UN PICCOLO INCIDENTE. - Capitolo 1° -
Gentili lettori, spero che questa stori non vi annoi. (Sono appena all'inizio). ^_^
-Non lo vedi stupido, è uno scatolo. uno scatolo in cui si chiudono degli umani, per farsi guardare da altri umani. -Ti sbagli, è si uno scatolo, ma non ci sono umani dentro. Kagome dice che le immagini passano per i cavi elettrici, e finiscono la dentro. La chiama televisione. -Gli umani passano per dei fili? Che assurdità, è la cosa più sciocca che abbia mai sentito. -E che ne sai. Puoi provare il contrario di ciò che dice Kagome? -Ma certo, ora ti faccio vedere, apro la scatola e ti dimostro che dentro ci sono umani miniaturizzati. .Ah si, e come la apri. Non vorrai mica sbatterla a terra? Il demone non rispose. Prese il televisore e si mise a cercare un punto da ci aprirla, e siccome non la trova-va, la alzò e la lasciò cadere a terra. L'apparecchio si ruppe, aprendosi in due, lo scemo andò in frantumi, facendo un gran baccano. -Hai visto Inuyasha, te lo avevo detto che dentro ci sono... Si mise a scrutare bene i resti del televisore, ma non individuò alcun mini-umano. -...un sacco di strani aggeggi metallici. -Hiiiig, Sesshomaru! Guarda cos'hai combinato, ora chi la sente a Kagome. -Tu la senti, è un tuo problema. -Un mio problema! Se sei stato tu a rompere il televisore! -Non l'ho fatto a posta, che ne potevo sapere io, tutti questi strani affari sono troppo delicati. -Solo se c'è in giro una bestia distruttrice come te! Il demone fece finta di non sentire, e ricominciò il suo girovagare per la casa. Si imbatté nello stereo, ed in-curiosito dall’apparecchio, premette tutti i pulsanti e girò le manopole a casaccio, finché un’onda sonora gli stonò le orecchie. Per far smettere quel fracasso lo sbatté a terra, ed Inuyasha si allarmò lanciando uno strillo. -Adesso basta Sesshomaru, sei qui da poche ore e hai già fatto fuori lo stereo, il televisore, il forno a micro-onde, e l’intero impianto elettrico! -Ah è così che si chiamano tutte quelle strane cose. Visto che non sei così stupido, qualcosa impari. Quanto tempo hai impiegato per distinguerle? -Che ti importa! Statti fermo ad un sol posto e smettila di combinare guai. -Non prendo ordini da uno stupido mezzo demone. Mentre parlavano si presentò il gatto di Sagome, e Sesshomaru, come la maggior parte dei cani, si mise a ringhiare; il felino corse via e lui lo inseguì, a sua volta inseguito da Inuyasha, che tentava di fermarlo. Nel pomeriggio, dopo la scuola, Sagome tornò a casa, e trovò i due fratellastri litigare; a colpi di spada e at-tacchi demoniaci avevano distrutto l’intero giardino. -ACCUCCIA!!! Inuyasha sbatté faccia in giù, e Sesshomaru gli puntò contro Tokijin. -FINITELA! Urlò. Tirò su Inuyasha per le orecchie, e tentò di disarmare Sesshomaru, che non lasciò la presa per nes-sun motivo. -Posso sapere che sta succedendo. Vi avevo detto di stare tranquilli e non farvi notare, e invece vi trovo a combattere. I vicini si affacciarono e Kagome li salutò a disagio. Guardarono il giardino e i due fratellastri, dopodiché si misero a bisbigliare tra di loro. -Andiamo dentro. Entrati in casa Kagome provò ad accendere la luce, ma rimase al buio. -Io non centro, è stato Sesshomaru, ha toccato una cosa vicino quella strana finestra il demone guardò storto il fratellastro e Kagome sospirò. Andò vicino al pannello elettrico, alzò una leva e fece ritornare la luce. Era meglio se restava al buio. Entrata in salotto trovò la tv a pezzi, rimessa insieme da un po’ di scotch, che non evitava comunque che i pezzi cadessero uno alla volta. Sospirò nuovamente cercando di sopprimere la rabbia per distrarsi accese un po’ di musica, e lo stereo iniziò a fare strani rumo-ri, dopodiché scintille e dispense, seguito da uno sbuffo di fumo. Kagome strinse i pugni e Inuyasha si pre-parò ad un nuovo “accuccia”. Niente di più previdente, infatti Kagome. dopo qualche istante rimasta a fis-sare lo stereo defunto, urlò furibonda -INUYASHA… ACCUCCIA! ACCUCCIA! ACCUCCIAAAA!!! Il mezzo demone era schiacciato a terra, e Sesshomaru lo toccò come una cosa schifosa con la fodera della spada. Kagome andò di sopra e si chiuse in bagno, rimase immersa nella vasca per molto tempo, abbastan-za perché Sesshomaru combinasse altri guai in nome della scienza. Prese il kit del “Piccolo Chimico” da una mensola in salotto, e mischiò gli intrugli preparati da Soda con altre cose recuperare in cucina. Intan-to Inuyasha stava giocherellando con una strana pistola laser (progetto di scienze di Soda). L’intruglio preparato da Sesshomaru era diventato nero e denso coma la pece, ma aveva un buon profumo di fragole e cannella. Il demone ne assaggiò un po’, e dato il sapore gradevole e dissetante, mandò giù l’intera provetta. -Hei Sesshomaru, mo ti sparo. Inuyasha gli puntò contro la pistola laser e fece fuoco. Sesshomaru si sentì girare la testa, e andò fuori. Senza motivo prese sembianze di cane, e quando cercò di tornare come prima, invece di ritornare essere semi-umano, rimpicciolì fino alle dimensioni di un pastore maremmano adulto. Non si accorse di ciò che era successo. Kagome lo fissò incuriosito, così come Inuyasha. Lo seguivano ovunque con lo sguardo, e do-po un po’ si sentì troppo al centro dell’attenzione. -Che avete da fissarmi così? -Sesshomaru sei proprio tu? -Vuoi scherzare. -No, solo che sei un cane, un cane…parlante. -Ma dai, sei matta. Quando prendo sembianze canine divento enorme, non ci starei in casa. -Se non mi credi guarda tu stesso. Kagome lo fece specchiare allo specchio appeso in salotto. Lui si scrutò con un’espressione indecifrabile. -Non può essere, ma no…è uno scherzo. Adesso ritorno normale. Cercò di ritrasformarsi in demone, ma divenne solo fluorescente. -Hi hi hi, Sesshomaru un cane, ha ha ha, è la cosa più ridicola che gli sia ami capitata. -Zitto Inuyasha, non è bello ridere delle disgrazie altrui. -È ciò che si merita, dopo aver fatto tutti quei dispetti. Ora è un cane pulcioso che non piace a nessuno. -Hei a chi dai del cane pulcioso? -A te, perché non lo sei? -Finitela. A me piacciono i cani, e poi non è mica brutto, anzi… lo trovo carinissimo! Un pelo caldo e mor-bido, soffice soffice, è tanto grande da sembrare un cuscinone. Kagome si abbracciò tutta contenta Sesshomaru, e Inuyasha era piuttosto geloso. -Di chi sono quei vestiti e quelle spade in giardino? Soda era rientrato a casa portando dentro ciò che aveva trovato fuori. -Wow! Un cagnoline, è quello che ho sempre desiderato! Corse anche lui a coccolare Sesshomaru, che da come si faceva fare, non sembrava che le coccole gli dispia-cessero. Ora Inuyasha era colmo di gelosia, tanto che si stese a terra a pancia in su, aspettandosi anche lui qualche coccola. Nessuno lo degnò neanche di uno sguardo, erano tutti intenti a strapazzare Sesshomaru in versione cagno-line coccolone. Anche il nonno di Kagome era rientrato, e vedendo i nipoti che si divertivano tanto, “corse” da loro, e senza accorgersene calpestò Inuyasha, che anche se si lamentò non fu ascoltato. -Di chi è questo cagnoline. Disse il vecchietto strofinandogli le mani sul muso. -È il fratello di Inuyasha; veramente non è così. Non ho proprio idea di come abbia fatto a prendere questa forma, di solito è semiumano. -Posso sapere che cosa sta succedendo. Un cane in casa! Kagome, Soda, vi ho sempre detto che gli animali grandi non possono stare dentro. -Giusto diglielo che i cani pulciosi devono stare fuori. -Inuyasha ci sei anche tu. Non ti avevo proprio visto; sai che hai un fratello davvero simpatico. -Oh, ma questo è il fratello di Inuyasha? -Si mamma, è proprio lui, solo che per qualche strano motivo è un cane anziché un demone. -Allora può rimanere in casa senza problemi. -Ma…ma… non avevi appena detto che gli animali grandi… -Facciamo un eccezione, dopotutto è un demone, senza contare che è tuo fratello. Inuyasha sbuffò, e si mise a giocare col gatto che era steso sul divano. -Sentiamo, come ti chiami, lo avrai un nome no. Oh che scemo, i cani non parlano. -Sesshomaru. -Come, chi ha parlato? Il nonno si guardava intorno cercando chi aveva parlato, visto che quella voce gli era nuova. -Ohoo, qui davanti a te. Mi hai chiesto il nome, è Sesshomaru, per lo meno quando avevo forma demoniaca. --Mamma mia! Un cane parlante… Ma è mitico! Kagome portalo a scuola e vedrai che figurone. Il vecchietto si alzò e andò via dalla stanza. -Tuo nonno è un po’ suonato. -Questa è la prima impressione che da a tutti. La stessa sera sia Soda che Kagome volevano il cane a dormire con se, dimenticandosi che non era proprio un cane, e che c’era anche Inuyasha. Alla fine stesso lui decise di andare a dormire sul divano mettendo fine alle liti, ed evitando che Inuyasha si lamentasse ancora. Il giorno dopo nessuno dei due andò a scuola, volevano solo giocare col cane, e perché era domenica. Soda gli aveva messo una corda al collo tipo collare, e lo aveva legato ad una carriola a quattro ruote. -Su cagnoline portami a fare un giro. -Ma sei scemo. Per cosa mi hai preso, per un cavallo forse? -Credevo ti divertisse. -Come se essere impiccati è divertente. Scioglimi questa corda se non vuoi che soffochi. -Padron Sesshomaru, padrone dove siete. -Ecco Soda, gioca con quel rompiscatole, sarà felice di portarti in giro legato ad una corda. Il cane corse verso Jaken, e gli fece sobbalzare dalla sorpresa. -AARGH! P..p.. padron S..S..Sesshomaru, c..cosa vi è successooo! -Troppo lungo da spiegarti, non capiresti. C’è anche Rin? -Si, la moccios, hem, la bambina mi ha seguito, ed è entrata in quella casa. Sesshomaru entrò e trovò Rin che chiacchierava e rideva col nonno di Kagome. -È davvero così imbranato, io credevo che i kappa fossero abbastanza precisi. -Anche se Jaken ci prova ad essere preciso, finisce sempre per combinare qualche guaio. Rin si girò verso la porta e vide il cane. -Signor Sesshomaru, allora è vero ciò che diceva questo vecchietto. Gli corse vicino e come avevano fatto tutti, gli arruffò il candido pelo. -Perché siete venuti? -Jaken vi ha aspettato al pozzo tutta la notte come avevate ordinato, poi stamattina non vedendovi tornare è voluto scendere anche lui. Pensava che vi fosse successo qualcosa di brutto. -Ma che secciaiolo! Ha solo pensieri maligni in teste. Entrò Jaken, e siccome aveva udito “maligni in testa”, si affrettò a documentarsi. -Chi padrone ha “maligni in testa”, e poi cosa maligno? -Conosco un cappa che pensa sempre male. -E chi sarebbe costui, posso dargli una lezione coi fiocchi. Sempre se il mio padrone me ne conceda l’onore. -Inizia a prenderti a schiaffi e pugni. Più ti fai male meglio è. -Ma padron Sesshomaru, cosa volete dire, non insinuate mica che io sono un mal pensante? -No Jaken calmati, non lo insinuo, lo confermo. -Ma..ma… padrone. -Basta. Fa cosa ti ho detto se non vuoi un morso.
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rika-chan1
flor97 - Voto:
lisiana
Far trasformare Kagome in un cane? nn lo so nemmeno io. fosre... XD
Ciao^^
inulovekagome4e - Voto:
ioamoimanga-it - Voto:
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