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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Shin Seiki Evangelion (Neon Genesis Evangelion)
Titolo Fanfic: BUONGIORNO MONDO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: monchiz galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/05/2002 19:04:12

fan fiction che si sviluppa dall`inizio dell`episodio 25 cinematografico... asuka\shinji o rei\shinji?
 
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- Capitolo 1° -

Buongiorno Mondo




NEO-TOKYO 3, Anno (…) 2015

Reparto di Neurologia, NERV, stanza 303.

Asuka giace su di un letto, in coma dopo lo scontro col 15° angelo, monitorata costantemente da molti apparecchi. Le gocce della flebo e il rumore dei monitor scandiscono il tempo nella camera, inondata dal solito, caldissimo sole di Neo-Tokyo 3. Affianco a Soryu, piangente c'è Shinji. È passato a farle visita, speranzoso di poter ricevere un aiuto ai suoi problemi, speranzoso che Asuka non fosse in coma, non lo fosse mai stata, speranzoso che non fosse mai successo niente. Il ricordo di Kaworu lo perseguitava. Aveva bisogno di un aiuto.


Shinji: “Asuka… Misato e Rei mi spaventano… aiutami, aiutami, Asuka.”

Asuka: “…”

Shinji: “… ehy, svegliati. Ehy… dai… svegliati… dai, dai! Asuka!”

Asuka: “…”

Shinji: “… aiutami… aiutami… aiutami! Chiamami stupido! Prendimi in giro
come fai sempre! Asuka!”

Asuka: “…”

Shinji: “… perché, Asuka? Perché?!”

Asuka: “…”


Shinji, scoppiato in lacrime, accarezza il volto del 2nd Children e ripensa a tutte le volte che lei l'aveva chiamato “stupido”, l'aveva preso in giro… l'aveva trattato male. Gli mancavano, quei momenti, gli mancavano tantissimo. Tanto, avrebbe voluto risentire quelle parole, risentire gli “insulti” di lei, tanto avrebbe voluto risentirsi chiamare “STUPIDO!”. Almeno una volta. Ancora una volta. Una sola. Ma questo non successe. Shinji se ne andò ancora più triste di quando era arrivato. Si sentiva in colpa per lo stato nel quale Asuka era ora ridotta. Si sentiva in colpa per non averle mai detto qualcosa di bello, di non averla mai aiutata, di non averle mai parlato come avrebbe tanto voluto. E ora aveva paura che fosse troppo tardi. Aveva paura lei se ne andasse per sempre, senza permettergli nemmeno di capirla.

Si avviò distrutto a casa di Misato, camminando a testa bassa per le strade di Neo-Tokyo 3, guardando con la coda dell’occhio la gente che passava indifferente ai suoi fianchi.


Shinji: "Asuka…”


Shinji pensava senza tregua a lei, a cosa stesse vedendo, sentendo, provando. Cercava di capire cosa fosse Asuka in quei momenti. La voce era rotta dal pianto anche nella sua mente: si sentiva piangere anche nei suoi pensieri. Arrivato a destinazione, passò la scheda magnetica nel lettore e la porta si aprì. Il frescore dell’aria casalinga lo assalì appena entrò. Come il piede destro avanzò nell’intento di sorpassare la soglia della porta, un flashback lo fece tornare ad un anno prima, quando si apprestava per la prima volta ad entrare nell’appartamento della giovane Katsuragi.

“Benvenuto a casa!”

La frase di Misato gli riecheggiava nelle orecchie. Accennò ad un sorriso. L’ambiente era semibuio, le tapparelle erano quasi abbassate, e l’ombra aveva conferito all’ambiente una temperatura umanamente accettabile.


“Sono a casa.”


Nessuno rispose. D’altronde non c’era nessuno ancora, Misato era alla NERV come al solito.


“As… “


Si fermò. Stava per chiamarla ancora. Non c’era niente da fare: non riusciva a capacitarsene. Tristemente gettò la tessera magnetica a terra e si avviò verso la sua stanza. Passando lesse il cartello sulla porta della stanza di Asuka. Nostalgia. Girò lo sguardo, lesse il suo, aprì la porta e, richiudendosela alle spalle, entrò; dirigendosi verso il letto. Nonostante l’orario alquanto insolito si mise a dormire, con il suo solito S-DAT acceso nelle orecchie; il volume era altissimo, quasi da ferirlo… non voleva sentirsi pensare… non voleva risentire ancora quella voce piangente nel suo cervello. La prima canzone finì e quel silenzio momentaneo gli fu fatale: si addormentò e cadde in un sonno profondissimo.


Shinji: “… dove mi trovo? Non… non capisco… c’è… c’è qualcuno? …”

<silenzio>


L’ambiente onirico era un avvolgente nero che circondava tutto e si estendeva all’infinito. Una insolita luce mattutina illuminava però Shinji; ma intorno… Nulla. La sua voce riecheggiava nel vuoto, facendolo sentire oppresso.


“Dove mi trovo?”


Continuava a chiedersi Shinji


Shinji: “È forse questo un sogno? … non riesco… non riesco a capire se è sogno o realtà… signorina Misato…? Vi prego rispondetemi!!!”

Rei: "Ikari”

Shinji: “Rei! Rei sei tu! Dove sei? Rispondi ti prego!”

Toji: “Ikari”

Shinji: “Suzuhara! Dove siete? Perché siete qui?!”

Kaworu: “Ikari”

Shinji: “… KAWORU! AIUTAMI ALMENO TU!”


Ma le voci rimanevano tali. Solo voci nel vuoto… non c’era ombra di persona.


Shinji: “Dove siete? Non lasciatemi solo! Non lasciatemi solo!”

Asuka: “STUPISHINJI!”


Ikari si svegliò di scatto, era sicuro di aver sentito la voce di Asuka. Ormai era sera fatta e la stanza era riempita da una semioscurità rilassante.


Misato: “Ikari… Shinji sei in casa? … Shinji!”

Shinji: “… s… sì, eccomi… sono… in camera mia…”


Si sentirono i passi del maggiore Katsuragi avvicinarsi alla stanza.


Misato: “Posso entrare, Shinji?”


Nessuna risposta. Comunque la signorina Misato entrò nella stanza del giovane Ikari. Aveva un’aria molto stanca… preoccupata…


Misato: “… sei stato da Asuka, non è vero?”

Shinji: “…”

Misato: “Non ci sono miglioramenti, giusto?”


Shinji scosse la testa… lentamente. Una lacrima solcò rapidamente la sua guancia destra. Misato se ne accorse e si sentì improvvisamente una stupida. Doveva immaginarlo di non dover toccare quel tasto.


Misato: “… mi dispiace, Shinji…”


Tentò di abbracciarlo, ma lui l’allontanò.


Shinji: “La prego, signorina Misato… mi lasci solo…”


La voce era sempre più corrotta dalle lacrime quando Misato si alzò annuendo e si avviò lentamente verso la porta della camera; la aprì, guardò indietro verso Ikari e la richiuse dolcemente, guardandolo fino all’ultimo istante. Shinji non resse più, si girò verso il suo cuscino ed iniziò a piangere. Misato era appena fuori la porta e, sentendo Shinji piangere si coprì gli occhi con la mano sinistra, cercando di trattenersi anche lei le lacrime che sarebbero venute fuori inesorabilmente a pochi minuti di distanza. Si sedette alla sua scrivania, circondata dal solito disordine. La foto di Kaji le diede il colpo di grazia. Shinji per fortuna non poteva udire il pianto di Misato, altrimenti sarebbe andato ancora più in depressione. Pen² girava affamato per la casa, senza capire cosa stesse succedendo; alla fine si ritirò seccato nel suo ‘appartamento’… aveva intuito che, quella sera, non avrebbe toccato cibo. Pace.

La notte non fu una delle migliori per entrambi (anzi, a dire il vero nemmeno Pen² dormì bene a stomaco vuoto) e la mattina dopo, quando Shinji si alzò per preparare la colazione, trovò Misato già in piedi, vestita e stranamente sobria. Non aveva toccato nemmeno una birra Yebitsu quella mattina. Doveva stare veramente male, pensò Shinji. Anche lui, comunque disse solo

“Buongiorno”

Con una voce tutt’altro che allegra. Misato di tutta risposta provò un sorriso. Fallì. Si avviò verso la porta, barcollante per il mal di testa maturato nella notte passata in bianco. Si girò verso Shinji che era ancora al tavolo.

“… faccio tardi, stasera; la cena è in frigo devi solo scaldarla.”

“… Shinji …”

Shinji alzò lo sguardo annuendo.

Misato: “…”

E chiuse la porta alle sue spalle. Sapeva che anche oggi, Shinji sarebbe tornato da Asuka, ma non aveva il coraggio di impedirglielo, pur sapendo che avrebbe solo peggiorato la sua situazione (già alquanto instabile) mentale.


Shinji: “Sì.”


E si avviò verso la sua stanza. Nel frattempo alla NERV…


Gendo: “Fuyutsuki, libera la dottoressa Akagi e falla portare qui da me.”

Kozo: “…? … bene.”

Gendo (Pensando): “Il Third-Impact è fallito. La Lancea Longinus è in orbita satellitare. La SEELE non è contenta. Un children è in coma. L’altro è come se non esistesse. Lilith ha rigenerato le sue gambe. Non c’è più tempo. Rei; Ora tutto si basa su te.”


Nel frattempo, un agente della NERV si avvicinava alla cella dove la dottoressa Akagi era custodita.


Agente: “Dottoressa Akagi, la sua detenzione è stata sospesa dal capo supremo Ikari, è libera.”

Ritsuko (Pensando): “’Capo Supremo’. Che idiozia. Hai ancora bisogno di me, Ikari?”


Rei Ayanami era nella sua abitazione decrepita. Se non altro l’autodistruzione dell’EVA-00 aveva portato gli operai a dimenticare per un po’ di tempo il loro lavoro e quindi finalmente c’era del silenzio. Silenzio che Ayanami apprezzava molto. Stesa sul suo letto, pensava, fissando il soffitto.


“La Terza…”

Pensava.

“Io sono la Terza.”

“Sarò anche l’ultima…”

“… o no…”


Chiuse gli occhi; si girò sul lato sinistro e portò le ginocchia al petto. Tutt’ad un tratto sentiva freddo. Freddo dentro, freddo nelle ossa. Aprì gli occhi ancora una volta, per portare il suo sguardo fuori dalla finestra. Il cielo azzurro e senza nuvole faceva intendere che non era la temperatura dell’ambiente il suo problema. Era un freddo che veniva dall’interno della sua Anima. Già… quell’Anima fasulla… lei sapeva di non appartenere a quel corpo… lei sapeva di… non essere lei. Sapeva che era solo frutto di uno spietato clonaggio. Sapeva di non avere una sua Anima. Sapeva di non avere niente nella vita. Avrebbe voluto almeno averla, quella vita; ma nemmeno questo le apparteneva. Rei non aveva niente, nemmeno la sua vita. Il freddo aumentò. Si sentiva sola. Sola di una solitudine essenziale, una solitudine incolmabile… portava con se la solitudine delle altre Rei che l’avevano preceduta… portava anche i loro mali, le loro angosce, i loro dolori eterni. Tutte cose che lei percepiva solamente, non riusciva a focalizzare gli avvenimenti. Era tutto così confuso nella sua mente… con molta calma, trasse un respiro profondissimo… mentre inspirava le tornavano a mente le immagini di Ikari piangente, Kaworu che le diceva


“Siamo proprio uguali io e te”


Pensando a ciò si sentì ancora più sola. Decise di dormire. Occhi chiusi. Respiro lento. Braccia di Morpheo.


Rei III: “…”

Rei II: “…”

Rei I: “…”

Rei I+II: “Hai intenzione di ignorarci ancora a lungo?”

Rei III: “Chi siete, voi?”

Rei I: “Noi siamo te”

Rei III: “…e chi sono, io?”

Rei II: “Tu sei noi”

Rei III: “Siamo tutte la stessa persona?”

Rei I: “No, siamo tre persone ugualmente distinte l’una dall’altra”

Rei III: “Non capisco…”

Rei II: “Non vuoi capire.”

Rei I: “Hai paura di capire.”

Rei III: “…”

Rei II: “Perché ti ostini a non voler capire? Siamo tutte la stessa persona, tu stai vivendo una vita che ci appartiene”

Rei I: “Appartiene anche a noi”

Rei II: “E tu non puoi ignorarci”

Rei III: “Cosa volete da me?”

Rei I: “Vivi”

Rei II: “Vivi quel che noi non abbiamo avuto il tempo di vivere, prima che sia troppo tardi anche per te”

Rei I “…prima che sia troppo tardi”

“…troppo tardi… troppo tardi… troppo tardi… troppo tardi… VIVI!”


A quel urlo Rei si svegliò di scatto


“VIVI!
VIVI!
VIVI!
VIVI!
VIVI!
VIVI!
VIVI!
Vivi!
vivi!
.ivi!
..vi!
...i!
...”

<silenzio>

Rei: “ - “


Sospirò. Era piena notte e il sonno le era passato del tutto. Accese la luce, prese un libro e iniziò a leggere.
Nel frattempo, Shinji non riusciva a prendere sonno. Era di nuovo stato da Asuka, l’aveva di nuovo vista in quelle condizioni pietose. Stavolta, le lacrime non uscivano e non capiva perché.


“Proprio come quando pensavo che Rei fosse morta… perché… perché mi sento così triste e non riesco a sfogarmi? Ne avrei bisogno ma… non ci riesco…”

“Non piangere… non ne hai motivo”


Gli parve di sentire una voce femminile…


“Mamma!”

Yui: “Non piangere Shinji, non devi”

Shinji: “Perchè non riesco a vederti? Dove sei? Mamma…!”

Yui: “…”


E come venne, la voce sparì nel nulla.


“Mamma…” Pensò Shinji.

“Mi sento tanto solo…” e si addormentò.


Dormendo, tornò in quell’incubo… quel buio pesante… avvolgente… che lo stringeva e lo opprimeva come l’ultima volta…


Shinji: “NO! BASTA! NON VOGLIO!”

Rei: “Ikari”

Shinji: “NO! NO! No! No… per favore no!”


Scoppiò in lacrime nel sogno.


Rei: “Ikari perché piangi?”

Shinji: “…”

Rei: “Ikari perché piangi?”

Shinji: “Perché… perché mi sento solo… non voglio stare qui… non voglio!”

Rei: “Calmati, non sei solo… ci sono io.”

Shinji: “… ma tu…”

Rei: “Io sono la tua Rei, sono la Rei che vive dentro di te…”

Shinji: “…”

Misato: “Io sono la tua Misato, sono la Misato che vive dentro di te…”

Shinji: “…”

Asuka: “Io sono la tua Asuka, sono la Asuka che vive dentro di te…”

Shinji: “Asuka!”

Asuka: “Di cosa hai paura, Shinji?”

Shinji: “Io… io qui… io qui mi sento solo… io non voglio stare qui!”

Rei: “Perché non vuoi stare qui, Ikari?”

Shinji: “Perché mi sento solo!”

Misato: “Ma ci siamo tutte noi con te”

Shinji: “NON È VERO! Voi siete solo fasulle! Siete delle mie immaginazioni!”

Asuka: “Sei tu che ci hai create”

Shinji: “NO! NO! NO! Io non voglio! Voglio andare via da qui! ORA!”


Misato: “Shinji! Che succede?!”

Shinji: “… … …”


Svegliatosi di soprassalto, Misato era accorsa nella camera di Ikari, spaventata dalle urla.


Misato: “Cosa hai Shinji? Perché vuoi andare via di qui? Cosa… cosa ti succede?”

Shinji: “… Misato… … niente… u… un… un incubo.”

Misato: “… uff. Tutto bene, ora? Ti serve qualcosa…?”

Shinji: “… devo bere… faccio da solo… lei torni pure a letto… grazie di tutto”

Misato: “Shinji…”


Shinji, alzatosi si dirige verso il lavandino della cucina, stando attento a non urtare nulla nel buio. Prende un bicchiere, lo riempie dal rubinetto, lo beve e si ferma con il bicchiere vuoto in mano.


“Ikari”


Gli ritornavano in mente le voci della notte prima.


“Ikari”

“Ikari”

“Ikari”


Il bicchiere gli tremava in mano


“VIVI!”


Cadde a terra. Scatto. Dietro-front, scarpe, porta, fuori di qui; e in fretta.


Misato: “Shinji! È notte fonda! Dove stai andando?! Shinji!”


Il ragazzo già correva veloce per il pianerottolo e subito dopo giù per le scale. Correva, correva rabbioso verso il quartier generale della NERV, correva più forte che potesse, incurante dell’affanno e della stanchezza che lo pervadeva. Lo raggiunse Misato in auto, anche lei in tenuta da notte.


Misato: “Shinji… dove stai andando? Torniamo a casa”

Shinji: “No Misato! Io devo vederla! Io devo vederla!”

Misato: “…”


Ancora a motore acceso, Katsuragi aprì la portiera a Shinji, invitandolo ad entrare.


Misato: “Entra, ti accompagno io”


Shinji salì a bordo e la signorina Misato partì a razzo verso la NERV. Giunta all’ospedale (senza perdersi, stranamente), lasciò Shinji all’entrata. Shinji ringraziò e pregò il maggiore Katsuragi di tornare a casa e di riposarsi almeno un po’.


Misato: “… ci vediamo a casa, Shinji”


Sorriso. Portiera aperta. Entrare. Portiera chiusa. Chiave nel pannello. Via.


Shinji: “… arrivederci …”

<Rei II: “Arrivederci”>

Shinji: “… Rei…”


Guardò l’entrata. Doveva farlo. Non resisteva più. Partì spedito verso l’ascensore e premette il pulsante 3. Mentre il mezzo saliva, il suo cuore batteva sempre più rapidamente, sempre più incessantemente voleva raggiungerla, furono 20 secondi lunghissimi per lui e al suono dell’apertura delle porte ebbe un tonfo al cuore. Era fermo sulla soglia. Mosse il piede destro. Ok.


“Benvenuto a casa”


Ding. Le porte si richiusero dietro di lui. Un lungo corridoio lo separava dalla stanza di Asuka. Dalle finestre poste alla sua sinistra poteva osservare il GEO-Front in versione notturna e vide passare il convoglio dove sicuramente, Misato e la sua macchina, stavano tornando a casa.


“Grazie ancora” pensò.


Fece pochi passi. Pochi metri. Eccola. 3-0-3. Bussò.


“Che idiota.” Si disse da solo.


Trattenne il respiro, girò la maniglia ed aprì la porta.
Vide Asuka, distesa sul letto, esattamente come la mattina stessa. Ancora lacrime. Sperava di trovarla sveglia… oppure sperava che stesse semplicemente dormendo. Avrebbe ringraziato il cielo di sentirsi chiamare da Asuka “stupido maniaco pervertito” per essere entrato nella sua camera. Dio quando avrebbe voluto.

<silenzio>

Si sedette sul suo letto, ancora in attesa degli insulti. Una lacrima. Poi un’altra. E un’altra ancora. Si distese sul letto, ponendo il suo braccio destro intorno alla vita di Soryu e cominciò a piangere tantissimo, come mai aveva fatto, ma lo faceva in silenzio per paura di infastidire Asuka. Poteva sentire i suoi capelli sfiorargli il mento e il suo braccio sollevarsi delicatamente ad ogni respiro di lei. La strinse a se. Si addormentò.


Rei II: “Non sei solo, Ikari”

Rei I: “Non sei solo, Ikari”

Rei III: “Ikari ti voglio bene”

Misato: “Shinji ti voglio bene”

Hikari: “Ikari ti voglio bene”

Kaworu: “Shinji ti voglio bene”

Yui: “Shinji ti voglio bene”

Ritsuko: “Ikari ti voglio bene”

Toji: “Ikari ti voglio bene”

Kensuke: “Ikari ti voglio bene”

Shinji: “Ikari ti odio”


Sveglia, sudore, cuore velocissimo. Asuka nella notte si era girata e ora gli dava la faccia. La stessa posizione di quando gli si mise a dormire nel letto. Quanto avrebbe voluto baciarla. Avvicinò le labbra. Non ce la fece; la baciò sulla fronte.

“Asuka ti voglio bene”

La bocca di Asuka si mosse, esattamente come l’altra volta.
Una lacrima uscì dai suoi occhi, esattamente come l’altra volta.
Chiamò qualcuno, esattamente come l’altra volta.

“Shinji”

Shinji rimase di sasso. Non era convinto di aver sentito bene. Il cuore ora gli andava ancora più velocemente. E come l’altra volta lo ripeté.

“Shinji”

Ora aveva sentito perfettamente. Di nuovo, la strinse a se, abbracciandola fortissimo. Era quasi mattina e il sole cominciava a sorgere.

“Vedrai Asuka, riuscirò a dirti le parole che non sono mai stato capace di dirti”

Le disse all’orecchio, lei inspirò. Lui anche. Di nuovo dormiente.

Dopo poche ore si svegliò e la prima cosa che fece fu guardare di nuovo Asuka. Stavolta sembrava sorridesse.


“Impossibile” pensò Shinji.


Sorrise lui. Un’ondata di ottimismo lo pervase tutto d’un tratto. Aveva voglia… voglia di… vivere. Era ancora in pigiama dalla sera prima. Chiamò Misato per avvertirla di portargli qualcosa da mettere quando sarebbe arrivata alla base. Misato fu contenta di sentirlo, ma lo fu ancora di più sentendolo relativamente sereno. Si girò ancora verso Asuka. La guardò dolcemente. Uno sguardo che le prometteva tutta la comprensione e l’affetto del mondo. Sorrise. Pose la sua mano sulla maniglia della porta, e la tirò dolcemente a sé. Ora aveva la targa 303 davanti agli occhi. Riusciva quasi a specchiarcisi.

Si girò. Giù le luci.
Testa dritta. Silenzio in sala.
Piede destro: avanti. Si va in scena.

“Shinji-01: Lift Off” pensò. Rise. Probabilmente la notte gli aveva fatto male.

Si avviò verso gli spogliatoi, entrò, dirigendosi verso il suo armadietto. La coda dell’occhio destro passò in rassegna le targhette.

“Nagisa Kaworu”
“Suzuhara Toji”

“Grazie ragazzi. Non vi dimenticherò.” disse.

Prese il suo Plug-Suit e iniziò a guardarlo. Ricordò di quando lo mise con tanto odio la prima volta… e con quanto altrettanto odio l’ultima. Ricordò quanto avesse sofferto e quante persone aveva fatto soffrire. Ricordò il sacrificio di Toji. Quello di Kaworu. Si. Non poteva dimenticarli. Anche Kaworu si era lasciato uccidere per il bene di tutta l’umanità, quindi anche per lui.


“Vivi anche per me, Shinji” sembrava gli dicesse.

“Si Kaworu. Si, amico mio.” Disse.


Quando Misato arrivò con i vestiti, Shinji fu veramente felice di potersi cambiare un attimo di abiti.


Misato: “Mossa furba uscire in pigiama. Complimenti!” rideva.


Shinji divenne un attimo rosso, poi scappò a cambiarsi. Mentre si sfilava la maglietta sentiva ancora i lunghi capelli di Asuka che gli sfioravano il mento e le labbra. La sentiva ancora lì, abbracciata a lui. Uscì vestito di tutto punto e Misato gli chiese come fosse andata questa notte.


“Meravigliosamente” rispose Shinji. Era sereno e si vedeva.


Si avviarono alla mensa per fare colazione. Ancora stordito per la strana nottata, ripensava a quel che aveva provato.


“Amore? … Affetto? … Tenerezza? … Pietà? … Bisogno? … niente di tutto questo. Asuka… dimmelo tu ti prego”


Alla mensa trovarono anche Rei, la quale era li da molto prima di loro. La dottoressa Akagi l’aveva chiamata all’alba con urgenza, qualcosa a che fare con i Dummy Plug. Ancora. Dannazione. Rei non si ribella mai, e non si ribellò nemmeno quella volta.


Shinji: “Buongiorno Rei”

Rei: “Buongiorno Ikari. Buongiorno maggiore Katsuragi”

Misato: “Buongiorno a te, Rei. Cosa ci fai qui? È ancora molto presto e non abbiamo test programmati per oggi”

Rei: “La dottoressa Akagi Ritsuko aveva bisogno di me.”

Misato: “Oh. Vuoi fare colazione con noi?”

Rei: “Non ne ho bisogno, ho già fatto. La ringrazio.”


Si alzò e andò verso l’uscita.


Rei: “Arrivederci.”


Uscita.

Shinji rimaneva sempre immobile ad ammirare quella strana ragazza, così misteriosa e complicata. Non capiva perché ma era fortemente attratto da lei. Anche solo per capire cosa pensasse… perché fosse così strana. Non riusciva a spiegarselo. Gli ritornò in mente il concetto del Dummy System. Cristo. Gli passò la fame.


“Quello non conta! È pur sempre un essere umano!” pensava.


Aveva tanta paura di sbagliarsi.


“Ayanami… cosa sei, tu?”

Misato: “Shinji, tutto bene?”

Shinji: “… sì, sì. Mi scusi non ho più fame… scusi”


E uscì. Fuori vide Ayanami che si avviava verso l’uscita della base. La raggiunse correndo.


Shinji: “AYANAMI! ASPETTA!”


Rei si girò lentamente quando sentì urlare il suo nome. Shinji arrivò trafelato ed affannato. Cercava di parlarle ma non aveva il fiato. Rei si girò e fece per andarsene di nuovo.


Shinji: “Aspetta!”


Si fermò di nuovo. Stavolta parlò.


Rei: “Cosa c’è, Ikari?”


La freddezza colpì Shinji, il quale si sentì ancora più in imbarazzo, come se non lo fosse già abbastanza.


Shinji: “… Rei… senti…”

Rei: “…”

Shinji: “… Rei tu… p… perché sei sempre così… così strana… perché non cerchi di essere più umana… perché… i tuoi occhi sono sempre tristi… Ayanami… io… …”


Le parole gli si fermarono in gola. Rei sbatté le palpebre. Si avvicinò a Shinji. Lo abbracciò. Assurdo. Shinji non capiva più niente; mosse le braccia, e fece presa anche lui.


Rei: “Shinji io non so; non saprò mai come comportarmi in queste situazioni. E tu sai il perché. L’unica cosa che mi viene da fare e mi sembra giusta fare è questa. Ti prego, non preoccuparti per me. Io sono destinata a…”


Shinji la interruppe.


Shinji: “NO! No. Rei… tu non devi. Io… io… …” - vivi - “io…” - VIVI - “…” - VIVI - “…ti voglio bene e non sopporto vederti così!”


Rei sembrò turbata. “Ti voglio bene” non gliel’aveva mai detto nemmeno Gendo. Nessuno. Nessuno al mondo. Gli occhi le divennero lucidi, scese una lacrima.


“Sono Io che sto piangendo… ancora… ancora una volta! …” pensava. Poi, improvvisamente, un flash le attraversò la mente.


[ una buia stanza in un sotterraneo ]

[ molti camici bianchi intorno a lei ]

[ Gendo Ikari senza barba ]

[ Naoko Akagi ]

[ smarrimento ]

[ due mani intorno al suo collo ]

[ <silenzio> ]

[ l’EVA-00 ]

[ il Berserk ]

[ l’EVA-01 ]

[ il Terzo Angelo ]

[ le mani di Shinji ]

[ la guancia di Shinji ]

[ il sorriso di Shinji ]

[ il suo sorriso ]

[ il suo sacrificio ]

[ le sue lacrime ]

[ il suo desiderio ]


Lacrime. Un abbraccio. Un bacio.


Rei I+II: “Vivi anche per noi, Rei”


Rei annuì: aveva capito.


Rei: “Shinji… ho capito… vivi, Shinji, VIVI”


Shinji si distaccò, la guardò ancora con un’espressione di gratitudine. Quasi commosso. L’abbracciò ancora. Fortissimo. La guardò in quegli occhi stupendi, umidi per le lacrime. Gliene asciugò una con il pollice. Lei. Quel sorriso. Ancora una volta. Shinji capì tutto. E lei lo aiutò a capire meglio.


Rei: “Shinji, vai da lei; stalle vicino”


Shinji, contento di aver capito bene fin dall’inizio, sorrise, la baciò di nuovo, si girò e andò via. Le loro mani si lasciarono a difficoltà.

Corri Shinji, corri.

Ascensore, cuore a mille.

300.

301.

302.

303.

letto vuoto.

Un brivido di paura attraversò Shinji per la schiena. La visione orribile della morte di Asuka si materializzò davanti ai suoi occhi. Cadde in ginocchio a terra. Piangendo dava dei violenti pugni sul pavimento. Si stava maledicendo in tutti i modi e in tutte le cose.


Shinji: “TE L’AVEVO PROMESSO! TI AVEVO PROMESSO CHE TI AVREI DETTO TUTTO! NON DOVEVI ANDARTENE! ASUKA! ASUKA!”

“STUPISHINJI”


Shinji, pietrificato, piegato in 2 sul pavimento, con i pugni ancora sulla moquette, si girò.


“STUPISHINJI che fai lì per terra?”


Aveva paura di vedere. Si girò ad occhi chiusi. Li aprì. Li richiuse. Cadde a terra. Di nuovo buio in sala.

Si riprese qualche manciata di minuti dopo, con la testa sulle gambe di Asuka.


Asuka: “Stupi-Shinji, mi devi sempre far spaventare”


Parlava con un sorriso e una felicità del cuore mai vista…


Shinji: “… Asuka… s… sei tu… …”

Asuka: “Certo che sono io! Asuka Soryu Langley!”


Shinji, di nuovo in lacrime, si alzò lentamente dalla posizione distesa cui era e, lentamente si avvicino a Soryu. La strinse tra le braccia, lei fece lo stesso. Seduti sulla moquette, abbracciati. Non desideravano altro. Lei si staccò con dolcezza.


Asuka: “… grazie, Shinji”


E gli diede un bacio sulla fronte. Shinji si sentì come mai si era sentito prima.


Asuka: “Grazie davvero, mi sentivo molto sola, quella notte. Grazie.”

Shinji: “… ecco… io… …”

Asuka: “… Stupi-Shinji che non sei altro!”


La mano di Asuka si aprì, l’indice e il pollice assunsero una forma che ricordava una pinza, e velocemente si andarono a piazzare sul naso di Shinji, chiudendogli le narici con una dolce pressione; un movimento fulmineo ed ecco di nuovo le labbra di Soryu sulle sue; questa volta, senza gargarismi dopo.


Mano sulla maniglia;

Girare;

Uscire.


Shinji: “Tutto bene, ora?”

Asuka: “Sì.”


Piede destro avanti.

Buongiorno Mondo.







(Continua…?)
 
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