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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: PERCHÈ SORRIDI?
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: megami galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/08/2008 21:21:00


 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

E sorridevi.

Stonate parole defluivano dalla tua bocca incrinata in una smorfia triste, ma nonostante tutto sorridevi. Amaramente. Sommessamente.

Lo facevi per prendere posizione, per apparire fiero dei tui vissuti -a te stesso, ingenuamente - e non avvertirli come una sfida alla tua incolumità ed al tuo orgoglio maschile. Più come abitudine o come gesto scaramantico. Come un rito.

Seduti su quel letto sfatto da voglie e gesti inconsulti-e da rabbia e da amore e da lussuria, a consumare il reciproco desiderio di parlare ed essere ascoltati (di ascoltare), vergognosamente nudi e privi di pudore, trascorrevamo le ore, le giornate. Non per noia, ma solo per sentirci appagati. Solo per soddisfare un desiderio urgente ed impellente che, altrimenti, ci avrebbe graffiato il cuore ed il cervello. Solo per confrontare i mali del mondo, per poterli vedere da una prospettiva ben lontana dalla vista e dall'udito, che non sorprendono più quanto l'ingenuità fanciullesca. Solo per constatare che non ci fosse limite al peggio e osservare i contorni della moralità farsi sempre più sfumati, fino a svanire.

Ma tu sorridevi. Amaramente. Sommessamente. Sorridevi. C'era qualcosa di immorale e distaccato in quel tendersi di muscoli facciali, qualcosa di meccanico e automatico.

"Perchè sorridi quando vorresti piangere?" La mia voce risuona smorzata e si perde nell'aria densa di fumo e silenzio, come se avesse interrotto un'atmosfera magica, un brivido di piacere che ti percorre la spina dorsale e muore sulla nuca, un urlo liberatorio che risuona crudo e bestiale e vibra nell'aria. Poi il silenzio. E rimane solo il dubbio di aver parlato veramente, di essere tu la causa di questo malsano silenzio che non avresti mai voluto sentire, nè creare.

Mi studiavi con sguardo colpevole. Forse. O forse solo indecifrabile.

Quei tuoi occhi scuri che seducono e sottindendono promesse immonde lunghe una notte rimasero immoti per lunghi, eterni attimi, scandendo il tempo che passava, regolare, monotono, tra un battito di palpebre e l'altro.

Non rispondi. Ti limiti a guardarmi, come se fossi estraniato dalla situazione, come se avessi allungato la mano a toccare il sole e le precarie ali che mi sorreggevano, tenute insieme da nodi di cera, si fossero disfatte.

E quella domanda pare sia diventata qualcosa di scandaloso ed impronunciabile, una bestemmia che mai e poi mai avresti dovuto pronunciare. Che mai e poi mai il mondo intero si sarebbe aspettata da te - e tu nemmeno.

Mentre abbassavi la testa, scuotendola, vidi le tue labbra piegarsi in qualcosa di simile ad un sorriso - Per ripicca? Per snervante abitudine? - ma molto più grottesco, quasi spaventoso.

Un silenzioso richiamo a spiriti molestatori, un sorriso che poteva spalancare le porte dell'Inferno e dischiuderne bestie feroci e anime dannate, ma anche un'immenso, avvolgente calore.

"Il tuo sorriso è una maledizione," sussurrai impotente davanti alle mie parole, che io stesso stentavo a giudicare veritiere.


Poi, finalmente, la tua bocca si aprì e lasciò trapelare qualche parola - lenta, pensata e ripensata, calcolata e soppesata: "Strano - mormorasti - il mio sorriso fa impazzire tutti"

FINE
 
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