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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: WENN NICHTS MEHR GEHT
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, AU, Slash
Autore: kokakola galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/07/2008 13:07:20 (ultimo inserimento: 12/09/09)

Da quando era arrivato in quella dannata scuola non si era procurato nient’altro che guai, occhiate storte e tanti, troppi nemici.
 
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PROLOGUE
- Capitolo 1° -



Capitolo Uno.

Wenn nichts mehr geht
Wird´ ich ein Engel sein – für dich allein



Non sapeva esattamente perché lo avessero preso di mira. Non sapeva perché proprio lui su tutti i ragazzi che c’erano nella scuola. Erano tanti. Alcuni più sfigati, odiabili, viziati, stupidi di lui. Ci sarebbero state decine di persone che sarebbe stato più gratificante stuzzicare. Eppure, su tutti… lui.

Forse era perché lui aveva uno stile suo e pensava con la propria testa, senza seguire stupide masse o stupidi luoghi comuni.

Forse perché non aveva problemi a far sapere alla gente quello che pensava, lo aveva sempre fatto con tranquillità disarmante e quel paio di grandi occhi castani che mozzavano il fiato.

Forse perché in poco tempo aveva avuto un discreto successo con le ragazze e tutti lo guardavano con un misto di invidia e ammirazione, senza avere il coraggio di scambiare qualche parola con lui o chiedergli consiglio.

O forse… forse perché non demordeva, non si arrendeva e non chinava il capo nemmeno quando quattro, cinque, sei persone, più pesanti, grandi e stronze di lui lo circondavano e lo riempivano di calci e pugni fino a fargli desiderare di scoppiare in lacrime e accasciarsi a terra implorando pietà. Lui non era il tipo. Semplicemente non si sarebbe mai dato per vinto perché era contro i suoi ideali. E poi c’era quel fottuto orgoglio. Spesso avrebbe preferito non averlo; oppure essere capace di limitarlo, di rinchiuderlo in un angolo del suo essere e dimenticarsi della sua esistenza, senza che questo tornasse sempre a galla prendendo il sopravvento sulla sua razionalità.

Non sapeva esattamente perché lo avessero preso di mira. Fatto sta che da quando era arrivato in quella dannata scuola non si era procurato nient’altro che guai, occhiate storte e tanti, troppi nemici. Quei ragazzi trovavano qualcosa di gratificante nel guardarlo contorcersi dal dolore a denti stretti, senza emettere un gemito, sforzandosi di tenere lo sguardo gelido in quello dei suoi aguzzini. Rispondeva ai loro ghigni compiaciuti con bassi ringhi di gola che andavano sciamando di intensità mano a mano che il fiato gli veniva a mancare a causa dei violenti colpi incassati. Si riducevano, diventavano sempre più deboli e tremuli. Ma mai. Mai parevano arrendevoli o sottomessi.

Quei maledetti stavano dietro ad ogni angolo, pronti a balzargli alla giugulare con una precisione degna di mastini addestrati. E non provava vergogna nel dire che gli stavano rendendo la vita un inferno. La tensione non lo abbandonava nemmeno durante le lezioni. Contava le ore. Le poche ore che lo separavano da una nuova rissa di cui sarebbe stato inevitabilmente l’unico a risentire. Poche ore che lo separavano da lividi che erano sempre più difficili da giustificare. Simone poteva essere una madre poco presente a volte, ma non era una donna stupida. Sapeva benissimo che non si sarebbe bevuta le sue continue bugie ancora per molto. E non era più una possibilità lanciarsi su per le scale appena varcata la soglia di casa e non smettere di correre fino a che la porta della sua camera non fosse stata chiusa dietro di lui. Avrebbe solo finito per alimentare i suoi sospetti e una conversazione frontale sarebbe diventata inevitabile. Come avrebbe potuto spiegare a sua madre? Già si immaginava i suoi occhi liquidi e prossimi al pianto mentre snocciolava la situazione. ‘Sai mamma, a scuola ci sono dei ragazzi a cui non vado per niente a genio. E… beh, loro mi picchiano, per la maggior parte. Ecco come mai tutti quei lividi. Già, le cadute in bicicletta non c’entrano. Ma non preoccuparti prima o poi si stancheranno. Spero solo che succeda prima che mi ammazzino.’…

Aveva provato a ribellarsi ma la situazione non era affatto migliorata dopo che si era fatto valere con quel Ruben. Quando gli aveva assestato quel pugno in volto che l’aveva reso orgoglioso per i pochi attimi successivi non era riuscito a far pendere la bilancia dalla sua e ad ottenere un po’ di rispetto. No. Era solo servito a far incazzare di più quel tipo. E con la sua, si era tirato letteralmente addosso tutta la rabbia della banda.

Ed ecco qual era la differenza fra lui e loro.

Loro erano un branco di figli di puttana.

Lui era un solitario studente del liceo che non sapeva mai quando era il momento di abbassare la cresta. E lui non poteva contare sul sostegno di nessuno.

Quando fai parte di un branco, invece, puoi contare sul sostegno di ogni compagno quando si verifica qualche problema. E quel branco doveva aver deciso di comune accordo che il problema del momento fosse lui.


Sbuffò osservando come il fiato uscito dalla sua bocca si condensasse con l’aria fredda di Febbraio formando piccole nuvolette di vapore biancastro. Con un gesto goffo si sistemò meglio lo zaino in spalla, stringendosi nel giubbotto che ricreava intorno a lui una sottospecie di gradevole tepore. Calciò un piccolo sassolino che si trovava lungo la sua strada e lo guardò rotolare smarrito fino all’altro lato della carreggiata. Mancava poco alla fermata e non poteva evitare che una spiacevole sensazione di inquietudine si impadronisse lentamente di lui, mano a mano che si avvicinava alla sua destinazione. Anche Ruben prendeva quell’autobus. E con lui qualche stupido altro tirapiedi. Giusto per iniziare in allegria la mattinata se lo ritrovava davanti ogni giorno, pronto a sputargli addosso qualcuna delle sue parole velenose accompagnata da quella maledetta risata di scherno. Avrebbe voluto girarsi e ritornare di corsa a casa, seppellirsi sotto metri e metri di caldo piumone invernale e non aprire più gli occhi fino al giorno della fottuta laurea, quando finalmente avrebbe potuto andarsene da quel buco di paese e archiviare tutta quella spiacevole situazione come un piccolo momento buio nella sua felice esistenza.

Rise amaramente mentre raggiungeva a passi strascicati il bus, in sosta poco avanti a lui. Salì velocemente, contento che fosse ancora quasi del tutto vuoto e rintanandosi in un sedile a caso con le cuffie dell’i-pod ben calcate nelle orecchie. Il suo sguardo era fisso fuori dal finestrino e la sua mano batteva lenta il ritmo di un’anonima canzone sul denim sopra il suo ginocchio. Perso nel suo mondo quasi non si accorse del pullman che andava riempiendosi fino a che non sentì un leggero dolore all’orecchio. Alzò gli occhi fino a incontrare quelli del ragazzo che gli aveva strappato l’auricolare.

-Kaulitz, ehi. Come andiamo?- fece Ruben appoggiando una mano alla testiera del sedile. Non riusciva a sopportare quella scintilla di soddisfazione e arroganza nascosta dietro il suo sguardo.

-Andava bene, prima che arrivassi- rispose in un sibilo senza staccare gli occhi dai suoi.

-Oh. Così mi ferisci.- un’eco di risate si alzò dei sedili retrostanti. –Ed io che ero venuto appositamente per darti il buongiorno.-

Voltò leggermente il capo, scorgendo con la coda dell’occhio la gang di Ruben con alcune delle ragazze che non facevano altro che seguirlo ovunque andasse, al pari di fedeli cagnolini.

-Perché non vai dalle tue puttane, invece?- un ghigno gli si dipinse sul volto.

-Cos’hai detto brutto..- Vide Ruben alzare una mano nell’atto di colpirlo e si schermò il viso con l’avambraccio di riflesso, attendendo di sentire la consueta fitta di dolore. La voce perentoria dell’autista lo salvò.
-Che succede laggiù? Sedetevi, maledizione.-

-Facciamo i conti dopo, Kaulitz.- disse in tono di sfida Ruben, prima di allontanandosi verso il retro del veicolo.

-Stronzo…- bisbigliò mentre iniziavano a muoversi, tornando a guardare fuori dal finestrino.
Tutti i giorni la stessa storia. Non sarebbe più riuscito a continuare in quel modo. Magari… magari sarebbe stato meglio cambiare scuola. Cambiare addirittura città, se necessario.
Simone avrebbe potuto capire. Avrebbe capito che era per il suo bene e tutto il resto e non si sarebbe tirata indietro se c’era di mezzo la felicità del suo amato, unico figlio.

Avrebbe potuto…O magari no. Magari avrebbe semplicemente continuato a guardare le case di Loichte scivolare veloci via, una dopo l’altra, proprio davanti al suo naso. E non avrebbe mai tentato di cambiare la sua condizione. Avrebbe semplicemente gettato la spugna e aspettato con pazienza che il circolo vizioso della sua vita continuasse a fare il suo corso. Dopotutto non era il primo e non sarebbe stato l’ultimo a trovarsi immerso in quella situazione. Bastava stringere i denti. Certo… stringere i denti e chiudere gli occhi. Così tutto sarebbe passato prima. Sarebbe stato meno doloroso e meno logorante. Era un ragionamento infantile, sì. Ma l’unico a cui poteva aggrapparsi, al momento.

-Non dovresti farlo incazzare.-

Voltò di scatto il capo, trovandosi a osservare un ragazzo dai lunghi capelli corvini che lo fissava dal sedile accanto al suo. Era molto pallido, vestito quasi completamente di nero e una spessa linea di eyeliner tracciava il contorno dei suoi occhi castani.

Al suo sguardo perplesso il ragazzo moro inclinò leggermente il capo, sorridendo leggero e facendo ondeggiare lievemente qualche ciocca. Non potè far a meno di pensare che fosse molto carino e che apparisse adorabilmente innocente.

-Sei Tom, vero?- chiese il moro continuando a guardarlo curioso.

Tom annuì titubante togliendosi le cuffie e fissando le affusolate dita del giovane posate accanto alla sua coscia, tanto che la sfioravano appena, e corrugò le sopracciglia notando lo smalto bicolore che ne colorava le unghie.

-Sembra che tu non gli piaccia. Sai… a Ruben.- continuò il moro facendo cenno col capo al retro.

-Già. Si nota molto?- chiese ridacchiando.

Il giovane annuì dolcemente, inumidendosi le labbra sottili e prendendo a fissare quelle del rasta. Sotto quello sguardo profondo Tom tremò leggermente. Gli occhi di quel ragazzo erano troppo profondi. Più che osservarlo lo stavano scrutando. E questo scatenò in lui una reazione inaspettata e prorompente. Lo vide sporgersi lentamente verso di lui.

-E’… è solo uno stronzo a cui piace mettersi in mostra.- cercò di spostare l’attenzione del moro che però continuò intento ad esaminare la sua bocca. Infine lo osservò protendere una mano verso il piercing che portava sul lato sinistro del labbro inferiore, sfiorandolo appena.

-Mi piace,- Sussurrò accarezzando lentamente l’anellino di metallo con occhi adoranti. –Anche tu mi piaci.- continuò alzando su di lui uno sguardo malizioso. Tom deglutì profondamente.

-Bill!- sentì Ruben gridare dai sedili in fondo al pullman e osservò il ragazzo di fronte a lui sbuffare alzando gli occhi al cielo per poi rispondere con uno scocciato “Sto arrivando…” e sgattaiolare fuori dal posto a fianco al suo.

-Devo andare, ora. Però mi è piaciuto fare quattro chiacchiere con te.- sorrise di nuovo il ragazzo moro, che doveva chiamarsi Bill. –Ci vediamo, Tomi.- Si abbassò per posargli un leggero bacio sulla guancia e poi scomparve, diretto agli ultimi sedili.

Tom boccheggiò stringendo spasmodicamente il bracciolo del suo sedile. Dopo qualche secondo d’apnea espirò, azzardandosi a far correre lo sguardo fino cavallo dei suoi pantaloni.
-Oh.Cazzo.-

***


Le ore di lezione erano passate più lente che mai mentre sbirciava pigramente dalla finestra dell’aula qualche stanco ramo d’albero piegarsi sotto il peso della neve fresca. Il cielo era di un tenue grigio e una sottile nebbiolina rivestiva il terreno, rendendo il giardino della scuola quasi spettrale. Mordicchiò ancora un po’ la matita che teneva fra le labbra, tornando a fissare la lavagna con aria distratta per poi lanciare un’occhiata obliqua al suo quaderno degli appunti.

Fece ondeggiare una penna fra pollice e indice e poi scrisse in un angolo una piccola frase in caratteri sbilenchi e tozzi, mentre gli angoli della sua bocca si curvavano in un piccolo sorriso.

Era infantile. E ridicolo. E orribilmente femminile. Non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi intento a scribacchiare in ogni spazio cartaceo disponibile durante la spiegazione. Insomma. Aveva sempre trovato modi più costruttivi per trascorrere il tempo. E poi quale sarebbe stata la prossima fase? Avrebbe organizzato un pigiama party? Magari si sarebbe anche fatto pettinare i rasta, o stupidaggini simili. Seriamente. Non pensava di poter cadere tanto in basso. Perdere la testa per qualcuna tanto da smarrire il lume della ragione. Possedeva un self-control non indifferente, lui. Lo aveva sempre avuto.

Osservò storcendo il naso quel “Anche tu mi piaci” appena abbozzato.

Beh, in effetti lui non aveva perso la testa per qualcunA. Ripensandoci. Non aveva proprio perso la testa. Era stata semplicemente un’eccitazione post-stress. Quando si è stressati è normale che il fisico reagisca in qualche modo. Ed era questo che aveva fatto il suo fisico. Semplicemente reagito allo stess.

Anche se quel Bill, infondo, era molto più femminile di tutte le altre ragazze della scuola. Sarebbe anche potuto essere normale trovarlo… affascinante. Sì, aveva un’aria misteriosa e il trucco addolciva i suoi lineamenti e quel piercing al sopracciglio era divino, come il modo in cui piegava le labbra sottili per sorridere e… E lui gli aveva fatto la tac.

Tirò una riga su quanto appena scritto e tornò a guardare il giardino.

Doveva per forza trattarsi di accumulo di stress.

***


Non se ne era quasi reso conto ma d’un tratto si era ritrovato a correre per i corridoi della scuola a perdifiato. Ruben lo stava inseguendo per fargliela pagare e non c’era bisogno che si fermasse per guardarsi le spalle perché ne fosse certo. In effetti, sarebbe stata una cattivissima idea dal momento che in quella maniera gli sarebbero stati addosso molto più velocemente.

Sentiva il cuore pronto a scoppiargli nel petto, l’eco dei battiti in gola. “Cazzo.”

Lo sapeva che sarebbe stato meglio per tutti se quel giorno fosse restato al caldo nel suo letto, senza interferire con il corso degli eventi. Dopotutto c’erano esseri viventi che potevano permettersi di andare in letargo e poltrire per mesi. Non vedeva motivo perché lui non potesse avere questo privilegio.

Quasi non registrò l’aprirsi veloce di una delle porte alla sua sinistra, finchè una mano non lo afferrò saldamente per il collo della maglietta e lo trascinò in uno stanzino buio. Sentì la serratura chiudersi alle sue spalle e sgranò leggermente gli occhi quando avvertì la presenza di un'altra persona accanto a lui.

-Ma che dia…- una dito leggero gli carezzò il piercing per poi riposare sulle sue labbra, intimandogli di tacere.

Si prese qualche istante per riflettere e per calmare il respiro mozzato dalla corsa quando un grande calore lo avvolse e avvertì delle labbra tiepide sul proprio collo.
E poi sentì dell’altro. Dei passi concitati proprio fuori dallo sgabuzzino in cui era stato rinchiuso. E non faticò a capire di chi fossero, tremando leggermente nel concepire l’idea. Ruben doveva essere proprio là fuori.
Le labbra che fino ad allora lo avevano solo sfiorato premettero più forte, affondando nell’incavo della sua spalla.

-Shhh. Calmati Tomi. Qui non ti prendono.- sussurrò sulla sua pelle una voce delicata.

In quel momento gli sembrò quasi angelica. Una voce celestiale. Dolce come il miele, ma non altrettanto stucchevole. Una di quelle dolcezze di cui la gente non si stanca mai. Una dolcezza che ti culla e ti rassicura.
Quella stessa voce che aveva iniziato a ripetere parole sottili e appena percettibili che lo stavano lentamente calmando. Il salmodiare leggero riempiva la sua mente. Non riusciva a pensare ad altro. Non voleva pensare ad altro. Rilassò i muscoli, appoggiandosi al muro alle sue spalle e reclinando leggermente la testa all’indietro, gli occhi chiusi.

Sarebbe potuto morire lì, seppellito dal dolce tepore del corpo adagiato al suo, con quella voce sulla pelle a cullarlo.

Continuò ad avvertire quel respiro regolare sul collo per diversi minuti, poi lo percepì allontanarsi. Si scollò esitante dal muro, riaprendo gli occhi nell’oscurità appena per avvertire un movimento.

-Bill…?- bisbigliò incerto appena prima di sentire di nuovo lo scattare della serratura.
La luce del corridoio lo investì, obbligandolo a socchiudere gli occhi, ma una risata cristallina gli giunse comunque alle orecchie.

-Nono Tomi. Semplicemente… il tuo angelo custode.-
Osservò quella massa di capelli corvini ridacchiante scomparire nel corridoio e rilasciò un respiro che non sapeva di star trattenendo.



Note:
Ok. XD Sono riuscita a postare tutto il capitolo e per me è già un successo. U.U E' da parecchio tempo che questa storia marcisce nei meandri del server e non mi sono mai decisa a postarla.
Innanzitutto, spero vi abbia almeno sconvolto un po' il fatto che sia Tom a prenderle per una volta, mentre di solito, in storie del genere, è Bill la preda preferita dei bulli. Nella sintesi non ho voluto anticipare questo particolare per lasciare al lettore un margine di sorpresa. :D
Aspetto molti commenti, impressioni a caldo, consigli costruttivi o semplicemente qualche parola per farmi sapere che avete letto e se vi è piaciuta. :)
Al prossimo aggiornamento!
 
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VOTO: (15 voti, 30 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 30 commenti
Rif.Capitolo: 1
kokakola
22/09/09 16:10
Davvero onorata che ti piaccia. x)
E' certo che continuerò, ma i miei tempi purtroppo sono quello che sono.
Grazie del commento e dei complimenti.
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Rif.Capitolo: 1
fabyth92
17/09/09 21:54
OHHHHH la devi assolutamente continuare !!

ti obbligo ^^
è meravigliosa davvero.
La stesura è perfetta ,non ci sono errori di cooerenza e la trama è curiosa è interessante^^
secondo me sarà un capolavoro finita ^^

aspetto che posti il prossimo aggiornamento. ù.ù

baci
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Rif.Capitolo: 5
kokakola
13/09/09 13:08
Tu sei troppo gentile <3
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Rif.Capitolo: 5
moon-stars-sun - Voto:
12/09/09 21:35
Tu NON devi assolutamente perdere la voglia di scrivere!! Noi rimarremo sempre tue fan, anche se aggiorni dopo luuuunghi mesi!!! =D
Tantisssssimo complimenti come al solito per la ff.. è è è magniiiifica **
A prestoo
ciao
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Rif.Capitolo: 4
cpn1animemanga
02/07/09 17:38
ciaooooo!!! tu non mi conosci ma io mi sn innamorata di qst fanfic. però solo ora mi sn decisa a scrivere per complimentarmi. priprio ora che sembra che tu non voglia più comtinuarla..... ti prego non smettere!!!! mi sembra di leggere la mia storia solo con altri personaggi e con qualche differenza, ma ti giuro che è uguale!!!! quindi ti prego continuala!!!!!
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Rif.Capitolo: 4
kurama87 - Voto:
21/01/09 21:34
Continuo ad amare questa ff *_____* continuala prima che puooiiii >.< (non importa, per il commento che ti ho lasciato in fp! fai con calma >.<) <3 <3
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Rif.Capitolo: 4
moon-stars-sun - Voto:
08/01/09 18:15
ciauu amòò!!! ti capisco benissimo! anke io nn ho mai tempo per le cose ke vorrei fare per colpa della scuola e dei benedettissimi compiti!! vbb cmq volevo dirti ke la ff è bellissima come sempre e ti prego nn abbandonarmi, naturalmente pensa prim allo studio e nn lo trascurare per nessuna ragone al mondo! beh ora dovrei andare.. ci sentiamo ciauu!!!
baci La BeBa
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Rif.Capitolo: 4
marty-tom - Voto:
08/01/09 18:03
uii adoro questa storia!!!! xkè ovviamente invece che fare quella marea di compiti che mi aspettano io leggo le ff ^^..oh bè..pazienza!! i compiti possono aspettare!! ^^ cmq davvero bellissima la storia!!! e la bimba è troppo dolceeeee!! <3 magari mia cugina fosse così..mia cugina è satana te lo giuro..voglio avere la bimba della tua storiaaa ç_ç...e bill quant'è carino??..all'inizio pensavo fosse lui il bersaglio dei bulli..poi invece mi hai sorpreso!!! =)..bè era ora che tom mettesse la testa apposto!! =)..e insieme sono carinissimi!! tom che arrosisce è da fotografare, incorniciare e poi esporlo all'Louvre ^^..!!
cmq cerca di aggiornare presto!! ti preeeeego!!! io dovrei stare anche zitta xkè nn aggiorno una mia ff da tipo 6 mesi..ma questi sono dettagli!! ^^...cmq ancora complimenti per la storia xkè è BELLISSIMA e aggiornaa!! ^^
bacii!!!
marty-tom
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Rif.Capitolo: 1
fefe93 - Voto:
03/01/09 20:17
wow.è semplicemente stupendioso*___*XDdevo dire ke all'inizio pensavo veramente ke foxe bill inftt qnd ho letto ke nn era così ero 1 pò confusa XD.cmq prp bll zizi.tau
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kurama87 - Voto: 13/12/08 17:23
E come ti ho scritto via fp...complimentiiiii *____* amo questa ff >.<
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