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- Capitolo 1° -
Alla prigione lo spazio era stretto ed angusto.
Quando arrivò alla sala dei colloqui trovò che Gordon era già seduto alla scrivania, con un sorriso ironico sulla bocca.
–Allora?- profferì Don –mi è stato riferito che hai intenzione di vendicarti, allora, avanti sono qui- l’altro lo guardò con fare sprezzante nella sua canottiera unta –Cosa vuole lei?- rispose – io non ho niente a che fare con lei- -non raccontarmi stronzate! Ti hanno sentito mentre dicevi il mio nome-
-Ah, è per questo! Lei non è l’unico Eppes responsabile dell’ arresto mio e dei miei amici-
Don lo guardò confuso – ma cosa….? Al comando sono l’unico….- un’idea però gli si delineò nella mente – Charly!-
- Ci sei arrivato, eh, agente Eppes? Già, ma ora probabilmente è troppo tardi- Don si alzò di scatto rovesciando la sedia – Stai mentendo!- sibilò con il volto pallido – Guardia- chiamò il carcerato – l’agente Eppes deve uscire, ha fretta- e cominciò a ridere mentre Don usciva di corsa.-
Uscì dalla prigione di corsa – Vuole Charly- disse a David –Cosa?!-
- sì, probabilmente è all’università, andiamo- disse con ansia, la mente che galoppava.
Charly nel frattempo stava attraversando il parco dell’università diretto alla macchina per tornare a casa, quando il cellulare squillò – Pronto? Ciao Don! Senti ho trovato un nuovo calcolo che ti potrebbe servire per….-
-Non c’è tempo Charly, sei in pericolo! Dove sei?-
-In pericolo? Perché? Sono all’università, ma non vedo cosa….-
-Resta dove sei, stiamo arrivando-
- Don cosa stà succedendo?-
-Ti spiegherò quando sarai al sicuro!- ma Charly non stà più ascoltando, ha visto infatti un luccichio sinistro nella mano di un ragazzo vicino all’albero – Ma cosa….?- non fa a tempo a finire la frase che già si sente trafiggere il petto, uno strano brivido lo scuote mentre la sua borsa cade a terra e si affloscia abbandonata.
Ha paura.
Una strana nebbia lo avvolge come un manto, sente le ginocchia cedere mentre con la vista appannata vede Don correre, grida qualcosa ma lui non lo sente, è come se un velo fosse calato a coprire i suoni con un silenzio assordante, sente l’odore della terra nelle narici. Due mani lo scuotono, sente una voce chiamarlo da molto lontano. Riconosce la sagoma del fratello attraverso quel velo perlaceo che gli si è posato sugli occhi – Don…. io…. mi dispiace…. – riesce a sussurrare con un filo di voce prima che i suoi occhi si rovescino e lui sprofondi nell’incoscienza.
Don ha il tempo di scendere dalla macchina prima di sentire un’urlo, voltarsi e vedere il fratello cadere a terra, vede tutto come al rallentatore, corre verso di lui chiamandolo. È subito al suo fianco prova scuoterlo, urla il suo nome ma non serve a nulla, vede le labbra del fratello schiudersi e si avvicina per sentire – Don…. io…. mi dispiace…. – gli occhi di Charly allora si rosciarono. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla mentre una lacrima gli scivolava sul viso – No!- gridò con tutta la forza che gli dava la disperazione. Intanto una macchia scura si allargava lentamente sotto il corpo del fratello.
-Fate largo- disse una voce -sono di medicina!- un ragazzo riuscì a fendere la folla ed ad avvicinarsi al corpo del professore. -È ancora vivo!- disse sentendogli il polso – Sei sicuro?-
-Sì, il battito è debole ma c’è, non so però quanto potrà resistere- Intanto una sirena si avvicinò due barellieri ne scesero e corsero sul luogo dell’attentato e, dopo essersi assicurati delle condizioni del giovane, lo caricarono sull’ambulanza. Don lì seguì come in coma, lasciandosi alle spalle una folla di curiosi.
Allora, questa è la mia prima fanfic decente ^_^" , commentate please ^_^
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