RISCOPERTA
- Capitolo 1° -
La lotta dei Draghi_ RISCOPERTA
Oggi è una giornata di pioggia, sono quattro giorni che piove qui in montagna e ancora non accenna a smettere –Ce l’hai l’ombrello oggi?- mi chiede una mia compagna mentre ci stiamo cambiando le scarpe a scuola
-Si, oggi si. Se era rimasto qui ce l’ho di sicuro!- le sorrido. Lo scorso pomeriggio, uscendo da scuola non pioveva più e mi ero dimenticata l’ombrello in classe così questa mattina ero senza e sono stata sotto il suo –Ok, allora ci vediamo lunedì?-
-Va bene, ciao Yu- le dico mentre mi allontano verso l’uscita
-Bye, bye Chihiro!-.
La strada è vuota e bagnata... cammino lungo la salita che porta verso casa mia. Sono qui da sette anni e ancora non riesco ad abituarmi a questa strada terribilmente in salita, o forse sono io che non voglio abituarmi a nulla di qui. Arrivo a casa infreddolita, le divise dei licei sono sempre con le gonne corte sia che faccia freddo, nevichi o l’asfalto si sciolga.
-Bentornata Chihiro, com’è andata a scuola?- mi chiede mia mamma dalla cucina, arriva un buon odore di pollo arrosto
-Bene mamma!- le rispondo togliendomi le scarpe
-Di sopra ti aspetta un regalino- mi dice affacciandosi al corridoio –Auguri!-. Rimango stupita... auguri?
Ah già che sciocca!! Oggi è il mio compleanno, con tutte le cose che avevo da studiare per scuola me ne sono completamente dimenticata. Non me lo faccio ripetere due volte e mi lancio su per le scale. Spalanco la porta di camera mia e vedo una cesta sul letto. Mi avvicino cautamente e mi sporgo a guardare dentro.
BAU!
Per lo spavento finisco a terra, dalla cesta intanto è apparso un piccolo cagnolino. E’ un cucciolo di pastore tedesco, una strana razza qui in Giappone, non molto diffusa, ma nemmeno rara. Mi riavvicino a lui e gli metto una mano sulla testina, non si ribella –Ehi! E tu chi sei?- gli chiedo con un sussurro. Mi guarda e scodinzola, ma non mi risponde –Che carino che sei... sei proprio tenero!- lo prendo in braccio e lui si accoccola tra le mie braccia –Benvenuto piccolino, questa sera ti facciamo una cuccia tutta per te ok? Vieni che ti faccio vedere la famiglia- e scendo al piano di sotto –Mamma, mamma!!-. In questo momento entra mio papà tutto bagnato –Papinooo!!!- gli corro incontro
-Oddio Chihiro, non ti avvicinare che sono zuppo-
-Grazie papà, grazie!- gli dico saltellandogli davanti dalla felicità
-Si, si... stai ferma un attimo. Auguri.. si, si è stupendo. Chihiro-
-Cosa papà?-
-Fammi cambiare- ride e poi sparisce in camera sua. Io torno nella mia –Dovrò darti un nome no?- chiedo al cucciolo –Non so come sceglierlo però... Che ore sono? Aaah! Sono già le tre! Devo subito mettermi a studiare! Il nome te lo cerchiamo questa sera va bene?-.
Apro la cartella e inizio a frugarci dentro per trovare il libro. So che potrei rilassarmi perchè domani è vacanza, ma preferisco liberarmi subito del peso dei compiti. Apro dei cassetti –Oh no! Dove l’ho messo quel fogliooo... era importante quello che c’era scritto sopra, se non lo trovo non so come fare a rintracciar e la formula per fisica- ma non lo trovo. Mi appoggio allo schienale della sedia e sospiro “Sono sempre così disordinata...” apro gli occhi e osservo la mia scrivania “Piena di cose... come se avesse tantissimi interessi, ma la verità è che non ne ho nemmeno uno. Potrei cogliere l’occasione e iniziare a leggere un po’ di libri sui cani di modo da sapere come trattare questo cucciolotto, ma ci mancano solo quelli a riempire il poco spazio che ho qui...
Nella vecchia casa avevo una stanza il doppio di questa, lì a Tokyo poi mi divertivo sempre tanto, perchè gli amici non avevano così tanti compiti per scuola da fare... sarà perchè eravamo ancora bambini ma io preferivo e preferisco ancora oggi la vita che facevo laggiù”. Qualcosa brilla leggermente, un luccichio debole, viola. Mi avvicino al cassetto e sposto dei fogli: un elastico per capelli fatto di perline viola.
Mi tornano alla mente delle figure che avevo tentato di dimenticare. Avevo passato tutto l’anno del mio arrivo qui a piangere e mentre i miei credevano che fosse stato per il trasloco io lo facevo perchè volevo tornare indietro... in quel tunnel nero e stretto. Ogni giorno vagavo per la foresta sotto casa mia per ritrovare la strada tra gli alberi che mi avrebbe condotto dai miei amici, ma non la trovai mai. Dopo mesi di angoscia mi guardai allo specchio un giorno e non mi riconobbi più... vedevo una bambina dagli occhi rossi e gonfi, il viso scuro, gli occhi vuoti, ma pieni di lacrime. Da quel giorno cambiai.
Presi tutto quello che mi ricordava quell’avventura e lo nascosi di modo da non vederlo più. Buttai la maglietta ei pantaloni, le scarpe e le calze. Nascosi l’elastico per capelli, smisi di farmi la coda e mi sforzai di non pensarci più. Per mesi mi allenai a dimenticare e alla fine ci riuscii, mi convinsi che era stato tutto un sogno e rimase nella mia mente solo come una breve gita in un prato dopo un tunnel. Dimenticai... crebbi... e ora sono passati 7 anni e in un cassetto ritrovo l’elastico.
“Il ricordo dei miei amici”. Dopo tanti anni mi tornano in mente quegli strani giorni, vissuti in un mondo incantato “Kamaji, Rin... la nonnina, il SenzaVolto...”
«Spero di rivederti presto Chihiro»
Il bigliettino che avevo ricevuto con il mazzo di fiori dagli amici di Tokyo. Ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Il cagnolino mi si avvicina e strofina il muso contro l’elastico, gli sorrido –Haku- sussurro –Il mio amico Haku- abbaia scodinzolando festoso –Vuoi chiamarti così? - guardo fuori dalla finestra con un velo di malinconia negli occhi “Mi aveva detto che sarebbe tornato... presto sarebbe tornato. Ma io non sono più a Tokyo, come posso sapere se è tornato davvero a scorrere il fiume?”.
Dopo pranzo Haku dorme al mio fianco perchè non vuole dormire nella sua coperta. Mentre lui è addormentato profondamente io non riesco a chiudere occhio e osservo il soffitto che deve essere sopra di me oltre l’oscurità della mia stanza “Il ricordo di tutti gli amici che avevo conosciuto non mi abbandona, non riesco a togliermelo dalla testa come una volta... è tornato” mi volto sul fianco e osservo l’elastico nella mia mano “Mi ero convinta che era stato un sogno... è stato un sogno non devo continuare a pensarci... non devo, non devo, non devo, non devo” osservo il luccichio dell’elastico nella mia mano, è vero. Lo sto toccando. Non posso negare la realtà “Rin sarà riuscita a prendere il treno? Kamaji come starà? E tutte quelle simpatiche pallette di fuliggine... le nonnine?
Come vorrei sapere che cosa è successo in tutti questi anni di assenza. Sette anni... mi pare che ne avessi dieci quando mi ritrovai sconvolta sulle sponde di un fiume a fregarmi le mani per non sparire... si, è stato il giorno che me ne andai, quando ricevetti quel biglietto, e il giorno prima di andarmene per sempre ricevetti questo elastico come regalo da parte dei miei amici...”
«Segui la strada che hai fatto per venire, ma mi devi promettere una cosa Chihiro... promettimi che non ti volterai mai indietro fino a quando non sarai arrivata dall’altra parte del tunnel»
“Cosa ne è stato di Haku... ? Haku... Haku sei tornato?” –Haku- sussurrò nel buio cercando di trattenere le lacrime “Non sono più una bambina: ho 17 anni... non devo piangere...” ma un singhiozzo mi scappa lo stesso e mi stringo al cuscino forte, forte per soffocare una nostalgia dolce quanto dolorosa... piango e penso che... vorrei andare a Tokyo.
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Cosa ne pensate del primo capitolo? Sto scrivendo il secondo vedrò quando sarà pronto... questo film (Spirited Away) mi è piaciuto così tanto che ho deciso di farci una ff... spero vi piaccia! Scrivetemi per dirmi cosa ne pensate!!!
Hutton86
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bedhness - Voto:
hiname-chan - Voto:
XD..
complimentoni x ff...