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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: PARIGI...
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: topsy-krett galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/06/2008 17:48:49

chissà xkè quella ke avevo scritto prima non l'ha publicata tutta >__> beh LEGGETE Xd
 
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CHAPPY ONE
- Capitolo 1° -

Parigi. Per molti una delle città più romantiche del mondo. Io non l’ho mai sopportata.
Troppo sangue nella sua storia. Troppo tutto. Per me Parigi è solo la più grande discarica del mondo.
L’hotel è a dir poco ENORME, ma molto strano. Francesca e Alessia sono salite in camera a sistemare i bagagli, mentre io guardo la hall dell’albergo. Un solo pensiero mi balena nella mente.
Strano.
Probabilmente quello che lo ha fatto costruire era un fissato della rivoluzione francese. Ovunque ci sono quadri raffiguranti Napoleone Bonaparte, scene di battaglia e altre cavolate simili.
Fissati.
Salgo al piano di sopra e cerco la mia camera, appena entro noto la fantasia dell’arredatore.
Altre immagini di Napoleone, apre scene di guerra, e soprattutto tappezzeria color sangue.
Ancora più fissati.
“VADO A FARE UN GIRO, NON ASPETTATEMI” non aspetto la risposta so che mi hanno sentita.
Andiamo a cercare Alessandro :Q_
Alessandro è la persona che amo di più al mondo, non posso vivere senza vederlo. Ha un sorriso stupendo, che mi scalda il cuore. E poi i suoi occhi, due gemme dorate come potrei vivere senza vederle.
Trovato!
Sta disfando la valigia, e probabilmente non si è accorto di me...meglio andare, prima che arrivino gli altri, comincerebbero a sfottermi...
Continuo il mio giro. altri quadri. altri arazzi. altra tappezzeria rossa.
Che noia!
Decido di tornare in camera, tanto non c'e niente da fare.
Uhm...
Entro in camera e mi butto sul mio letto. Dopo un viaggio estenuante siamo arrivati e ora ho solo voglia di dormire, e di sognare io so chi...
Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.. sfortunatamente vengo svegliata da qualcuno che urla.
E che palle!
“Che succede?” domando al primo che passa. Federico.
“non lo so, ma è scoppiato qualcosa fuori dall’albergo e...” non riesce a dire nient’altro...
Comincio a correre, seguendo la folla che si riversa nell’atrio troppo piccolo per contenerla, io invece svolto a destra verso il terrazzo. Probabilmente lo avevo percorso poco prima...
Mi affaccio alla finestra e noto di non essere la sola ad aver scoperto quel posto.
Francesca e Alessia, insieme a Davide, Giuseppe e Letizia guardano verso terra, con un misto di orrore e stupore sul viso.
Che sta succedendo!
Mi affaccio anche io e capisco perché erano tutti così sconvolti...
Il cielo, che a quest’ora dovrebbe essere nero, è tinto di rosso. Case in fiamme e in strada si è scatenata una vera e propria guerra.. e non dico in senso metaforico...
Ci sono soldati, soldati che mi ricordano qualcosa...soldati che combattono con fucili...antichi.
E in mezzo a loro alcuni dei miei compagni di classe e...sangue. tanto tanto sangue...
Paura...
Io che con la mia freddezza spiazzo sempre tutti, ho paura. Paura di perderli. Anche se non sono il massimo della gentilezza sono sempre i miei compagni. Con loro ho ormai condiviso quasi 2 anni della mia vita e non voglio che gli accada loro qualcosa di male...
Alessandro...
Lo cerco tra i cadaveri, ma non c’e.
Grazie al cielo.
lo cerco tra i corpi indistinti che combattono due piani più sotto. Sono sicura che sia li in mezzo, è un ragazzo d’azione lui...
Lo vedo.
No..NONONONONONO!!
È stato preso da due soldati...
Alessia e Francesca hanno cominciato a tirare dei sassolini addosso ai soldati ma niente continuano a trascinarlo... Un terzo soldato gli sta puntando un fucile contro...
Comincio anch’io a tirare giù sassolini, ma quello sta per premere il grilletto...
Alessandro volta la testa verso di me e mi sorride, prima che le pallottole gli arrivino dritte nel petto.
Lacrime. Lacrime amare. Lacrime di disperazione, scendono lungo la mia guancia. Perché, perché diamo dovuti venire qui, perché! Non sono nemmeno riuscita a dirgli ciò che provo per lui...
Mi accascio a terra, e comincio a tremare e a piangere come una bambina, mi afferro i capelli e comincio a tirarli.
Perché...


Apro gli occhi. Sono nella mia stanza e fuori il sole sta andando a dormire.
“ma che...”
“ehy Stefy perché non vai da chi sai tu? Federico mi ha detto che sta scendendo in strada”
In strada?
“GRAZIE Frà”
Corro verso la sua stanza, non può essere, cosa era successo? Possibile fosse solo un sogno?
“Ale...” Lo guardo. Nessun segno di lotta, il viso è calmo, rilassato. controllo il suo petto, si alza e si abbassa ritmicamente. nessun segno di sparo.
“Dimmi” la sua voce è un dolce sussurro, con la sua solita intonazione disinteressata. Tanto so che lo fa apposta.
Lacrime, lacrime dolci. Lacrime di felicità.
Senza pensarci due volte, mi fiondo su di lui e lo abbraccio. Lo stringo forte a me, capisco la sua sorpresa.
“Stè lasciami devo andare in strada...”
“Nooo, ti prego non andare ti prego ti prego ti pregooo” urlo. Non mi importa che gli altri mi vedano o mi sentano.
LUI non deve muoversi da qui.
“Ale andiamo dai!” Mattia. Quanto lo odio. Vuole portarmelo via.. nel vero senso della parola.
Sento le mani delicate di Alessandro arrivare alle mie, e delicatamente staccarle dalla sua schiena.
Si allontana da me. Io lo afferro per una mano. Continuo a piangere e a strillare.
“perché sei così scossa stefy, in fondo sto solo andando in strada” detto questo si avvia verso l’ingresso.
Ti Amo! Non mi ha sentita.
“ALE! TI AMO” altre lacrime. Mi accascio a terra. Ormai è finita...
Lo vedo bloccarsi e tornare indietro. Mi guarda. I suoi occhi sembrano oro colato.
Riescono un po’ a calmarmi.
Torna verso di me, le chiavi della stanza in mano. Mi prende la mano.
Che sta facendo?
“Vieni” mi dice semplicemente. Il suo sorriso migliore stampato in faccia.
Verrò dovunque tu voglia, l’importante è non lasciarti andare fuori.
Continuo a camminare spaesata. non capisco cosa ha intenzione di fare.
Mi porta verso la sua stanza. Mi fa entrare e chiude la porta.
A chiave.
Mi fa sedere sul letto e si accomoda accanto a me.
Con un dito mi accarezza il viso, e asciuga le lacrime che continuano a rigare il mio volto. E poi lentamente avvicina le labbra alle mie.
Bacio lento, desiderato. Bacio che sa di amore. Amore che non è mai stato detto.
E poi come una dolce melodia che volge al termine si allontana....ma poi ne comincia un’altra, più dolce.
“Anch’io Ti Amo”

 
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