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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Basil L'Investigatopo
Titolo Fanfic: FOREVER IN MY HEART- LA STRADA PER BAKER STREET
Genere: Sentimentale, Romantico, Giallo, Azione, Avventura, Drammatico, Poesia, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: kuda76 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/07/2008 12:18:02 (ultimo inserimento: 31/07/08)

Allora!!! Questo è il primo episodio della mia primissima trilogia...Basil di Baker Street vedrà la sua vita cambiare da un giorno all'altro...
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Ciao ragassuoli di Manga.it, sono tornataaaaa!!!
Beh, beh, che posso dire…lo so che in teoria non dovrei permettermi di cominciare a scrivere altre fanfiction, considerato il mio (solito) ritardo mostruoso nell’aggiornare le altre (ce ne sono alcune che sono ferme da anni…dovrei proprio vergognarmi, ehehe…^^’’’’’)
Comunque, mi è appena venuta un’altra idea malata, e così…comincio a scrivere!!
Allora, immagino che tutti voi abbiate presente i cartoni animati della Walt Disney…beh, chi non ce li ha presente? In ogni caso, l’altra sera mi sono rimessa a guardarne uno, uno per dire che è stato fra i protagonisti della mia infanzia…quello di nientepopodimenoche…BASIL L’INVESTIGATOPO!!!!
Sì, vabbé, lo so, è una scemenza…ma siccome i miei cari lettori ormai dovrebbero sapere che sono malata di mente…
Ora, tutti voi penserete che si tratta di una fanfiction comica…invece no!!!

Tutti: COOOSAAAA?!?! O__________o
Kuda: Se mi fate finire di parlare, magari…

Come dicevo prima che QUALCUNO mi interrompesse, ho rivisto questo benedetto cartone animato (assolutamente TROOOPPO carino) e mi è venuta in mente un’idea per una bella ficcina…come nel mio stile, una bella OC!!! Lo so, sono monotona, ma la mia dannata mente bacata è sempre a ruotare intorno a queste cose, avrò concepito millemila personaggi nuovi da inserire in storie già inventate, nel corso degli anni…

Flamia: Ecco, mo’ parli come se fossi Matusalemme…

Kuda si toglie la barba lunga un chilometro che aveva indossato, getta via il bastone e comincia a sbraitare

Kuda: SENTI, SCIMUNITA, TANTO PER COMINCIARE, UN PO’ DI RISPETTO PER LE PERSONE ANZIANE!!!!! (o.O nd Flamia) E POI, SE IO SONO VECCHIA, PENSA UN PO’ A QUANTI ANNI AVRAI TU, VISTO CHE SEI LA MAGGIORE!!!!
Flamia: ……………..vieni, sorellina, ti porto all’ospedale
Kuda: ‘STU CAZZ!!!!! Devo finire l’introduzione!!!
Flamia: Sì, va bene, scimmia, però poi ti porto all’ospedale!!
Kuda: ‘STU RICAZZ!!!! Poi devo cominciare il primo capitolo!! (anzi, il prologo!!! >.<)
Flamia: Ok, fai pure il tuo cazz…ehm, il tuo amorevole prologo, poi però andiamo all’ospedale!
Kuda: NO!!! Poi c’ho da guardare Saiyuki in televisione!!!
Flamia: Ti compro venti gelaterie
Kuda: ….Ok!!!! ^.^
Flamia: Quello che si dice il cervello di un primate
Kuda: Che hai detto, Flamiuska?
Flamia: Stavo riflettendo sul significato della vita
Kuda: E cosa ne hai dedotto?
Flamia: Che io dovrei essere la regina del mondo e che tu sei una scimmia mangiona
Kuda: E tu sei una grassona
Flamia: E tu hai il cervello di un tacchino!!
Kuda: E tu hai il fiato che puzza!!!
Flamia: E tu sei strabica!! >.<
Kuda: E tu sei schizofrenica!!
Flamia: E tu c’hai il marito ciospo!! (Vegeta di Dragon Ball, per chi non lo sapesse…U.U nd Flamia)
Kuda: E tu c’hai il marito pisello primavera!!! (Piccolo di Dragon Ball, per chi non lo sapesse…U.U nd Kuda)
Flamia: Il tuo è più tappo di Brunetta!!
Kuda: Il tuo sembra una delle Torri Gemelle!! E poi che ha, c’ha sempre la nausea?!? (è verde…U.U nd Kuda)
Flamia: IL TUO VEGETA È STEMPIATO!!! >_______<
Kuda: IL TUO PICCOLO È DIRETTAMENTE CALVO!!!! >_________< (questa me l’hai fregata….>___< #### nd Flamia Gne, gne, gne U.U nd Kuda)
Flamia: Rincoglionita!!
Kuda: Frignona!!
Flamia: Rompicoglioni!!
Kuda: Megalomane!!
Flamia: Ciacciona!!! (Ficcanaso, in toscano…nd Kuda)
Kuda: Pervertita!!
Flamia: Baffona!!!! >.<

Kuda inorridisce

Kuda: A ME?!? >___________< #######
Flamia: A te
Kuda: …che sei l’unica al mondo, l’unica ragione, per arrivare fino in fondo, ad ogni mio respiro…
Flamia: Risparmia almeno Jovanotti, per favore
Kuda: E tu, invece, lo sai che cosa sei?! Eh?!?! Lo sai?!?!
Flamia: Sono l’imperatrice dell’universo, chiaro
Kuda: SEI UNA CIUFFONA BARACCONA BIGOTTOSA!!!!! (O_____________________________________________________________o nd Tutti)

Flamia inorridisce

Flamia: A ME?!?!
Kuda: A te…che sei il mio grande amore, ed il mio amore grande…
Tutti: BASTA CON ‘STO JOVANOTTI!!!!!
Kuda: Va bene, se non vi piace ‘A te’, bastava dirlo…TANTO, TANTO, TANTO, TANTO, TANTO…
Tutti: SMETTI DI CANTAREEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!
Flamia. Va bene, vuoi la guerra?!? E allora…GUERRA SIA!!!

Flamia e Kuda cominciano a combattere con un paio di spadone laser, direttamente fregate a quelli di ‘Star Wars’, mentre gli altri fanno il tifo
Improvvisamente, dai camerini degli attori cominciano a manifestarsi dei piccoli imprevisti…

Basil esce dai camerini con la sua fighissima vestaglia rosso scuro (che gli sta da Dio, porca maiala!!!! >//////< nd Kuda ……ti piace un topo?!?!? >_________< #### nd Flamia Ma a te che ti frega!!!!! >/////////////////////////< e comunque, anche te dici sempre che Rattigan ha fascino!!!! nd Kuda Sì, ma io non ci faccio sopra le fantasie erotiche…U.U nd Flamia TU FAI DELLE FANTASIE EROTICHE SU UN TOPOOOOO?!?!?! *gelos* *gelos* DIMMI DOV’È, ‘STO SORCIO MALEDETTO, CHE LO SCHIACCIO COME NIENTE, ‘STO BASTARDO CHE MI FREGA LA MOGLIE!!!!!!!!!! >_________________________< #################### nd Vegeta Non ascoltare quella stronza di tua cognata, Veggy, per me esisti solo tu!!! Poi c’è tutto il mio harem, ma vabbè…’nsomma…<.<’’’’ non stiamo a sottilizzare….nd Kuda =_____= ##### nd Flamia TE CHE FAI CON QUELLA FACCIA BEOTA?!?!? >_____< ##### E PERCHÉ, IL TUO DI HAREM?!?!?! EH?!?!?!? nd Kuda …………………………………………mi appello della facoltà di non rispondere nd Flamia Non sei mica in arresto nd Piccolo Infatti, non ho detto ‘Ho il diritto di rimanere in silenzio’, bensì ‘Mi appello alla facoltà di non rispondere’ U.U nd Flamia Aaaaah…ma visto che siamo in argomento, che cos’è ‘sta storia dell’harem?!?!?! >.< ####### nd Piccolo Eh…eh…ehehehe….ma no, tesoro, dai, posso spiegarti tutto…*sottovoce* -Kuda, questa te la faccio pagare cara!!!!!!!- >.< ###### nd Flamia Eh, perché, non gliel’hai detto al tuo amoruccio del tuo segretuccio?!? ^_____^ nd Kuda *sottovoce* -Con te faccio i conti dopo- *poi rivolgendosi a Piccolo* Vieeeeeeeeniiii, tesoruccio amore mio bello della mia vita, andiamo a parlarne in camera da letto…nd Flamia *Flamia trascina via Piccolo* IO E TE NON ABBIAMO ANCORA FINITO LA NOSTRA BATTAGLIA!!! QUESTA È SOLO UNA PARENTESI!!!! >.< ######################## nd Kuda Alla faccia della parentesi…e comunque, non mi hai ancora detto dov’è ‘sto sorcio di merda…nd Vegeta Ooooooh, Veggy, sei così carinooooooo, ti preoccupi per me e sei…geloso!!!! Come ti amo, sei veramente il massimo!!!!!!! ^/////////////////////////////^ nd Kuda =//////////////////= see, see, va beh…comunque, dov’è ‘sta pantegana? nd Vegeta ma Veggy, non puoi ucciderlo, è il protagonista della storia (anzi, delle storie), se muore lui, come cavolo faccio?! ^^ nd Kuda Non fai la fanfiction, semplice!! E piuttosto, pensi a continuare quella in cui io sono la star, e in cui io e la mia donna scopiamo ogni capitolo!!! >< nd Vegeta Dai, Veg, non essere impaziente…pensa a farmi lavorare adesso, poi ti compro un altro ristorante più tardi, ok? Ma non uccidere Basil, dai…nd Kuda Mhprm…ma tu non fai fantasie su di lui, giusto? Sai com’è, questione di orgoglio…nd Vegeta Ma dai!!! =.= nd Flamia Zitta te!!! Ma certo, Vegeta, Basil è carino, ma per me esisti solo tu!!! ^////^ nd Kuda *sottovoce* -seeeeeeeeeee, come no- nd Tutti)

Kuda fissa con i suoi occhioni sbarluccicanti modello Kiss Me Licia il topo (secondo me, in tutti i sensi….*.* nd Kuda Ma non avevi detto ‘niente fantasie erotiche su Basil’? =.=’’’’ nd Flamia SENTI, NON RICOMINCIAMO, EH?!?!? >.< ##### nd Kuda Va bene, va bene nd Flamia) che è appena uscito dal suo camerino, depone la spada e si volta definitivamente verso di lui

Kuda: Ciao Basiluccio bello, qualche problema?
Basil: Il problema. Vuoi sapere qual è il problema?
Kuda: Certo, se te l’ho chiesto
Basil: Bene. Semplice. Il problema è lui

Tutti si voltano verso la direzione indicata da Basil. Rattigan sta in una postazione al centro della sala regia, ed è seduto di fronte a uno specchio, tutto intenso a mettersi la cipria sul naso e a rispondere alle lettere dei fan

Flamia: Rattigan ha DAVVERO dei fan?
Kuda: No. Si scrive le lettere da solo
Flamia: E tu come lo sai?
Kuda: L’ho sorpreso un sacco di volte. E non vi ho ancora detto che si fa di nascosto di erba gatta
Tutti: O_______O

Rattigan si volta, infuriato, verso l’Autrice

Rattigan: QUESTE SONO FACCENDE PERSONALI!!!!!!

Kuda si lima le unghie e lo ignora

Kuda: See, see, see, tutto quello che ti pare…

La Favolosa Autrice torna a rivolgersi a Basiluccio bel…ehm, a Basil

Kuda: ‘nsomma, dicevamo, Basil? Questo stron…ehm, questo essere ti crea qualche problema?
Basil: Qualcuno e basta? Da quando siamo arrivati sulla location della fanfiction, ha rispettivamente sputato nella mia acqua di colonia, attinto alla mia dispensa personale e smangiucchiato tutto il mio formaggio, ha utilizzato il mio asciugamano per farci la bandiera del suo stupido covo, ha rubato la mia lente e la utilizza per carbonizzare le formiche, ha provocato sette incidenti nucleari degni di Chernobyl ficcando le sue zampacce nel MIO kit di chimica e come se non bastasse ha sventrato il mio cuscino preferito e ha caricato la mia pistola con dei proiettili di gomma!!!!! >.<
Rattigan: Hai qualche prova per incriminarmi di tutto questo, caro Basil?

Basil tira fuori un set di impronte digitali, calchi di impronte delle scarpine mongole della pantegana, bustine con i capelli del suo parrucchino e persino uno dei suoi dentacci, il tutto direttamente dalla scena del crimine

Rattigan: ……………….oh, insomma, sei tu il detective, mica io, che dovevo dirti!!!!
Kuda: AHA!!! Quindi CONFESSI di aver reso la vita di Basil impossibile per tutto questo tempo, specialmente nei momenti che avete trascorso finora sulla location?
Flamia: Perché, c’era forse qualche dubbio che non fosse lui l’artefice di tutti ‘sti scherzetti? <.<
Kuda: Senti, ESSERE, si da il caso che la tua presenza immonda sia necessaria per lo svolgersi della trilogia, quindi sono costretta a lavorare con te, ma se ti pesco anche solo mezza volta a dare minimamente sui nervi a Basil, se ti pescherò mai a meno di venti metri di distanza da Basil nei momenti in cui non siete sul set, e se ti pescherò anche solo a respirare l’aria che respirano i polmoni di Basil, TI DARÒ LA CACCIA E TI SVENTRERÒ COME UN PESCE, RAZZA DI RATTO SCHIFOSO!!!!

Rattigan inorridisce e fa per saltare addosso all’Autrice, ma siccome è vincolato dalla maledizione che la suddetta meravigliosa creatura ha scagliato su di lui (per costringerlo a partecipare alla fanfic), il mostro non può muoversi e non può fare altro che sbavare in preda a un attacco epilettico

Rattigan: IO NON SONO UN RATTOOOOOO!!!!!!! ME LA PAGHERAI MOLTO CARAAAAAAAA!!!!!!!!!!! *_____________*

Kuda si accende una sigaretta di cioccolato (o.O nd Tutti) e lo ignora di nuovo. Poi rivolge un mega sorrisone a Basil

Kuda: Contento, Basiluccio? ^_________________^
Basil: Grazie, Kuda. Ti devo un grosso favore ^___^
Kuda: Di niente, tesoro. Senti, adesso mi fai un piacere? Non riesco più a trovare Belle, non è che potresti andare a cercar…

Kuda non fa in tempo a finire la frase che una nuvola-razzo di polvere ha già invaso mezzo set. Basil parte (a razzo, appunto) a fare questo immenso favore a Kuda…certe persone si sacrificano sempre, che vuoi farci…

Flamia: Mi spieghi da dove cavolo viene ‘sta dannata voce fuori campo?!?! >.< nd Flamia
Kuda: È il mio criceto neuronale
Flamia: ……………………………ah.

E adesso, finiamola con tutto questo casino!! Sono quattro pagine che traccheggiamo…

Tutti: Meno male che non doveva essere una fic comica…=.=’’’’
Kuda: ZITTI!! NON RICOMINCIAMO!!!! >.< ### E POI, MI VOLETE SPIEGARE CHE È TUTTO ‘STO CASINO?!?!?
Basil: Credo che siano Piccolo e Flamia…

Flamia emerge dal camerino di Belle (EHI!!!! >< nd Belle) con i capelli tutti scompigliati, mentre sulla soglia si scorge Piccolo con la faccia ricoperta di rossetto

Flamia: Uè, sorcio, ma i cazzi tuoi mai?!? é______è
Kuda: Non chiamare ‘sorcio’ Basil!!!! >.<
Flamia: Ma è un sorcio!!!
Kuda: Si dice roditore, ignorante!! Tsè!!! U.U
Flamia: =______________________=’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’

Belle fa la sua entrata in scena. Improvvisamente, una luce cade dall’alto e la illumina in tutta la sua magnificenza (ma devi sempre creare delle divinità?! =.=’’’ nd Flamia Potrò fare come c*zzo mi pare?!? >.< nd Kuda “c*zzo” << bella censura…=___=’’’’ nd Flamia Budget limitato, che vuoi farci…U.U nd Kuda …….budget limitato degli asterischi?!? O.O nd Flamia Sì nd Kuda =_____=’’’’’’’ nd Flamia), mentre fiori cominciano a cadere da tutte le parti e la bella topa…ehm, TOPOLINA, scuote i capelli al vento improvviso che è entrato nella stanza (CHIUDI QUELLA CAZZO DI FINESTRAAA!!! >.< nd Flamia) e fissa tutti con i suoi occhioni azzurri (che originale, Kuda…=.=’’’ nd Flamia LA SMETTI DI COMMENTARE?!?! >______< nd Kuda No!!!! nd Flamia). Basil cade in ginocchio adorante (e sbavante…U.U nd Flamia Pignola, pignola, pignola!!! >.< nd Kuda) mentre gli altri si limitano a fissare la nuova arrivata

Belle: Ciao, ragazzi!! ^-^
Tutti: Ciao, Belle!!
Kuda: Ehi, Isabelle, dov’eri finita? Ti ho cercato per tutto il set! ^-^
Belle: Lo so, ma uno degli esperimenti di mio padre si è prolungato più del previsto…
Kuda: Non mi dire che si sta dedicando al piccolo chimico anche lui!!
Belle: Purtroppo, sì
Kuda: Ecco che cos’erano quelle nubi viola che si libravano dalla zona camerini…pensavo che fosse l’erba gatta di Rattigan
Rattigan: Per la cronaca, la mia erba non fa fumo viola!!!! >.<
Flamia: No?
Rattigan: No. Fa fumo arancione a pois rosa
Kuda: Aaaah, ecco. Insomma, Isabelle, ti dicevo, ti stavo cercando per provare un secondo un costume…
Belle: Che costume?
Kuda: Quello della scena al porto, sai
Belle: Aaaah, me lo ricordo. Ma non ti pare che quel vestito sia un po’ troppo scollato?
Kuda: Tesoro, in quella scena devi far finta di essere una troiet….ehm, un’alta frequentatrice dei bassi fondi. DEVE essere eccessivo
Belle: Va bene, sei tu la regista. Ok, allora sarà meglio provare questo costume. Vieni con noi, Basil?

Basil si getta ai piedi di Belle e le prende la mano

Basil: Con te andrei ovunque, amore mio!!!!
Belle: Ooh, Basil, ti prego, smettila…ci stanno guardando tutti…^/////^
Flamia: In realtà, stanno vomitando tutti, grazie alla vostra bella scenetta. E poi, scusa, signor Basil Con-te-andrei-ovunque, buona la scusa per vederla indossare un abitino scollato, eh, bravo, bravo…
Kuda: Ma li lasci stare, razza di scimunita!! E poi, senti chi parla, perché non vai a pomiciarti Piccolo, vai vai…
Flamia: Con piacere!!!

Flamia afferra di nuovo Piccolo per il mantello e lo trascina via

Kuda: Ok, visto che qua stanno andando tutti in calore, Belle, portati via Basil e andate nel tuo camerino a…ehm, a provarti il costume, va’

Belle e Basil si prendono per mano e spariscono nel camerino di lei

Kuda: Ok, ora FORSE riuscirò a proseguire con dei discorsi seri…
Rattigan: Ah, perché, tu sei anche in grado di formulare dei discorsi seri?

Kuda smolla un calcione nelle terga del suo amato dipendente e lo rispedisce nel suo camerino-fogna

Kuda: Già, mi stavo quasi dimenticando del parassita…ok, continuiamo.

Dunque, dopo questa minuscola parentesi comica (=_____________= #### nd Tutti) riprendo il discorso interrotto mille secoli fa.
Come forse si è intuito leggermente, la storia si basa essenzialmente sull’introduzione di un nuovo personaggio, questa Isabelle, appunto. La storia è piuttosto semplice; all’inizio. Lei è la figlia e assisentente personale del dottor Wats…ehm, Topson. Come ho già accennato durante il mio sclerato prologo, stiamo parlando di una trilogia, quindi questa è solo la prima di tre storie (purtroppo, vi starete dicendo voi…). E questo primo ‘capitolo’ della nostra EPICA saga (=.=’’’’ nd Tutti) è incentrato sul cartone animato di Walt Disney, cioè sulla storia originale di ‘Basil L’Investigatopo’, quindi il rapimento del padre di Olivia, Topson (e Isabelle, in questa versione, ovviamente) la incontrano e l’accompagnano da Basil. Poi padre e figlia aiuteranno il detective a risolvere il caso…e…da cosa nasce cosa…
Come avrete capito, è una fanfic sentimentale romantica, ma c’è anche azione e avventura, soprattutto nelle ultime due, questa è essenzialmente basata sulla storia che conosciamo, le altre due sono il seguito del film secondo me in due storie, e i vari eventi e sviluppi della trama secondo l’introduzione del personaggio di Isabelle.
Credo che le ultime due saranno piuttosto lunghe, mentre questa non ho idea di quanto mi verrà lunga…che volete farci…comunque, immagino che all’inizio non ci si capirà un granché, soprattutto nella primissima parte del prologo, ma tutto sarà più chiaro con il dipanarsi della trilogia.
All’inizio pensavo di fare una storia e basta, incentrata su Isabelle e Basil e quindi sul film originale della Disney, ma poi mi sono venuti in mente un sacco di altri sviluppi, e ho pensato di ampliare il tutto…e poi, non ho mai scritto una trilogia, quindi ero esaltata dall’idea!! Anche in base a questo, non siate troppo severi nei commenti!! ^^’’’’
Bene, come sempre, se non avete visto il film originale da cui è tratta la fanfiction, vi consiglio di comprarvi il DVD e di provvedere, oppure scaricatevi la storia da Internet, insomma, fatevi un’idea dell’originale, anche perché, come in ogni trilogia che si rispetti, qua se non leggi anche solo una delle tre storie, le altre ti sembrano incomprensibili…e qua, se non avete visto il film originale, la prima storia la seguite, sì, ma un po’ così e così…non so se mi avete capito, anche perché io faccio dei discorsi complicatissimi e spesso ci capisco solo io…sarebbe comprensibile…^^’’’’’
Comunque, se qualcuno legge e trova dei punti che gli sono oscuri, mi contatti pure sul mio fermo posta, sarò felice di spiegare tutto, se mi sarà possibile!! ^^
Insomma!! Sono felice di poter cominciare a dedicarmi a questo nuovo progetto, e spero che vi piacerà!! Mi piacerebbe dedicare questa trilogia a tutti i miei migliori amici, cioè a Sara, Luisa, Agnese, Giulia e Andrea!! Ciao ragazzi, vi voglio troooooppo bene, rimarrete nel mio cuore per sempre!!! Tutto questo lo dedico a voi, e spero che mi direte che cosa ne pensate!! Saluto tantissimo anche la mia best friend del sito, Maxie-chan, che è davvero un mito e che mi vuole taaaanto bene!! Ciao Maxie, sei la mejo!!!!
D’accordo, ultima cosa e poi iniziamo con le formalità: ho stilato una piccola colonna sonora per questa trilogia!! Lo so che l’ho già fatto per altri miei lavori, ma qui voglio proprio fare le cose per bene!! C’è una canzone per ognuna delle tre storie che compongono il mio lavoro, e le prime due sono canzoni di Celine Dion, mentre la terza è di un gruppo, gli Alter Bridge. La prima, che fa da colonna sonora alla primissima storia, è ‘My heart will go on’, la seconda, per la parte centrale, è ‘Because you loved me’ e la terza è ‘In loving memory’. Vi consiglio di scaricarvele e di ascoltarvele, sono veramente bellissime!! Poi, ovviamente, nella prima storia troverete anche la canzone del film, ‘Goodbye so soon’, di cui vi fornirò sia il testo originale inglese, sia la traduzione del suddetto, sia la versione italiana!! -.^
Bene, iniziamo!! ^____^

Disclaimer: ‘Basil L’Investigatopo’ è di proprietà della Walt Disney, e non mi appartiene. I fatti narrati in questa fanfiction sono inventati, i personaggi che vengono menzionati non sono esistenti o esistiti (e vorrei vedere, sarebbe un po’ preoccupante se ci fossero in giro dei topi che si vestono e si comportano come dei tizi dell’Ottocento…nd Kuda), qualsiasi riferimento a fatti o a persone esistenti o esistiti è puramente casuale o è vincolato da necessità di copione

Titolo della trilogia: Forever in my heart

Titolo del primo episodio: La strada per Baker Street

Attenzione: Sapete a cosa dovete fare attenzione? Al fatto che non c’è niente a cui fare attenzione!! ^.^ No, vabbé, non è proprio così, diciamo solo per il primo ‘episodio’ della trilogia, le cose diventano un po’ più complicate in seguito…niente scene hard, almeno non è nelle mie intenzioni, diciamo un paio di scazzottate, ma ve l’ho detto, solo nelle ultime due parti!!

Pairing: Basil di Baker Street x Isabelle Topson

Rating: Per tutte le età

Genere: È sentimentale romantica, ma c’è anche azione e avventura, come ho già accennato

Riassunto: Basil di Baker Street conduce la sua vita di rinomato detective, passando ogni giorno della sua vita da innato scapolone a cercare di incastrare Rattigan, una buona volta…ma un bel giorno, con l’arrivo in casa sua di una bambina, di un dottore appena rientrato dal servizio militare in Afghanistan e della bella figlia di lui, la sua vita cambierà per sempre…

Note: La storia inizia alla fine dell’Ottocento e si concluderà nello svolgersi del Novecento. Devo confessare che alcune scene degli ultimi due episodi sono ispirate ai film ‘Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo’, ‘Ti amo in tutte le lingue del mondo’ e ‘Shrek 2’. Ho trovato delle attinenze che mi sembravano carine, e così…nel primo episodio della trilogia, c’è l’introduzione di un unico personaggio, mentre negli ultimi due ce ne saranno un sacco di nuovi, ovviamente (alcuni li trovate citati nell’elenco degli attori qui sotto). Ok, i miei ringraziamenti li ho già fatti, quindi non mi resta che augurarvi buona lettura e supplicarvi nuovamente di commentare questo parto della mia mente malata!! GOOD READINGS!!!!!!!!!!!! ^__________________^

Dall’autrice di ‘Passato e presente’, ‘Ice Eyes’ e ‘Dragon Ball Z: La Storia’…

Una fanfiction di Kuda76…

Con…

Basil di Baker Street

Isabelle Topson

Olivia Flaversham

James Flaversham

David Topson

Rattigan di Soho

Diego Calavera

Richard Bennett

Jean-Claude De La Rouge

Malectus

Michelle di Baker Street

e con la partecipazione di Vampirello…



MANGA.IT e lo staff sono orgogliosi di presentare…



FOREVER IN MY HEART




PRIMA PARTE


La strada per Baker Street

Prologo

Londra, 1875

La luna sorse lentamente sopra i tetti di Londra.
La sua luce bianca prese a illuminare, come suo solito, le vie silenziose e ordinate della capitale, concedendo un’intima privacy a qualche tenero innamorato, attardatosi fuori casa con la sua anima gemella più a lungo del previsto, e rischiarando il percorso di chi si stava già incamminando sulla via di casa. C’era da dire che, in effetti, tale satellite era aiutato abbondantemente in quest’ultimo compito dai lampioni che rassicuravano i passanti e che riempivano la strada presenti sui marciapiedi, ma solitamente essi venivano accesi solo in tarda serata, qualche ora dopo il tramonto del sole; tale decisione era stata affidata al sindaco della città, il quale poteva definirsi perfettamente in armonia con l’opinione, legata al risparmio energetico, della famiglia reale.
Un paio di metri sotto i piedi dei pochi passanti, la popolazione dei topi si atteneva alle stesse regole che il mondo umano aveva scelto per la capitale inglese, e anche in mezzo a loro, i lampioni cominciavano ad essere accesi da poco. Una piccola carozza passò di fronte a una casa signorile di uno dei quartieri più eleganti della città, schizzando un po’ d’acqua sui gradini d’ingresso. Niente di strano, dato il temporale di quel pomeriggio, che al minimo tocco di quattro ruote o degli zoccoli di un cavallo tale liquido andasse a bagnare gli scalini più vicini; la cosa strana, piuttosto, anzi, molto strana, di quella scena, era il piccolo fagotto avvolto in stracci cenciosi depositato sul primo scalino più vicino alla porta d’accesso alla casa.
Il contenuto del piccolo pacco, di qualsiasi cosa si trattasse, sembrava essere stato avvolto con cura in quei panni poveri, come se l’intento di chiunque l’avesse lasciato lì fosse di proteggerlo con cura dalla pioggia.
Improvvisamente, un’altra carrozza, più lussuosa di quella che era appena passata, si fermò di fronte all’abitazione già menzionata.
Lo sportello del mezzo di trasporto cominciò ad aprirsi lentamente, e un signore sui trent’anni, piuttosto robusto, scese dal cocchio, aggiustandosi il cappello che portava con una certa disinvoltura. Sfoggiava un abbigliamento tipico di un perfetto gentiluomo londinese, con tanto di panciotto di taffetà e orologio d’oro con catena pendente che sporgeva dal taschino del già citato indumento.
L’uomo si rassettò la giacca di tessuto pregiato e si volse verso il cocchiere del calesse, sorridendogli da sotto gli occhialini che portava sul naso
“Grazie infinite, John. Quanto ti devo?”
Il vetturino sorrise a sua volta e scosse la testa
“Assolutamente niente, dottor Topson. Erano solo pochi metri”
“Beh, se consideri il tragitto da Buckingam Palace a Pentonville un percorso di pochi metri…”
John allontanò il discorso con un cenno della mano e riprese la conversazione
“A che ora, domani, signore?”
“Alle otto e mezza, grazie, John. Devo essere al mio studio prima che le campane rintocchino le nove, domattina. Un appuntamento molto importante”
“Capisco, dottore”
“Sei proprio sicuro di non voler essere pagato, mio caro ragazzo?”
Il giovane rise e gli strizzò l’occhio
“Il mio pagamento? Facciamo così: se mai avrà una figlia, sarò io, il giorno delle sue nozze, ad aspettarla all’altare. Che cosa ne dice?” scherzò
David Topson scosse la testa e ricambiò di nuovo il sorriso
“Dico che sei una gran testa calda, ragazzo. Ma la vita a Londra non sarebbe la stessa, senza di te. Beh, buonanotte, John”
“Buonanotte, signore”
Il giovane cocchiere frustò i cavalli e gli animali ripresero a muoversi. Presto la carrozza raggiunse la curva della strada e scomparve dietro l’angolo, sorpassando una villetta simile a quella dove aveva appena sostato.
Il dottor Topson si spazzolò con disinvoltura i baffi biondi e la lunga coda, impugnò saldamente la sua valigetta ventiquattr’ore e si voltò per entrare in casa.
Il suo volto si compose in un’espressione sorpresa nel vedere il fagotto di stracci deposto sulla soglia di casa sua. Rimase fermo a guardarlo, esitante. Che cos’era? E cosa ci faceva, lì? Forse apparteneva a qualcuno…qualcuno che semplicemente l’aveva poggiato lì e poi si era scordato di tornarlo a prendere. E cosa poteva contenere? Forse qualcosa di prezioso che il suo proprietario aveva voluto occultare con un aspetto ben misero…oppure, semplicemente, era solo un mucchio di stracci…e allora come mai si trovavano sulla porta di casa sua?
Il filo dei suoi pensieri fu rotto da un rumore e da un avvenimento che gli fecero avere un tuffo improvviso al muscolo cardiaco: ad un tratto, l’ involto di cenci aveva emesso un piccolo gemito e si era mosso!!!
“Oh, Santo Cielo!” esclamò il medico, portandosi una mano al cuore e lasciando cadere a terra la sua borsa.
Topson rimase fermo per un momento, incerto sul da farsi; non sapeva cosa fosse meglio, se precipitarsi a vedere il contenuto del pacco, oppure se muoversi con circospezione e magari, prima, andare a chiamare qualcuno…
Di solito, David Topson non si poteva definire un topo che si affidasse al suo istinto. Era il tipo di persona che agiva solo in modo premeditato, razionale e dopo aver a lungo riflettuto. Ma questo genere di attività, normalmente, richiedeva una discreta quantità di tempo per pensare…e in quel momento, il suo sesto senso gli suggeriva che non aveva a bizzeffe.
Prese una decisione immediata, la prima che la sua coscienza gli sussurrò all’orecchio.
Salì le scale di casa propria e scostò i panni che avvolgevano il contenuto del fagotto.
Normalmente, il dottore era una persona molto controllata, ma in quel momento per poco non cacciò uno strillo.
Avvolta fra i panni cenciosi, c’era una piccola bambina, di pochi mesi all’apparenza, che dormiva profondamente. Il suo volto sembrava molto sereno, sotto il ciuffetto di capelli castani che le ricadeva sulla fronte; una delle manine era chiusa su una lettera, sigillata dentro una busta di pergamena di qualità scadente.
*Pergamena…* pensò il dottore *Non si usa più, da parecchi anni…i genitori di questa bambina sono davvero così poveri da non potersi permettere di comprare della vera carta?*
Subito dopo, Topson si diede dello stupido e dell’arrogante. Spesso, la sua vita agiata e la consapevolezza di un lavoro sicuro gli facevano dimenticare quanto cose che lui dava per scontate, non fossero altrettanto per altre persone meno fortunate di lui.
Mille pensieri tornarono ad affollare la sua mente; una bambina? Deposta sulla soglia di casa sua? Avvolta in un cumulo di stracci? Una lettera? E i suoi genitori? E la sua casa?
Riflettendo intensamente, giunse all’unica, ovvia conclusione di quell’intero contesto: era evidente che la bambina era stata abbandonata. E che la lettera, in soldoni, gli richiedeva di occuparsi di lei. Ora, l’unica cosa a cui pensare era: che fare?
Si ricredette subito su quest’ultimo punto, poiché la bambina in quel momento si svegliò, e il medico realizzò che, in realtà, c’erano un sacco di cose a cui pensare.
Il topo bussò con una certa insistenza alla porta di legno bianco, provvista di una vetrata colorata, e prese in braccio la bambina.
La porta si aprì nell’arco di pochi minuti, e sulla soglia apparve la sua governante
“Oh, buonasera, dottore! Eravamo preoccupati, l’aspettavamo per le otto e…”
In quell’istante, la donna si accorse dell’infante fra le braccia del dottore, e strabuzzò gli occhi
“Dottore!!! Ma…ma…ma questo che cosa significa? Le dispiace spiegarmi che cosa sta succedendo?!”
“Vorrei davvero esserne in grado, signora Bedwin, ma mi devo confessare sorpreso quanto lei. Arrivo in questo momento a casa, e questo è ciò che trovo sulla soglia. Voi davvero non ne eravate a conoscenza?”
“Spero vivamente che lei stia scherzando, dottor Topson!! Se mi fossi accorta di una povera bambina abbandonata sugli scalini di casa sua, l’avrei portata dentro immediatamente, e non l’avrei lasciata a morire di freddo sotto la pioggia!! In più, mi sarei premunita di farglielo sapere al più presto! Oh, povero tesoro, chissà da quanto tempo è lì al freddo…”
La donna si asciugò il sudore che le era colato lungo il viso, servendosi del grembiule bianco che indossava sopra l’abito nero. Poi prese la piccola dalle braccia del suo datore di lavoro e la strinse a sé, ninnandola e cercando di calmare il suo pianto
“Non preoccuparti, tesoro, c’è qui la zia Rose, con te, adesso. Vieni, piccolina, vediamo se riusciamo a trovare del latte, in casa”
La donna si voltò e fece per avviarsi in cucina, ma prima si rivolse di nuovo al dottore, che nel frattempo era entrato a sua volta e aveva chiuso la porta di casa.
Gli si avvicinò di nuovo e gli porse la lettera contenuta nell’involucro di stracci insieme alla bambina
“Credo che sia meglio che questa la tenga lei” disse, a mo’ di spiegazione “Forse sarebbe utile se lei leggesse quello che c’è scritto”
Topson annuì e osservò la sua governante sparire in cucina. Sospirando, e togliendosi il soprabito per poi appenderlo al vicino attaccapanni, si diresse nel suo studio, la lettera in pugno.
Come sempre, non appena vi fu entrato ed ebbe regolato una delle lampade a olio che illuminavano l’ambiente, dette un’occhiata compiaciuto al suo ufficio, il luogo in cui lavorava sempre quando doveva ricevere i pazienti a casa, quando doveva occuparsi degli aspetti burocratici della sua professione, o dove semplicemente gli piaceva rintanarsi nei momenti di malinconia.
Si avvicinò alla scrivania ingombra di libri di medicina e di appunti disordinati, scostando una pila di cartelle cliniche deposte sulla sua poltrona, vicino al caminetto. Gettò un’occhiata malinconica alla sua grande libreria e sospirò di nuovo. Poi si avvicinò alla grande finestra che dava sul giardino e chiuse con decisione le tende rosso scuro. Poi, dopo un attimo d’indecisione, prese il campanello deposto sul bordo marmoreo del camino e lo suonò.
In pochi minuti, un paio di nocche bussarono alla porta del suo studio.
“Avanti” disse Topson, evitando di fissare l’ingresso della stanza.
Un maggiordomo in livrea, provvisto di un bel paio di guanti bianchi e di una coda considerevolmente lunga, fece il proprio ingresso, accompagnato da un inchino profondo
“Ha chiamato, dottor Topson?”
“Sì, Jerald. Vorrei che mi accendessi il fuoco, per favore”
“Subito, signore”
Il capo della servitù si avvicinò al focolare e iniziò a riempirlo di legna. Nel farlo, però, si fermò improvvisamente e si volse verso il suo padrone
“Signore” iniziò con circospezione “La signora Bedwin mi ha detto quello che è successo. Se posso permettermi di chiederglielo…va tutto bene?”
“…devo ancora capirlo, Jerald. Scusami, ma stasera fa veramente freddo”
L’uomo capì l’allusione gentile del suo capo, e riprese ad accendere il fuoco. Quando ebbe finito, si avviò verso la porta, inchinandosi nuovamente
“Posso fare qualcos’altro, per lei, signore?”
“No, ti ringrazio, Jerald. Se avrò bisogno, ti chiamerò. Vai pure”
Il maggiordomo scomparve con un ulteriore inchino, chiudendosi la porta alle spalle.
Topson si sedette nella grande poltrona di velluto rossa vicino al caminetto, rimuginando sull’accaduto. Poi, finalmente, si decise a impugnare il suo tagliacarte, la lettera in busta di pergamena nell’altra mano. Tagliò con decisione il bordo dell’involucro e lasciò che il messaggio gli cadesse sulle ginocchia. Le sue mani lo impugnarono lentamente…e i suoi occhi cominciarono a leggere una calligrafia piccola e minuta, che aveva inciso le sue parole in un inchiostro di una delicata sfumatura blu oltremare…

Carissimi signori,
vorrei chiedervi un favore da cui dipende la mia intera esistenza.
Capisco che sia estremamente sfacciato e quasi impossibile da ascoltare, come benignità da concedere, ma vi prego, vi supplico, se mai esiste la carità a questo mondo, e se mai il Padre Nostro ci ha forniti dello spirito della compassione, vi imploro, abbiatene per me…
Abbiate cura del mio piccolo tesoro. Io non sono più in grado di farlo, e forse non lo sono mai stata…purtroppo, in questo momento, mi trovo in una condizione estremamente difficile, e non posso permettere che la mia bambina ne venga coinvolta. Desidero solo che possa avere una vita felice, e che le persone a fianco a lei possano volerle tutto il bene che sono in grado di darle.
Posso assicurarvi che è una bambina buonissima, e che non vi creerà nessun problema. Mi rendo conto che ci saranno molte più spese, quando sarà grande, ma non sono in grado di donarvi nulla, se non la collana presente nel pacco, proprio perché non possiedo nulla.
Il suo nome è Isabelle, ma non vi dirò quale dovrebbe essere il suo cognome…forse poiché neanch’io ne sono così sicura. Sentitevi liberi di donarle quello che più vi piace.
Mi rendo conto che non vi sto chiedendo di fare qualcosa di semplice, e vi capirò se mai deciderete di mandare la piccola in orfanotrofio…vorrei solo che lei potesse sapere che ho cercato di darle una vita migliore. Se deciderete, pertanto, di avere pietà di me e di rispondere alle mie preghiere tenendo con voi la bambina, pregherò affinché il Signore vi conceda ogni dolcezza e ogni grazia in questa vita, e nella prossima.
Con quest’ultima mia missiva, vi faccio dono del mio tesoro più prezioso, mia figlia, sperando che, in un giorno lontano, le parlerete di me…
Concludo questo breve messaggio ringraziandovi ancora e pregandovi di ascoltare le mie preghiere…pregherò per la vostra anima, sempre e dovunque mi troverò.

Con tutto il mio rispetto e la mia gratitudine



La lettera non portava alcuna firma. Topson la lesse un paio di volte, cercando di infondere nella sua mente l’esatto significato di quelle parole…certo, esattamente come pensava. Evidente.
Quindi, adesso, l’unico punto in sospeso rimaneva il seguente: che fare?
Topson cominciò a riflettere intensamente sullo stato della sua condizione.
Si fissò intensamente le mani, leggermente grassocce e prive di qualsiasi anello nuziale: non si era mai sposato, in vita sua. Certo, suo padre, prima di passare a miglior vita, aveva cercato di collocarlo con qualche damigella londinese (forse ce n’era stata anche qualcuna parigina), ma le cose non si erano mai sviluppate. Tutte le donne incontrate, nel corso della sua esperienza, erano frivole, civettuole, superficiali, assolutamente disinteressate agli argomenti di conversazione che lui era in grado di proporre loro e soprattutto, spesso molto più attaccate al denaro di quanto lui non gradisse.
Così, alla fine, aveva finito per ritrovarsi scapolo, nella sua bella villa di Pentonville, con l’unica compagnia dei domestici. Ma la cosa non gli era mai dispiaciuta, in fondo.
Amava la sua vita, David Topson. In fondo, cosa gli mancava? Non aveva problemi economici, era un rinomato dottore, aveva la possibilità di soddisfare non solo i suoi bisogni, ma anche i suoi capricci…
Il corso della sua esistenza poteva davvero essere sconvolto, così nel profondo, dall’arrivo sulla soglia della sua casa di una piccola bambina? Capì che la risposta era assolutamente immediata.
E quindi? Qual era la cosa migliore da fare? Mandare la bambina in un istituto, come sua madre aveva ipotizzato che lui potesse fare? Come poteva prendersi l’impegno di una bambina? Di quella che avrebbe dovuto allevare come una figlia? Non tanto per le spese, ma per la responsabilità che avrebbe dovuto prendersi sulle spalle. Sarebbe stato in grado, lui, che non aveva nessuna esperienza con i bambini, di amarla, di educarla, di farla sentire davvero a casa sua e di trattarla come una figlia?
Il filo dei suoi pensieri fu di nuovo rotto bruscamente dall’entrata in scena della sua governante. Il medico la fissò alzando un sopracciglio, mentre lei sollevava gli occhi al cielo
“Sì, lo so, lo so, dottore, che preferisce che si bussi, prima di entrare nel suo studio, ma ho pensato che le avrebbe fatto piacere vederla”
Solo in quel momento, Topson si accorse della bimba, ancora una volta in braccio alla sua domestica, ma stavolta avvolta in candidi panni bianchi, puliti e profumati.
La donna gliela mise in braccio, sorridendo.
Topson l’accolse fra le sue braccia e la fissò negli occhi. La piccola ora non piangeva più, e lo fissava dalle sue coperte con i suoi occhioni azzurri, sorridendogli in maniera dolce
“C’era anche questa, fra quegli stracci” aggiunse l’anziana signora all’improvviso
Porse al medico una collana d’oro fino, provvista di un piccolo pendente. Topson l’osservò a malapena, e giudicò in fretta che doveva trattarsi di un rubino, o qualcosa di simile. Rimase stupito dall’idea che una donna così povera come la madre di quella bambina, potesse possedere un oggetto simile. Forse la sua era una famiglia ricca divenuta in miseria, e quello era l’ultimo di una serie di cimeli di famiglia?
David tornò a concentrarsi sulla bambina, sorridendo a sua volta teneramente
La signora Bedwin abbozzò un sorriso in modo gentile
“Posso chiederle, dunque, che cos’ha intenzione di fare?”
Topson alzò gli occhi
“Cosa?”
“Beh, intendo, riguardo alla bambina. Che cosa le scrive la madre?”
Il topo sospirò
“Mi chiede di occuparmi di lei”
“Naturalmente. E immagino che quella” proseguì, accennando alla collana che il dottore aveva depositato sul vicino tavolino “sia parte del pagamento per le spese da affrontare”
“Sì, è così”
“E quindi?”
Topson sospirò di nuovo e fissò la sua governante
“Mi crede se le dico una cosa, signora Bedwin?”
“Certo”
“Non ne ho la minima idea”
La donna si sedette nella poltrona di fronte a lui, sospirando a sua volta
“Capisco, dottore”
“…credo di dover prendere una decisione, e alla svelta”
“Sono d’accordo”
Topson la fissò nuovamente
“Lei che cosa mi consiglia di fare, signora Bedwin?”
“Beh, che cosa le dice la sua testa?”
Lui rimase sorpreso da quella domanda
“Beh…non lo so. Credo…che mi stia dicendo di essere cauto e di agire con prudenza”
“Benissimo. La ignori”
Topson spalancò gli occhi
“Prego?”
“Ma certo, deve ignorarla, se le dice questo. Piuttosto, il suo cuore che cosa le dice, invece?”
“Mi perdoni, signora Bedwin, ma non capisco…”
“Pensi a rispondermi, dottor Topson. Allora, che cosa le dice il suo cuore?”
“…”
Topson abbassò gli occhi sulla creatura che teneva fra le braccia. La piccola gli sorrise di nuovo e tese le piccole manine verso di lui. Fu in quel momento che capì quello che il suo cuore gli stava dicendo…
“Papà!!”
Se non avesse visto muoversi le labbra della bambina, Topson non ci avrebbe creduto. Osservò di nuovo la piccola creatura che gli sorrideva e che lo aveva appena chiamato ‘papà’…
Gli occhi del medico tornarono a fissare di nuovo la sua domestica, che gli stava sorridendo
“Allora?” gli chiese.
Topson si alzò in piedi, stringendo a sé la piccola e baciandola sulla fronte
“Vorrei che mi trovasse una bambinaia, signora Bedwin. E chieda alla mia segretaria di annullare tutti i miei appuntamenti di domani mattina; piuttosto, voglio che mi faccia avere un colloquio con il sindaco, il prima possibile. Questo piccolo tesoro non può rimanere senza un cognome a lungo”
La donna si asciugò le lacrime che le colavano lungo il viso, servendosi del suo grembiule
“Su, su, mia cara, non faccia così” le disse Topson, sorridendole “In fondo…finalmente, potrò dire ai miei colleghi che ho trovato la donna della mia vita”
Entrambi scoppiarono a ridere. Il dottore posò un bacio sulla fronte della bambina, e la rimise in braccio alla governante
“Si chiama Isabelle. E da domani…il suo nome sarà Isabelle Topson”


Ventidue anni dopo…

Londra, 1897

La nebbia profonda della capitale inglese invadeva i tetti di quasi tutti i quartieri, anche quella sera.
In una piccola strada presso High Street, presso un minuscolo angolo illuminato solo da due lampioni, un insegna un po’ scolorita sopra una porta annunciava la bottega di un giocattolaio, rischiarata da una piccola lampada a olio che vi pendeva sopra.
Le lettere colorate, anche se un po’ sbucciate dalle intemperie, recitavano

FLAVERSHAM’S

TOYS*

(*giocattoli)

L’interno del negozio era privo di buio grazie alla presenza di un altro paio di lampade, identiche a quella fuori dalla porta. L’intera stanza era stracolma di giocattoli di ogni tipo, dalle bambole ai trenini, dai soldatini di stagno ai pupazzi, dai piccoli robot alle ballerine meccaniche, dai piccoli giullari ai cubi colorati, dalle giostre variopinte con i cavalli alle piccole culle…
Seduta al tavolo al centro della stanza, c’era una bambina sui sette anni. Le sue piccole orecchie erano decorate da un piccolo fiocco rosso che portava fra i capelli; indossava una gonnella a scacchi e un pullover blu.
In quel momento, aveva i gomiti appoggiati al tavolo, il viso fra le mani, ed era tutta intenta ad osservare un altro topo, in piedi vicino a lei, in quel momento impegnato nell’indossare un grembiule marrone da lavoro sopra la camicia bianca e i pantaloni beige.
La coda della bambina ebbe un guizzo e i suoi occhi dorati fissarono adoranti il giocattolaio
“Lo sai, papà” esordì lei, facendo dondolare un piccolo cavallino presente sulla tavola “Questo è il mio più bel compleanno”
Suo padre rise e le carezzò la testa, aggiustandosi i grandi occhiali rotondi che portava sul muso
“Ah, ma…” le disse, sorridendo “Non ti ho ancora mostrato il tuo regalo!”
Olivia lasciò perdere il cavallino e si fissò il padre, emozionata
“Cos’è, cos’è?!” chiese, entusiasta
James Flaversham ridacchiò
“Va bene. Chiudi gli occhi”
La bambina si coprì il campo visivo, mentre suo padre si voltava verso un armadietto, posto vicino al pavimento. La piccola iniziò a scostare un paio di dita dagli occhi, cercando di sbirciare
Suo padre se ne accorse e la riprese, senza smettere di ridacchiare, mentre anche la bambina si univa di nuovo a lui
“Oh, oh! Che ti ho detto? Non guardare di nascosto!” rise Flaversham, estraendo dalla piccola credenza quello che sembrava un fiore rosa intenso, i petali racchiusi.
Il giocattolaio caricò una chiavetta posta sull’ingranaggio, e lo posò sul tavolo.
In quel momento, la bambina tolse definitivamente le mani dagli occhi, e osservò il piccolo fiore dischiudersi in una ballerina dalla pelle bianchissima, provvista di uno chignon nero e di un tutù rosa. La danzatrice le sorrise e fece una piroetta, danzando per qualche minuto sulla superficie di legno
“Oh, com’è bella! Davvero l’hai fatta per me, papà?” esclamò Olivia, abbracciandolo “Tu sei il papà più buono e più bravo che esista al mondo!”
Flaversham strinse a sé la sua bambina e la baciò sulla fronte
Sembrava che niente potesse turbare la tranquillità di quel momento…quando all’improvviso, entrambi sentirono la maniglia della porta sbattacchiare in maniera violenta
Flaversham sentì la paura invadere il suo corpo; era evidente che non si trattava di una visita di cortesia. Anche la piccola avvertì il terrore del padre e iniziò a preoccuparsi
“M-ma…ma chi sarà?!” gli chiese, spaventata
“N-n-non lo so” le rispose lui
Il padre la prese per mano e la fece entrare nell’armadio da cui aveva appena tirato fuori il suo regalo di compleanno
“Presto, tesoro, nasconditi qui e non uscire!” le disse, prima di chiudere la porta dello scompartimento, parandocisi davanti.
In quel momento, la finestra della stanza venne sfondata, e il vetro venne scagliato da tutte le parti. Flaversham si ritrovò davanti il volto spaventoso di un pipistrello, contorto in un’espressione terrificante
Olivia aprì leggermente la porta del suo nascondiglio, sbirciando la battaglia in corso con occhi terrorizzati. Vide suo padre e quell’orrendo pipistrello lottare e lottare, mentre il tavolo veniva mandato a gambe all’aria e il negozio sconvolto da quell’insensata furia
All’improvviso, una sedia venne ribaltata e andò a sbarrare la porta del suo rifugio: in quell’istante, Olivia sentì le urla di vittoria del pipistrello
“TI HO PRESO, GIOCATTOLAIO!!!” La sua voce era rauca e malvagia
Subito dopo, Olivia sentì anche le urla di suo padre
“OH, NO!!! OLIVIA!!!”
La risata maligna e sadica del pipistrello le giunse alle orecchie mentre spingeva in avanti lo sportello del suo nascondiglio, cercando di uscire.
Spinse con tutte le sue forze fino ad aprire, ritrovandosi di nuovo nel negozio di suo padre. I segni di lotta recente erano evidenti. Il tavolo era a gambe all’aria, e c’erano schegge di vetro e di legno ovunque, poiché anche alcune sedie erano state maciullate. Tantissimi giocattoli si erano rotti cadendo in terra, e sul pavimento era sparsa una notevole quantità di vernice viola, giacché molti barattoli di colore si erano rovesciati.
Olivia si avvicinò alla finestra sfondata, ormai un immenso buco nella parete e si guardò circospetta all’esterno, intimorita dal freddo e dal buio della notte che l’avvolgevano
“Papà…” chiamò “Dove sei?”
“Papà…” ripeté “D-dove sei?!”
“Papà!!!” gridò, udendo la sua voce rieccheggiare nella città
“PAPÀ!!!!!”



Continua…


Nota dell’Autrice: Bieeeeeneee, ho finito il prologo!! Com’era?!? Eh?!? Eh?!? Eh?!? Com’era?!?

Rattigan: Faceva VERAMENTE schifo

Kuda tira una martellata in testa alla pantegana

Kuda: NON HO CHIESTO IL TUO PARERE!!! E COMUNQUE, DI CHE TI LAMENTI?!?! NON SEI NEMMENO COMPARSO!!!!
Rattigan (con un bernoccolo grosso come un iceberg in cima alla testa): Appunto!! Io sono l’unico che dà senso a questa vicenda! Ergo, le scene in cui io non ci sono, fanno semplicemente…

Kuda gli regala un’altra martellata in testa e poi lo rispedisce nel suo camerino-fogna (aridaje nd Tutti) con un bel calcione

Kuda: Tanto se non faccio così, non capisce…

Come dicevo, era solo il prologo, quindi spero che siate clementi con me, e che lo sarete anche in seguito…ma vi prego…COMMENTATEEEEEEE!!!!!!!! Ancora tanti ringraziamenti ai miei best friends, specie a Maxie-chan, che spero commenterà presto ‘sta schifezza…^.^’’’’’
Prometto di tornare presto col prossimo capitolo!!!! Giuro!! Stavolta non farò ritardi di anni, ve lo prometto!! Quindi, ci vediamo prestooooooooo col primo capitolozzoooooo!!!!!
CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

PS: Basil mi ha chiesto di inserire qualche scena hard nella storia…ma io credo che mettere scene di QUEL GENERE fra topi sia una cosa un po’ troppo perversa, anche per me…siete d’accordo? Immagino di sì…peccato, rimarrà moooolto deluso…^^

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (4 voti, 9 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 9 commenti
lilicartman 13/02/13 09:18
"Ridicolo, uno lascia la città per un momento e ne capitano di tutti i colori"...
per caso l'ispirazione viene da Febo ("Il Gobbo di Notre Dame") quando consulta una mappa e dice "Uno lascia la città per qualche decennio e gli cambiano tutto" (QUALCHE DECENNIO? Quanti anni avrà e quanto sarà stato in guerra?)
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lilicartman - Voto: 12/09/12 23:45
bà, passo sopra le introduzioni, certi tipi di demenziale non sono il mio stile -.-
Comunque: la FF è ben riuscita, quanto altre 3 FF in cui ho trovato un'OC che si inseriva nella storia fin dall'inizio del film originale, e promette bene almeno qanto quelle: ti prego non terminarla qui, continuala appena puoi!!!
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kuda76 02/08/08 09:19
Ehehehe...presumo di sì...grazie moltissime per il nuovo commento, quando aggiorno t mando un mex in fp!!
Bacioni

Kuda
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strega12 01/08/08 19:50
Brava, cara! Davvero brava! E scommetto che la ff diventerà più interessante con l'arrivo di Basil!
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kuda76 29/07/08 17:29
Ps: Anch'io lo avrò visto centomila miliardi di volte...guardo la videocassetta tipo ventisette volte il giorno...ehm ehm...U.U''''

Bacioniiiii

Kuda

PPS: Vi voglio beeeeeeneeeee!!!!! T.T nd lacrime di commozione di Kuda
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kuda76 29/07/08 17:27
Grazieeeee!!! ^///^ Ohoho, ma siete troooppo cariniii...^^ anch'io lo adoro, è un personaggio stupendo!! ^.^ sto lavorando al prossimo capitolozzo in questi giorni, visto che vi piace, aggiornerò al più presto!! ^^ Bacioniiiii

Kuda
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kiarily - Voto: 28/07/08 22:55
Oh meo deo ke bella!!! Dai, troooppo originale!! Io adoravo e adoro Basil, l'avrò visto tante di quelle volte!! Dai dai aggiorna!!!!
kissoni
kiarily
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strega12 - Voto: 28/07/08 19:31
Io adoravo Basil! Non vedo l'ora di leggere il resto, come maxie-chan!
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maxie-chan - Voto: 28/07/08 12:36
Ehi!Ecco qua il mio commy!
Allora,la ff promette molto bene,non vedo l'ora di leggere il resto!!!
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