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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: I MALANDRINI PIÙ UNA
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: lady-blue galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/07/2008 04:29:02

Lucyl appena trasferita ad Hogwarts per frequentare l\\\'ultimo anno incontra inaspettatamente 4 ragazzi particolari...
 
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UN NUOVO INIZIO
- Capitolo 1° -

Primo capitolo
Un nuovo inizio



Era estate, l’aria sapeva di erba appena tagliata, ma non per mano di qualcuno, no; quell’aroma infatti era causato da una normale pioggia estiva durata poco meno di mezz’ora.
Non ci sarebbe nulla di strano in una semplice pioggerellina. Se non fosse che proprio lei, con quel suo picchiettare sui vetri un po’ più forte del solito, dovuto al fatto che mancava poco più di un mese all’inizio dell’Autunno, copriva persino le chiacchiere degli euforici studenti, che si accingevano a raggiungere, con un treno a vapore rosso e dorato, la propria scuola, o per meglio dire la loro seconda casa.
Quell'anno non vi saprei dire se sarebbe stato un anno all’insegna dell’allegria, tipico dell’età adolescenziale. Io posso solo dirvi che a causa di qualcosa o di qualcuno, quella scuola sicuramente avrebbe riservato qualcosa di diverso ai suoi alunni. Non che questa abbia mai deluso le aspettative dei suoi studenti, i quali avevano sempre sentito i racconti di fantastiche avventure vissute sia dai genitori sia dai parenti.
Infatti mai un anno era uguale all’altro.
E come in uno di quei tipici racconti il fischio delle rotaie del nostro treno fumante annunciava l’arrivo a destinazione.
Il treno scaricando il suo “equipaggio” a poco a poco sembrava quasi che si volesse concedere una pausa, dopo aver compiuto un viaggio così lungo; ma ahimè non era possibile poiché doveva ritornare alla stazione da cui era partito e tornare al suo solito binario 9 e ¾.
Ma ecco che da una delle carrozze, scese una ragazza di 17 anni, con capelli lisci e lunghi fino alla vita, di un dolce color miele.
Il suo viso, candiro come la neve, era incorniciato da una frangetta, che tagliava i suoi splendidi occhi verde smeraldo, i quali con un po’ di smarrimento setacciavano il nuovo luogo che si presentava loro. Aveva delle rosse labbra a cuore.
Era piuttosto magra e di un’altezza direi normale. Indossava una divisa nera uguale alle altre ma che ne valorizzava il fascino.
La sua bellezza era pari a quella d'una rosa scarlatta in via di fioritura ma proprio la sua bellezza appariva dannata.

Poco distante, un chiassoso gruppetto di quattro persone, che era stato tra i primi a scendere, era assorto in una euforica discussione. Quello che parlava più forte, era un ragazzo di 17 anni con occhiali tondi e capelli neri appena spettinati. Il ragazzo parlava così in alto per l’eccitazione che molti studenti si voltarono per capire da dove arrivasse un simile chiasso. E dopo l’ennesimo: “Che avete da guardare?”. Si rivolse agli amici: “Quest’anno è la volta buona. Mi sono esercitato tutta l’Estate e sono riuscito ad ottenere ottimi risultati. E a voi com’è andata?”.
Il ragazzo alla destra del primo, era abbastanza tarchiato e basso e a differenza dei suoi compagni non era per niente bello.
Dopo essersi curvato dando l’idea d'un cane bastonato, vergognosamente disse: “Io ho avuto molto da fare con i compiti, perciò non ne ho avuto il tempo”.
“Sei sempre il solito, Codaliscia. Inventi sempre delle scuse”. Disse il primo.
“E dai James! non prendertela con Peter”. Aveva parlato il ragazzo che finora, oltre ad aver annuito qualche volta, non aveva ancora parlato. Questo ragazzo sembrava che non riuscisse a stare in piedi. Infatti dava l’impressione d'essere appena uscito da una brutta influenza che gli aveva prosciugato tutte le energie. Ma a parte la sua brutta cera, era un ragazzo molto carino, alto, con capelli e occhi castani. “Non saresti dovuto venire in treno, Lunastorta. Sono sicuro che il preside, conoscendo la tua situazione, avrebbe trovato il modo di farti arrivare con un mezzo più confortevole”. Disse James.
“Oh certo James! Così qualcuno si sarebbe insospettito!”
“Ma guar..”
“Basta Ramoso. Lunastorta ha ragione, come sempre. Ci manca solo che Mocciosus ficchi ancora quella sua sproporzionata appendice nasale nei nostri affari. Ringraziamo che si è tolto dai piedi. Tutto grazie all’incidente dell’anno scorso”.
Tagliò corto l’ultimo ragazzo del quartetto, il quale era quello che attirava maggiormente l’attenzione e riscuoteva più successo tra le ragazze.
Infatti a meno d'un metro di distanza dai quattro, c’erano delle ragazze (probabilmente del sesto anno) immerse in una finta conversazione e intente a fissarlo con occhi scintillanti.
Il ragazzo, che non ci aveva fatto caso, parlava con aria disinvolta.
Aveva capelli neri lunghi fino alle spalle che gli coprivano appena gli occhi azzurri ed era alto più o meno come i suoi amici.
“Va bèh…tornando alla domanda che vi ho fatto prima. Allora Felpato, come ti è andata?”
“Dire piuttosto bene”. Rispose il ragazzo dagli occhi azzurri.
“Sì lo immaginavo, ma dimmi qualcos..”
“PRIMO ANNO! QUELLI DEL PRIMO ANNO QUI INTORNO A ME ”.
“Hagrid è sempre il solito. Ogni anno la stessa storia”.
“E pensare che quest’anno è l’ultimo”.
“Sempre allegro, eh Codaliscia?”
Ai piedi del sentiero, si era fatta avanti la figura di un omaccione di all’incirca tre metri che oramai da diversi anni svolgeva il mestiere di guardiacaccia della scuola. In mano teneva un torcia che illuminava il suo viso, facendolo sembrare una maschera di Halloween fluttuante.
La sua faccia era coperta da una folta barba nera e probabilmente i suoi capelli non vedevano un pettine da diversi anni. Dopo che alcuni allievi del primo anno si accostarono timidamente al gigante, anche la nostra protagonista si diresse verso il gruppetto dei nuovi studente ma dopo alcuni passi si sentì afferrare per un braccio.
Si voltò e vide che a trattenerla era un ragazzo della sua stessa età con capelli neri e occhi azzurri.
“Dove vai? Da quella parte vanno solo gli studenti del primo anno, per l’attraversata del lago nero. Te né sei dimenticata? Noi del settimo anno dobbiamo andare dalla parte opposta verso le carrozze. Forse il viaggio ti ha scombussolata. Sei bianca come un lenzulo. Fatti vedere da Madama Chips, lei saprà rimetterti in sesto”.
La ragazza lo fissava come se mai nella sua vita avesse visto un essere vivente all’infuori di se stessa e, quasi incuriosita, gli accennò un sorriso.
Lui, dal canto suo, era piuttosto imbarazzato dalla bizzarra reazione della ragazza.
“Comunque io sono Black, Sirius Black. Tu… se vuoi, chiamami pure Sirius. E tu come ti chiami? Di che casa fai parte? Non ti ho mai vista”.
Ma alle sue domande non ci fu risposta, perché la ragazza-senza-nome scivolò dalla sua presa con facilità, dirigendosi verso il sentiero che conduceva al lago. Sirius era confuso sia dall’incontro, sia da qualcosa d'inspiegabile che si muoveva nel suo stomaco.
Dopo qualche secondo sentì che qualcuno lo chiamava.
“Sirius! Ci sei? Siamo rimasti solo noi e se non ti dai una mossa ci perderemo lo smistamento.”
“Sì! Scusate!Arrivo!”
E dopo essersi voltato ancora una volta verso il sentiero raggiunse gli amici.

Nel frattempo sulle rive del lago i bambini si preparavano a salire su delle barche, ognuna provvista di torcia, che avrebbero condotto loro alla scuola. I nuovi alunni erano disposti in fila indiana lungo il ponte, alcuni erano euforici tanto da non trattenere la loro eccitazione; altri talmente nervosi che sembravano sul punto di svenire. Dopo che tutti gli studenti furono saliti a bordo delle barche, queste come per magia si diressero verso l’unica fonte di luce superiore alle torce.
E così i nuovi arrivati, increduli per ciò che gli si presentava davanti agli occhi, ammiravano uno splendido castello circondato da mura e torri in perfetto stile gotico.
Nella facciata del castello che dava sul lago si potevano intravedere i colori delle vetrate di quella che probabilmente era la sala grande; questi andavano dal giallo al rosso ed erano così lucenti da far pensare che il nero del mare fosse stato coperto da un lenzuolo di seta color oro.
Ormai tutti quegli studenti che fino a pochi minuti prima erano impauriti avevano capito che era valsa la pena di iscriversi alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
 
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