°BOREDOM° - Capitolo 1° -
NaruSaku AU nata più come esperimento. Spero vi piaccia...
Primo Capitolo
.:. BOREDOM .:.
Essere Haruno Sakura in una città come Osaka era difficile. Tremendamente difficile. Abitava a Yuzuwa,un piccolo quartiere nei subborghi della città. Un paese di appena cinquemila abitanti. Lì le facce erano sempre le stesse.I discorsi erano sempre gli stessi;incentrati sull'ultima orrenda pettinatura di una delle donne del paese,o sugli amori segreti che minacciavano la serenità di un matrimonio. Le giornate sembravano dense di una noia senza fine. E per un adolescente un posto che puzzava di vecchio,di marcio come era invivibile. Pettegolezzi e solo pettegolezzi a mai finire. Perchè si conoscevano tutti in quel piccolo paese. E Haruno Sakura era sempre al centro delle maldicerie delle anziane e delle donne "perbene" del posto. "I suoi capelli rosa!Come può sua madre mandarla in giro così!"Sussuravano tra loro ogni volta che la ragazza camminava per le piccole vie del paese;oppure-"Quei vestiti...Mai che si degnasse di indossare qualcosa di decente";o ancora "Eh si...Una donna che vive senza un marito non può allevare una figlia sana di mente.." Commenti duri.Pieni di veleno. E lei,L'Haruno,camminava a testa alta senza curarsi delle parole delle donne.Probabilmente invidiose della bellezza che sia lei che sua madre possedevano e talmente annoiate dalla loro vita monotona da trovare come unico passatempo l'infierire sulle uniche due donne che non partecipavano alle loro "riunioni". Ma alla fine a Sakura,poco importava delle loro parole. Passeggiava fiera per le stradine lasciando sciolti i suoi capelli rosati e indossando ciò che più le piaceva.
[Mentre nascondeva quella voglia di gridare che aveva]
La noia ormai faceva da padrona nella sua vita. Sbuffava sempre Sakura.Era sempre annoiata. A sedici anni,vivere in quel luogo era una vera e propria tortura. E lei piano piano ne aveva ricavato una forma d'apatia. Frequentava una scuola superiore anonima.Un liceo classico. Pochissimi alunni.Non si era mai preoccupata di conoscerne il numero esatto;ma se sfioravano i quattrocento si parlava già di una cifra altissima. Non amava molto la compagnia delle ragazze. Troppo poco attente alle cose essenziali,ma sempre perse nelle loro fantasie sul ragazzo più carino o sul personagguo televisivo più in vista. Non amava neanche la compagnia dei ragazzi. Troppo poco attenti alle cose essenziali,ma sempre persi nelle loro fantasie sul sesso,il calcio,e ancora il sesso. E così passava le sue giornate quasi in solitudine. Le uniche compagnie nei pomeriggi tetri erano il suo gatto Naruto e sua madre Ayumi. Amava entrambi molto.Erano gli unici due esseri viventi con cui potesse ancora avere un rapporto. Non era depressa. Non era un solitaria . Soffriva semplicemente di una grande,immensa noia. Una noia che ormai le si era annidiata in corpo,e l'aveva ricoperta di polvere come una foto lasciata su un comodino per anni. Sognava da una sempre di evadere da quel piccolo ritratto di vita cupo e grigio. Sognava di tornare a Tokyo.Nella sua vecchia casa. Ricordava ancora le giornate allegre e spensierate che aveva passato nella metropoli. Era un bambina come tante in una città di 12.379.928 persone .
[E ne era felice ]
Aveva molti amici. Era felice. Aveva sua madre e il suo Naruto. E suo padre. E tutto sapeva d'acqua fresca e fiori profumati. Vivevano a Shibuya.La vita lì era ogni giorno diversa. Ogni giorno una sorpresa. Li lei viveva. Non si trascinava in un esistenza monotona e grigia. Si ricordava spesso nei pomeriggi ad dei suoi amici di Shibuya. Yamanaka Ino,sua vicina di casa e amica di sempre. Con lei aveva condiviso tutto. Dalle cioccolate calde d'inverno,alle limonate d'estate. Dalle risa di gusto,alle lacrime versate davanti ad un film strappalacrime. E poi c'era Sasuke Uchiha...La sua prima cotta.Non si ricordava bene il suo viso. Ricordava soltanto d'aver provato un forte sentimento per lui fino ai dodici anni. Sentimento che per qualche anno l' aveva divisa dalla Yamanaka.
E Sakura ogni tanto piangeva. E ogni tanto rideva ricordando quelle giornate.
[Perchè solo quello le era rimasto.]
Era così che Haruno Sakura passava i suoi pomeriggi a Yuzuwa.
TralanoiaIricordiIpettegolezziLavogliadiurlare.
E le preghiere. Le preghiere di ogni giorno.
"Ti prego...fa che un miracolo mi riporti a Tokyo.E che io possa riabbracciare quella gioia."
Fine Primo Capitolo.
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