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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Detective Conan (Meitantei Conan)
Titolo Fanfic: UN VICOLO BUIO
Genere: Romantico, Giallo, Azione
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, What if? (E se...)
Autore: belmot galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/06/2008 14:47:49

Conan affronterà l'organizzazione e proteggerà i suoi cari con un aiuto inaspettato, e allo stesso tempo cercherà di far luce sui suoi sentimenti.
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

PROLOGO
Un vicolo buio, nero. Conan correva veloce cercando di uscirne, ma sembrava non
finire più. C’erano dappertutto corvi neri che lo assalivano, graffiandogli le braccia e
il volto con il becco e gli artigli.

“Via, brutti uccellacci!” gridava Conan cercando di cacciarli, ma quelli sembravano
non volersene andare. Ad un tratto perse l’equilibrio e cadde a terra sulla strada
bagnata e intrisa da uno strano odore.
‘Sangue?! Ma cosa?!’ pensò Conan riconoscendo l’odore. Cercò di alzarsi, ma subito
un altro corvo con il becco spalancato gli si buttò addosso. Stava per colpirlo e
graffiarlo sul volto! Poi però si sentì il rumore di uno sparo e il corvo cadde a terra
senza vita a pochi centimetri dal detective. Egli, che aveva chiuso gli occhi, li riaprì, e
fu abbagliato dalla luce del Sole. L’oscurità se ne era andata, era a terra e i detective
boys lo guardavano confusi.

“Cerca di stare più attento Conan! Sei scivolato a causa della strada bagnata!” disse
Ayumi, aiutandolo insieme agli altri ad alzarsi.
“Cos’è successo? Che hai?” chiesero Mitsuhiko e Genta vedendolo assorto nei
proprio pensieri.
“Io? No...niente” disse.
‘Può essere che sia stato solo un sogno? Ma come...?’ pensò poi.
Ad un tratto vide una figura girare l’angolo dalla parte opposta della strada. Una
figura che era sicuro li stesse guardando fino a qualche attimo prima. Senza dire una
parola attraversò la strada prima che il semaforo si facesse rosso, accompagnato dalle
proteste dei Detective Boys. Girò l’angolo, trovandosi nello stesso vicolo che aveva
sognato o visto qualche minuto prima.

Stavolta però l’odore del sangue non c’era. Si guardò intorno, non vedeva niente, così
decise di accendere l’orologio torcia, che oltre ad illuminargli la strada poteva anche
assicurargli una notevole difesa, in caso della presenza di nemici. A questo proposito
accese anche le sue superscarpe da calcio, e avanzò nel vicolo. Con suo disappunto,
la strada finì qualche metro dopo, era un vicolo cieco. Stava quasi per andarsene,
quando una voce lo chiamò da dietro.

“Non dovresti essere qui, my dear Cool Guy. You should protect your friends!” disse
la voce. Lui riuscì a capire subito a chi apparteneva.
“Vermouth!” esclamò voltandosi, pronto a scagliare l’ago soporifero, che però finì
sulla sciarpa della donna, che era abilmente travestita come al solito.
“Stai indietro!” disse, pronto a gonfiare un pallone da calcio e a scagliarglielo contro.
“Suvvia, Cool Guy, se avessi avuto intenzione di farti del male, ti avrei fatto fuori
quella volta in cui ti sei addormentato in macchina con me, oppure ti avrei lasciato
morire in occasione del nostro ultimo incontro!” disse Vermouth sorridendo, per
niente preoccupata dallo sguardo del ragazzino e dalle sue intenzioni. Conan
indietreggiò.

“Non so perché non mi hai fatto fuori quelle volte, ma non mi interessa, se pensi che
adesso io ti ricambi il favore solo perché mi hai risparmiato fino adesso, ti sbagli di
grosso!” disse.
“Ahah, Cool Guy! Secondo te io non mi aspettavo questo da te? No...il tuo senso di
giustizia ti porta a trovare e arrestare i colpevoli anche se sono familiari o amici a te
molto cari. Sono sicura che arresteresti anche Angel se si macchiasse di qualche
delitto, cosa fra l’altro impossibile...figurati se avrei mai potuto pensare che avresti
ricambiato il mio favore! E in ogni caso non sei affatto in debito con me, o almeno
non lo eri fino ad ora!” disse Vermouth sorridendo.

“Che intendi dire?” chiese Conan.
“Oh, beh, che i tuoi amici rischiano di essere uccisi, ma io sono venuta ad avverti
prima di ciò! Ti conviene andare ad aiutarli, se non vuoi che Gin metta le mani
addosso a Sherry e agli altri tuoi piccoli amici. Io ti ho avvertito, sta a te credermi o
meno!” disse Vermouth sorridendo e dandogli le spalle, era l’occasione giusta per
colpirla, allora perché non lo faceva?
No, non poteva...aveva ancora molte cose da chiarire con quella donna!
“Perché mi hai detto questo? E perché quelle volta non mi hai ucciso né hai rivelato
la mia identità ai tuoi colleghi?” chiese Conan, il volto fisso in avanti a guardare lei.

Vermouth sorrise. Si tolse la maschera, che gettò a terra, nel vicolo buio, e si voltò,
guardando negli occhi il liceale-detective, per poi inginocchiarsi a pochi centimetri da
lui e portarsi il dito indice alle labbra.
“Ormai dovresti saperlo, Cool Guy...A secret makes a woman woman!” disse
sorridendo.
Conan la guardò interdetto, e non mosse un muscolo mentre lei si rialzava e
allontanava. Quando riuscì finalmente a dire qualcosa, vide che la figura di Vermouth
stava scomparendo come quella di un fantasma.

Mille pensieri gli avvolsero la mente. Le sue parole...Haibara e gli altri erano in
pericolo! Si mise a correre, cercando di uscire da quel vicolo buio. Finalmente vide
l’uscita, ma anche qualcosa che gli fece gelare il sangue nelle vene. La strada, il cielo,
tutto era diventato buio. Non c’era più nessuno tranne Gin, la sua pistola e i suoi
amici.

“NOOOO!!!” gridò Conan, mentre vedeva Gin sparare ai detective boys e
successivamente anche al dottor Agasa, a Sonoko, Kogoro, Jodie, Eri, sua madre, suo
padre, Ran e tutti gli altri. Erano tutti a terra. L’unica ad essere ancora in piedi e
terrorizzata davanti a Gin, era Haibara.

“NOOOOO!!! Almeno lei NOOOO!!!!” gridò Conan, ma più correva e più la strada
per raggiungerla sembrava distante, sempre di più...Gin puntò la pistola contro la
traditrice, Sherry, mentre intanto Conan urlava e veniva portato sempre più indietro
da un’oscura presenza. Si udì il suono di un altro sparo e più niente. Gin scomparve, e
lui fu sbalzato in avanti, in mezzo ai cadaveri dei suoi amici e familiari, ai piedi di Ai,
immersa in un lago di sangue.

“Haibara!!! Rispondimi ti prego!” disse abbracciando quel corpicino ai suoi piedi.
“Kudo-kun, ormai per me è finita, Gin mi ha scoperto, ha ucciso tutti, ma te no Kudo-
kun, ti prego salvati almeno tu, vattene da qui!” disse Ai aprendo debolmente gli
occhi.
“No!! No!! Io non ti voglio, non vi voglio perdere! Ti prego, non lasciarmi, no Ai!
Non lasciarmi!” disse Conan iniziando a piangere. Ai chiuse gli occhi e dischiuse le
labbra.

“Kudo-kun, anzi no...Shinichi-kun, c’è solo una cosa che voglio che tu sappia prima
che me ne vada per sempre e che raggiunga mia sorella, i miei genitori e tutti coloro
che sono morti a causa mia...Shinichi-kun, voglio che tu sappia che se anche io non ti
merito...ti amo, ti ho sempre amato...” sussurrò, e poi cadde nel sonno eterno della
morte. Conan l’aveva osservata per tutto quel tempo senza dire una parola, copiose
lacrime scendevano ancora dai suoi occhi, continue, non volevano andarsene.
“No, Ai, perché! Perché! Anche io tengo moltissimo a te Ai! AI!!!!!!!!!!!!!!!!!!” disse
e infine gridò Conan, mentre tutto il paesaggio circostante sfumava davanti ai suoi
occhi.
 
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