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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: MALFOY'S SECRET
Genere: Giallo, Azione, Avventura, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: seraphia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2008 18:23:38 (ultimo inserimento: 17/06/08)

Draco Malfoy nasconde un segreto, qualcosa di inconfessabile che, se svelato, potrebbe costargli la vita. Centra qualcosa Sirius Black?
 
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LA PAURA DI DRACO
- Capitolo 1° -

MALFOY’S SECRETS








Draco Malfoy nasconde un segreto, qualcosa di inconfessabile che, se svelato, potrebbe costargli la vita. Cosa sarà mai questo segreto?

Centra qualcosa l’evaso e pericoloso criminale Sirius Black?

Harry, Ron ed Hermione, incuriositi dallo strano comportamento del Serpeverde cercheranno di scoprire il suo segreto, scoprendo qualcosa che non avrebbero mai immaginato sul rampollo dei Malfoy.

La storia tiene conto solo in parte degli eventi narrati nel terzo libro e si svilupperà senza tenere conto degli avvenimenti narrati nei seguenti.

Tutti i personaggi sono maggiorenni e non realmente esistenti e appartengono a J. K. Rowling che ne detiene tutti i diritti. ps nel capitolo è riportata una parte di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban di J.K.R.








MALFOY’S SECRETS



CAPITOLO I

LA PAURA DI DRACO








Come ogni giorno, Draco attraversava, a grandi ed eleganti falcate, i corridoi di Hogwarts seguito dalla sua corte di Slytherin che sembravano particolarmente allegri quella mattina. E come potevano non esserlo: Il loro Draco, dopo aver passato cinque giorni in infermeria per colpa di quell’uccellaccio un po’ cresciuto che lo aveva brutalmente ferito durante la lezione di Cura delle Creature Magiche, era stato dimesso dall’infermeria e da quel giorno le cose erano diventate molto soddisfacenti e divertenti per la casa verde argento, dato che l’incidente aveva generato delle piacevoli conseguenze.
La prima riguardava il fatto che il Troglodita-Pseudo-Insegnate-Hagrid rischiava il posto e l’altra un certo Trio dei Miracoli e le lezioni di pozioni che erano diventate il momento della giornata che le Serpi attendevano con gioia.
Gli Slytherin varcarono la soglia dell’aula di pozioni pregustandosi già lo spettacolo che a poco il Trio e il loro Principe avrebbero dato, e si sistemarono il più vicino possibile al posto occupato da Potter e i suoi amici mentre Draco, come suo solito, da un paio di settimane, posizionò il suo calderone accanto a quello della Mudblood, seduta tra San Potter e di Lenticchia e, come da rituale, i tre Gryffindor, sotto ordine di Snape, avrebbero dovuto aiutare il “povero” e “ferito” Slytherin a tagliare gli ingredienti per la pozione del giorno.
Vedendo Malfoy sederle accanto, Hermione alzò di scatto la testa e fronteggiò con espressione ostile la Serpe che le sorrideva compiaciuta.
- Per quanto ancora vuoi andare avanti con questa messinscena, Malfoy? - ringhiò contrariata fulminandolo con lo sguardo mentre osservava le radici che Malfoy le porgeva e che lei avrebbe sicuramente dovuto tagliargli.
- E rinunciare ad avere il Trio dei Miracoli come mio personale ed esclusivo Trio degli Elfi Domestici? - rispose Draco ghignando malevolo verso i tre.
Harry gettò con rabbia nel calderone i crini di unicorno e Ron girava la pozione come se da quel gesto dipendesse la sua vita cercando di non rispondere alla provocazione lanciata loro dalla serpe.
Hermione, invece, afferrò con rabbia le radici di Malfoy, le batté rumorosamente sul tavolo facendo sobbalzare il povero Neville che per lo spavento saltò un passaggio rendendo inservibile la sua pozione che iniziò ad assumere un colore inquietante, e prese a tritarle grossolanamente, a pezzi di grandezza diversa.
- Professore. - disse Malfoy con voce strascicata. – La Granger sta mutilando le mie radici!
Snape avanzò verso il loro tavolo, osservò prima la pozione di Neville e, storcendo il naso la fece Evanescere togliendo una ventina di punti a Gryffindor, poi posò lo sguardo sul lavoro della Granger e rivolgendole un sorriso sgradevole disse lapidario: - Dai le tue radici a Malfoy, Granger.
- Ma professore… - tentò di replicare la ragazza. Aveva passato un buon quarto d’ora per tagliare alla perfezione le sue radici e non le avrebbe consegnate a quella serpe per nulla al mondo… o quasi.
- Subito! - sibilò il professore con un tono che non ammetteva repliche.
Hermione digrignò i denti e spinse le sue radici verso Malfoy e, ripreso il coltello, si adoperò per rimediare al pasticcio che voleva rifilare allo Slytherin.
- Ti odio, Serpe! - ringhiò sommessamente sfogano la sua rabbia sulle radici.
- Ne sono onorato. - rispose mellifluo il biondo Slytherin ghignando divertito mentre prendeva un Grinzafico. Osservò l’ingrediente e, scoccando un’occhiata al Trio, chiese all’insegnante: - Signore, ho bisogno di qualcuno che mi sbucci questo Grinzafico.
- Potter, sbuccia il Grinzafico di Malfoy! - ordinò l’uomo rivolgendo al moro Griffyndor il suo solito sguardo di disgusto e fastidio.
Harry afferrò il Grinzafico che Malfoy gli aveva lanciato e lo sbucciò senza dire una parola, appena ultimata l’operazione lo rilanciò a Malfoy che sfoderò un ghigno ancora più malevolo del solito.
- Avete visto il vostro amichetto extra large ultimamente? - chiese con voce melliflua.
- Non sono affari tuoi! - ribattè aspro Ron mentre aggiungeva le radici al composto.
- Temo che non farà a lungo l’insegnante. - continuò Draco con un tono sarcastico mentre simulava un’espressione affranta.
- Sapete… mio padre non è molto soddisfatto della mia ferita e…
- Taci o te la faccio io una vera ferita! - ringhiò Hermione mentre girava la sua pozione.
- Ha protestato con il consiglio della scuola. - continuò ignorando la minaccia della Mudblood.
- E con il Ministero della Magia. Mio padre è un uomo importante e influente, sapete? E una ferita permanente come questo…
- Malfoy sei una viscida serpe! - disse Harry tremante di rabbia. – Tieni il braccio al collo solo perché vuoi far licenziare Hagrid!
- Beh! - rispose Draco allargando il suo ghigno mentre riduceva la sua voce ad un sussurrò.
- In parte il motivo è questo, Potty. Ma ci sono anche altri vantaggi. Weasley affettami la milza di gatto.
Ron imprecò e eseguì l’ordine.
- Pezzi uguali Lenticchia, mi raccomando. - sibilò mellifluo, Malfoy.
- Ehi, Harry! - sussurrò Seamus allungandosi verso il tavolo dei quattro per prendere in prestito la bilancia d’ottone di Harry.
- Pare che Sirius Black sia stato avvistato, era scritto sulla Gazzetta del Profeta di oggi!
- Dove? - chiese Harry. All’altro capo del tavolo, Malfoy alzò lo sguardo e si mise all’ascolto.
Per un istante, istante che non sfuggì ad Hermione, lo Slytherin si era adombrato e aveva assunto un’espressione profondamente preoccupata ed assorta mentre ascoltava con attenzione cosa Seamus aveva da dire.
- Non lontano da qui! - rispose Seamus.
- Lo ha visto una Muggle che ha chiamato il numero speciale. Ma quando quelli del Ministero sono arrivati, era già sparito!
- Non lontano da qui! - sussurrò Ron rivolgendo ad Harry uno sguardo preoccupato.
Harry, invece, vide Malfoy che li stava fissando.
- Che vuoi Malfoy? Hai bisogno che ti sminuzzi qualcos’altro? - chiese con un sorriso cattivo mentre affilava il coltello. - Magari la lingua?
Gli occhi dello Slytherin brillarono di una luce perfida; si sporse verso il Gryffindor e sibilò.
- Stai pensando di andare a dare la caccia a Black da solo, Potter?
- Sì!- rispose Harry in tono disinvolto.
- Cosa c’è, vuoi rimediare qualche galeone per risollevare le sorti del tuo amico pezzente?
Harry e Ron scattarono in piedi e allungarono le mani verso lo Slytherin ma Hermione li riportò all’ordine strattonandoli per un braccio.
- Volete farci perdere altri punti, ragazzi? - sibilò a denti stretti la ragazza aumentando la stretta sul braccio dei due che si risedettero al loro posto.
Per loro fortuna Snape era occupato a denigrare il lavoro di Neville e non si era accorto del tentativo di aggressione al suo studente favorito.
Harry fissava con rabbia la Serpe che ghignava al loro indirizzo.
Poi, improvvisamente, Draco si protese verso Harry osservandolo con una strana espressione.
- Potter… - la voce non era né offensiva né derisoria. – Non sempre la verità è quella che ci viene raccontata! - asserì con espressione seria in volto.
- Di che stai parlando, Malfoy? - chiese Ron bruscamente osservandolo al di là della schiena di Harry.
- Solo che a volte le apparenze ingannano… - continuò con aria vanesia prima di socchiudere minacciosamente i vispi occhi d’argento. - … e chi ci appare sotto determinate vesti non sempre le rispecchia appieno.
- Cosa diavolo stai dicendo? - ringhiò frustrato Potter. – Se devi dire le cose dille chiaramente oppure chiudi quella boccaccia da rettile che ti ritrovi!
Draco sfoderò un ghigno sarcastico.
- Mi deludi, Potter…. – rispose con aria strafottente. - Ti credevo più intelligente! Ah! È vero, la Mudblood è la mente voi siete solo i muscoli… atrofizzati e senza cervello!
Harry serrò i pugni e digrignò i denti per combattere l’impulso di spaccare la faccia a quell’arrogante bimbetto viziato che si ritrovava tra i piedi.
Stava cercando una frase abbastanza velenosa per far tacere la serpe quando Snape ordinò di consegnare le pozioni.
Draco, scattando in piedi con l’agilità di un felino, fu il primo a consegnare la pozione, ma stranamente non fece la spia notando Hermione che si affannava ad aiutare il povero Neville a sistemare la pozione senza che il professore se ne accorgesse.
Harry e Ron, dopo aver consegnato le provette con la pozione, andarono a riporre gli ingredienti non utilizzati e, mentre facevano la fila per lavarsi le mani, si voltarono ad osservare la Serpe che si era ricongiunta con la sua corte di celebrolesi, chiedendosi come mai non ne avesse approfittato per far perdere altri punti alla loro casa.
- Che voleva dire Malfoy? - mormorò Ron mentre infilava le mani sotto il getto d’acqua fredda. – E perché non ha fatto la spia? Si era accorto che Hermione stava rimediando al disastro di Neville… eppure non ha detto niente!
- Non lo so, Ron. - rispose Harry seguendo con lo sguardo il biondo Slytherin che usciva dall’aula.
- Herm tu che ne pens… - disse Ron voltandosi verso la ragazza che stava in fila dietro di loro.
- Ma dov’è finita?
Ron si guardò smarrito intorno e anche Harry fece lo stesso.
Uscirono dall’aula vagndo con lo sguardo per i corridoi dei sotterranei pensando che li stesse aspettando fuori, ma di Hermione non c’era nessuna traccia.
- Era dietro di noi! - disse Ron preoccupato.
Malfoy, dall’alto della scalinata, li stava osservando in modo insistente.
Harry rabbrividì sotto quell’attento esame, erano occhi che sapevano raggelare.
lo Slytherin non aveva mai avuto quella luce minacciosa e misteriosa nel suo sguardo... erano freddi e taglienti come sottili lame di ghiaccio.
Si fissarono a lungo, fronteggiandosi in silenzio.
Da quando aveva saputo che il fuggiasco era il suo Padrino e il traditore che aveva venduto i suoi genitori a Voldemort, Harry era come ossessionato da Sirius Black e la serpe era stata molto misteriosa ed evasiva a lezione, ma dalle sue parole sembrava che sapesse veramente qualcosa, qualcosa di molto importante ed Harry avrebbe scoperto cosa nascondeva.
Stava per risalire le scale per continuare il discorso quando Malfoy, disturbato da Pansy che era tornata indietro a chiamarlo, distolse lo sguardo, fece una smorfia e, voltandosi, andò a sbattere contro Hermione.
L’impatto fu forte e mentre la Serpe indietreggiava gemendo per il colpo preso al braccio ferito, alla ragazza cadde la borsa che si aprì riversando il suo contenuto lungo la scalinata.
- Guarda dove vai, Mudblood! - ringhiò il ragazzo prima di svoltare l’angolo che dava accesso al corridoio del piano superiore.
Ron ed Harry si guardarono stupiti in faccia.
- Ma come ha fatto a fare prima di noi? - chiese il rosso mentre risalivano velocemente la scalinata per aiutare la loro amica a riporre i libri nella borsa.
- Come hai fatto? - le chiese Ron porgendole un libro di testo.
- Che cosa? - chiese Hermione alzando lo sguardo sui due ragazzi che la guardavano perplessi.
- Un attimo fa eri dietro di noi ed ora sei qui in cima alle scale.
- Cosa…? Ah, sì! - rispose stranamente agitata. – Vi ho oltrepassato e non ve ne eravate nemmeno accorti!
Con foga infilò un pesante tomo nella borsa che così piena sembrava essere sul punto di scoppiare.
- Avevo dimenticato una cosa e stavo tornando indietro a prenderla. - continuò mettendo in spalla la borsa.
- Voi andate avanti, prendo quella cosa e poi vi raggiungo. - disse mentre scendeva le scale per raggiungere l’aula ormai vuota.
- Non hai la sensazione che Hermione ci stia nascondendo qualcosa? - chiese Ron ad Harry, ma il moro Gryffindor non rispose, aveva altri pensieri per la testa e quei pensieri erano rivolti a Black e a Malfoy.


***



Quando entrarono nell’aula di difesa, il professore Lupin non era ancora arrivato.
Si accomodarono al loro banco e si guardarono intorno.
Tutti erano seduti e avevano i libri e l’occorrente per prendere appunti, pronti sul banco.
Quello che attirava l’attenzione di tutti era un grande armadio posto davanti alla cattedra e nessuno riusciva a smettere di guardarlo con sospetto.
Hermione arrivò per ultima ed entrò, con passo svelto, ansimando per il fiatone.
Sedendosi tirò fuori libri, pergamene e piume e le posizionò sul tavolo, poi si guardò intorno cercando di capire il perché dell’agitazione che divorava gli studenti.
Erano tutti impegnati a chiacchierare animatamente e c’era qualcuno che scommetteva su cosa contenesse l’armadio e sul perché fosse lì.
L’unico che sembrava immune allo stato collettivo di sindrome da curiosità era Malfoy che se ne stava compostamente seduto, guardando assorto fuori dalla finestra.
Sul banco aveva una copia della Gazzetta del Profeta aperta sull’articolo che parlava di Sirius Black e ogni tanto lanciava fugaci occhiate alla foto del ricercato osservandola con una espressione indecifrabile.
Hermione non potè fare a meno di collegare le sue espressioni alle parole che aveva pronunciato poco prima a lezione.
Non riusciva a capirne il senso e più ci pensava più il loro significato le sfuggiva.
Non riusciva a smettere di guardare lo Slytherin che, mentre leggeva con espressione contrariata sul viso la Gazzetta, picchiettava nervosamente le dita sul banco.
Il vento faceva ondeggiare i suoi capelli biondi che da quest’anno aveva deciso di lasciare liberi dal gel ed Hermione dovette ammettere che con quella nuova acconciatura era molto più bello.
I suoi lineamenti spigolosi si erano ingentiliti, la sua statura era cresciuta notevolmente e ora superava in altezza Harry di ben venti centimetri.
Il corpo era slanciato e asciutto facendolo apparire esile e fragile come porcellana, ma la ragazza sapeva che non era così, lo aveva visto giocare la partita con i Ravenclaw, che gli Slytherin avevano battuto senza difficoltà nonostante le pessime condizioni atmosferiche, e più volte aveva sentito Harry e Ron commentare che la serpe doveva aver passato l’estate ad allenarsi duramente dato che la sua forma fisica era ottimale, come la sua tecnica che era migliorata visibilmente.
Impegnata com’era a studiare lo strano comportamento di Malfoy non si accorse dell’arrivo del professore e solo una gomitata di Ron la distolse dai suoi pensieri.
- Hermione che fai, dormi con gli occhi aperti? - le chiese Ron sorridendogli beffardamente. - Lo sapevo che il troppo studio avrebbe mostrato i suoi effetti collaterali, hai due occhiaie che fanno invidia a quelle di Percie quando fa le ore piccole tra le scartoffie che devono compilare i Caposcuola.
Hermione lo guardò truce e spostò lo sguardo sul professore Lupin che osservava sorridendo la sua classe. Aveva un’aria più salutare rispetto a quella che aveva sul treno, i suoi vestiti erano rattoppati come sempre ma almeno aveva l’aspetto di chi aveva mangiato una serie di pasti decenti.
Vedendo la sua veste gli Slytherin iniziarono a mormorare tra di loro apprezzamenti sulla condizione sociale ed economica del professore, tutti tranne Malfoy che, dopo uno strano scambio di sguardi col professore, si voltò verso la sua corte zittendo, con occhiate assassine, tutti quelli che stavano facendo apprezzamenti sui suoi abiti logori.
Hermione rimase a bocca aperta davanti quell’ennesimo comportamento anomalo del ragazzo che solitamente era sempre stato il primo a deridere le persone che non avevano la fortuna di avere una famiglia antica, nobile, ricca ed influente come la sua.
Lo strano atteggiamento di Malfoy non sfuggì nemmeno a Ron ed a Harry che bisbigliavano tra di loro meravigliati.
- Ma che ha la Serpe? - chiese Harry a Ron.
- Non lo so… forse ha preso una botta in testa o il veleno dell’Ippogrifo gli ha danneggiato il cervello!
Hermione sorrise divertita alla battuta del rosso mentre intingeva la piuma nell’inchiostro pronta a prendere appunti.
- Buon giorno ragazzi. - disse il professore Lupin allargando le braccia. – Rimettete i libri nelle borse, non ne avete bisogno dato che oggi faremo una lezione di pratica. Vi occorreranno solo le bacchette.
I ragazzi fecero come detto e si lanciarono sguardi curiosi e sorrisi carichi di anticipazione. Non avevano mai eseguito una lezione pratica di difesa e non vedevano l’ora di mettersi alla prova.
- Bene… - disse Lupin quando tutti furono pronti. – Alzatevi e mettetevi tutti in fondo all’aula.
I ragazzi obbedirono e quando si furono raggruppati dove gli era stato chiesto di andare, il professore spostò, al lato destro e sinistro dell’aula. tutti i banchi e le sedie.
- Allora! - disse il professore indicando con la bacchetta l’armadio che, mentre l’uomo si avvicinava, iniziò ad ondeggiare all’improvviso.
Alcuni ragazzi balzarono indietro spaventati, altri puntarono istintivamente la bacchetta verso l’armadio.
- Niente paura, ragazzi… - commentò il professore con il massimo della calma.
- C’è soltanto un Molliccio lì dentro!
Un silenzio spettrale si impadronì dell’aula e la maggior parte delle espressioni che si potevano leggere sul viso degli studenti, se non era di puro terrore, era almeno profondamente turbata.
Insomma nessuno sembrava convinto del fatto che non ci fosse nulla di cui aver paura.
Neville guardava con terrore il professore, chiedendosi se stesse scherzando o meno; Seamus, pallido in volto, fissava con apprensione la maniglia che sbatacchiava.
Pansy si era aggrappata al braccio sano di Malfoy e fissava con occhi sbarrati il vecchio e malandato armadio.
Harry si guardò intorno non riuscendo a capire perché, nonostante le parole del professore, fossero tutti terrorizzati. Persino Hermione sembrava agitata e lo si poteva capire dal modo in cui mordeva nervosamente il labbro inferiore coi denti.
Vagò con lo sguardo sui suoi compagni e notò che l’unico che non sembrava spaventato era Malfoy.
Lo Slytherin era rilassato e perfettamente a suo agio, il suo viso non lasciava trasparire nulla che potesse tradire la sua calma anzi, sembrava annoiato e per niente interessato a quello che stava accadendo intorno a lui.
- I Mollicci sono animali che amano il luoghi stretti, chiusi e bui. - spiegò il professore.
- Armadi, spazi sotto i letti, cassetti e cose simili sono i loro posti preferiti. Una volta ne ho trovato uno nel portasigari di un amico, sapete? Non immaginate il panico che si era creato quando lo aveva aperto nel bar per farsi una fumatina… - disse ridendo.
nessuno ci trovò nulla di divertente nelle sue parole e l'uomo soffocò la risata dietro un sorrisetto imbarazzato.
- Emmm... Questo si è trasferito in questo armadio ieri sera ed io ho chiesto al preside il permesso di usarlo per la nostra Lezione di Difesa in modo che possiate fare un po’ di pratica. - disse tornando serio. - Allora, prima di passare alla pratica dobbiamo porci alcune domande: innanzi tutto cos’è un Molliccio?
Hermione alzò immediatamente la mano e ad un cenno del professore si prodigò a rispondere.
- E’ un Mutaforma! Può assumere l’aspetto di quello che ritiene ci terrorizzi di più.
- Non avrei saputo dire meglio! - approvò il professore. - Dieci punti a Gryffindor. Hermione sorrise trionfa suscitando in Malfoy una smorfia di sdegno.
- Quindi il Molliccio che è lì dentro non ha assunto ancora alcuna forma che possa terrorizzarci. Purtroppo nessuno sa di preciso quale sia la reale forma di queste creature, ma appena uscirà da lì assumerà la forma più spaventosa per ognuno di voi. Ma questo ci da un vantaggio e sapete dirmi qual è? - vedendo la mano alzata di Hermione, Lupin sorrise. – Nessuno oltre la signorina Granger?
- Dato che sappiamo benissimo che assumerà la forma di ciò che più ci spaventa, non saremo colti di sorpresa e potremo prepararci mentalmente per affrontarlo con efficienza… e poi, essendo in tanti, il Molliccio non saprà quale forma assumere per terrorizzarci contemporaneamente. - rispose Malfoy con voce strascicata.
La classe si voltò verso di lui mormorando sorpresa; era la prima volta che partecipava attivamente ad una lezione che non fosse pozioni.
- Precisamente. - rispose Lupin. – Dieci punti a Slytherin!
Hermione abbassò il braccio un po’ delusa per non aver potuto rispondere alla domanda.
- Come detto dal signor Malfoy, è sempre meglio avere compagnia quando si deve affrontare un Molliccio, così lo si confonde. L’incantesimo per poterlo respingere è molto semplice, ma richiede un grande sforzo mentale.
Ciò che ci permette di sconfiggere questa creatura sono le risate. Quello che dovete fare è costringere questa creatura ad assumere una forma capace di suscitare la vostra ilarità, poi basterà puntargli contro la bacchetta, in questo modo. - disse agitando la bacchetta. – e dire, con voce decisa, Riddikulus! Su, tutti con me! - esortò sorridendo cordiale alla classe.
Dopo un po’ di pratica Lupin li fece radunare in fila.
- Bene, cominciamo.... chi è il primo?
alla sua domanda tutti arretrarono ad eccezione di Neville che si ritrovò staccato dal gruppo.
Lupin sorrise divertito. - Naturalmente un Gryffindor! Avanti Longbottom vieni. - disse invitandolo a raggiungerlo.
Il ragazzo sembrava un condannato a morte mentre avanzava sobbalzando ogni qualvolta che l’armadio ondeggiava.
- Cosa ti spaventa, Longbottom?
Il ragazzo mosse le labbra ma non uscì alcun suono.
- Credo di non aver capito. - continuò il professore allargando il suo sorriso.
- Il professor Snape!
La classe scoppiò a ridere sentendo cosa terrorizzava il Gryffindor.
- Severus, eh? - commentò il professore assumendo un’espressione entusiasta. - Uhm… tu vivi con tua nonna vero?- chiese sorridendo sornione.
Il ragazzo annuì non riuscendo a capire cosa centrasse sua nonna con il professore Snape.
- Concentrati sui vestiti di tua nonna e tienili nell’occhio della mente, poi, quando il Molliccio uscirà e assumerà le sembianze del professore immaginalo con i vestiti di tua nonna indosso.
Neville annuì titubante e si posizionò davanti all’armadio.
- Pronto? – chiese il professore. – Via alle danze!
Non appena Lupin aprì l’armadio, il Molliccio assunse immediatamente l’aspetto di Severus Snape.
Neville indietreggiò ma, incitato dal professore e dai suoi compagni di casa, si fece coraggio, focalizzò nella mente i vestiti della nonna e recitando la formula costrinse il Molliccio a mutare forma.
Vedendo l’arcigno professore con indosso appariscenti ed eccentrici abiti da donna tutta la classe scoppiò a ridere.
Rapidamente, uno alla volta gli studenti si alternarono davanti al Molliccio divertendosi a ridicolizzare le loro paure più profonde.
Quando venne il turno di Malfoy il ragazzo si rifiutò di partecipare all’esperimento.
- Cosa c’è, Malfoy? – chiese, velenoso, Ron sorridendogli beffardo. – Hai paura che qualcuno possa prenderti in giro scoprendo che magari hai paura di rimanere calvo?
A quella battuta lo Slytherin serrò la mascella e lo fulminò con lo sguardo.
- Sì, credo proprio che sia così! – sghignazzò Seamus incrociando le braccia al petto.
- Su, Malfoy non fare il timido! – lo incitò Dean ghignando divertito suscitando l’ilarità di Parvati Patil.
Malfoy scrollò le spalle e, ingnorando lo scambio di battute velenose tra la sua corte e gli sfigati compagni dello Sfregiato, a grandi falcate raggiunse l’armadio che traballò.
- Non devi se non te la senti. – disse il professore fiancheggiandolo.
Draco non rispose, puntò la bacchetta contro l’armadio e assunse un’aria decisa.
Lupin sospirò. – Come vuoi! – sussurrò tra sé e sé mentre raggiungeva l’armadio.
– Pronto?
Draco chiuse gli occhi per concentrasi e, mentre tutta la classe attendeva curiosa di scoprire quale fosse la sua paura segreta, annuì deciso.
Lupin aprì l’armadio e da esso uscì una nebbiolina nera che si raccolse, aleggiando, innanzi allo Slytherin che continuava a tenere gli occhi chiusi.
Poi, improvvisamente la nebbia iniziò a vorticare, Draco aprì gli occhi ed impallidì quando, attraverso di essa, comparve una figura che ammutolì tutti i presenti.
Innanzi al ragazzo vi era un altro Draco Malfoy che fissava se stesso con espressione crudele.
Era avvolto da un mantello e al suo fianco c’era un grosso cane nero che ringhiava e abbagliava al suo indirizzo.
- Il Gramo! – bisbigliarono diversi studenti arretrando spaventati.
Harry sbarrò gli occhi, quel cane era identico a quello che aveva cercato di aggredirlo quando era scappato di casa.
Dopo un attimo di panico, il biondo Slytherin riacquistò il suo sangue freddo e puntando la bacchetta contro se stesso disse:
- Riddikulus!
Immediatamente la nebbia fagocitò il ragazzo e il cane e si trasformò in una piccola montagnetta di zucchero filato per poi dissolversi in un sonoro crack seguito dallo sbattere dello sportello dell’armadio che si richiudeva secco.
Draco fissò in silenzio l’armadio e quando Remus lo raggiunse e gli diede una pacca sulle spalle per complimentarsi con lui, il ragazzo si scostò stizzito per poi girare sui tacchi e, al rintocco dell’orologio che annunciava la fine della lezione, si affrettò ad abbandonare l’aula.
Harry studiò l’espressione del professore che sembrava stranamente addolorata e preoccupata mentre seguiva con lo sguardo lo Slytherin dileguarsi.
- Non dirmi che pure questo professore preferisce le Serpi a noi! – sussurrò Ron corrucciando i sopraccigli. – E pensare che mi era subito sembrato simpatico.
- Non credo che sia questo il motivo… - sussurrò Hermione raccogliendo le sue cose. – Malfoy nasconde qualcosa e sono certa che il professore Lupin conosce il suo segreto! – poi guardando gli amici aggiunse: - E prima che me lo chiediate, vi dico chiaramente che vi aiuterò con piacere a scoprire il segreto di Malfoy… - vedendo le espressioni stralunate dei suoi amici, si affrettò a precisare: - Il comportamento di quell’idiota mi ha incuriosito e poi, senza di me, vi caccerete sicuramente nei guai!
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo divertito e, seguendola fuori dall’aula, iniziarono a scommettere su cosa ci fosse quella sera per cena.


Continua…


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
seraphia 21/06/08 23:28
Grazie sono felicissima che la storia ti piaccia.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

giuglietta - Voto: 17/06/08 21:05
storia bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
è scrivi anche molto bene
aggiorna presto
ciao
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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