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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE DEATH OF AN ANGEL
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Yaoi
Autore: iru-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/07/2008 21:25:24

Pensieri dolorosi di un Angelo appena stato abbandonato.
 
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1
- Capitolo 1° -

“Voglio morire”
Questo pensava Lelahel, il Dio lodevole, il Dio prospero, il Dio dellla Luce.
“Voglio morire. Rinascere e poi di nuovo morire.
Non ce la faccio a continuare così.
Non voglio più soffrire.
Sono stanco.
Sto male.
Voglio solo morire, nient’ altro”
Angelo 6° tra i 72 Angeli della Shemhamphorash, Lelahel.
L’Angelo della Luce. Ma in questo momento, quello delle tenebre.
“Come ha potuto farmi questo? Come?
Cosa gli ho fatto?
Credevo d’esser sempre stato un buon amico. Non gli mai creato problemi.
Credo…
E allora perché mi ha abbandonato?
Perché?
La risposta è semplice… Pet lui.
Ultimo essere entrato a far parte della nostra famiglia.
Per lui mi ha lasciato!
Non posso ancora crederci. Dopo tutto questo tempo passato assieme… Mi ha lasciato…
Ed io, quel giorno, non ho detto una parola… La mia bocca era aperta. Ma non emanava nessun suono.
Mi son sentito soffocare. Morire!
Un’altra volta…
Mi fidavo di lui.
Ma l’ha tradita… la mia fiducia.
Non credo di meritarmelo.
O forse si…
Sono tanto confuso.
Vorrei svegliarmi da questo incubo. E vedere le sue labbra che s’increspano in un beato sorriso rivolto a me, come ha sempre fatto…
L’unica cosa che vorrei… che voglio, è scomparire. Ma insieme a lui.
L’Angelo lodevole che prova invidia, gelosia e odio.
Che cosa buffa…”
L’Angelo accennò un sorriso triste. Mentre nella sua mano, una piccola pietra color sangue si sgretolava.

Erano settimane, forse mesi che Lelahel non usciva dalla sua piccola stanza.
Pensava e basta. Nessun movimento, nessun respiro, niente.
Rifletteva.
Da come l’Angelo della Luce divenne quello del’ Oscurità.
Da come quel piccolo Angelo indifeso, che tutti acclamavano e gli portavano rispetto, si chiuse nel suo piccolo mondo di odio.
Dopo che il suo amico, il suo miglior amico lo tradì, lasciandolo ancora una volta solo, cadde nella più profonda depressione. Fino ad arrivare ad escogitare un innocente piano per far scomparire il colpevole di tutto questo.
Ma non lo fece.
Non poteva “ucciderlo”… era l’unico che gli era stato accanto nei momenti più bui della propria esistenza da Angelo.
Preferiva fare del male a se stesso, invece che al suo compagno, ma forse, quello che provava per lui non era solamente una semplice amicizia. Ciò che lo legava a lui, era qualcosa di molto più forte. Qualcosa di illecito.
Nel loro mondo era vietato provare certi sentimenti verso un altro Angelo. Chi oltraggiava questa regola veniva severamente punito.
L’ultimo e unico Angelo che la trasgredì fu esiliato per molti decenni dal proprio regno, ed ancora oggi, non ha ancora fatto ritorno.
“Magari era proprio questa la soluzione.
Andarmene.
Fuggire da questo regno.
Tanto ormai… cosa mi resta?
Niente.
Il nulla più completo.”
Ma una melodia all’improvviso interruppe i suoi pensieri.
Una voce.
Un richiamo.
*Cantate inni al Signore, che baita in Sian, narrate tra i popoli le sue opere!*
Il versetto gli rimbombava in testa.
Era il richiamo con cui veniva invocato dagli uomini.
<<Basta!! Basta con queste voci insistenti! Le ho sempre trovate fastidiose! Lasciatemi in pace...>>
Il ragazzo dal viso giovane ed estremamente pallido, si accasciò a terra, mentre le sue mani candide premevano contro l’orecchie. E i biondi capelli li accarezzavno le guance.
All’improvviso, uno strano sguardo apparì sul viso del biondino.
“”Ho deciso.
D’ora in avanti gli uomini dovranno fare a meno di me.
Non ce la faccio.
Devo scappare.
Non posso vivere nel luogo in cui continuerò a vedere il suo sorriso.
Ma questa volta rivolto ad un altro.”
Fuggì lontano.
Dove quelle voci non lo avrebbero raggiunto.
E magari, sperando che anche il suo terribile sentimento che provava, sarebbe cessato prima o poi.
Ma si sbagliava.



<<Farò in modo che ci sia sempre
In me
Un luogo
Dove il sole scalda davvero
Dove son veri i tuoi passi
Dove posso toccare le impronte
Del tuo sgurdo
Dove la tua voce è musica >>

-Franco Franchini-

 
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