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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: COME IL SALICE CON IL VENTO...
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: prettykory galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/06/2008 22:53:33

Tutto accadde in quel giorno. Sembrava la mia fine.... un albero, il vento e la loro melodia
 
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- Capitolo 1° -



FU TUTTO IN QUEL GIORNO





Un salice non può parlare, non emette rumori e il vento non può essere visto.
Ma quando si uniscono il vento prende forma e il salice emette una strana melodia.
In quel giorno il vento muoveva leggermente le foglie di un salice ancora verde a cui ero appoggiata da un'ora.
L'unica macchia verdeggiante in quelle colline.
Il solo essere in vita di quei campi.
Tutto era inerte. L'erba era bruciata dal fuoco.
I corpi dei guerrieri giacevano ancora immobili a terra.
Tutto taceva.
L'odore acre, di terra e sangue fusi insieme era forte.
Si sentiva solo la melodia che il vento formava pettinando i rami del salice.
La battaglia contro Naraku era stata vinta, ma molti persero la vita in questo lungo combattimento.
Dopo che Naraku esaltò il suo ultimo respiro, Inuyasha si rese conto che Kiyo era già scomparsa da tempo. Aveva una brutta ferita al fianco ed era corsa via. Poi corse via anche lui in direzione sua.
Una lacrima sola solcò il mio viso, a quel ricordo.
Il sapore amaro della gelosia, si fece sentire.
Mi lasciasti sola e pensierosa. Io iniziai a desiderare di starti accanto, di dirti i miei sentimenti, di correre tra le sue braccia.
L'orgoglio fu messo da parte e corsi via, verso di te.


Il tuo viso inondato dalle lacrime mi paralizzò.
Non ti aveva mai visto piangere prima di allora, per alcun motivo.
Cosa era stato a turbarti così tanto?
Poi alzasti lo sguardo verso di me e un sussurro flebile giunse alle mie orecchie:
"è morta. è morta dissanguata pochi minuti fa*
Allora era lei la tua scelta, lei aveva avuto quel potere di farti piangere, lei aveva preso quel posto.
Quella lacrima che prima mi aveva oltrepassata ora ne chiamava a sè altre... tante altre.
Come al solito abbassai lo sguardo per non farmi vedere e scappai via, correndo senza meta.
Ma diversamente dalle altre volte, tu rimanesti immobile con lo sguardo fisso su di lei. Non ti girasti nemmeno verso di me.

Correndo, inciampai e caddi rovinosamente a terra. La mia uniforme fu sporcata dal fango. Solo la solitudine stessa, poteva capire quel vuoto che nasceva nel mio stomaco.



Ed ora sono ancora qui, appoggiata al mio salice. Il nostro salice. Ma non sono più la compagna della solitudne. Tu sei qui accanto a me. Le tue braccia mi stringono a te energicamente.
Delicatamente mi accarezzi la pancia con un sorriso dolcissimo.
Ti avvicini a me e mi baci. Poi ti stacchi e, avvicinatoti all'orecchio, mi sussurri:
"ti amo".
"anch'io..."
"a cosa pensi???"
A te e a quel giorno...
"penso a quel giorno... in cui è morta"
"ah.." credi di non trasparire, ma ti leggo negli occhi un po' di angoscia.
"che c'è??? NON DIRMI CHE TI PIAC..."
"NO..."

Non ora, ora devo sentirti vicino a me.
"e allora perchè hai un aspetto così... turbato?"
"perchè in quel giorno, ho rischiato di perderti per sempre! Amore mio, ricordo ancora quel terribile giorno e te che corri via da me."
Già...


Infatti, quel giorno, appena mi rialzai decisi che avrei smesso di pensare a te, che avrei smesso di soffrire, che sarei tornata a casa mia per sempre.
Arrivai al pozzo mangia ossa e lo fissai per due istanti.
Sarebbe stato l'ultima volta che oltrepassavo quel sottile confine che ci differenziava.
Ma montai sul cornicione del pozzo e aspettai di perdere l'equilibio, un'ultima volta.

Ma qualcosa mi strinse a sè, con forza e velocità. Erano le tue mani che mi afferravano e mi allontanavano da lì.

In quelo momento di dicesti che avevi cambiato idea che non importava più nessuno se non me. Che lo sapevi, dentro di te, già da tempo ma che non avevi avuto il coraggio di dirlo neanche a te stesso.
Poi mi baciasti sulle labbra. Ricordo che mi abbracciasti forte, come se tu avessi vissuto i minuti peggiori della tua vita.
E in quel preciso istante seppi che non avrei mai più oltrepassato quel pozzo.

Ora mi fissi negli occhi, distolgiendomi dai miei pensieri, e poi afferri il mio mento lo congiungi con le tue labbra.
Siamo di nuovo nello stesso vecchio albero, cullati dallo stesso antico vento.
Ma qualcosa di nuovo è in me. Qualcosa che è nato dall'unione del nostro amore.
Come la dolce e anziana melodia che ora ascoltiamo è nata dall'uninoe del salice con il vento.



fine


Ecco qua. Ora è finita...
Bhè, spero che vi sia piaciuta.

KoRYç_ç

 
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