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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: NCIS
Titolo Fanfic: PIECES OF MY WORLD
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: theguide galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/07/2008 20:55:08

Tony scopre di non aver mai lasciato davvero la sua vera famiglia...
 
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- Capitolo 1° -

Tony scosse la testa, aprendo la copertina del libro che aveva appena comprato, nella libreria del porto, un sorriso dolce che si andava allargando sul suo bel viso abbronzato dal sole. Si trovava in Francia da pochi giorni, ed il porto di Marsiglia era un posto piuttosto noioso, così si era concesso qualche ora di libertà dalla piccola portaerei dove era stato stazionato. Il nome sulla prima pagina di quel libro lo aveva fatto sorridere, riportandogli alla memoria piccoli ricordi di una vita che forse non era più nemmeno la sua, tanto era lontana. Thom E. Gemcity. Timothy McGee. In inglese. Incredibile…
Era il suo terzo libro, a giudicare dal titolo: “Deep Six: Fine o Inizio?”
Sorrise di nuovo. Erano secoli che non sentiva il resto della squadra, e quel piccolo segno (perché sapeva a cosa si era riferito McGee scrivendo “Fine o Inizio”) lo fece sentire, per un istante, di nuovo a casa. Lesse la prima pagina. Il nome dell’amico campeggiava in alto, centrale, dove meritava di essere. Persino DiNozzo aveva riconosciuto che ultimamente il suo stile era di gran lunga migliorato. La seconda pagina lo lasciò attonito per un istante.
“Deviazione personale”, diceva il piccolo paragrafo sulla destra. Sembrava una specie di scusa. Cominciò a leggere, a metà tra il perplesso e l’incuriosito. McGee non aveva mai scritto una cosa del genere.

Dopo il secondo capitolo di Deep Six, diceva, avevo chiaramente espresso la mia idea di non continuare, di non farne una trilogia. Eppure, ho sentito l’impulso di proseguire a scrivere, grazie a qualcosa che ha completamente cambiato l’ordine delle cose nella mia vita. In questo libro, che non è più solamente una semplice descrizione delle procedure impiegate dalla marina e dall’NCIS per risolvere diversi casi, ho deciso di inserire anche stralci di quella che è anche la vita di ogni agente che contribuisce a mandare avanti un ente governativa come questa. Spero che questo piccolo cambiamento non vi rechi troppo disturbo!
Questo librò è dedicato alla memoria di due donne coraggiose che hanno dato la vita affinché il nostro paese fosse più sicuro: l’Agente Speciale NCIS Kateleen Todd ed il Direttore NCIS Jennifer Shepard. Noi tutti vi saremo sempre riconoscenti.
Ringraziamenti particolari in calce.
Con affetto, Thom E. Gemcity.

Si fermò a pensare per un secondo. Nella sua lingua, quelle poche righe potevano significare una sola cosa: McGee aveva leggermente modificato il suo modo di scrivere a causa di quello che era successo tra loro, nella loro squadra, ma non era quello ad averlo incuriosito maggiormente, ma l’ultima frase, “Ringraziamenti particolari in calce”. Perché?
Conosceva a memoria i suoi ringraziamenti, sia quelli del suo primo libro, sia del secondo: Sarah, l’NCIS, l’editore, il proprietario della steak-house “Alfonso’s”… perchè quella precisazione?
Lo richiuse, e riaprì l’ultima pagina. E soffocò un’esclamazione di sorpresa. Si sedette ad uno dei tavoli del cafè appena fuori dal porto, e riprese a leggere.

Questa volta, i miei ringraziamenti vanno a sei persone veramente speciali, senza le quali non sarei riuscito ad arrivare dove sono arrivato adesso. Grazie all’Agente Speciale Leroy Jethro Gibbs, che mi ha insegnato tutto quello che so… e anche quello che ho dimenticato, e che ha saputo perdonarmi quasi ogni mio errore.

DiNozzo sorrise dolcemente, leggendo il nome di Gibbs. Sapeva che McGee non l’avrebbe dimenticato.

Grazie alla mia dolcissima Abby Sciuto, che mi ha spinto ad andare avanti anche se avrebbe preferito spingermi giù da un ponte…

Stavolta, scoppiò a ridere, attirando l’attenzione della coppia seduta al tavolo vicino; fece un cenno per scusarsi e proseguì.

Grazie all’Agente Ziva David, che spesso mi ha difeso dagli attacchi dell’Agente Speciale DiNozzo… e a Ducky e Palmer, che per me sono sempre i migliori in tutti i campi!

Quando arrivò all’ultimo nome, tornò serio. Non credeva che l’amico avrebbe mai potuto ricordarsi di lui… anche se non l’avrebbe mai detto a nessuno.

Ma un ringraziamento speciale va soprattutto all’Agente Speciale Anthony DiNozzo, che mi ha dato sempre una mano nei momenti difficili, anche se spesso quella mano si trasformava in uno scappellotto dietro la testa… tutte le persone che ho sopra citato sono quelle che per un periodo (il periodo, credo, migliore di tutta la mia vita) sono state la mia famiglia ed il mio conforto nei momenti peggiori. È solo grazie a loro se oggi sono quello che sono, e vorrei che sapessero che nonostante tutto quello che è successo, non dimenticherò mai gli ultimi cinque anni.
Il vostro Pivello vi augura che abbiate sempre la felicità che meritate, ovunque voi siate.
Con affetto, Timothy McGee.

DiNozzo si passò una mano sugli occhi lucidi, mentre il vento freddo del pomeriggio francese lo facevano rabbrividire nella divisa bianca della Marina. Scosse piano la testa, mentre si alzava e riprendeva a camminare sulla banchina. Migliaia di pensieri gli affollavano la mente. McGee era riuscito a trovare un modo per comunicare con loro da un altro continente, da un mondo che da mesi non era più il suo. Era lontano da casa, lontano dai suoi amici, lontano dalla donna che amava, ma quelle semplici e brevi frasi, come la voce di un passato che tornava dai recessi più nascosti della sua mente per richiamarlo indietro aveva allentato la morsa della nostalgia che provava nel cuore da quattro mesi a quella parte. Improvvisamente, si fermò. Doveva farlo. Aveva evitato di pensare che nel taschino interno della sua giacca c’era un cellulare con collegamento internazionale, che avrebbe potuto tranquillamente metterlo in contatto con la sua vecchia vita; non aveva idea se sarebbe mai riuscito a contrastare le emozione che avrebbe provato nel risentire la voce di Gibbs o di McGee. Lentamente, tirò fuori l’apparecchio e rimase a fissarlo per pochi istanti, prima di comporre un numero che conosceva ormai a memoria e portarselo all’orecchio.
- … ciao, Capo, sono io, - disse alla voce che rispose al terzo squillo; sorrise appena. – Sì, lo so, è passato parecchio tempo. Sì, sì, sto bene… tu?... scommetto che l’hai letto... anch’io, sì… adesso, l’ho comprato al porto. Lo so, è incredibile.
Sospirò, e si decise a mormorare sottovoce, come se avesse paura: - Lo sai? Per un attimo mi sono sentito di nuovo a casa.
Rise e rispose in fretta alla domanda che Gibbs gli aveva appena rivolto: - Non so. Forse, dovrei avere una licenza tra qualche giorno. Certo che potrei… passare a trovarvi. Dà un bacio ad Abby da parte mia. Sì, certo, anche tu. Ci sentiamo.
Riagganciò in fretta e sorrise tra sé, avviandosi lentamente verso la piccola portaerei. Adesso ne era sicuro: non aveva mai lasciato la sua famiglia. Lo avrebbero sempre seguito, ovunque fosse andato, perché non si sentisse solo mai più. E gliene era grato. Davvero.
 
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