LA NOTTE BEFFARDA - Capitolo 1° -
Nel buio della notte. Guardo dritto davanti a me. Il nulla L’oscurità non mi permette di vedere la casa. Corro. Corro sospinto da un soffio di vento. La notte si beffa di me. Non sento più l’odore. Mi pare di esplodere nella mia stessa pelle. Non è vero che sono indistruttibile. Potrei strapparmi come fossi seta. Potrei svanire come fossi neve. Corro. Corro nel vento. I miei occhi sono scarlatti. Non ci vedo. Guardo, osservo, ma non ci vedo. Un grido dilania la notte. Un grido squarcia il silenzio. Calore. Una casa. Gioia. Felicità. Avverto la felicità. Non hai idea di quello che mi hai fatto. Mi hai ucciso. Si, tu mi hai ucciso. Sbirci dalla finestra. Io non sono che un’ombra, un nulla. Non sono niente. Ridi. Hai figli. E ancora, mi pare che il mio corpo stia per strapparsi. Distolgo lo sguardo. Non posso vedere una cosa simile. No. Sei Felice. Non posso sopportarlo. Tu eri mia. Eri mia. Non ti accorgi di me. No. Sono solo un’ombra, uno spettro che non è capace di dimenticare la sua vita, e ora la rivuole. Rido. Rido silenzioso. Sono un bambino capriccioso. Io me ne sono andato. Io ti ho lasciata. Io ti ho distrutta. E’ tutta colpa mia. Le risate riecheggiano nelle pareti della mia mente. Tu non mi hai ucciso! E’ stata tutta colpa mia! Il fiato corto. Non riesco a respirare, ma non importa, non ne ho bisogno. Basta. Io non ci voglio vivere in un mondo simile. Non posso vivere, in un mondo dove Tu sei felice anche senza di me. Mi volto, e torno a guardare. Quel maledetto bastardo lo sa che ci sono. Alza lo sguardo. Và via. Non posso sopportarlo. Mi volto, corro, corro nel vento. No. Io fuggo. Fuggo e null’altro. Sono un codardo. La scogliera. D’un tratto, tutto mi pare annebbiato. Filtrato. Privo di significato. Fuoco. Fuoco. Pioggia. Fuoco e Pioggia. Antitesi l’una dell’altra, accompagnate dalla musica delle mie risate, ormai folli. Una così blanda percezione del dolore... E divenni cenere.
|
|