PATETICO
- Capitolo 1° -
Questa storia è scritta in un momento di totale irritazione. Avrebbe dovuto partecipare ad un contest, ma all’ultimo momento me ne è balenata in mente una nuova e questa è rimasta sul mio computer solitaria. Oggi ho deciso di pubblicarla, tanto non ho nulla da perdere.
Un bacione a tutti! Spero non vi deluda.
Devil's Shadow
Sin dal principio era stato istruito con rigidi metodi, condotto su una strada oscura ove l’odio era considerato l’unica possibile verità.
In qualità di demone gli era stato insegnato a bramare il potere, a desiderare l’altrui sofferenza, così da potersene cibare, senza rimpianto alcuno.
Era il suo destino: vivere con il solo scopo di accrescere le sue abilità. Per raggiungere tale obbiettivo doveva uccidere la sua Ombra, la parte di lui che si era separata alla nascita, prendendo forma umana, così da sottrarre parte del potere al demone con lo scopo di diminuire la sua pericolosità.
La sua Ombra prendeva il nome di Naruto Uzumaki e al compimento del suo diciottesimo anno di vita gli sarebbe stata concessa l’opportunità di annientarlo, così da riottenere la forza originale.
Sasuke Uchiha era pronto a portare a termine la sua missione.
Lui doveva divenire il migliore, non avrebbe permesso a nessuno di ostacolare la sua ascesa al potere.
Capitolo 1: Patetico
“Ricordo ancora il nostro incontro. La sua innaturale bellezza, quel espressione lieta, quel volto di bambino. Ricordo i lineamenti, il gesticolare frenetico delle mani, i discorsi discordi, le attenzioni che mi riservava e quella sua capacità di irritarmi.
Queste memorie mi perseguitano. Mi rincorrono avide e bramose di possedere la parte caritatevole del mio cuore. Quella parte macchiata da lui.”
Naruto era rigidamente poggiato allo stipite della porta. Un sorriso radioso illuminava il suo volto, donandogli un’aria efebica. Il mio sguardo cinico ed indagatore si posò sul suo, scrutando con estrema attenzione i tratti del viso: ad una prima occhiata la sua bellezza non risaltava particolarmente, non possedeva alcun tratto caratteristico e ricercato, ma quella stupida solarità, quegli occhi radiosi e cristallini lo rendevano immancabilmente attraente. L’innocenza che la figura snella e proporzionata trapelava, era disarmante e ad un demone del mio rango si presentava come un invito ad infierire, deturpando quel corpo nascosto da vestiti troppo larghi per evidenziarne l’angelica perfezione.
Senza prestare eccessiva attenzione alla sua presentazione e ad eventuali regole da rispettare al fine di rendere civile la nostra convivenza, entrai nella dimora che avrebbe ospitato la mia permanenza in quel mondo.
Era una casa malmessa e di piccole dimensioni. L’arredamento non risaltava particolarmente e gli oggetti si trovavano ammassati nel salottino dell’ingresso.
Quell’abitazione rispecchiava l’animo del suo possessore: non particolarmente bella e spaziosa, ma possedeva un’aria vissuta, quasi il cuore della mia Ombra fosse incastonata in ogni angolo.
-Quella è la tua stanza.- disse indicando una porta malmessa in fondo al corridoio –Non sarà enorme, ma ci si fa l’abitudine dopo poco tempo, non temere.-
Sorrideva. Quell’infantile sorriso non aveva abbandonato le sue labbra neanche per un istante da quando ero giunto nella sua dimora. Dovetti rifugiarmi nella mia stanza per evitare di compiere azioni avventate. Ancora non potevo impossessarmi del potere che celava in lui, era necessario attendere.
Mi sedetti stancamente sul letto, poggiando le poche borse che avevo portato con me più per evitare inutili sospetti che per reale bisogno.
Fissai lo sguardo con apatia verso il soffitto ingiallito dal tempo. Non avrei immaginato che la mia Ombra possedesse un aspetto tanto angelico. Ero consapevole della sua dolcezza, mi avevano avvisato che le Ombre possiedono un candore a noi demoni totalmente estraneo, ma mai mi sarei aspettato di trovarmi dinnanzi ad una gentilezza tanto marcata.
Questo non era nei piani.
Al solo pensiero l’istinto di avventarmi su di lui mi travolse e dovetti fare perno su tutta la volontà posseduta per chetarmi. Se lo avessi annientato in quel momento la parte malvagia imprigionata nel suo animo non sarebbe venuta allo scoperto e non avrei potuto impadronirmene, fallendo miseramente la missione. Prima di poterlo anche solo sfiorare dovevo riuscire a macchiare la sua purezza, renderlo un peccatore, un indegno, solo così il potere sarebbe stato nuovamente mio.
Per fare questo sarei stato costretto ad ottenere la sua fiducia.
Ghignai divertito al pensiero della sfida che mi si poneva dinnanzi. Chi avrebbe mai detto che mi sarei dovuto mostrare gentile e disponibile nei confronti della mia Ombra, un’infima creatura come quella non meritava tanta benevolenza.
Rimasi immobile, sopraffatto dal flusso di tortuosi pensieri, fino a quando Naruto non piombò nella stanza. Mi voltai irritato a fissare il suo volto gioviale, cercando di inviargli scariche di astio che non colse, troppo impegnato a gesticolare per enfatizzare il discorso al quale mi stava sottoponendo.
-Sta sera si festeggia il tuo arrivo in questa casa. In qualità di mio nuovo coinquilino universitario andiamo a bere nel pub qui vicino. Che ne dici?-
L’istinto di bloccare con violenza lui e quel suo stupidissimo sorriso al muro si espanse in me con una prepotenza tale da risultare quasi incontrollabile.
Artigliai le unghie nella coperta, stringendo convulsamente. Non potevo commettere passi falsi, non ora che eravamo al principio.
Con un profondo respiro e qualche pensiero rassicurante riuscii a riacquistare una parvenza di serenità.
-Ok, andiamo in questo pub.-
Lo vedo saltellare battendo concitato le mani, esibendosi in un rinnovato sorriso più luminoso dei precedenti.
Assolutamente odioso.
Assolutamente seccante.
Ascoltai i suoi passi frenetici muoversi lungo il corridoio, intervallati da urletti isterici decisamente irritanti.
Dopo un considerevole lasso di tempo, lo vidi ripresentarsi sulla soglia della mia stanza con aria trafelata.
-Possiamo andare. Sono pronto.-
Un moto di irritazione si impossessò nuovamente dei miei sensi.
Quel Naruto si stava decisamente prendendo gioco dei miei nervi.
-Tu vorresti uscire così?-
-Perché?- domandò con il suo solito fare ingenuo.
Lo squadrai con un’occhiata cinica. Possibile che non si rendesse conto che quella maglia attillata e quei pantaloni che andavano a fasciargli perfettamente le gambe risultassero decisamente inopportuni per una serata con un tizio conosciuto da poche ore?
-Sei geloso?-
-Assolutamente. Ma io con te conciato così non ci esco.-
-E dai muoviti, teme, che domani c’è lezione e dobbiamo tornare ad un ora decente.-
Mi sollevai dal letto, osservando la sua figura sculettante avviarsi alla porta.
Maledetto Naruto.
Per lui tutto era estremamente semplice, banale.
Non sapeva con chi aveva a che fare, non sapeva che presto sarei stato il fautore della sua morte.
Così continuava a sorridere lieto ed esprimeva un affetto imbarazzante nei miei confronti.
Maledetto Naruto.
“Quella sera lo guardai. Fissai con attenzione maniacale ogni suo movimento. Il gesto che compiva per portare il bicchiere di vetro alle labbra era estremamente sensuale.
Le sue risa che si innalzavano ripetute fra le note di una musica afrodisiaca, i suoi occhi inumiditi dall’alcool, le sue mani che sfioravano la mia pelle calda in cerca di un contatto immorale.
Ed il solo ricordo di quella sensazione sulla pelle, ora, mi fa sorridere.
Sorrido malinconico.
Sorriso nostalgico.
Sorriso che lui ha saputo portare”
Fine Capitolo 1
|
|
continuala perfavoooooooooooooooooooreee @.@ *occhioni pucciosi* troppo bellaaaa sono curioooosaaaa >/////<