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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: RIPERCUSSIONE
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai, Slash
Autore: wti-fedy galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/07/2008 17:02:43

Twincest. -Non piangere, ora sono qui.-Gli fa male guardare il volto di quel bambino. Ogni sua occhiata, ogni movimento, ogni smorfia, gli ricorda Tom
 
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DOLCE BATTITO NELLA NOTTE
- Capitolo 1° -

Fan fiction twincest nata con il solo scopo di trovare ristoro dall'aria afosa di quest'estate.
Vi auguro buona lettura.


Capitolo 1: Dolce battito nella notte

Dolce battito nella notte. Fuoco che si accende con intensità e ardore. Brucia lume nell’oscurità, illumina il buio. Scalda il freddo portato dal vento e rendili vivi ancora una volta.
Vivi nel loro amore. Nella loro perdizione. Lascia che si logorino in un amore sbagliato, un amore che porta sofferenza e dolore, ma che li riempie.
E continua a farli esistere, saturi di questo sentimento che trabocca da ogni gesto, da ogni sguardo, da ogni parola.
Sussurri nel tempo, nascosti da occhi invidiosi ed indagatori. Occhi che non riescono a comprendere, che cercano di negare.
Ma lascia che continuino ad amarsi, senza questo amore non sarebbero nulla.
Persi nel loro mondo, dove vivono l’uno del respiro dell’altro.

Sospiri leggeri si perdono fra le pareti. Respiri in simbiosi. Dolci, gentili. A volte sembra che si cerchino, bramosi di incontrarsi nuovamente. Di trovare la pace insieme.
-Sei sveglio?-
-Sì-
Attimi di silenzio seguono questo breve scambio di battute. Un silenzio ricco di dolcezza in cui entrambi si perdono in loro, nel calore che si donano a vicenda, nel sudore che scivola lungo i loro corpi stanchi.
-Credo di dovermi alzare.-
-No, resta ancora un po’.-
-Ma sta piangendo.-
-Non importa, ora voglio solo te.-
Chiude lentamente gli occhi. Si lascia cullare dalle possenti braccia del fratello che protettive lo circondano. Un sorriso ricco di dolcezza si dipinge sulle sue labbra, un sorriso che contagia anche l’amato e li rende nuovamente un'unica cosa.
-Tom, aspettami.- gli posa un leggero bacio sul torace, prima di sollevarsi gentilmente ed indossare gli abiti gettati malamente a terra, segno visibile di una notte di passione e peccato.
I passi sono lenti e risuonano leggeri nella quieta della casa, interrotti solo dal pianto di un infante, che sbraccia e si dimena nella culla con movimenti veloci e scattanti, in cerca di calore umano.
Bill lo prende delicatamente in braccio, specchiandosi in quegli occhi blu, resi scuri dall’ombra in cui l’ambiente è avvolto.
-Non piangere, ora sono qui.-
Gli fa male guardare il volto di quel bambino. Ogni sua occhiata, ogni movimento, ogni smorfia, gli ricorda Tom.
Ma quello non è loro figlio. Come potrebbe.
Sospira leggermente, tornando a sorridere con delicatezza nella notte. Ed il bambino, come di norma, risponde a quel sorriso appena accennato.
-Cosa c’è?- gli chiede comprensivo Bill, come se il piccolo potesse rispondergli realmente, ma lui spera in un segno. Qualsiasi cosa per poter tornare alla quiete precedente. Per potersi di nuovo accucciare al petto di Tom, avvolti nelle leggere coperte candide, impregnate dell’odore dei loro corpi.
Il bambino comincia nuovamente a muoversi con frenesia, quasi avesse realmente compreso le parole di Bill e cerca con movimenti sconnessi, di aggrapparsi alla maglia del suo protettore.
Bill comprende, sorride, lo osserva con dolcezza. Quel bambino è Tom. Bisognoso della sua vicinanza, vista come ancora di salvezza in un mare oscuro.
Lo culla dolcemente intonando una canzoncina leggera e gentile, che placa la sua anima e quella del bambino che tiene in braccio.
Tom lo osserva. Ogni movimento di Bill lo cattura. Si perde nei suoi gesti. In ogni movimento ritmico ed ipnotizzante.
La melodia che la sua voce espande leggera nell’aria lenisce ogni preoccupazione e si lascia trasportare nel buio unico pensiero le dolci parole della canzone che la sua mente continua a percepire anche nel sonno.

-Tom, Tom.-
Apre gli occhi lentamente, l’aria è gelida ed intorpidisce i sensi. Vuole restare sotto le coperte, vuole lasciarsi cullare da quel tepore, ma una mano continua a scuoterlo fastidiosamente.
La scanserebbe, lo farebbe realmente se solo avesse il coraggio di privarsi di quel tocco che lo completa. La prende invece fra le sue e ogni scossone cessa all’istante.
Porta delicatamente la mano vicino alle labbra per posarvi sopra un lieve bacio, assaporando la fragranza di quella pelle candida e profumata, dolce come il miele.
-Buongiorno.-
-Tom, lo sai che sei in ritardo. Oggi abbiamo un intervista.-
-Ora mi alzo.-
-Veloce che dobbiamo portare Hulian da Andreas.-
Tom si stira ripetutamente sul letto, contorcendo il corpo in maniera sinuosa, mentre Bill cerca invano di mettere un po’ in ordine l’ambiente circostante.
Scende al piano inferiore. Hulian è ancora in cucina nel seggiolone, intento ad afferrare con le mani i vari biscotti, sgretolandoli con lentezza e lasciando, come ogni volta, una scia di briciole.
-Ohissa- esclama Bill sollevando il piccolo e portandolo sul divano, mentre afferra un telecomando per accendere la televisione.
Hulian è il risultato di una delle notti di passione di Tom andata male. Si ricorda ancora quando poco meno di due anni fa, si era presentata davanti la porta di casa loro una ragazza. Fisico snello e ben costruito, capelli neri e lunghi che contrastavano con l’eccessivo pallore del viso. Lacrime nere solcavano le sue guance e cercava di trattenere i singhiozzi sommessi.
-Morirò.- aveva sussurrato appena la figura di Tom le si era presentata dinnanzi e lui non aveva potuto fare altro che essere percosso da brividi. Per Tom era stato facile riconoscerla, nonostante fossero passati mesi dall’ultima volta che si erano visti. Quella ragazza somigliava maledettamente a suo fratello ed allora non si dava pace per la scelta fatta. Aveva sempre avuto qualcosa che inevitabilmente conduceva il suo pensiero al fratello e questo la rendeva estremamente eccitante. Forse era stato proprio dopo il rapporto con lei che si era reso conto di quanto in realtà l’unico corpo che desiderava a contatto con il suo fosse quello di Bill.
-Io morirò, non posso tenerlo.-
-Cosa stai dicendo?-
-Che morirò, Tom, non posso tenere il bambino.- urlava disperata, la voce impastata dalle lacrime che scorrevano lungo le sue guance candide e leggermente bluastre.
-Bambino?-
-Per favore, cerca di comprendermi. Lui è tuo figlio, non puoi abbandonarlo. Ti prego, ti imploro, tienilo con te, se avessi potuto lo avrei fatto io stessa, ma questo non è possibile.-
Solo allora Tom aveva notato la carrozzina che la ragazza teneva gelosamente dietro di se, quasi fosse la cosa più preziosa che le era rimasta al mondo e forse lo era realmente.
-Io…-
-Tom falla entrare.- aveva sussurrato Bill alle sue spalle con espressione sconvolta.
Quella sera era stata un inferno.
La ragazza aveva pianto ed esternato ogni sentimento che era risuscita a reprimere abilmente per mesi, sorreggendo da sola un peso tanto gravoso.
Bill aveva pianto trasportato dal racconto. La situazione in cui si trovavano lo annientava ed era come se sentisse suol’immenso dolore celato in ogni parola.
Tom aveva pianto, mai si sarebbe aspettato capitasse una cosa del genere e soffriva per tutte quelle notti passate cambiando letto, consapevole per la prima volta della sofferenza che sempre aveva procurato nel cuore delle sue innumerevoli vittime.
Tutti piangevano perché un bambino tanto puro ed innocente non meritava una vita così misera e disperata.
Uno sbaglio della natura.
Uno sbaglio che tutti avrebbero amato.

Tom scende le scale con passo veloce, finendo di sistemarsi il berretto sulla testa, prima di emettere un sonoro sbadiglio, provocando una risatina divertita di Bill.
-Fatto le ore piccole ieri vedo!-
-Chissà con chi?-
-Ed io che ne so, dormivo.-
-Certo, credici Bill, tu dormi sempre.-
-Metti in dubbio le mie parole.- broncio irresistibile.
Tom si china leggermente su di lui e posa le labbra delicate su quelle del fratello. Dio solo sa quanto ama quella dolce creatura, la sua metà, il suo complementare. Ama quella parte di se stesso da cui è stato diviso alla nascita.
-Lo sai che ti amo?-
-Sì, me lo dici spesso, sei logorroico.-
-Ma senti che ingrato.- questa volta è il turno di Tom fare la voce da finto offeso, ma sa già che non riceverà risposta. Bill si solleva ridacchiando e lancia al fratello un mazzo di chiavi facendogli segno di andare alla macchina.
Tom con uno sbuffo infastidito segue Bill, mentre non riesce a fare a meno di borbottare frasi incomprensibili e di rimprovero.

Andreas come al solito si presenta con un sorriso sulle labbra. Hulian è un po’ come fosse figlio suo. Non lo lascerebbe mai. Quando i gemelli sono in tournee, fuori per qualche intervista o altro genere di apparizioni è suo compito occuparsene e ormai ha stabilito un legame con il piccolo che supera ogni limite.
-Mi raccomando Andy, stai attento che non si faccia male.-
-Come sempre, stai tranquillo non permetterò che gli accada nulla.- sorrise radioso ed accondiscendente, mentre vedeva Bill allontanarsi con leggero rammarico da quella docile creatura e soprattutto da quella che avrebbe voluto fosse la sua unica vita.
Perché Bill aveva due vite.
Una da cantante dei Tokio Hotel: quel Bill che sopportava ogni critica, che le affrontava con eccessivo orgoglio, che rideva quando gli altri lo insultavano insinuando la sua omosessualità
L’altra quella del Bill di tutti i giorni: quel Bill che pochi avevano il privilegio di vedere. Quel Bill fragile, dolce e amorevole. In grado di soffrire, privo del pesante trucco che nascondeva la tristezza celata nello sguardo.
Lui aveva tante personalità
Aveva tante sfaccettature e nessuno le conosceva tutte, neanche lui stesso. Ogni volta c’era qualcosa di nuovo e sconvolgente che gli si presentava dinnanzi e lo trascinava in un baratro oscuro e la mano di Tom era l’unica sua salvezza, in un mondo che nulla permetteva e nulla donava.
Salì in macchina con sguardo dispiaciuto, mentre salutava un ultima volta Andreas che sorrideva sulla soglia, con in braccio il suo piccolo tesoro.
Poi la macchina partì e la figura dell’amico con la mano leggermente sollevata in segno di saluto si rimpiccioliva sempre più, fino a diventare un minuscolo puntino.
Fino a scomparire.

-Tutto bene?- la domanda leggera di Tom giunge attutita a Bill che neanche lo degna della sua attenzione.
Scuote soltanto la testa rassegnato. Lui non merita quella vita e neanche Tom.
-Tomi io volevo rimanere a casa, con Hulian. Voglio crescerlo io, non Andreas.-
-Bill…- gli passò una mano delicata sulla coscia, risalendo lentamente lungo il braccio, mentre il fratello tremava a quel leggero tocco. –Lo cresceremo, noi due, insieme e non importa se per questo dovremmo andare contro tutti. Ti prometto che troveremo un modo per averlo sempre con noi.-
-Ma i bambini hanno bisogno di un luogo fisso in cui vivere e noi non possiamo allontanarlo dalla sua città.-
-Bill, tu credi veramente che gli faccia bene passare di continuo da noi ad Andreas, neanche questo lo aiuta.-
-Ma…-
-Lo porteremo con noi, non voglio lasciare mio figlio da solo, non voglio essere quel padre che tanto disprezzo e non voglio più vedere questo tuo sguardo amaro.-
-Io non lo trovo giusto.-
-Nulla è giusto in questa vita.-
Ecco le solite fragili lacrime che scendono da quegli occhi marroni e vivi, che dinnanzi a tanta desolazione perdono splendore.
La matita cola lenta sul volto, ma nessuno dei due si preoccupa delle righe nere che deturpando il candore della pelle.
Ora non servono parole.
I respiri riempiono l’aria silenziosa nell’abitacolo. Entrambi sono consci della reciproca presenza e si sostengono senza bisogno di futili e pesanti parole, che in questo momento non farebbero altro che rendere il tutto ancora più difficile.

La macchina corre sull’asfalto, fa giri lunghi ed inutili, passando davanti alla meta ripetutamente, ma mai fermandosi.
Hanno bisogno di tempo per pensare. Entrambi persi nel filo logico dei loro pensieri che si incontrano inevitabilmente.
Il cellulare continua a suonare nelle loro tasche ed entrambi lo ignorano. Non vogliono saperne nulla dei loro impegni, ora esiste solo il loro mondo, una vita parallela dove tutto intorno a loro è vuoto ed oscuro.
-Resterai con me.-
-Sì, sempre con te.-
-Sempre.-



 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
cami91 04/07/08 21:32
bella.....sniff.....pov piccolo bambino.....sniff, davvero molto bella!
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evekanzaki - Voto: 02/07/08 23:54
è bellissima...
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yumibillina93 - Voto: 02/07/08 23:13
Che bella! *Sigh* dolce, romsntica e triste nello stesso momento... Davvero scritta molto bene, complimentissimi!^^ kuss, alla prossima!^^
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