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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'ISOLA PROIBITA
Genere: Avventura, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: sailoryaoi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/08/2008 12:01:56 (ultimo inserimento: 10/12/08)

“Certo che la scuola è proprio una pacchia! Uno, poverino, malato deve preoccuparsi di studiare piuttosto che guarire? Non è possibile! Io direi di ab
 
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- Capitolo 1° -

“Certo che la scuola è proprio una pacchia! Uno, poverino, malato deve preoccuparsi di studiare piuttosto che guarire? Non è possibile! Io direi di abolirla!”.
Domenica mattina, ore 12:35, testa persa chissà dove in mezzo al libro di matematica, nella stanza regnava il caos più totale; neanche una mandria di bisonti sarebbe stata capace di mettere un disordine così. Ma a lei piaceva così, lei nelle confusione trovava pace… ovviamente prima che la mamma le dicesse di riordinare con ricatti del tipo: “se non metti a posto camera tua ti tolgo tutti i tuoi libri!” allora lei si dava da fare per salvare i suoi libri… sì. Perché le piaceva leggere rinunciava persino ad uscire pur di finire un capitolo.
“IRIS! C’è PRONTO!!” l’urlo della mamma svegliò la ragazza, che intanto si era addormentata nelle pagine del volume, passò per li bagno e si lavò le mani poi diritta in cucina: “Eccomi!” disse “Stai studiando?” domandò la madre dandole il pranzo “Si… sono brava.” “È questo che mi preoccupa.” Disse la madre con ironia, Iris consumò velocemente il pasto e tornò a studiare; per modo di dire… mise davanti il libro di matematica, sopra un romanzo che aveva appena cominciato in modo che se arrivava la mamma poteva nasconderlo veloce sotto quello di studio.
Iris grande amante dei romanzi, studiosa, quando vuole, conosciuta in tutta la scuola con lo pseudonimo di ‘biblioteca a due gambe’ per il fatto che aveva letto ogni libro della biblioteca scolastica… ragazza alta, capelli neri come la notte, occhi verdi e vispi e una grande, profonda voglia di conoscere il mondo.
La sera suo padre tornò a casa e subito si rintanò nel suo studio; come faceva ogni singola sera. La madre andò a letto, Iris rimase sulla terrazza dell’appartamento a fissare il vuoto: “Chissà se c’è qualcuno la… HEILA!! SENTITE!! C’è NESSUNO?!” ma ottenne solo il suo urlo di risposta; sconsolata salì nella sua camera e si addormentò dolcemente sul letto.
Se c’era qualcuno? Certo che si! E la stavano ascoltando, ma non da mondi ultraterreni ma dall’ ‘l’isola proibita’ così chiamata perché l’unica ancora staccata dal resto del mondo; uno stato fatto di regole rigidissime, con due paesi chiamati ‘villaggi’, governato da ninja: perfette macchine per uccidere… tutte queste cose si sanno perché uno di loro è riuscito a fuggire il maestro di arti marziali che insegna a Iris. Che ora è ricercato. L’anno osservata, sentita e ora la volevano per i loro affari: “Mi sembra sia abbastanza qualificata per venire qui.” Disse uno “Secondo me è solo una ragazzina inesperta senza ritegno” rispose un altro, poi ci fu un breve battibecco “Allora la finite! Sembrate due mocciosi!” “Si, signore.” Dissero all’unisono i due “Molto bene. Dobbiamo essere uniti, altrimenti l'altro villaggio potrebbe portarcela via… e noi non lo vogliamo vero?” questo era il capo villaggio di uno dei due. Nell’ ‘isola proibita’ c’era una guerra che durava da moltissimo tempo; probabilmente da quando essa fu fondata dai due clan capostipiti: il clan del fuoco e il clan dell’acqua, vivevano nella loro metà di isola ed è proibito avere qualsiasi tipo di contatto con il clan opposto; il capo villaggio del primo clan è buono, gentile e governava la sua metà di isola insegnando l’amore e il rispetto per la vita umana. Il capo villaggio del secondo clan invece è cattivo, sleale e crudele governa la sua metà di isola con una opprimente tirannia.
Mattina, classe 4E, banchi in posizione strategica per suggerire meglio, bigliettini fuori dal raggio d’azione della prof. e si aprono le danze! Due ore di verifica di matematica! Iris era di turno: doveva dare i biglietti a quello davanti “Guarda che sta arrivando.” Disse a bassa voce, troppo bassa perché il compagno la sentisse; difatti il foglietto rimbalzò sopra la sua schiena per poi finire a terra… la ‘vedetta’ (cioè Iris) mandò un segnale alla classe, due colpi di tosse per dire che un biglietto era fuori rotta… andava recuperato ma come? Iris provò ad allungarsi tendendo ogni singola fibra del suo corpo ma non ci avvivò. Doveva rifarlo. Si concentrò al massimo percependo anche il più lieve movimento, doveva essere silenziosa e, soprattutto, veloce, aprì gli occhi e si mosse.. 1′ e 21″ dall’isola la videro e il capo clan del villaggio del fuoco rimase estasiato; quando si sedette fece finta di niente e disse al compagno la risposta e in più “La prossima volta vedi di stare più attento.” Il capo clan disse “Saremo ben felici di accoglierla qui… dopotutto è quasi come noi, anche se è straniera.” Le sue parole sono dolci e di conforto (quelle dell’altro capo sembravano un trattore che si rifiutava di partire), ora dovevano convincerla a mollare tutto per abbracciare la loro causa “Non siamo neanche sicuri se verrà!” disse un uomo “Non preoccupatevi, verrà, verrà ne sono certo…” disse il capo clan guardando Iris nella bolla di chakra.
“Ma ti rendi conto che la prof poteva scoprirci?” Iris urlava per il corridoio durante l’intervallo, il compagno teneva la testa bassa sapeva che quando si arrabbiava non c’era niente che potesse calmarla. Tornata a casa mangiò con mamma poi si mise a lavorare al progetto scolastico di scienze…. “DRIIIN!” il campanello della porta suonò, il padre andò ad aprire due uomini in una strana divisa erano in piedi impettiti con lo sguardo fisso negli occhi del padre di Iris: “Buon giorno signore, cerchiamo Iris, ci risulta sia vostra figlia vero?” chiese educatamente uno “S-si è mia figlia… perché la cercate?” disse intimorito il padre “Possiamo parlarle?” chiese l’altro uomo; il padre li fece entrare e accomodare nella sala, poi andò da Iris la quale fu alquanto sorpresa di vedere il padre “Ti cercano due signori… vedi di essere educata.” Le disse andando di la… i due si alzarono quando furono arrivati poi il padre sbottò un flebile “Vi lascio soli.” E andò via; Iris era un po’ intimorita ma le avevano insegnato di restare calma “Prego sedetevi pure! E ditemi…” disse lei i due si sedettero e uno cominciò: ”Non essere spaventata dal nostro abbigliamento. Noi siamo una Sezione Speciale, come il vostro F.B.I., comunque tu sai cos’è l’‘isola proibita’?” domanda strana per lei “Si. Ma non posso dirvi chi me la detto.” Rispose secca “Lo sappiamo, quindi deduco che sei anche al corrente della guerra interna tra i due villaggi…” sapeva anche questo “Si. Vi prego di non fare giri di parole! Mi innervosiscono!” “Anche a me! Muoviti!” disse l’altro uomo “Si! Va bene! Il punto è questo: Vogliamo che tu venga con noi all’isola e ci aiutassi a sconfiggere il clan dell’acqua!” esordì tutto d’un fiato… Iris rimase muta, spaesata non sapeva che pesci prendere “Puoi… ripetere?” l’altro uomo che intanto si era alzano si girò e disse “Oh! Insomma! Vieni con noi si o no?” “Se fai così la terrorizzi di più!” poi si rivolse alla ragazza e in modo gentile le raccontò tutta la storia: ”Vedi Iris i clan dell’acqua e del fuoco hanno a capo due uomini, i quali però sono fratelli gemelli ma, si odiano; così decisero di dividere l’isola in due metà e fondarvi ognuno il proprio villaggio. Ma una notte un ninja del villaggio dell’acqua infranse le regole e venne nel nostro villaggio, uccise e poi si dileguò i nostri lo seguirono nell’altro villaggio e quando lo trovarono lui era morto… allora il capostipite dell’acqua ci dichiarò guerra perché avevamo infranto la regola.” Iris era tutta presa dal racconto e alla fine intervenne “Ma scusa fu uno di loro a entrare nel vostro territorio per primo! Perché l’acqua avrebbe…” “È proprio questo il punto!” disse l’altro sedendosi, doveva essere più anziano le sue ginocchia tremarono “Secondo il nostro capo quella di mandare dentro uno di loro fu solo una scusa… per poi dichiararci battaglia…” rimasero un po’ in silenzio, la mamma di Iris portò un te con biscotti intanto lei pensava “Una bella storia… come quella che adoro leggere ma questa è tremendamente reale! Ma loro cosa si aspettano da me?” “Voi cosa pensate che io possa fare?” “Il Consiglio ti ha osservata. E sa che tu sei seguita da un uomo del nostro villaggio, un traditore certo ma era fuggito per disperazione; la sua famiglia era una del massacro, lui ti ha insegnato quello che di solito si impara alla ‘cerchia dei piccoli ninja’, cioè come le vostre scuole…” “Io prendo semplicemente delle lezioni di arti marziali…” “Non interrompermi! Lui, anche se penso che l’abbia fatto inconsapevolmente, in qualche modo ti ha iniziata alle arti ninja e…” “Piano! Piano! Frena! State cercando di convincermi a venire con voi, combattere per la vostra causa di cui poco mi importa e anche DIVENTARE NINJA?!?” disse Iris urlando “Si” “Precisamente.” Risposero i due, non poteva crederci… “Mi serve tempo per…” “Si per decidere… Tra una settimana.” Poi scomparvero in una nuvola di fumo. Non ci poteva credere. Erano troppe le incognite, non ci poteva credere Iris.
Quella sera ebbe un sonno agitato, sia perché era turbata dalla visita sia perché si era dimenticata la finestra aperta e in pieno inverno! Arrivò la mamma e la svegliò gridando in piena notte: “Ma sei matta! C’è freddo!!” e chiuse il vetro, lei riprese sonno.
La colazione è come tutte, Iris uscì prima e decise di passare dal Maestro: il SUO Maestro. È un grande uomo, gentile e premuroso con lei che è la sua unica allieva… non riusciva a capire perché fosse l’unica ma ora le è chiaro il motivo: mica tutti potevano essere ninja! Quello che le preme di più è di scoprire perché glielo aveva tenuto nascosto. Arrivata. La casa del Maestro è una villetta con giardino sul retro molto graziosa: “Maestro? Maestro? È in casa?” effettivamente il cancelletto è aperto, Iris entrò, c’erano dei rumori nel giardino… la ragazza prese una delle armi del maestro e disse “Maestro! È un’altra prova?” se lo era fece quanto insegnatogli; cercò di concentrarsi respirando lentamente in modo da sentire solo il battito del suo cuore, si mosse piano ma non bastò………… la accerchiarono, erano avvolti in palandrane e con un arma identica alla sua: il kuna (un pugnale) “È la ragazza!” gridò uno “Prova ad attaccarla… vediamo come se la cava.” L’uomo di prima corse veloce verso di lei con il kuna stretto in mano, Iris era terrorizzata ma si riscosse appena lo vide correre… pronta! Ma in quel momento arrivarono i tipi di ieri, nella solita nuvola di fumo, uno contro l’altro tipo e l’altro a fianco a lei… “Cosa volevate fare a Iris?” “Toh! Guarda chi c’è! I rappresentanti della Sezione Speciale, che onore!” lo canzonò uno degli altri “Risparmiate l’umorismo! Piuttosto rispondete alla domanda.” Rispose quello accanto a Iris “Volevamo vedere quello di cui era capace la mocciosa!” disse l’uomo che correva “E un’altra cosa… che ci fate in casa di quest’uomo?” chiese la persona accanto a Iris “Lui? Siamo venuti a fargli una visitina…” rispose uno del cerchio, poi si spostarono e rivelarono il cadavere senza vita del Maestro, giaceva rivolto sulla schiena con gli occhi sbarrati in una espressione di dolore, Iris lanciò un urlo e l’uomo che era contro l’altro sussurrò “Maledetti!” la ragazza cadde sulle ginocchia piangendo allora uno disse “Ha! Ha! Ha! E questa sarebbe la grande combattente che vorrebbe il nostro capo? È solo una ragazzina lagnosa che…” non ebbe il tempo di finire perché Iris si era alzata e impugnava il kuna con sicurezza; aveva un aria minacciosa e tutti ne furono atterriti aveva le lacrime, aveva desiderio di vendetta, aveva la forza per vendicare il suo Maestro e lo fece…………… durò un paio di minuti: gli uomini che l’avevano accerchiata caddero e lei ansimante si rivolse agli altri due, anche loro esterrefatti per l’accaduto: “Questo… è quello che riesco a fare… ma non a controllarlo. Ci provo ma la rabbia vince… vi prego… aiutatemi.” E svenne…. “Cosa facciamo?” chiese il più giovane “La portiamo con noi… non può rimanere. È troppo pericolosa.” “Bene…” disse l’altro prendendola in braccio, scomparvero nella solita folata di fumo.
Bianco, candido bianco intorno a lei. Iris camminava in quel niveo candore e rivedeva il Maestro: “MAESTRO!?! Sono io Iris! Mi sente?” in lacrime gli corse in contro ma senza raggiungerlo…… stava sognando. Iris aprì gli occhi e vide il viso di un giovane uomo (non più di 20 anni) che le sorrise, ancora assonnata chiese “Dove mi trovo?” “In braccio a me!” rispose lui “Un momento… questa voce… MA CERTO! Siete voi! Che sollievo!” era talmente felice che fece un salto e causò la caduta del giovane uomo, “Si! Ho capito che sei contenta. Ma la prossima volta non cercare di spaccarmi un braccio…” disse lui “Ok! Scusa. Comunque cosa ci faccio qui?” “Ti stiamo postando via, siamo diretti al villaggio del fuoco; i tuoi genitori lo sanno. Ma sono altrettanto informati della forza che hai?” questo è il più anziano “No. Non sanno nulla, il Maestro non gliene ha voluto parlare.” Disse Iris rialzandosi “E ne comprendo i motivi…” fece l’altro “Mi spiegate cosa ho fatto?” parlò l’anziano, facendole cenno di muoversi “Appena ti sei alzata hai corso in contro a quelli e in pochi minuti li hai fatti fuori. Semplice.” “Si semplice! Per lui si! Non ci posso credere… ho ucciso…” pensava lei.
Alla sera arrivarono dalla nonna di Iris, lì c’erano i genitori che la salutarono prima di chiamare il taxi verso l’aeroporto il quale gli avrebbe portati fino a Seul in Corea da li poi avrebbero affittato una barca, per dopo arrivare nella parte sud dell’‘isola proibita’ nel villaggio del fuoco. “Vedi di comportarti degnamente. Non essere insistente o scortese.” Le disse il padre porgendole la mano “Stai attenta a non farti male, resta sempre accanto a questi signori…” le raccomandò la madre tra i singhiozzi “Certo! Ti prometto di tornare presto, intanto spolvera sempre i miei libri! Ciao mamma!” le disse abbracciandola “Papà… ciao.” I due si strinsero la mano; non aveva molta confidenza con lui praticamente era sempre via per lavoro e non dedicava tempo alla famiglia; “Ehm… non vorrei interrompere ma c’è quella cosa gialla li fuori che continua a fare rumore…” disse il giovane con timidezza Iris sorrise “Si chiama taxi!” varcarono la soglia di casa, e salirono in macchina il viaggio è appena cominciato.

 
Continua nel capitolo:


 
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