- Capitolo 1° -
Rideva.
L’unica cosa che riesco a ricordare in questo momento è la sua risata.
Era calda.
Era sincera.
Era la semplicemente sua risata.
Ricordo il suo viso.
Con quel sorriso.
Tutti ne rimanevano affascinati.
Ma era solo mio.
Il suo sorriso.
La sua risata.
Il suo corpo.
La sua anima.
Il suo cuore.
Mi appartenevano.
Mi erano appartenuti da quando, quella notte i nostri sorrisi, le nostre risate, i nostri corpi, le nostre anime, i nostri cuori si erano fusi insieme.
Quasi non ricordo come iniziò.
Lo desideravo.
So solo questo.
Lo avevo sempre desiderato.
E quella notte decisi che me lo sarebbe stato mio.
Senza pensare alle conseguenze.
Senza pensare che era sbagliato. Immorale. Illegale.
Senza pensare e basta.
Entrai in quella camera.
E per la prima volta sfiorai le sue labbra.
Per la prima volta sentì quella voglia nascermi nelle viscere.
Per la prima volta capì che anche lui mi desiderava. Forse anche di più di quanto lo desiderassi io.
Ricordo le sue parole.
-fammi tuo.
Mentre si toglieva quella maglietta aderente.
Mente si sfilava i jeans.
Mentre si avvicinava al letto e mi invitava ad andare da lui.
Come avrei potuto rinunciare a quella proposta?
Senza indugio, mi iniziai a spogliare anche io.
Impacciatamene.
Sotto il suo sguardo maliziosamente divertito.
Sciolsi la coda.
La sua lingua bagnava quelle labbra.
Mi avvicinai e lentamente gli sfilai i boxer, ormai esageramene aderenti.
Mi stesi su di lui.
Assaggiai il suo collo.
Il suo petto.
Ad ogni bacio, ad ogni contatto, riuscivo a percepire l’eccitazione di entrambi crescere.
Mi sembrava di star per impazzire.
Non sapevo se l’avesse mai fatto con un altro uomo.
E anche se lo volevo più di qualunque altra cosa seppi aspettare.
Seppi essere dolce.
Prima entrai con le mani.
Entravo e uscivo dal suo corpo.
Lo sentivo fremere.
Lo sentivo godere.
Rideva. Ogni tanto.
Rideva istericamente.
Quella sua risata. Rimbomba nelle mie orecchie e nella mia testa.
Sapevo che non aveva paura.
Gli aprii delicatamente le gambe.
Mi posizionai tra esse ed entrai.
Mi sembrava di aver smesso di respirare. E lui con me.
I nostri corpi si muovevano all’unisono.
I nostri respiri sembravano combaciare.
Anche i nostri cuori sembravano battere contemporaneamente.
Allora capii che sarebbe stato mio per sempre.
E che io gli sarei appartenuto fino alla fine dei nostri giorni.
Se ripenso a tutto questo adesso mi sembra non avere più senso.
No.
Adesso niente a più senso.
Niente ha più uno scopo.
Niente mi sembra degno di un sorriso. Di una lacrima.
Niente ha più valore.
E un altro squarcio di vita mi passa davanti agli occhi.
E in queste scene ci sei di nuovo tu.
Steso vicino a me.
Che mi abbracci.
Ti avvicini e con foga mi baci.
Parlavi.
Mi facevi sentire bene.
-ti amo Tom.
-Bill…avevamo detto che…
-lo so. Ci ho provato a non innamorarmi di te.
Quel mio silenzio. So che ti fece male in quel momento.
Anche se durò poco.
-anche io ti amo.
-non lasciarmi mai Tom. Ti prego.
-mai. Lo giuro.
Ero sincero.
Non ti avrei lasciato mai.
Tu però perché hai abbandonato me?
La gente attorno a me si alza.
Qualcuno mi dice che dovrei alzarmi anche io.
Credo.
Ma nessuna voce arriva al mio orecchio.
E rimango seduto mentre gli altri vanno via.
Seduto su questa panca di legno fisso davanti a me.
Qualcuno mi batte una pacca sulla spalle. Forse pensando che possa essere d’aiuto.
No.
Niente può essere d’aiuto.
Una lacrima mi scivola sulla guancia.
Mi arriva alle labbra ed è come se mi svegliasse violentemente da un sogno.
Mi guardo attorno e nessuno mi accorgo che sono andati tutti via.
La chiesa è vuota.
-Tom…
Mi guardo attorno.
Ma anche se sento il mio nome sembra che nessuno sia stato a pronunciarlo.
-Tom…sono io.
Altre lacrime cadono prepotenti dai miei occhi, quando riconosco quella voce.
Non può essere.
-Bill…
Sussurro piano il suo nome. Ma nessuno risponde.
Tremo.
Le lacrime mi appannano gli occhi.
Emetto strani versi.
-non avere paura Tom. Sono io.
-no…non è vero.
Alzo lo sguardo e una luce mi acceca.
Serro gli occhi e con una mano cerco di allontanarla da me.
-apri gli occhi.
La luce si affievolisce e lascia intravedere una figura.
La sua figura.
Inconfondibile.
Bellissima.
Contornata da un paio di bellissime ali candide.
-tu…tu non sei vero…tu sei morto.
-lo so Tom. Ma non potevo andarmene via così.
-cosa vuol dire?
-volevo parlare con te prima.
-perché Bill? Perché sei andato via? Perché hai voluto abbandonarmi?
La mia voce è strozzata. Quasi non riesco a parlare.
Quella figura lontana non risponde.
-ti prego Tom. Non dimenticarmi mai.
-non potrei mai. Ma ti prego, rispondi alla mia domanda.
-non posso.
Un mio singhiozzo più forte rompe il silenzio. Il suo silenzio.
E io ancora confuso non capisco quello che sta succedendo.
-sei veramente tu?
-si.
-avvicinati.
Cammina piano.
-non puoi toccarmi Tom.
-non fa niente. Ti prego, avvicinati.
Lui continua ad avanzare fino a trovarsi seduto vicino a me. Sulla stessa panca da dove ho assistito al suo funerale.
-io sono qui per un motivo. Ti ricordi quella notte? Quella in cui giurammo di stare insieme per sempre?
-certo.
-io, egoisticamente promisi e ti feci promettere che saremo stati insieme anche se la morte ci avrebbe separati. So che ci hai pensato, ma ti prego, non farlo.
Sconvolto, guardo quella figura.
-perché no? Non ce la faccio a stare senza di te.
-perché non è ancora venuto il tuo tempo.
-non era neanche il tuo di tempo!
-e invece si Tom…io dovevo andare…promettimi che aspetterai. Che andrai avanti con la tua vita, che cercherai di superare questa cose, di continuare ad amare anche qualcuno che non sono io.
-non ce la farei mai Bill…tu sei stato il mio unico grande amore…
Nascondo il viso tra le lacrime.
E dire che non sono riuscito mai a confessarti tutto questo quando eri in vita.
Non sono mai riuscito ad aprirti completamente tutto il mio cuore.
Forse è questo che rimpiangerò per sempre.
-devo andare Tom…
-NO! Ti prego…io, io ti amo.
La sua figura si allontana.
Io mi alzo per seguirla.
-scusa se non sono stato capace di dimostrartelo al massimo. Scusa…scusa per tutto…
-non piangere amore mio.
Io in ginocchio.
Piangendo.
Sento un brivido lungo la schiena.
-non andare via. Ti prego.
-non posso.
-portami con te. Non lasciarmi…
-non posso.
-baciami. Ti prego, un’ultima volta.
I suoi occhi mi fissano.
Senza nessuna espressione.
Il suo viso si avvicina al mio.
Le sue labbra senza consistenza sfiorano le mie.
Sento freddo.
-ti amo.
-lo so.
Di nuovo quella luce ci avvolge.
La sua voce, lontana mi chiama.
-addio Tom…
Una lacrima sembra scivolare sul suo viso d’angelo.
The end.
ok.
spero di non trovarvi in lacrime.
io lo ero mentre la scrivevo. non riuscivo a scrivere perchè non vedevo la tastiera e lo schermo. scusatemi per eventuali errori grammaticali o di battitura.
adesso se ci penso mi viene da ridere.
spero di avermi fatto emozionare almeno un po'.
bacioni.
aspetto commenti. ^^
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Bravissima!!