PROLOGO
- Capitolo 1° -
Ecco a voi un'altra fic sfornata dalla mia menticina bacata!XD
Spero vi piaccia, le tematiche sono un poco strane, ma mi ispiravano particolarmente!^^
Bando alle ciance, vi auguro buona lettura!^^
Prologo
Sappiamo tutti che nel mondo esistono degli individui che hanno perso o non hanno mai visto il mondo tramite i loro occhi, poiché o per via di incidenti o per nascita naturale, non hanno il dono di uno dei cinque sensi, la vista.
Loro rimpiazzano questa mancanza tramite gli altri quattro sensi e lo sviluppo che, per un uomo normale, si chiamerebbe sesto senso, iniziando a conoscere il mondo prevalentemente tramite il tatto e l’udito e, un pizzico di quel straordinario quinto senso acquisito e sviluppato, che gli permette di accorgersi quando qualche cosa non va.
Io, adesso, voglio raccontarvi la storia di una piccola angioletta che insegnò ad un demone ad aprire gli occhi sul mondo, imparando a volare.
Germania odierna; tre ragazze stanno camminando tranquillamente per le affollate vie di Monaco senza prestare molta attenzione alla strada, troppo prese dal loro continuo chiacchiericcio e ridacchiare.
<<Che ne dite se ci andiamo a sedere in qualche bar a prendere qualcosa di caldo?>>
Delicata è la voce che si espande nell’aria; la proprietaria, è una ragazza sui vent’anni, dai corti e lisci capelli castano scuro che le carezzavano con delicatezza l’esile collo, coprendo dispettosamente il sinistro occhio, incorniciando un perfetto viso dalla pelle chiara, labbra fini ed invitanti e, occhi, grandi ed espressivi color degli smeraldi più preziosi e intensi, che illuminavano quel volto di una dolcezza e ingenuità invidiabili; corpo d’ella sinuoso e scattante, vestita con delle semplici scarpe da ginnastica bianche, dei pantaloni di jeans azzurri e un maglioncino a collo alto bianco che faceva risaltare il florido seno che la ragazza possedeva e che, cercava di nascondere tramite il pesante cappotto color avorio che portava indosso.
<<Mi sembra un’ottima idea Saphy! Kasdy, tu che ne pensi?>>
Voce allegra e squillante quella che ora si espande nell’aria; la proprietaria d’essa, è un’altra ragazza, stavolta sui ventidue anni, dai lunghi e lisci capelli castani che sfumano nel moro, viso d’ella delicato, ma dall’espressione decisa ed accattivante, labbra fini, di un naturale colore tendente al rosso, piegate in un mezzo sorriso screziato di malizia, occhi d’ella bicolore, destro color azzurrino, sinistro color smeraldo. Corporatura d’ella ben proporzionata e flessibile; indosso, ha degli stivaletti di pelle cinghiatiti, che le arrivano a malapena al ginocchio, collant neri a righe orizzontali rosso scuro, corta gonna, che le arrivava a metà coscia a pieghe alternate nere e scozzesi con una striscia sempre a scacchi che andava dal davanti sino al dietro, formando una specie di catena di tessuto. La vita era più stretta e fatta di maglia nera con dei buchi, ove si poteva vedere la foderatura a scacchi rossi, maglietta nera, a maniche corte con su stampati dei piccoli simboli rossi, un giacchino felpato nero e, per finire, un giaccone imbottito e una sciarpa di pile color nero, completava il suo abbigliamento.
<<Per me va bene. Ma dovete trovare un bar dove facciano entrare anche Lycoris.>>
Voce pacata e tranquilla quella che rispose alle due, che apparteneva ad una ragazza, coetanea di Necrysia, dai lisci capelli castano chiaro con qualche riflesso biondo che le arrivavano alle scapole e poco più giù, mossi sulle punte, viso dai tratti delicati, labbra carnose, color rosa, piegate in un tenue sorriso; vestita con degli stivaletti neri, pantaloni lunghi a zampa d’elefante, muniti di cerniere, catene e pezzi di stoffa che andavano da una gamba all’altra, larghi, che non le davano alcun intralcio nel camminare color grigio, una maglietta a maniche lunghe, nera, attillata con stampato un teschio che piangeva lacrime di sangue, un giacchino pesante, color grigio con sulla parte sinistra, all’altezza del cuore, la stampa di un elaborato lupo celtico e, dietro, sulla schiena, vi era la stampa in grande sempre dello stesso animale; alle mani portava un paio di guanti grigi di pile, una sciarpa del medesimo colore e materiale al collo e uno spolverino lungo, color nero, che fasciava il perfetto e prosperoso corpo mentre, occhi, di un azzurro quasi bianco da quanto erano chiari, guardavano fissi un punto, senza davvero vederlo e, la mano destra, stringeva con delicata sicurezza la struttura che partiva dalla pettorina che Lycoris, il pastore tedesco della ragazza, portava addosso per guidarla durante la passeggiata che stavano facendo.
<<Fidati di noi Kasdy! Lo troviamo di sicuro un posto dove fanno entrare la nostra cagnolona!>>
Sorrise Kasdeya, chiudendo i suoi occhi, ma alcuna modifica venne apportata alla sua visuale, poiché il buio, l’accompagna sin da quando era nata e, di certo, fare il gioco di aprire e chiudere gli occhi non l’avrebbe portata da nessuna parte; emise lieve sospiro, restando in silenzio, ad ascoltare la discussione tra Saphyra e Necrysia, che stavano decidendo dove andare mentre, lei, stava ascoltando tutti i rumori della città come era ormai abituata a fare, sorridendo tranquillamente nel capire dove si trovasse in quel momento.
Era abituata a stare in silenzio ad ascoltare i rumori della città o, più semplicemente dei luoghi, con calma e pacatezza, lasciando che gli altri discutessero e decidessero dove andare, poiché a lei andava bene tutto, bastava che permettessero alla su Lycoris di stare vicino a lei e andava tutto bene.
><Bene! Abbiamo deciso dove andare!>>
Allegra è la voce di Saphyra nel dire quelle parole, attraendo l’attenzione della giovane ceca, che voltò il suo viso verso la direzione ove si trovava la sua amica, prestandole ascolto.
<<Hanno aperto da poco un bar qui vicino, ma già è molto conosciuto per via del suo menù completamente inglese. Ho anche sentito che fanno tutto secondo tradizione, per cui deve essere un ottimo posto! Che ne dici Kasdeya, ti va di andare lì eh? Eh?>>
Lieve risata proruppe dalle labbra della giovane, nel sentire tutto l’entusiasmo che Saphyra stava mettendo in quella richiesta, non avendo il coraggio di dirle di no, annuendo tranquillamente.
<<Per me non vi sono problemi.>>
Tutta contenta, Saphyra fece strada alle due per ancora qualche metro, sino a che non si fermarono davanti ad un locale in tipico stile inglese con la porta e le finestre di legno e vetro verniciato di scuro e, all’interno tutti il mobilio in legno di mogano scuro e il pavimento piastrellato di marmo bianco con venature nere, dando un senso di calore e accoglienza; ispirò l’aria Kasdeya, sorridendo rilassata e compiaciuta, nel percepire il profumo del the, delle cioccolate, dei dolci e di quant’altro li dentro si preparasse, ma c’era comunque il problema, che non sapevano se Lycoris potesse entrare.
<<Sentite, io entro a sentire se permettono ai cani di entrare, va bene?>>
Annuirono le due, alle parole dell’amica, che si dileguò subito all’interno del locale, mentre le due attesero fuori.
<<Speriamo che permettano a Lycoris di entrare! Fa un freddo cane, majal!>>
<<Non cambierai mai Necry.>>
Delicata è la voce con cui viene esposta la semplice costatazione, mentre risata di espande nell’aria.
<<Mi pare logico! Io non cambierò mai registro! Non sarei io se no, no?>>
<<Hai ragione.>>
Risero insieme, restando poi in silenzio, attendendo Saphyra, che non tardò ad arrivare.
<<Il cameriere ha detto che Lycoris può tranquillamente entrare!>>
<<Perfect! Dai Kasde, dammi la tua zampa libera che ti aiuto a scendere i gradini che ci sono!>>
Allungò con calma e delicatezza la mancina mano, andando a stringere la destra di Necrysia che, aprendo la porta, iniziò a scendere, guidando la giovane sino al pianerottolo interno; un calore piacevole, investi i gelidi visi delle giovani, che si arrossarono all’istante, facendo provare alle tre e alla loro amica a quattro zampe, un piacevole brivido di benessere e calore.
<<Venite! Ho trovato un buon posto dove sederci!>>
All’interno del locale, c’era gente, ma non troppa, che chiacchierava amabilmente dei fatti propri o anche di lavoro con fare rilassato e tranquillo, gustandosi con calma le paste e le bevande che avevano ordinato; a Kasdeya, le piaceva ascoltare i suoni dell’ambiente che la circondava, come la divertiva anche esplorare con il tatto. Era sempre stata molto curiosa, sin da quando era bambina, e non aveva mai perso questo pregio o difetto, a seconda dei casi.
Si sedettero, togliendosi i giacconi, mentre Lycoris si accucciava accanto alla padrona sbadigliando sornionamente soddisfatta, facendo sorridere Kasdeya, che aveva i gomiti poggiati sul ligneo tavolo e, il mento, si adagiava con delicatezza sui palmi aperti delle mani, mentre tenue sorriso stazionava ancora sulle carnose labbra d’ella.
<<Buongiorno signorine!>>
Voltano ora il capo le tre; davanti a loro, vi stava un ragazzo sui venticinque anni, da corti e ordinatamente ribelli capelli albini, viso dai tratti duri, ma al contempo gentili, occhi azzurro ghiaccio, di una tonalità molto più scura di quella di Kasdeya, ma altrettanto bella e sorriso cordiale dipinto sulle fini labbra. Necrysia e Saphyra, ricambiarono il sorriso che il giovane rivolgeva loro, poiché lo vedeva e, Kasdeya, anche, ma lei, si basava solo sulla tonalità vocale; una voce calma e gentile, molto simile alla sua, ma allo stesso tempo diversa, poiché vi percepiva una punta di giocosità.
<<Signorina, vuole che le esponga il menù della casa?>>
<<No, no. Non si deve disturbare, ci sono le mie amiche con me.>>
<<Nessun disturbo signorina! Lo faccio volentieri e poi, se anche le sue amiche hanno bisogno di delucidazioni su qualche cosa inerente al menù, sarò ben felice di darle.>>
Lieve risata uscì dalle labbra delle tre, mentre Kasdeya annuiva.
<<Va bene, faccia pure.>>
<<Chiamatemi Nero, è il mio nome!>>
Gioviale ed amichevole la voce del cameriere, che stette subito simpatico alla due giovani castane e non molto alla mora, che lo guardava abbastanza di traverso, ma lei, guardava sempre le nuove conoscenze così.
<<Piacere di conoscerti. Io sono Saphyra, la ragazza mora accanto a me è Necrysia e la castana davanti a me è Kasdeya. Mentre la cagnolona accanto a Kasdeya è Lycoris.>>
Voce delicata e dolce quella di Saphyra nel presentare se stessa, le amiche e la “ma scout” del gruppo che alzò il muso per poi riabbassarlo.
<<Piacere.>>
Voce pacata e tranquilla quella di Kasdeya, mentre chinava il capo in segno di saluto, mentre, Necrysia, fece solo un cenno col capo corrisposto da Nero che prese a fare il suo lavoro e, dopo una mezz’oretta, le ordinazioni erano state prese e già inoltrate nella cucina, arrivando al tavolo delle ragazze un quarto d’oretta dopo.
Era da due orette che si trovavano all’interno del bar, continuando a chiacchierare, ridere e scherzare tra di loro, in quell’aria calda e confortevole che quel luogo offriva, facendole sentire a proprio agio; la porta si aprì di scatto e, una voce profonda e baritonalmente forte, fece socchiudere gli occhi a Kasdeya per via del suo finissimo udito.
<<Ehy, Nero! Ciao! Siamo venuti a trovarti!>>
<<Dante, ti spiacerebbe urlare di meno? Non sono sordo, come non lo sono neanche i clienti.>>
Tranquilla è la voce di Nero nel rispondere all’altro ragazzo, che sbuffò.
<<E’ così che rispondi al tuo fratellone che ti è venuto a trovare??!!!>>
Tono fintamente offeso quello d’ei, mentre osservava Nero scuotere la testa ormai rassegnato all’irrecuperabilità del fratello.
<<Dante, vedi di muoverti ad entrare. Non ho tutta la giornata da perdere.>>
Brivido scosse Kasdeya, che mai, aveva sentito in tutta la sua vita una tonalità vocale così bassa, gelida, profonda e vuota, quasi strascicata e annoiata da tutto.
<<Quanto sei noioso Ver!>>
<<Ciao Ver!>>
L’austero albino, fulminò Dante con un’occhiataccia, ricambiando il saluto di Nero con un cenno, entrando finalmente nel bar.
<<Bene! Io vado a servirmi della mia dose quotidiana di zuccheri!>>
<<Fermati Dante, fermati! Questo posto non è di mia proprietà e ci lavoro da poco! Non puoi fare quello che vuoi! Ma mi ascolti??!!>>
Troppo tardi, ormai l’albino era andato dietro al bancone, ritornando con un quarto di torta alle fragole.
<<Dante!!!!!!>>
Abbastanza irata è la voce di Nero nel rivolgersi al fratello, ma si blocca subito, nel vere Necrysia, Saphyra e Kasdeya, che si alzarono per andare a pagare.
<<Sentite, voi andate a sedervi che io devo andare in cassa! Ne riparliamo dopo Dante!>>
Veloce, si diresse verso la cassa, parlando con tono cordiale a Necrysia e Saphyra, che stavano pagando il loro conto e quello di Kasdeya, che era occupata nella memorizzazioni delle nuove tonalità vocali che aveva udito e che riteneva estremamente interessanti.
<<Lycoris…..>>
Piegò un poco le ginocchia, allungando la destra mano col palmo rivolto verso l’alto e, sentì il muso della sua compagna posarsi sopra; con tutta calma, iniziò a tastarla con delicatezza, alla ricerca del “guinzaglio” che, strinse con la destra mano, avviandosi con tutta calma, insieme alle amiche verso l’uscita del bar, salutando Nero, uscendo nel gelo delle vie di Monaco.
Spero vi sia piaciuto!^^
Lasciate qualche commento o impressione, please?T__T
|
|
2309 - Voto:
la fanfic è interessantissima.
ma Nero, Dante e Vergil sono un pò volgari.
2309 - Voto:
aspetto che la continui è interessante.
ciao da 2309
necrysia - Voto:
achi - Voto:
Baci achi^^
PS: sul voto vorrei mettere 10 ma non mi è consentito -.-" uffi..