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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Digimon (Dejimon adobenchâ)
Titolo Fanfic: FRIENDSHIP
Genere: Introspettivo, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: noemi89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/07/2008 16:56:13

Una perla sull'amicizia tra Daisuke e Takeru dedicata alla mia best Dedy! ;)
 
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FRIENDSHIP
- Capitolo 1° -

Friendship


Martedì 22 gennaio 2008
Driiiiiiinnnnnn!!
Una sveglia risuonò nella stanza che in passato era stata la camera dei fratelli Motomiya e che ora ospitava solamente Daisuke.
Una mano s’allungò a spegnerla. Il proprietario non aveva intenzione di andare a scuola, e non ci sarebbe andato neanche al verificarsi di un’eventuale apocalisse.
– Daisukeeeeeee!!! –
Una voce che apparteneva a qualcuno che non avrebbe dovuto trovarsi in quella casa, squarciò i timpani dell’ancora assonnato sedicenne.
Jun stava urlando.
– Cosa vuoi, dannata sorella?? –
Ma non doveva trovarsi nella propria stanza? Possibile che la sua voce fosse capace di trapassare le pareti di due camere con la porta chiusa e tutte quelle dell’abitazione?
– Devi andare a scuola! Muoviti! –
Non esisteva proprio. Lo spirito arietino del giovane si sarebbe imposto anche quella volta sulla natura acquaiola della sorella. Sicuramente.
– Non esiste proprio! Con mamma e papà avevo pattuito che stamane non mi sarei neanche svegliato! Dannata sorella... ma non dovresti essere altrove? – “A casa del tuo ragazzo, ad esempio... come tutte le sere! Ormai vederti qui è un evento più unico che raro!”
La frase, però, venne completata solo mentalmente. Per evitare ulteriori grane.
Il viso di Jun, intanto, divenne di sette colori. Aveva colto benissimo l’allusione del fratello minore.
– Volevo semplicemente avvisarti della presenza di un certo Takaishi giù. –
Intanto, la discussione si era spostata in cucina, mentre Daisuke ingurgitava un’enorme fetta di una gustosissima torta.
– E cos’ha detto di volere da me? –
Effettivamente, lui e Takeru non avevano mai avuto molto da dirsi e in modo particolare si erano raffreddati i rapporti tra loro da quando il biondino s’era fidanzato con Hikari, la ragazza di cui il giovane Daisuke era innamorato. Cinque mesi. Quel 7 agosto 2007 non sarebbe stato dimenticato tanto facilmente. Erano esattamente cinque mesi e mezzo. Da quella data, i rapporti tra Daisuke e Takeru si erano inesorabilmente incrinati. E il tempo non era certamente un loro alleato.
Non si parlavano dal Capodanno, da quando Daisuke aveva provato a baciare, senza successo, la giovane Yagami.
Quindi come mai ora Takeru lo stava cercando?
Sicuramente la cosa era strana, ma Daisuke non avrebbe risolto nulla se avesse continuato a porsi futili interrogativi senza scendere. Per questo, abbandonò la propria abitazione.

Il gelo di gennaio era capace d’entrare nelle vene della gente, insediandosi negli arti e nel cuore. Soprattutto in quello del sedicenne Motomiya, che non appena incrociò lo sguardo del suo rivale, raggelò il proprio sguardo, rendendo imperturbabile.
Dal suo canto, Takeru sapeva molto bene che la sua era un’impresa rischiosa. Ma doveva farlo. Innanzitutto, perché Hikari voleva che lui non fosse ostile a Daisuke, e poi perché a lui non piaceva avere nemici.
Due buonissime ragioni per andare d’accordo con il suo rivale. O almeno per provarci.
– Non dovresti essere a scuola tu? –
– Potrei farti la stessa domanda, Daisuke. E poi ho una questione più urgente da sistemare. Con te. –
Il ragazzo era visibilmente perplesso. A scuola c’era Hikari: per Takeru cosa poteva esistere di più importante della giovane Yagami? Da condividere con lui, poi... che idiozia!
– Sarebbe? –
– Ho un amico da perdonare per quanto è successo a Capodanno. –
– Io e te non siamo mai stati amici, Takeru. Perché dovremmo cominciare ad esserlo proprio ora che sei il ragazzo di Hikari? Dell’unica donna che abbia mai amato in vita mia? –
– Credi davvero di amarla, Dai? –
Il ragazzo tremò nell’udire quella domanda, ma il suo interlocutore, per sua fortuna, non lo percepì.
– S-si –
Allora perché la tua voce trema nel rispondere?
– Daresti tutto pur di vederla, o anche solo saperla, felice? –
– ...Certo. –
Allora perché hai esitato prima di parlare?
– E quindi perché non riesci a capire che lei è me che vuole? Perché non riesci a comprendere, anche solo per un attimo, che la sua felicità potrebbe dipendere anche dal non saperti deluso? Mi spieghi perché ti ostini a non volerti rifare una vita, aspettando che Hika s’innamori di te, cosa che non accadrà mai? –
Quella volta, nessuna risposta fu data. Nessuna menzogna fu proferita.
Una lacrima solitaria rigò il viso di Daisuke, che fu furtivamente asciugata, nella speranza di non essere vista da Takeru.
Speranza terribilmente vana.
– I-io... –
Eppure, la voce di Daisuke non aveva mai tremato così tanto. La sua grinta s’era prosciugata in un solo attimo, nella verità che il suo rivale gli aveva mostrato. Cercava di convincersi che quello era solo il suo nemico, il ragazzo contro cui lottare per avere l’amore di Hikari, una persona che desiderava il suo male e la sua sconfitta.
Ma non ci riusciva.
Takeru non era solo questo, ma molto di più. E lui lo sapeva bene.

Poche ore dopo, i due erano in un bar del centro, davanti a due tazze di cioccolata calda fumanti. Entrambi adoravano quella bevanda.
– Perché mi hai portato qui? – chiese Daisuke, rivolgendo uno sguardo ostile a Takeru.
– Per parlarti. E poi questo è il bar che preferisce Hika... –
– Potresti almeno fare a meno di parlare di lei in mia presenza!! –
– Solo se tu eviti di alzare la voce con me. E poi scusa, come pensi di dimenticarla, se non riesci neppure a sentirmi parlare di lei? –
A quel punto, Daisuke sospirò rassegnato. Takeru sarebbe sempre stato un po’ migliore di lui, in tutto. Ma almeno non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di riconoscerglielo.
– Io... io ti ho sempre odiato Take. Non perché avevi HIka, ma perché l’avevi conquistata con molta meno fatica di me. O, forse, perché lei s’è innamorata dell’uomo sbagliato. –
Affibbiare agli altri la responsabilità delle cose che succedono serve a sminuire i propri sensi di colpa, nevvero Daisuke?
Tutte amenità. L’unica cosa che ti può aiutare veramente, e tu lo sai, è guardare in faccia la realtà, con coraggio.
Ma farlo significherebbe ammettere una cosa che non vorresti mai dover affermare.
– Sai qual è il tuo problema, amico mio? – chiese improvvisamente Takeru, destando l’altro dai propri pensieri – Che tu mi hai già perdonato di aver conquistato Hika. Tu non sei più innamorato di lei. Eppure, per uno strano motivo a me ancora ignoto, insisti nel farle la corte. Perché? –
È difficile riconoscere di aver creduto di essere innamorato quando non lo eri, e ancor più difficile è riuscire a chiamare amico una persona che fino a un attimo prima dicevi al mondo intero do detestare. Non è così, piccolo Daisuke?
– Nessuno mi hai mai insegnato ad ammettere i miei sbagli, amico mio. Tu sei l’unico che ha il privilegio di sentirmi dire di rinunciare per sempre all’amore di Hikari. –
Takeru sorrise. Era finalmente riuscito ad essere amico di Daisuke, forse.
– Ma guai a te se lo riferisci a qualcuno! –
Beh... un grande amico avrebbe tenuto quel segreto.
– E dimmi, Dai, in nome di cosa dovrei tacere? – chiese un goliardico Takeru.
– In nome della nostra amicizia, no? –
Takeru rise. Una risata davvero sincera, sentita, e molto rumorosa. Che scatenò immediatamente quella di Daisuke.

È follia, è poesia, è lealtà
È magia, melodia, libertà
È un’idea che non ha muri e mai ne alzerà
È quel viaggio verso dove non si sa


– E dimmi, Dai... tu cos’intendi per amicizia? –
Nell’ascoltare quella domanda, Daisuke smise di ridere, accorgendosi di non avere una risposta pronta.
– Beh... hai una domanda di riserva? –
Credeva di riuscire a cavarsela con il suo innato senso dell’umorismo.
– No, spiacente. Le scorte sono esaurite. Sei pregato di rispondere a questa. –
Entrambi si ammutolirono, accorgendosi d’essersi incanalati in un discorso fin troppo complicato. Come era venuto loro in mente di indagare sull’essenza dell’amicizia? La loro non era così profonda! Non erano mica Taichi e Yamato!
– Mi spiace deluderti Take... non ho una risposta. –
Risposta fin troppo prevedibile.
– Io invece credo di sì. La nostra amicizia è particolare, perché si basa soprattutto sul nostro viaggio a Digiworld. Senza di esso, credo che noi due non saremmo quel che siamo. E poi, Hika a parte, noi due siamo amici. Per quanto vogliamo far finta di odiarci, di non farci turbare dagli eventi che caratterizzano la vita dell’altro, tutto sarà vano. Tra noi c’è qualcosa di speciale. –
– Parli come mia sorella quando promette amicizia eterna alla sua migliore amica! –
Daisuke contorse il viso in un’espressione di disgusto, che risultò piuttosto curiosa.
– Forse, ma credo in quel che dico. Sai bene che non sarà Hikari il muro che ci dividerà, Dai. –
Motomiya annuì, prendendo atto della veridicità di quell’affermazione.
– E credo anche che se riusciremo definitivamente a mettere da parte quest’argomento, io e te andremo lontano, come amici... dico bene, Take? –
– Non ho dubbi al riguardo. –
Forse, quei due erano pronti a intraprendere il lungo viaggio dell’amicizia. Assieme.

Un attimo e cambia il mondo
Un battito qui nel profondo e poi ci sei
È l’anima che piano poi
Si libera su nell’azzurrità per noi


– Credo di non aver mai avuto un vero amico, io. –
La voce di Daisuke aveva interrotto la piacevolissima degustazione della cioccolata.
– E Ken cos’è, scusa? – Takeru era notevolmente perplesso.
– Sì... è il mio migliore amico. Però con lui è tutto facile, voglio dire che con lui non ci sono rivalità. Con lui vado sempre d’accordo... non ho confronti, ecco! –
Era così difficile esprimere un concetto! Ma Daisuke non si sarebbe mai fatto sfuggire che lui, in realtà, ammirava il giovane Takaishi.
– Non ho capito bene... se non ci litighi non può essere il tuo migliore amico? Cos’è? Una specie di contratto il cui rinnovo è costituito dai litigi? –
Takeru era piuttosto perplesso.
– Voglio dire che io e Ken non abbiamo il confronto che avete tu e Iori! –
Com’era complicato per Daisuke riprendersi da una frase che non s’era riuscita a spiegare al meglio. Soprattutto se Takeru continuava a consumare la propria cioccolata, senza degnarlo più di quell’attenzione che il maggiore dei due pretendeva.
– A volte io vi invidio, sai, perché la vostra amicizia non risente dei punti di vista discordanti che abbiamo noi. –
Aveva sentito bene? Davvero uno come Takeru Takaishi invidiava uno come Daisuke Motomiya? Impossibile!
– Credo che io e te abbiamo molto da insegnarci a vicenda. – sentenziò Daisuke, mentre girava una cioccolata destinarsi a freddarsi.
– A tal proposito... posso cominciare io adesso? – chiese Takeru in un sorriso.
– Dimmi pure! – esclamò Daisuke, con la solarità che lo contraddistingueva.
– La cioccolata che hai davanti va bevuta prima che abbia il tempo di freddarsi. –
Una verità ineccepibile. Daisuke si chiedeva se un giorno fosse arrivato il momento in cui sarebbe riuscito a contraddire il letterato Takeru Takaishi.
Entrambi scoppiarono in una sonora risata. Finalmente avevano trovato il coraggio di mostrarsi all’altro nella propria integrità.
Avevano trovato il coraggio per rivelare la propria anima senza riserve. Che avrebbe potuto librarsi nel cielo all’infinito.

È ricominciare a vivere
Quando tutto dice no
È sentire che ogni desiderio ormai
È qui


– Daisuke... a cosa stai pensando? –
Erano usciti dal bar, adesso. Diretti verso una meta sconosciuta. Una meta che ben presto Daisuke avrebbe definito. Ma intanto erano solo loro due.
– A te. –
D’accordo, quello era troppo. Cosa significava quella risposta? Takeru faticava non poco a comprenderlo. Non capiva neppure se avesse attinenza con il riferimento che c’era stato a Ken poco prima. Daisuke era troppo complicato quella mattina, e questo non era affatto positivo. A Takeru non piaceva affatto quella situazione in cui non riusciva a fare chiarezza.
– Perché proprio a me, Dai? –
Egli lo guardò, come mai non aveva fatto in vita sua. Arrestò il proprio passo, portando il suo amico a fare altrettanto. Finché i due non incrociarono i propri sguardi. Finché Daisuke non poté leggere la curiosità nelle pozze azzurro cielo di Takeru e questi ebbe l’opportunità di cogliere un’ulteriore sfumatura del carattere dell’amico dagli occhi nocciola che faceva trasparire una notevole preoccupazione.
– Perché sei un mio vero amico. –
Takeru sarebbe scoppiato volentieri a ridere, in un altro contesto. In quel momento non lo fece, perché capì lo stato d’animo dell’amico. Preferì porre a Daisuke una semplice domanda: – Perché pensi di questo di me? –
– A parte Ken che per me è come un fratello, sei l’unica persona di cui mi fidi. –
– Sei sicuro che la tua fiducia sia riposta bene? –
– Io non ci ho mai preso nella vita. Quando tutto mi sembrava negativo, quando credevo di aver perso anche l’amicizia di Taichi, quando per me non c’era una nota allegra nelle mie giornate... arrivi tu. Sei la mia manna dal cielo, Takeru, che tu ci creda o no. –
Takeru si sentiva sicuramente molto lusingato da quegli apprezzamenti, non vi era dubbio in proposito. Solo che vi era anche il rovescio della medaglia: possibile che Daisuke avesse un tasso d’autostima pari a zero?
– Mi fa piacere che tu pensi questo di me, ma non sottovalutarti. Tu vali molto di più di quanto credi. –
– Dici? Peccato però che non sia d’accordo con te. –
Takeru tacque un attimo, e anche Daisuke non proferì parola. Infine, fu il biondo a spezzare il silenzio: – Lasciati dire una cosa Dai. Il fatto che io stia qui, a parlare con te, è già tanto, credimi. –
A Daisuke parve di non comprendere bene dove l’amico volesse arrivare, e chiese delucidazioni in merito.
– Mi permetti di spiegarti il tutto con un semplice esempio? – Daisuke annuì col capo, e Takeru riprese il suo discorso – Io ho numerosissime ammiratrici che Hikari non degna neanche di una minima considerazione. Io e te stiamo parlando da buonissimi amici. –
– Con questo mi stai dicendo che mi consideri ancora innamorato di Hikari? –
– Con questo sto dicendo di volerti bene, stupido! –
Quell’affermazione, seguita da un buffetto affettuoso sulla nuca di Daisuke, fece ridere entrambi di gusto per un lasso di tempo indeterminato.

– Ehm... Take, posso esprimere un desiderio? –
– Se mi è possibile, cercherò di esaudirlo! Dimmi! –
– Per un po’ potremmo evitare di parlare di una certa persona? –
– Della mia Hikari? Certo! –
– TAKERUUUUUUU!!! –
– Scherzavo, scherzavo!! –

È bugia che non fa male più
È ironia, sintonia, fedeltà
È trincea contro chi non ha cuore e pietà
È capire che non si è da soli mai


- Dunque Takeru mi prometti che non pronuncerai il suo nome fino al 23 gennaio 2008? –
– Per così tanto tempo? –
– TAKER- –
Una mano venne posta sulla bocca di Daisuke, con lo scopo di farlo tacere.
– Te lo prometto! È difficile che ci riesca, ma te lo prometto! Basta che non urli più il mio nome, però! –
Quando Daisuke annuì con il capo poiché era nell’impossibilità di parlare, Takeru si ricordò che doveva lasciarlo respirare. Quest’ultimo, dopo aver compiuto l’azione, ringraziò l’amico per avergli risparmiato il soffocamento.
– Almeno per ora. – aveva puntualizzato il biondo.
– L’importante è che non pronunci il nome di Hikari per i prossimi cinque minuti. – disse Daisuke.
– Non avevi detto fino a domani, scusa? –
– Lascia perdere. È inutile che menta a me stesso. La ami, e ventiquattro ore non cambieranno ciò. Ormai fingere di non aver perso è una bugia. –
– Che però vedo che non ti fa più male. – puntualizzò Takeru.
– Cosa intendi dire? –
– Beh, di solito non si riesce a parlare tranquillamente di una cosa che reca dolore. E tu riesci a parlare di Hikari. –
– Takeru, grazie per avermi riconosciuto questa dote, però... –
– Però? – chiese curioso il giovane Takaishi.
– Non hai mantenuto fede alla promessa. Non sono passati cinque minuti. Proprio tu che dici di essere fedele a chi tieni! –
– Ah, Daisuke, quante ciance! Hai detto tu stesso che fingere che lei non esiste non ti aiuterà molto, no? –
– Sì, e tu sei tanto in sintonia con me da aver colto subito il mio disagio, nevvero? –
– Ma...? – Takeru non sapeva come ribattere. Proprio lui che sognava di diventare uno scrittore, era rimasto senza parole.
Un’altra vittoria per Daisuke.

– Incredibile! I due ragazzi che amano Hikari più di chiunque altro sulla faccia della Terra, stanno conversando come semplici amiciiiii!! Oserei dire, come grandi amici! –
Una voce piuttosto rumorosa attirò l’attenzione dei due. Entrambi si voltarono nella direzione da cui proveniva, notando la presenza di Miyako. La “serpe Scorpione”, l’avrebbe definita Jun appassionata d’astrologia.
– Ciao Miyako. – la salutò cordialmente Takaishi.
– Oh, vipera... hai fatto filone, oggi? –
– Si da il caso che neanche tu sei a scuola, mi pare! – esclamò Inoue.
– Peccato che i miei genitori sappiano che non sono entrato. E tu? –
– Assenza autorizzata. –
– Come mai? – chiese Takeru.
– A scuola di Ken c’è assemblea. Sto andando là. Dove mi pare stiate andando anche voi. –
Effettivamente, erano ormai di fronte all’istituto superiore dove Ken Icchijouji frequentava l’ultimo anno. E Daisuke proprio li voleva andare.
– Esatto, ma il motivo sicuramente non lo vengo a dire a te! –
A volte, Daisuke sapeva essere davvero testardo. Spesso.
Dal suo canto, Takeru riservò all’amico un’occhiata curiosa: perché condurlo da Ken? Un sorriso del castano, fece capire a Takeru che poteva fidarsi di lui.
Da quel momento in poi, nessuno dei due avrebbe più sofferto la solitudine. Sicuramente.

Un attimo e cambia il mondo
Un battito qui nel profondo e poi ci sei
È ricominciare a vivere
Quando tutto dice no
È sentire che ogni desiderio ormai
È qui
È ricominciare a vivere
Quando tutto dice no
È sentire che ogni desiderio ormai
È qui
È capire che non si è da soli mai
Un attimo e cambia il mondo
Un battito qui nel profondo e poi ci sei


Ken Icchijouji uscì da scuola, e trovò ad attenderlo Daisuke, Takeru e Miyako. Il suo migliore amico e la ragazza di cui era innamorato, che bella sorpresa! Sì, ma cosa ci faceva Takeru lì, o, meglio, come mai era con loro? Oltre al piccolo dettaglio che il suo migliore amico odiava la sua ragazza!!
Che fosse il principio dell’apocalisse?
– Voi cosa ci fate qui? – chiese Ken.
– Volevo passare a dirti che purtroppo oggi non posso venire a casa tua, in quanto è il compleanno di mia sorella. –
– Oh, Daisuke... non importa. Vorrà dire che la tua rivincita sarà rimandata. Ma come mai sei venuto con tutto il seguito? –
– Takeru è passato stamane a casa mia, e infatti in questo lasso di tempo abbiamo chiarito molte cose. Mentre questa soggetta qui l’abbiamo incontrata qualche minuto fa! –
– Scusa, Motomiya... come ti permetti di definirmi “soggetta”?? –
Sì, Miyako s’era leggermente innervosita. E non era affatto buon segno.
– Calmi, voi due! – esclamò Takeru – Oppure preferite rimanere qui per tutta la giornata? –
– Non la considero una prospettiva allettante. – constatò Ken.
Tutti scoppiarono a ridere. Quei quattro, insieme, non avevano mai avuto molto da dirsi: erano sempre stati divisi a gruppi di due. Takeru, poi, li in mezzo era la nota più stonata di tutte.
Eppure, in quel momento, sembravano grandi amici. Certo, in ogni caso si notava di primo impatto l’ostilità tra Miyako e Daisuke, ma tralasciando questo piccolo dettaglio, erano legati da una forte amicizia.
E tra due di loro era presente forse qualcosa di più.
Si sentivano speciali, in quel 22 gennaio, perché avevano scoperto che, nonostante ogni forma di rivalità che poteva sorgere in quel buffo quartetto, possedevano una grande risorsa di cui vantarsi: la loro amicizia. Sapevano di poter contare gli uni sugli altri in qualsiasi situazione. Anche Miyako su Daisuke, e viceversa.
Erano amici e questa era la cosa più importante di tutte.
L’emozione più bella.
Il sentire quel battito che il cuore perdeva o accelerava quando s’incontravano.

...È così l’amicizia è così.


Tardo pomeriggio.
Ken e Miyako avevano lasciato Daisuke e Takeru, e questi ultimi ne avevano ben compresa la ragione. Molto probabilmente, dal giorno dopo quei due non sarebbero stati più due semplici amici. E di questo i due amici non potevano che gioire.
Ma in quel momento, anche per loro era arrivato il momento di salutarsi. Takeru sarebbe dovuto andare a casa di Hikari, ed era pure in un ritardo spaventoso, mentre Daisuke era atteso a casa propria, dove si sarebbe celebrato il ventesimo compleanno della sorella.
Un evento dal quale, se avesse potuto, si sarebbe volentieri astenuto.
Eppure non era proprio possibile.
– Ti capisco, sai? – affermò, improvvisamente Takeru.
Daisuke, dal suo canto, non capiva proprio a cosa si stesse riferendo il suo nuovo amico, pertanto decise di chiedergli delucidazioni: – Mi capisci riguardo cosa? –
– Non deve essere divertente il sapere che ti aspetta un’allegra cena con le amiche di tua sorella! –
Oh, come lo comprendeva, decisamente! Takeru aveva provato ad immaginare sé stesso seduto a tavola con Jun e le sue amiche, e aveva pregato anche l’immediata fine di quell’incubo.
Dal suo canto, Daisuke, non si aspettava che l’amico comprendesse così velocemente i suoi sentimenti... non dopo così poco tempo dopo essersi chiariti, almeno!
Era quello l’intrinseco potere dell’amicizia?
Forse.
Ma ora era arrivato il momento di rispondere all’amico.
– Beh, Take... il 23 gennaio arriverà! È questo che mi fa sentire fiducioso! –
“Non morirò certo per una serata con delle ragazze che non sopporto... almeno lo spero!”
Una risata spezzò l’aria. La prima che Takeru aveva fatto come amico, e non per deriderlo.
Finalmente, erano diventati amici.
Ma ora era arrivato il momento di tornare ognuno alla propria vita, con un amico in più, e felici di averne trovata l’amicizia.

Fine!



Salve a tutti =)
Preciso, ridico, ribadisco e sottolineo che quest’opera è interamente dedicata alla mia best DenaDena, dalla prima all’ultima parola! =) Da “martedì” a “amicizia”! XD Ti voglio tanto teso, spero che questa one-shot ti sia piaciuta.
Il compleanno di Jun, lasciamelo dire, è semplicemente capitato per mezzo! Perché Dedy, tu lo sai oggi che giorno è, nevvero? Beh... il 22 ottobre è stato tre mesi fa! ^^ Pertanto cara, oggi sono tre mesi esatti che ci conosciamo! Per questa ragione, ti dedico questa dolcissima storia basata sull’amicizia dei nostri personaggi preferiti (Ken l’ho dovuto accantonare per “motivi di copione”! Spero non ti sia dispiaciuto troppo!).
Cos’altro aggiungere...? Teso, che belle le 11:17 del 22 ottobre 2007... chi le scorda più adesso! ^^ Tvtttttttttttttttttb
Ovviamente, un saluto va anche a quante mi seguono su questo sito, e ci tengo a precisare che la canzone da me ivi utilizzata è di Paolo Meneguzzi, si intitola È, e a lui appartengono tutti i diritti. Non è da me adoperata per fini di lucro ma per puro diletto, e la ringrazio per avermi permesso di fare questo regalo alla mia migliore amica digitale!! =)
Tesoro... spero con tutto il cuore che ti piaccia, un bacio!

 
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