TVB
- Capitolo 1° -
TVB? What's it?
«Tomminooo! »
La voce più sgradevole ed odiosa che Bill avesse mai avuto il dispiacere di sentire, gli perforò le orecchie un venerdì qualunque, all’uscita da scuola, più precisamente davanti alla fermata dell’autobus. Represse l’istinto di saltare dentro al bus trascinandosi dietro il gemello, che nel frattempo si era voltato, e si costrinse a girarsi per salutare il più freddamente possibile la proprietaria di quella voce fastidiosa.
Mary Kate Kennystone.
L’essere che più odiava al mondo, ancor più della banda di Jeff che lo tormentava ogni giorno.
Mary. Kate.
Chiamami solo Kate, Tommino!
E Bill naturalmente la chiamava solo Mary.
Quando si prendeva il disturbo di chiamarla, ovvio.
Lui con le piattole non ci parlava, e ancor meno se erano anche spasimanti di suo fratello.
Ragion per cui, Mary si trovava sulla sua lista nera.
Fastidiosa ochetta senza cervello che sculettava di fronte all’essere di sesso maschile dall’aspetto quantomeno gradevole più vicino. E, sfortunatamente per Bill, Tom era compreso nella categoria ‘gradevole’, ed era uno dei pochi elementi che rientrava nella sottocategoria ‘gnocco da paura’.
« Ciao Kate. » la salutò con un sorriso tirato il rasta, mente lei gli si appendeva al braccio con una naturalezza invidiabile (o rivoltante?).
« Non hai risposto al mio sms ieri. » cinguettò lei, imbronciata. « Non l’avevi visto? »
No rispose mentalmente Bill Come avrebbe potuto, dato che l’ho cancellato prima che lo vedesse?
« No » rispose Tom « Chissà perché! »
« Oh, bhé, non importa. Piuttosto, ecco il mio numero » gli ficcò in mano un bigliettino « Non credo che tu ce l’abbia. Se non hai niente da fare, chiamami oggi, possiamo uscire insieme! » passò una mano curata tra i lunghi capelli biondi e sorrise sensualmente, ticchettando via sui suoi tacchi alti.
« Se è così a quattordici anni, vorrei vedere come sarà a diciotto. » commentò Tom, mentre il suo cervello etichettava Mary Kate come ‘scopabile’. Fece per mettersi in tasca il bigliettino,ma Bill fu più veloce e lo requisì, triturandolo nel cestino della spazzatura più vicino.
« Domani abbiamo il compito di aritmetica. » rispose agli occhi sbalorditi del fratello. « Non puoi uscire con quella. »
« Non è quella. » protestò lui.
« Già, è la tua preziosa Kate. » ironizzò indispettito il moro, incrociando le braccia.
« Non capisco perché la detesti tanto » sostenne l’altro, salendo sull’autobus che nel frattempo era arrivato. « Ci esco un paio di volte, la porto a letto e la scarico. Sono io il cattivo della situazione, mica lei. »
« Ho visto come la guardi. » sibilò Bill, astioso. « Stavolta sarà diverso, me lo sento. »
« Guardavo le sue tette, Bill. » lo corresse il rasta. « Come dovresti fare qualche volta anche tu. »
« Non sono un maniaco come te! »
« Sono semplicemente un adolescente maschio in crisi ormonale, è perfettamente normale. » il minore si infilò le cuffie dell’ipod sulle orecchie, segno che per lui la conversazione era giunta al termine.
« E comunque non è per niente carina. » bofonchiò a mezza voce. « Ed è piatta come una tavola da surf. »
Il trillo del cellulare di Tom riscosse lui e il gemello dai compiti di matematica che stavano tentando, con poco successo, di svolgere.
« Chi è? » domandò il fratello all’istante, prima ancora che potesse vedere il mittente dell’sms.
« Cazzo Bill, sei morboso a volte. » sbuffò il rasta, aprendo il folder del telefonino.
« Scusa se mi preoccupo per te! » esclamò il moro, corrucciando le labbra. « E poi scommetto che è quell’oca. » sibilò contrariato.
« Si. » confermò Tom. « Dice che vu- »
« Non mi interessa. » lo interruppe Bill, mentendo. « Non sono così morboso da volerlo sapere. »
« Dai » si lamentò l’altro, roteando gli occhi. « Non dicevo sul serio primo, non penso che tu sia morboso. Non sono nemmeno certo di cosa significhi, in realtà. »
« Mh, okay. Perdonato. » sorrise il gemello.
« Allora, dice che… » lesse il biondo. « Ehi aspetta, ma in che lingua è scritto?! »
« Fa vedere. » disse il ragazzo, sporgendosi da sopra la sua spalla.
Scs tommino ma gg nn px uscire, xk dmn c’è il cmpt d mate. Mi dix tnt tnt! Dp dmn sn libera, kiamami ok?? Kix TVB.« Qualcuno dovrebbe farle un corso di lingua accelerato. » commentò Bill. « E anche un’iniezione di cervello, già che ci siamo. »
« Insomma, che vuol dire? »
« In pratica dice che oggi non può uscire con te. » spiegò il moro, omettendo involontariamente la parte ‘dopodomani sono libera’.
« E chi le aveva chiesto di uscire? » s’indignò Tom, indispettito dal fatto che, anche se non avevano un appuntamento, fosse stato scaricato. Bill fece spallucce.
« Ma quel tivvubi che significa? »
« E lo chiedi a me? »
« Visto che la ragazza è tua… » sibilò maligno il moro.
« Non è la mia ragazza! » esclamò il rasta.
« Però vorresti che lo fosse! »
« Senti, lasciamo perdere e torniamo ai compiti, okay? » svicolò l’altro, abbassando gli occhi.
« No » si intestardì Bill. « Voglio sapere che significa quell’acronimo. »
« Acro-che? »
« Acronimo, è una sigla composta dalle lettere iniziali di una o più parole. Come ad esempio CIA, Central Intelligence Agency. » spiegò il moro.
« Oppure come MATEMATICA, Materia Ancora Totalmente Estranea Malgrado Anni Trascorsi In Creative Addizioni. » aggiunse il fratello, che conosceva decine di quelle sigle ma non ne sapeva il nome.
« TVB può voler dire… Tagliatelle Volutamente Bruciate. »
« Perché Kate dovrebbe bruciarmi le tagliatelle? Nemmeno cucina per me! » domandò sempre più confuso Tom. « Secondo me significa Ti Vesti Bene! »
« E secondo quale logica esporrebbe una simile affermazione senza senso? » ironizzò Bill. « Mmh… Tom, Vaffanculo Bastardo! »
« Che ho fatto adesso?! »
« È un acronimo di TVB, testone! » sospirò il moro, passandosi una mano tra i capelli. « Altrimenti Tom Veramente Brutto. »
« Ti ricordo che le piaccio, quindi non vedo perché dovrebbe insultarmi. » brontolò il biondo. « Per me vuol dire Tom Veramente Bello. »
« Sciocchezze! Ti Voglio Bruciare. »
« Ti Voglio Baciare. »
« Tonto Voglio Bastonarti. »
« Trombiamo Vero? Bene! »
« Tom » protestò Bill. « Non essere volgare! »
« Non è volgarità, è dire pane al pane e vino al vino. » lo corresse il rasta.
« E comunque significa Tante Vergate, Buffone. »
« Sadomaso? »
« Tom! Smettila! » lo rimproverò il moro. « Tanto non verrà mai a letto con te. »
« Si può sapere perché non la puoi soffrire? »
« Si può sapere perché la difendi sempre? » lo motteggiò l’altro.
« Non la difendo! E poi… voglio più bene a te. » borbottò, arrossendo, strusciando un piede per terra,
« Sul… sul serio? » si addolcì Bill, sfiorandogli la mano con la sua.
« Certo! Ti voglio bene, fratellino. »
« Anche io. » sorrise il gemello. « Ehi Tom, l’acronimo! Ti Voglio Bene! »
« Giusto, non ci avevo pensato… grande, l’abbiamo scoperto! Siamo proprio una bella coppia! » esultò il rasta, alzando il pugno in aria.
« Già. » sussurrò impercettibilmente Bill. « Una bella coppia… »
Era calata la sera, ed era ora di andare a dormire per i piccoli Kaulitz.
« Tomi, posso dormire con te stasera? » domandò Bill, facendo gli occhi pucciosi.
« Okay, ma se scalci ti butto giù dal letto! » il moro ridacchiò e corse sotto le coperte del fratello, già vestito per la notte. Era stanchissimo e prossimo ad addormentarsi, quando Tom lo raggiunse.
« Tomi. » sussurrò con la voce impastata dal sonno. « TVB. »
« Anche io Bill. » rispose il biondo, mentre il gemello si addormentava. « Anche io. » ripeté, mentre posava un bacio sulle labbra del fratello.
Questa è una piccola shottina sui Kaulitz Twins. Potete leggerlo come un semplice rapporto fraterno, o come twincest... come volete ;) Spero vi sia piaciuta, è una lettura leggera che spero vi abbia lasciato un sorriso.
Comunque per me è Twincest ò---ò
|
|
Bah.. diciamo che la storia è semi-twincest U.U Ed è bellissima! Complimenti