardandosi in giro ad occhi sgranati.- Dove…dove è andato quel baka?-
- Ma come dov’è andato? Kei, stai ancora dormendo? Non ricordi che Rei doveva tornare in Cina?-
Non poteva essere vero, non doveva essere vero! Rei non doveva partire, non senza di lui! come avrebbe fatto ora, senza il suo migliore amico, senza la persona che amava più della sua stessa vita? I suoi pensieri furono però interrotti da Max e il professor K, che entrarono nella stanza.
- Bussare alla porta è diventato fuori moda?- domandò Kei, scocciato.
- Buongiorno anche a te!- sorrise Max.- Non scendete a fare colazione?-
- CERTO!!!- esclamò Takao, con l’acquolina in bocca.
- Idiota…- ringhiò Kei.- Dov’è la ragazza?-
- Credo sia in cucina con Rei…- rispose Max.
- CON CHI??- esclamarono in coro Kei e Takao.
- Ma Rei…Rei dovrebbe essere in Cina, a quest’ora!-
- Takao, scendi dal pero: non ricordi che stamattina Rei è passato a svegliarci per dirci che non sarebbe partito?- chiese il professore.
- No, dormivo.-
- E ti pareva…-
- Fanculo, Takao…- sbuffò Kei: si era preoccupato per niente. Ma cosa ci faceva Rei in sala da pranzo con la misteriosa ragazza? E se magari si fosse…innamorato? No, non il suo Rei! Il ragazzo precedette gli altri e si fiondò a tavola, prendendo posto di fianco al suo amico e di fronte alla ragazza.
- Buongiorno Kei!- sorrise Sam.- Vuoi del latte?-
- No, non ho fame.-
- Nemmeno del succo di frutta?-
- Ho detto di no.-
- E…-
- Senti ragazzina, non mi scocciare! Ho detto che non voglio mangiare niente!-
- Dai Kei.- lo ammonì Rei.- avevo preparato le frittelle alla nutella…non le vuoi proprio?-
-…sì, dammene un paio, baka.-
- Perché baka?- piagnucolò il ragazzo.- Cos’ho fatto stavolta?-
- Come sei passato ad avvertire gli altri che non partivi più, potevi svegliare anche me!-
- Beh…-
- Ah, lascia stare.- e si mise a divorare la sua colazione, quando i tre furono raggiunti anche dagli altri. Takao si mise a mangiare come una fogna, lasciando gli altri con un enorme gocciolone sospeso sulla testa, a parte Sam, che lo guardava sconcertata. Il professore se ne accorse e le disse:
- Tranquilla, è fatto così.-
- Ah…o-ok!-
- Senti, piuttosto…- iniziò Max.- Cosa vuoi da noi? Ieri sera sembravi ansiosa di dirci qualcosa, ma poi eri stanca e ti abbiamo lasciata riposare…ora ce ne puoi parlare?-
- Certo…- rispose, cupa.-…anche se non è facile da credere.-
- Siamo tutt’orecchi!- esclamò Takao.
- Vedete, io…io sono…un…chiamiamolo esperimento…della Borg.-
- COSA????- i ragazzi erano scioccati: ma cosa voleva dire?
- Io…io non dovrei nemmeno essere qui…perché…sarei…io sono morta!-
- Eh????.- Takao non capiva un tubo e, ad essere sinceri, nemmeno gli altri.
- Persi la vita durante un incidente in auto…avevo solo pochi mesi…ma poi un monaco mi portò in Russia, al monastero della Borg, dove i creatori dei Beyblade lavorarono per anni ed anni, fino a ridarmi la vita…grazie ad un Bit-Power.-
- Cioè ci stai dicendo che tu…tu SEI un Bit-Power????- chiese il professor K.
- Più o meno…anche se non è questa la definizione più corretta…e ora che i demolition boys sono stati sconfitti, la Borg vuole catturarmi per riavere indietro il Bit-Power che usarono per ridarmi la vita…ancora non hanno perdonato la mia fuga dal laboratorio…ma quando ho saputo che mio fratello non era più in Russia, io ho sentito che DOVEVO trovarlo…lui mi avrebbe aiutata!-
- E chi è tuo fratello?- domandò Takao. Sam sciolse i capelli dalla coda e si tolse il cerchietto che teneva indietro la frangia. Una frangia ribelle che sovrastava la fronte e i lunghi capelli mossi color acquamarina: poi, non avendo altro materiale a disposizione, disegnò sulle sue gote due triangoli blu con un pastello a cera.
- Questo è un segno abbastanza chiaro?-
- Sam…ci stai dicendo che…che…- iniziò Takao.
-…-
-…non è possibile! Viaggi con i pastelli a cera nel marsupio!!!- sgomento generale.
- Takao, possibile che tu non sia ancora sceso da quel dannato pero??- ringhiò Kei.- Questa…questa ragazza sta dicendo che è…è mia sorella…-
- Kei, avrei voluto dirtelo ieri sera…ma, vedi…-
- Zitta.-
-…io…-
- STAI ZITTA!!!!!- Kei si alzò da tavola e se ne andò in camera sua, lasciando gli altri commensali in silenzio, in attesa di un segno per rompere il ghiaccio, ma dal momento che questo non arrivava, Rei si alzò a sua volta, deciso a convincere l’amico a parlare con Sam. la ragazza, appena Rei scomparve dalla visuale, scoppiò a piangere e Max le andò vicino, circondandole le spalle con le braccia, mentre il professor K moriva di gelosia.
- Tranquilla…è fatto così, si vede che non lo conosci…-
- Ma io…io che ho fatto…di…di male?- singhiozzò.- Non…non volevo che reagisse…così…-
- Si aggiusterà tutto, è che è stato un colpo tremendo per lui venire a sapere che ha una sorella…-
- Oh, Max…- lui le sorrise.
- Smetti di piangere, ora, o ti si rovineranno i tuoi begli occhi.^_^-
Intanto Rei aveva raggiunto l’altro nella stanza: ancora una volta lo trovò appollaiato sul davanzale ad osservare un punto fisso nel vuoto, oltre la sottile barriera di vetro. Gli si avvicinò in silenzio, poi sospirò.
- Che vuoi?-
- Kei, non avresti dovuto scattare in quel modo…c’è rimasta male.-
- Non me ne importa niente.-
- Non è vero che non ti importa e lo sai meglio di me!-
- Cosa vuoi saperne tu di come mi sento? Tu non sai quello che provo!-
- Hai ragione, non lo so. E allora perché non provi a spiegarmelo? Kei, io sono il tuo migliore amico e sai di poterti fidare di me…o forse non merito la tua fiducia?-
-…-
- Ho capito, me ne vado.-
- Aspetta, non lasciarmi…- e lo prese per un braccio, ma appena Rei si voltò e si fissarono negli occhi, Kei concluse la frase lasciata a metà, per non destare sospetti.-…da solo proprio ora che voglio parlarti.-
- Bene, era ora. Sediamoci sul letto.-
- Rei, è difficile per me esprimere i miei sentimenti a parole, lo sai che non sono un tipo loquace…-
- …- il cinesino annuì in silenzio.
- Ecco, io…non lo so, immaginavo di averla già vista, ma che fosse…mh…che fosse mia sorella Sam non mi è passato per la testa…e…io vorrei…vorrei solo starle vicino, ecco…ma non sono capace…mh…- il ragazzo era molto nervoso e si toccava ripetutamente la testa con le mani.
“Povero Kei, quanto deve soffrire…e quanto gli costeranno queste sue parole…” pensò Rei, consapevole che per l’amico era un grosso sforzo riuscire ad esternare le sue emozioni; era tuttavia felice, perché Kei lo considerava degno di sapere cosa provasse, lo considerava un vero amico…e questo per Rei era il massimo della felicità.
- Oh, Kei!- si avvicinò ancora di più e lo abbracciò con forza, stringendolo a sé con un grande sorriso in volto; poi si pose di fronte a lui.- Come sono felice!-
- Che…che ti è preso, baka?-
- Ti voglio bene, stupido! Dovresti saperlo!- e lo strinse ancora di più, facendolo sussultare; Rei desiderava quel contatto carico d’affetto quanto l’altro, ma appena sentì qualcosa crescere sotto i pantaloni allentò la presa. Inaspettatamente, Kei lo trascinò di nuovo addosso a sé e anche Rei poté sentire la stessa reazione da parte dell’amico; si fissarono negli occhi, poi Kei si avvicinò e gli disse in un orecchio:
- Anch’io ti voglio bene…idiota.-
- Kei, ascolta, volevo chiederti scusa per…- Sam era entrata nella stanza del ragazzo all’improvviso e si era bloccata sull’uscio: Rei era disteso sul letto e l’altro invece aveva la bocca rasente all’orecchio del cinese, in una posizione molto…equivoca. Deglutì imbarazzata e sbatté la porta alle sue spalle, mentre sentiva che le sue gote si erano fatte incandescenti dalla vergogna: suoi fratello era…era…e anche Rei? O misericordia!!!

 
Continua nel capitolo:


 
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