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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Prince of Persia
Titolo Fanfic: LA VERA STORIA DI PRINCE OF PERSIA
Genere: Sentimentale, Azione, Avventura, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: naximne galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/06/2008 22:30:47

ho scritto al storia di pop come se fosse un libro, spero vi piaccia la mia idea e detto ciò non mi resta che augarvi BUONA LETTURA
 
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CAPITOLO I
- Capitolo 1° -

AVVISO:Tutto ciò che ho scritto non è di mia invenzione. Tutti i dritti appartengono alla Ubisoft e a Jordan Mechner che ne ha inventato personaggi, titolo e dialoghi. Il racconto non è a scopo di lucro.

E ora iniziamo a raccontare..

Molti credono che il Tempo sia come un fiume, che scorre lento in un' unica direzione, ma io che l' ho visto da vicino posso arricurarvi che...Si sbagliano!Il tempo è come un mare in tempesta.
Forse ti chiederai chi sono e perchè io parli così. Siediti, e ti racconterò la storia più incredibile che abbia mai sentito...
Devi sapere che io solo il figlio di Shahraman, il grande e potente re di Persia.
In viaggio verso Azad, con un drappello di uomini, passammo per l' India,dove la brama di onore e gloria indusse mio padre a commettere un terribile errore...
-Ora, figlio mio!- Mi disse fiero mio padre appena dopo il segnale luminoso datoci dall' interno della corte del Maharaja d'India e aver incitato il suo cavallo a procedere e io, non potetti far altro che seguirlo.
Ci avvicinammo velocemente a dove era stato lanciato il segnale e la grata di un portone in lontananza si aprì permettendoci di entrare senza problemi al suo interno.
Forse quelle che dovevano essere delle guardie indiane tentarono, invano, di fermare la nostra corsa.
Facevo del mio meglio finchè non vidi in lontananza mio padre. Aveva indosso la sua solita armatura di metallo lucido che, ricevendo la luce dell' alba su di essa, acquisiva un colore che tendeva all' argento. I suoi abiti erano i medesimi di ogni battaglia o guerra. Combatteva con estrema eleganza e abilità, nonostante la veneranda età che gravava sulla sua figura dalla folta barba bianca e la vista che via via si affievoliva diventando sempre meno attenta e riflessi pronti."Magari potessi essere come lui" pensai in quell' interminabile secondo. Destandomi dalle mie riflessioni notai vidi che mio padre per poco non colpiva uno dei suoi, anche se non sembrava essere un soldato o uno del nostro seguito, infondo li avevo visti e conosciuti tutti e quell' anziano uomo non ricordavo di averlo mai visto prima di allora. Dagli abiti credo dovesse essere stato uno di corte sicuramente e poi indossava degli abiti davvero molto colorati e pregiati .Quello che mi colpì di più della sua immagine, però,era il bastone di legno che teneva avidamente stretto tre le mani. Era davvero bellissimo, non ne avevo mai visti di così belli, raffigurava un aspide che si intrecciava a spirale lungo l'asta lignea e aveva degli occhi smeraldini.
Mi avvicinai per origliare la loro conversazione e sentì il vecchio dal bastone avvicinarsi a mio padre, indicare in lontananza e dire:
-Confido terrete fede alla vostra promessa. Le Stanze del Tesoro del Maharaja sono laggiù!
Quale promessa? Mio padre ha già conversato in precedenza con quel signore? Queste furono le domande che mi feci subito dopo e mentre mi allontanavo calvancando al galoppo nella direzione indicata dal vecchio sento mio padre che mi loda paragonandomi al figlio di un guerriero. Solo ora so per certo che quelle lodi io non le ho mai meritate.
Mi allontanai di pochi passi prima di arrivare al cospetto di un’arcata che stava per crollare. Riuscii in tempo a passare oltre lasciando, ahimé, il mio destriero di là di quello.
Credi che non mi sia dispiaciuto vedere la distruzione che avevamo portato o che almeno mi sia sentito inerzia davanti un mondo trasformato da Paradiso a Inferno? Se è questo che credi ti sbagli. In quel momento pensavo solo una cosa… l’onore e la gloria che avrei reso a mio padre combattendo da vero guerriero nella mia prima battaglia. Ed era proprio quella l’intenzione che mi faceva andare avanti e cercare costantemente le famose Stanze del Tesoro e uccidere senza pietà le guardie che mi ostacolavano. Non volevo che mio padre non fosse fiero di me, non lo avrei retto.
Andavo avanti arrampicandomi sulle pareti alte, verticali od orizzontali qualora fosse stato necessario e giunsi in una dependance, credo, era confortevole, poteva assomigliare di più ad una fontana dove le schiave attingevano l’acqua o un punto di ristoro per quest’ ultime alla fine delle loro commissioni. Era aperta su due lati coperti da leggeri veli candidi, portavano su dei corridoi all’esterno da dove si poteva ammirare tutta la maestosità del regno, ma ora era un cumulo di macerie, urla agghiaccianti e fiamme. Nella stanza c’erano,al centro, una vasca d’acqua molto bassa il cui perimetro era circondato da quattro colonne e, ai lati, appoggiati al muro, varie anfore e vasi di terracotta e panchine.
Molti uomini cercarono onore e gloria sul campo di battaglia per sentirsi dire dal proprio re ciò che Kosero disse a Rastan”tu sei il più forte de miei guerrieri”. La mia spada assaggiò il sangue, ma sapevo non sarebbe stata quella la mia strada. Non mi sarei guadagnato la stima di mio padre uccidendo nemici ma trovando per primo le Stanze del Tesoro del Maharaja. Ma, ormai, ero lì e non sarei potuto scappare altrimenti, cosa sarebbe stato il disonore? Una sciocchezza!
Il corridoio esterno era gremito di soldati indiani e tutte le mie riflessioni moraliste andarono a farsi benedire insieme alle anime di quei poveretti. Non c’erano scale e tornare indietro sarebbe stato del tutto inutile quindi, notando che il muro di fronte a me aveva una piccola sporgenza, decisi di arrampicarmi per quella ripida facciata e nonostante le statue decorative riuscii a superarle. Però, se credi che la mia storia sia terminata, pensa che non stiamo neppure all’ inizio. Infatti, arrivai in una stanza con una fontana e varie colonne rotte dall’ esplosione della stessa palla della catapulta che aveva rotto il muro dal quale ero entrato. Feci cadere molte vite quella giornata, più di quante ne possa formulare la tua immaginazione, e quelle di queste guardie non erano nulla. Sbarazzatomi di tutti gli ostacoli una volta per tutte mi guardai intorno notando con mio sommo interesse che al di là di una grata che mi divideva da un’ altra sala c’era qualcosa che emanava una strana luce del color dell’ oro simile a sabbia, ma, dalla posizione in cui mi trovavo, non riuscivo a vedere e decisi di andare a scoprirlo. Saltai alternativamente sulle colonne rotte per tentare di raggiungere il punto più vicino ad un balconcino che avevo notato da giù e una volta salitoci sopra attraversai la pesante tenda smeraldo e mi ritrovai in una specie d’ala segreta del palazzo. Era piena zeppa di trappole e per scansarle tutte dovetti, ripetutamente, correre lungo i muri polverosi e gremiti di ragnatele. Attraversai una porta ed era là…Il Pugnale Del Tempo… ma era troppo lontano. C’era un intero tesoro di cui vantarmi come il trofeo della nostra vittoria, ma io bramavo solo quel piccolo oggetto scintillante, se solo avessi potuto raggiungerlo…
Anche la Clessidra mi attirava, e molto, ma per muoverla ci volevano dodici degli uomini di mio padre, mentre io volevo qualcosa da tenere in una sola mano. Ora, scoperto da dove provenisse la luce non restava altro che raggiungere il “mio” bellissimo pugnale. Proseguii l’ attraversata così come mi conduceva la strada e finalmente, rischiando la pelle per le trappole, arrivai alla fine…Fine? Sbagliato! Quando mi portai vicino alla porta, mi affacciai e cosa vidi? Il vuoto! Era crollato tutto il pavimento. Se volevo andare avanti non avevo altra scelta che mettere lentamente, ma saldi, i piedi lungo i residui di pavimentazione rimasti attaccati al muro. Erano davvero molto fragili. Riuscii a malapena a saltare su una colonna nelle vicinanze prima che crollasse l’ ultimo pezzo che mi reggeva. Le colonne proseguivano fino ad un’ampia scalinata dove fermai la mia corsa. A questo punto, davanti a me si prostrava una colossale statua del Maharaja e in cima c’era il mio adorato pugnale. Come avrei potuto prenderlo? Ovvio, dovetti scalarlo!
Che bello che era il Pugnale Del Tempo. Luminoso e al suo interno aveva della Sabbia…Già Sabbia! Illuminava la mia mano di luce dorata.
Stavo per tornare indietro, quando venni bloccato da della polvere terrosa che cadeva dal soffitto. Alzai lo sguardo e…Un masso mi stava cadendo addosso! Poi, non so come sia potuto essere stato possibile ma all’ improvviso il masso tornò indietro e la scena si ripetè dal punto in cui ho afferrato il pugnale. Avevo ciò che volevo, me ne sarei dovuto andare. Ed era proprio quello che stavo per fare quando misi il piede sul punto sbagliato e cedette il pavimento facendomi finire infilzato dalle lance che gremivano il sottosuolo. Fu allora che scoprii di poter innescare a piacere il prodigio sperimentato per caso nella sala del tesoro del tesoro del Maharaja. Premendo un tasto sul manico del pugnale, il tempo, tornava indietro. Salvo, tornai alla sala della Clessidra , dove mio padre ordinava a un piccolo gruppo di sei soldati che questa fosse spostata. Cercavo mio padre e lo vidi assiduamente infastidito da quel vecchio e, così, decisi di avvicinarmi a lui e mostrare ciò che avevo trovato.
Mio padre quando mi vide ne fu davvero felice, forse temeva di non rivedermi mai più?
-Padre, ho conquistato onore e gloria!- dissi in ginocchio al cospetto di mio padre mostrando lo scintillante oggetto tra le mie mani. Il vecchio bramoso di quell’ oggetto mi si avvicinò dicendo a mio padre-Maestà, mia avevate promesso che avrei potuto scegliere qualunque cosa del tesoro del Maharaja…Quel pugnale!- Mi ristrassi in un gesto istintivo all’indietro e mio padre mi si mise accanto dicendo al vecchio-Non vorrete negare al ragazzo un ricordo della sua prima battaglia? Scegliete pure qualsiasi altra cosa…a parte quella Clessidra! Sarà un dono perfetto per il Sultano di Azad –
Poi portando la sua attenzione agli oggetti nella stanza-…Degli animali esotici per il suo serraio e …qualche dozzina di giovani schiave…Si! Potrebbero bastare- detto questo si rivolge ai suoi uomini-Che nessuno tocchi animali o ragazze prima che io abbia fatto la mia scelta. Tutti devono conoscere la magnanimità del re Shahraman.- Mi voltai curioso per vedere la faccia del vecchiaccio e notai che la rabbia gli aveva fatto diventare le goti pallide visibilmente rosse, a me pareva stesse piuttosto male, ma non mi importava più di tanto. Dovevamo riprendere il viaggio e così fu.
“Non fidarti mai di un uomo che ha tradito il suo Signore. Non prenderlo mai al tuo servizio perché potrebbe tradire anche te!”compresi questa triste verità quando giungemmo ad Azad, dove il Sultano ci accolse con tutti gli onori.
Personalmente io non avevo mai visto il Sultano, ne avevo sempre solamente sentito parlare da mio padre e i miei fratelli. Era davvero goffo come individuo. Era piuttosto grasso e indossava una veste bianca e un turbante con una piuma entrambi dello stesso colore dell’ abito. Il palazzo,poi, era davvero favoloso, immenso e brillava di marmi. La sala del trono al nostro palazzo era bella ma non poteva mai neppure eguagliare quella del Sultano.
Era ormai notte fonda e il Sultano stava ancora diverendosi con qualche schiava. Non appena ci vide se ne rallegrò parecchio e corse (per quando poteva) da noi ad abbacciarci felice quando mio padre lo salutò cordialmente.
-Amico mio! La tua visita allieta ed onora la mia semplice ed umile dimora-
-Dello splendore di Azad tutto il mondo conosce i Fasti!-Disse mio padre portandolo a vedere i doni che avevamo portato dall’India per lui.
Era davvero curioso e mio padre disse portandolo a forza al cospetto di un’alta coperta che doveva coprire qualcosa -Il meglio deve ancora venire! Io vi dono Le sabbie del Tempo!!-e il telo venne abbassato poi continuò -Che la nostra amicizia possa durare in eterno nel tempo-
Il Sultano appoggiò la fronte sul vetro della Clessidra come un bambino e domandò alla folla –Perché la Sabbia luccica?-
- Ve lo spiego io…-Intervenne il vecchio-La Clessidra racchiude un segreto che nessun uomo ha mai visto prima. Purtroppo, solo il Pugnale può liberare Le Sabbie Del Tempo e appartiene a un uomo più potente di me. Un giovane principe, caro al padre più di tutte le ricchezze dell’India…Forse potrebbe…cortesemente…?-
Non sapevo cosa fare e chiedere consiglio a mio padre sarebbe risultato inutile e così decisi di estrarre il Pugnale e conficcarlo nel punto dove mi era stato indicato. Non l’avessi mai fatto. Non appena l’arma penetrò all’ interno della fessura una ragazza alle mie spalle urlò terrorizzata. Mi voltai ma non la riuscii a vedere.
La Sabbia iniziò a scendere lentamente dalla Clessidra e il Sultano incominciò ad avere paura di quella sabbia che pareva seguirlo e il vecchio per tutta risposta con una formula magica fece sì che si espandesse più velocemente. La Sabbia inondò la stanza e s’impossessò dei corpi delle persone e animali. Io ero sconvolto, la Sabbia mi passava intorno e non mi investiva della sua essenza mentre finanche mio padre ne era stato divorato. Il vecchio mi si avvicina e mi dice bramoso-Tu hai liberato le Sabbie Del Tempo ma io so come rimediare, dammi il pugnale..DAMMELO!!- Riuscì in tempo a svignarmela e andare nell’altra parte della Sala poiché ormai il passaggio era ostruito dall’arcata crollata…

Vuoi che vada avanti?


ME: Bravo principe sei stato bravissimo a raccontare…^^
POP: Modestamente…
ME:O_o
POP: Lasciamo perdere - -
ME: Ehi! Voi che avete letto il primo capitolo commentate altrimenti cado in depressione e anche il principe, vero?
POP: Sisi!!
ME: Ciao a tutti^^

 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
eleanoreprevett - Voto: 08/12/08 18:17
E' davvero bello! Sai raccontare bene le parti mancanti, davvero! Mi aspetto che tu continui, nonostante tu non abbia aggiornato per lungo tempo! Sono una grande patita del pop e ho terminato tutti i videogiochi! Se avrai mai bisogno di aiuto potrai contare su di me!( sono anche una scrittrice notevole,anche se particolarmente giovane!) CONTINUA! CIAO, ASPETTO IL PROSSIMO CAPITOLO!
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