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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: DIVERSITÀ...
Genere: Drammatico, Soprannaturale, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: luni94 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/08/2008 18:53:16

No, gli occhi di quel bimbo erano totalmente diversi dai suoi:erano vivi, felici, allegri…I suoi erano vuoti, tristi, freddi.
 
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DIVERSITÀ...
- Capitolo 1° -

Diversità…
A volte, quando nessuno stava in sua compagnia, sentiva che quella solitudine tornava ad attanagliarle il cuore con una stretta che le faceva male…Molto male.
Lei non era più quella di una volta…No. Lei era cambiata:non era più la persona candida che era una volta, no…Lei ora era sporca, macchiata.
Adesso aveva dei lunghi artigli al posto delle unghie che mettevano spesso momentaneamente fine alla sua sete di sangue. Ora lei era un vampiro e per questo si odiava…Non lo aveva mai desiderato:le sarebbe piaciuto vivere una vita normale, con la sua famiglia, i suoi amici, non gliene era rimasto nessuno. Era stata abbandonata…La sua sola compagnia adesso era quella silenziosa e schiva degli altri vampiri che le impartivano ordini. Ma almeno quando era in missione o svolgeva alcuni lavoretti assegnatole non sentiva più la solitudine e il dolore crollarle addosso.
Una volta camminava sotto la pioggia, le mani in tasca, il cappuccio della felpa grigia sulla testa, ascolta musica, ma non la sentiva…In quel momento la sua unica musica era la pioggia, il ticchettio che produceva quando cadeva sopra una superficie…Da quando era diventata un vampiro la pioggia era diventata la colonna sonora della sua vita:triste, odiata dalle persone…Come lei.
Non gli era rimasto nessuno…Solo un senso di vuoto e tristezza le faceva compagnia ogni volta che non aveva nulla da fare e lei lo sentiva..Sentiva il dolore della solitudine, i lamenti delle persone che uccideva per soddisfare la sua totale dipendenza dal sangue umano, il dolore quando da lontano a volte si trovava a spiare i suoi genitori che ora l’avevano dimenticata…Avevano avuto un altro bimbo, piccolo, con i capelli chiari come il sole e gli occhi azzurri, perfettamente uguali ai suoi…O forse no. No, gli occhi di quel bimbo erano totalmente diversi dai suoi:erano vivi, felici, allegri…I suoi erano vuoti, tristi, freddi.
Una volta anche i suoi erano come quelli del bambino:forse era per quello che ogni volta che lo guardava sentiva una profonda nostalgia, un qualcosa che le mancava da molto tempo…Spesso si chiedeva cosa fosse, non si ricordava il nome, la parola, la sensazione che si provava quando si riceveva.
Si sentiva stupida, ma non le importava, anche tra i vampiri era odiata, ma non le faceva né caldo né freddo…
Quella notte era particolarmente freddo:aveva da poco nevicato e ora una leggera pioggerellina batteva sulle finestra della camera in cui lei era entrata.
Era seduta su una sedia davanti ad un letto, in una cameretta piena di giocattoli, videocassette, libri…Ma non ci faceva caso, lei guardava il piccolo esserino che dormiva raggomitolato nel letto:gli occhi chiusi, un piccolo e tenero sorriso sul volto fresco ed allegro…
Perché lo considerava fresco?Di solito le persone anziane utilizzavano questo aggettivo, ma lei aveva solo quattoridici anni, ma allora perché?Forse perché sentiva il dolore dei suoi quattro anni da vampiro vissuti in solitudine pesarle sulle spalle, forse perché l’aver ucciso delle persone a sangue freddo la faceva sentire ancora peggio di quanto già non si sentisse…Non lo sapeva.
Si avvicinò a lui e si inginocchiò di fianco al letto per poterlo vedere bene in viso:un visino angelico, dolce, gentile e…E lei non lo sopportava.
Per quale motivo lei doveva essere dannata a vivere una vita da non morta per l’eternità, mentre quell’esserino doveva vivere una vita tranquilla e serena?Cosa aveva fatto lei per meritarsi una punizione del genere?Non le sembrava giusto, la infastidiva, la faceva andare su tutte le furie…Lei, che era solita tenere a bada tutti i suoi sentimenti, ad apparire spesso fredda e distaccata davanti ai suoi colleghi…Ma dopo tutto, provava sempre qualcosa, qualcosa di doloroso è vero, ma lo provava…
E continuava a chiederselo:perché non poteva essere come tutti gli altri?Perchè doveva essere diversa?
Sospirò, poi accarezzò il viso del bambino, provocandogli un fremito nel sonno:
-Così tu saresti mio fratello?-Domandò con una nota di disprezzo nella voce, sorrise, di un sorriso malvagio, quasi innaturale e inumano, ma dopo tutto lei non lo era…
Due lunghi canini cominciarono a crescerle e piano piano si avvicinò al collo del bambino, poi colpì:il sangue fresco e puro di quella creatura la fece sentire bene, la fece sentire viva…Era sempre così…Si odiava, ma ogni volta che sentiva il sapore del sangue l’odio per se stessa spariva, lasciando spazio al piacere di fare del male a delle persone che potevano vivere una vita felice, una vita del tutto diversa dalla sua.
Si staccò dopo qualche secondo e ammirò la sua opera, mentre i canini tornavano a grandezza naturale e la lingua leccava via il sangue dalle labbra:un bimbo di circa cinque anni, in preda a spasmi di dolore, che si contorceva sul letto, mentre perdeva sangue…
Moon non sapeva se suo fratello sarebbe sopravvissuto al morso, ma non le importava, le bastava saperlo sofferente…Quella creatura non le aveva fatto nulla, ma a lei questo non importava, in quel momento la cosa più importante era trovare qualcuno su cui scaricare il dolore…
Aprì la finestra dalla quale era entrata e uscì, mentre la porta della camera di quel bambino di apriva e i suoi genitori entravano…
Moon sparì nel buio della notte, ma in realtà rimase lì, ad osservare quella scena così divertente:i genitori che cercavano di calmare il figlio, poi di rianimarlo, ma non c’era nulla da fare:-E così eri un debole…Fratellino…-
Si stiracchiò, poi si guardò intorno:la città era ancora buia e il sole era ancora lontano…Quella notta l’avrebbe passata facendo del male alle persone normali…Ma cosa c’era di normale in loro?Perchè erano le persone senza poteri a essere considerate normali?Perchè erano i vampiri quelli dannati e braccati in ogni angolo di quell’insulso pianeta?
-Chi lo sa…-Si rispose da sola, poi scese dal letto su cui si era arrampicata e cominciò a girovagare per le strade.
La luce dei lampioni era fioca, le strade buie e silenziose:-Meglio così…-Pensò fra sé e sé e la sua strage ebbe inizio…

"Morte nei quartieri bassi di Londra.”
Sei morti in una sola nottata nei quartieri bassi di Londra…Prima un bimbo di soli cinque anni assassinato e morto dissanguato, poi due ragazzi fidanzati, una coppia di anziani signori e un impiegato di una fabbrica…Tutti uccisi nello stesso identico modo.
La polizia indaga, ma non trova tracce…Sembra l’assassinio perfetto.”


Poi sotto una sfilza di immagini di persone uccise e ricoperte di sangue, irriconoscibili quasi.
La ragazza si girava il giornale tra le mani con aria soddisfatta, poi guardò dall’alto del tetto quelli della scientifica che cercavano delle prove o cose del genere.
Anche quel giorno pioveva, ma lei non l’ascoltava…Sentiva solo i lamenti delle sue vittime…E questa volta la facevano stare bene, le piaceva la sensazione di aver fatto soffrire qualcuno, la faceva stare bene…Molto bene.
Forse era quello il suo scopo:far soffrire per star bene….
Si alzò e cominciò a camminare velocemente su quel tetto…Adesso sapeva cosa fare e nessuno l’avrebbe fermata.

 
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