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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Cavalieri dello Zodiaco, I (Saint Seiya)
Titolo Fanfic: LACRIME DI SCORPIONE
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: eris-san galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/08/2008 13:32:18

Quali sono i pensieri di Milo dopo la morte di Camus? Lo sconforto prende il sopravvento anche negli uomini più forti della terra, i Saints.
 
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- Capitolo 1° -

Titolo: Lacrime di Scorpione
Parti: One Shot
Personaggi: Milo e il ricordo di Camus, la luna...
Ambientazione: Dopo la scalata alle 12 case dei Bronze, Milo si rende conto di aver perso la persona per lui più importante...
Disclamairs: i personaggi non sono miei, ma di Masami Kurumada
Note: Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfic e ho deciso di dedicarla ad una delle coppie più amate: MiloXCamus.
Forse risulta un Milo troppo OOC purtroppo, ma spero che il suo stato d'animo possa farvi chiudere un occhio.
Avrei voluto renderla straziante, a dire il vero... sta a voi dirmi se ci sono riuscita.

Un grazie a chiunque leggerà e commenterà ^^, basta un commento e io proverò a migliorare.
ora basta, buona lettura!



Lacrime di Scorpione



Silenzio.
Nulla mi disturba, ora.
L’Ottava casa è vuota, anzi, è stata svuotata.
Sono seduto sui suoi gradini all’entrata, bagnati dalla crudele luce della luna.

Crudele… E pensare che io ho sempre amato la luna; la sua luce si rifletteva sempre nei suoi occhi come null’altro riusciva a donargli di più.
Negli occhi del mio Camus, che a tutti parevano gelidi come il ghiaccio, c’era il calore che la luna ogni sera gli donava.

Il mio Camus…
Eccolo che ritorna: l’insopprimibile ondata di dolore che strappa e lacera il mio petto, pesante s’avvinghia alla gola e m’impedisce di respirare, seguito poi dalla nausea insopportabile...
Eppure.. Come posso mai crederlo..?
Come… Posso mai.. accettarlo?!

Do uno sguardo sofferto alla luna crescente sopra di me e …ricordo…


<< Milo, guarda la luna >>
<< Mh? La luna? >>
<< Sì >>.
Alzai gli occhi alla volta immensa del cielo blu di Atene, dove l’unica tempesta che l’avesse mai attaccato era quella di stelle.
Ci eravamo seduti al centro dell’arena dei tornei dopo aver terminato le ore notturne di allenamento. Solo io e Camus.
Di notte l’arena era deserta; soltanto in occasione di eventi importanti gli allenamenti proseguivano fino a tardi in quel luogo.
Eppure stavolta era andata così; in quel momento sdraiati vicini sul pavimento per riposarci, gli occhi persi nel firmamento.
E lì, troneggiante ci osservava la luna che Camus mi aveva indicato dolcemente; candida, bagnava con il suo calore lo spiazzo dell’arena.
<< Senti, Camus…>> iniziai a dire, ma mi interruppi da solo quando girandomi lo vidi.
Era… bellissimo; non potevo fare altro che pensarlo. Sdraiato, la testa appoggiata sulle braccia incrociate dietro la nuca, i capelli rossi come le fiamme e lunghi che ricadevano stesi sulla pietra, ma lo sguardo deciso che finora avevo notato in lui, mi accorsi in quel momento, era lo quello di Aquarius. Solo allora vidi per la prima volta quanto profondi fossero invece gli occhi di Camus, di uno scuro intenso come la notte sopra di noi ma emananti la luce calda dell’astro in cui si riflettevano, non del solito languido color nocciola.
E ne rimasi incantato come se m’avesse ipnotizzato, senza una parola o fare un cenno, come se non l’avessi mai realmente visto prima di allora…
Si accorse del mio silenzio e che lo stavo osservando, quindi si volse a guardarmi leggermente incuriosito.

Camus…!


Una stretta al cuore mi colpisce dritta facendomi sprofondare nel dolore ripensando a quel momento; ma continua ad insinuarsi nella mia mente facendola prigioniera, schiava di quell’uomo e non solo…


Camus mi sorrise.
Semplice e dolce si distese sul suo bel viso, quasi divertito.
Prima che potessi riaprir bocca, però, mi disse pensieroso voltandosi nuovamente a guardare il cielo:
<< Milo, guarda come da sola si oppone con tutte le sue forze per non essere travolta dal buio, come concentra tutta la sua luce lottando.
Tu credi sia una coesistenza? come se la notte e la luna si fossero messe d’accordo? Il freddo della notte, il caldo luminoso della luna…>>


Allora non compresi il significato delle sue parole; la sottile metafora con la quale si era definito.
No…io…


Lo abbracciai: immersi le dita nei suoi lisci capelli, commosso dalle sue parole. Rispose subito al mio abbraccio con tenerezza, stringendomi a se.
Non mi importava nulla se non rimanere per sempre con quell’uomo dai capelli di fuoco, lo sguardo sottile e lucido, le labbra delicate unite con le mie, il corpo snello abbracciato a me.
Eravamo noi un unico astro luminoso sotto quel cielo…
e il nostro amore crescente.


La luna… ora ti capisco, Camus; tu paragonavi il tuo animo a quel grandioso astro; e solo ora io l’ho capito…
Una nuova vampata mi affanna il petto e s’insinua nei miei occhi bruciandoli.
Qualcosa di freddo scivola veloce lungo la mia guancia infrangendosi su di un gradino.
Sfioro con un dito la pelle dove è appena passata e me ne rammarico: una lacrima…

Ma è il mio pensiero più costante a distrarmi di nuovo, ferente, insopprimibile, al mio Camus. Stringo i denti.
Non posso accettare!!
O, Atena, Dio, ditemi perché?!
Perché mi è stato portato via il mio Camus?!
Senza poterlo rivedere,
riabbracciare,
né sfiorare,
senza poter vedere la luce di questa luna specchiata nei suoi occhi…

Ma gli Dei non si rendono conto di cosa mi hanno portato via, no; né di cosa è cambiato in me. Cosa può importare a loro che sono immortali..?
Quel chiarore che scaldava gli occhi di Camus e le notti più buie…
Ora per me è diventato come una lama tagliente, fredda, altro non può fare che far sanguinare.

E mi rendo conto che… è il mio cuore, che sanguina.
Come potrebbe mai quindi capire? Accettare?
Camus è ancora vivo nel mio cuore!! Non posso fare altrimenti…

Do un pugno contro la pietra dura, spaccandola.
È solo una crepa, nella roccia.
Ma per il mio cuore è la Fine.

Realtà di merda, mi stai forse chiedendo di dover accettare il fatto di non poter più percepire i suoi sentimenti profondi che si sciolgono nel sentirmi sussurrare al suo orecchio?
O guardare il suo meraviglioso sorriso prendere forma e calore?
Nel lisciare le sue ciocche di capelli, rassicurandolo?
Nell’accarezzare la sua pelle, il suo corpo?
Nell’ascoltare la sua risata?..
Pensare a quando, allegro, mi avviavo verso l’Undicesima..

Invece, nulla.
Ecco cosa mi rimane: il nulla.
I ricordi non sono niente in confronto alle sensazioni sulla propria pelle…

Camus, il mio Camus, se n’è davvero andato per sempre..?
Le lacrime aumentano nel carezzare di nuovo il suo ricordo.
Ecco a cosa servono: a far sanguinare il mio cuore ed esplodere il mio petto.
I ricordi…già…
Non è più presente.
E devo pensare che non potrà essere futuro…?!

E nuovamente questo mi strazia; è una sensazione più dolorosa del veleno dello Scorpione, più gelida dell’aria Siberiana.
Le mie, sono lacrime fredde, Camus.
Tu, l’unico in grado di scaldarle.


Un altro …
Le mani di Camus erano bellissime:morbide e con dita lunghe e affusolate, curate e fresche.
Adoravo prenderle tra le mie, sfiorarle delicatamente con tutto il mio amore, portarle al mio petto scaldandole per sentirlo mio…

E ora che mi sei stato portato via, strappato dalle mie mani, dove sarai?

Guardo la luna. Ora che ho perso te, anche la sua luce ha perso calore.

… Però…

Il Paradiso dei Saint è luogo forse vicino a quell’ astro?
Se così fosse, potrei “rivederti” quasi ogni sera, qui ad Atene, dove il cielo non ha mai conosciuto nubi che lo sbiadiscono e le stelle gridano l’ardore che ricopre i cosmi dei Cavalieri.
Per quanto poco sia… Forse c’è ancora qualcosa oltre ai ricordi…?

Ma…

Cadono sulla pietra infrangendosi nel silenzio, come la prima.
Le lacrime dello Scorpione… Avrei sperato tanto di non doverle versare.

Io…
…Vorrei solo potermi risvegliare domattina nel letto, avvinghiato stretto a lui.

Se ciò non è… allora diventerò una di queste pietre eterne della Grecia, incessante ed assoluta osservatrice della luna.


FINE

 
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