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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Darren Shan
Titolo Fanfic: DESIDERIO DI UMANITÀ
Genere: Comico, Horror, Azione, Avventura, Fantasy, Soprannaturale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: finleydania galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2008 20:01:55

Il mondo visto dagli occhi di un mezzo vampiro. Tutto, anche una semplice vacanza al mare, può diventare complicatissimo! Specie al Picco dei Vampiri.
 
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TRE VAMPIRI, TRE AMICI.
- Capitolo 1° -

Mi chiamo Darren Shan, e fino a poco tempo fa ero un ragazzo come tanti altri. Avevo gli interessi di tutti gli adolescenti della mia età: calcio, fumetti, musica, film e, naturalmente, ragazze. Ma, più di ogni altra cosa al mondo, adoravo i ragni. Sì: quando una di queste magnifiche creature a otto zampe mi capitava davanti, mi fermavo a guardarla e ad ammirarla incantato, poco importava se fosse un ragnetto comune o una tarantola velenosa e pronta a mordere! Ed ero persino capace di rimanere ad osservare i suoi movimenti di zampette e occhi, così lenti ma aggraziati, per ore e ore! Adesso, non ne sono più così entusiasta...e non è difficile capire perché. Anche voi odiereste i ragni, se uno di loro vi avesse cambiato la vita per sempre. E in peggio, molto peggio!
Sospiro, pensando ancora una volta a quanto abbia dell'incredibile tutto ciò che mi è accaduto, e metto giù la penna di fortuna che stringo fra le dita. Mi chiedo ancora una volta se, in qualche modo, non possa trattarsi soltanto di un terribile incubo, e se sì, spero di svegliarmi presto. Ma so perfettamente che non è così. Tutto quel che è successo e mi sta accadendo tutt'ora è reale, non fa parte del mondo dei sogni, anche se lo vorrei ardentemente. Stento io stesso a crederci, ma è così.
Sento un bruciore alle dita, e mi accorgo che sono piene di piccole e appuntite schegge di legno. Pungono e bruciano da impazzire quando muovo e piego le dita, nel tentativo di farle uscire, ma più lo faccio, più i frammenti penetrano in profondità. Stringo i denti e provo a toglierli, usando le punte delle unghie e i denti, come se fossero spine. Non sembra funzionare granché: molte si rompono nel tentativo e alla fine mi sembra persino che siano più in profondità di prima!
Lancio una serie di imprecazioni, e rido' un'occhiata al foglio di carta su cui sto scrivendo. E' una pagina del mio diario, a righe, un po' macchiata di giallo negli angoli (forse a causa di tutta l'umidità che ha preso durante il viaggio) e ben lontana dall'originario colore bianco. Ma è già una fortuna poter disporre di un pezzo di carta su cui scrivere, qui al Picco. E la penna? Beh...ho dovuto costruirmela da solo, con un bastoncino di legno cavo e del succo di frutti di bosco, trovati nel boschetto qui vicino. L'inchiostro forse è un po' troppo fluido e tende troppo al rosso, ma serve allo scopo. Ma devo sempre fare attenzione a non farne uscire troppo, e a non lasciar allentare troppo il cordoncino che stringe l'estremità della penna. E' piuttosto scomodo, ma purtroppo devo adeguarmi. La mia ultima penna con del vero inchiostro è finita diverse settimane fa...come vorrei trovare il modo di fabbricarmene un po'! Con questi pensieri in testa, mi chino, riprendo la penna in mano e ricomincio a scrivere. Riecco il succo profumato uscire dalla punta, seguendo i movimenti della mia mano. Sono di nuovo concentrato, e scrivo velocemente, seguendo il flusso dei miei pensieri. Non esiste nient'altro intorno a me, mi dimentico dove mi trovo, delle pareti fredde e umide che mi circondano, del pavimento polveroso su cui continuo a strascicare i piedi involontariamente e delle due torce appese sopra al tavolo sgangherato su cui sono poggiato.
- Darren? Che fai seduto là?
Faccio letteralmente un salto dallo sgabello, e mi giro con gli occhi strabuzzati e un'aria smarrita. Anche se dalla voce mi era sembrato che fosse...
- Larten! Non ti ho sentito arrivare! Come diavolo hai...
- Eh eh... - ridacchia. - Ormai dovresti sapere che noi vampiri sappiamo essere silenziosi e agili come felini, se vogliamo.
- Già - dico, dandomi mentalmente dello sciocco per essermi spaventato così tanto.
Sì, avete capito bene...è quello che sono. O meglio, che siamo...tutti noi, qui al Picco. Un vampiro. O meglio, un mezzo-vampiro, cioè, come dice la parola stessa, vampiro solo per metà. Posso ancora uscire alla luce del sole senza nessuna conseguenza, ma anch'io ho bisogno di sangue per sopravvivere. Oh, no...non fatevi strane idee! Noi vampiri non siamo come ci dipingono le leggende. La maggior parte ha avuto origine dai nostri cugini di sangue, i vampiri killer, che al contrario di noi uccidono sempre i loro donatori. Ed è anche per questo che fra di noi non corre buon sangue...nel vero senso della parola!!
- C'è qualcosa che non va? - chiedo.
- No...mi chiedevo solo dove fossi, sei sparito dalla circolazione da un po'.
- Ero qui, nello studio di Kurda, dove prepara le mappe...avevo voglia di aggiornare un po' il mio diario. Non penso che gli dia fastidio se uso il suo vecchio tavolo da lavoro, vero?
- Perchè dovrebbe? - sorride. - Kurda è fin troppo gentile, non gli da fastidio neanche quel che dovrebbe. Il tuo diario? - aggiunge, avvicinandosi per dargli un'occhiata.
- Sì...ti ricordi? E' un quaderno dove annoto quel che ci succede, i miei pensieri e le mie emozioni... - dico, rigirandolo per mostrarglielo meglio, attento a non avvicinare troppo le pagine per non impiastricciare l'inchiostro ancora fresco.
- Cosa dice di bello? - chiede.
- Aspetta, aumento la potenza delle torce, così puoi dargli una sbirciata. - dico, alzandomi per regolarla.
- Ehm... - dice, diventando rosso d'un tratto. Me ne accorgo benissimo, nonostante la semioscurità. Mi blocco, guardandolo negli occhi. - A dire il vero...io non so leggere, Darren. - mi rivela, distogliendo lo sguardo.
- Come?!? - rispondo io, spalancando la bocca per lo stupore.
- E' così. Sai...quando avevo la tua età, leggere e istruirsi non era considerato fondamentale. Ben pochi avevano la fortuna di saperlo fare, e di potersi permettere di imparare. - risponde, con una nota di imbarazzo nella voce.
- Ma...ma... - balbetto. - Com'è possibile? Sai firmare! Sai capire i segnali stradali, e...
- Già, ma capire un testo più complesso o scriverne io stesso uno è tutta un'altra storia!
Continuo a fissarlo, stupito. Non me l'aveva mai detto prima!! Sono letteralmente stupefatto.
- E se ti insegnassi io? Non è poi così difficile, è solo questione di pratica e... - comincio a dire, con fervore.
- Non fartene un cruccio, Darren. Queste sono cose che si imparano da giovanissimi. E a te verrà sempre naturale...ma non immagini nemmeno quanto sia complicato alla mia età...l'ho già scoperto a mie spese. Ti ringrazio, comunque. Davvero gentile da parte tua...ma forse noi vampiri non abbiamo davvero bisogno di saper leggere, in fondo. Ben pochi di noi sanno farlo. Ma finché uno di noi ne sarà capace, saremo a posto. E' sempre utile, soprattutto per i rapporti con gli umani. - dice. Ma poi sospira.
- In realtà vorrei aver imparato...mi sento un po' sciocco per questo, a volte. - sospira di nuovo.
- E se solo avessi insistito un po' di più... dice qualcun altro alle nostre spalle. Stavolta tocca a Larten sobbalzare! Anche a me viene quasi un colpo.
- Kurda! Quando imparerai a bussare? - ridacchio io.
- Un po' difficile bussare, vista la scarsità di porte! - risponde lui, con un sorriso radioso.
- Non dirmi che...è stato lui il tuo insegnante? - dico, sorpreso da quanto abbia dell'incredibile quella possibilità (Kurda e Larten non si sopportano!) e sorridendo per la battuta di Kurda. Riesce sempre a mettermi di buon umore, con il suo ottimismo e la sua voglia di vivere. A volte mi chiedo cosa ci faccia una persona così...solare come lui in un mondo così tenebroso come quello dei vampiri! E perché abbia deciso di unirsi a noi...mi sembra così...fuori posto, a volte!
- Sei sempre stato perspicace, Darren. - conferma Larten.
- Ma nooo! Possibile? - dico io, ridacchiando, e lanciando un'occhiata incredula a Kurda. - E perchè non avete insistito? Cioè...la forza di volontà di un vampiro è incredibile, o sbaglio?
- Non sbagli - risponde Kurda. - Ci abbiamo provato...ma non è stato facile fin dall'inizio. Prima di tutto, Larten non mi è sembrato poi così ansioso di imparare. Sembrava sempre con la testa fra le nuvole e...distratto? - dice Kurda, lanciando a Larten uno sguardo malizioso e allusorio.
- Eh eh... - ridacchia Larten, facendosi rosso in viso, ancora più di prima.
Io intanto sono sempre più sbigottito. Credevo che non si sopportassero...ma adesso si comportavano come se fossero amici da sempre!
- Eh sì...erano i gloriosi tempi di Arra Sails! Ah, che coppia! Avresti dovuto vederli, Darren! Facevano scintille, nel vero senso della parola! - sorride Kurda.
Larten ricambia il sorriso, imbarazzato. Ma non dice nulla.
- Lo so, sembra incredibile...ma il vampiro così saggio e assennato che vedi adesso, Darren, è stato uno dei più impulsivi e combinaguai del clan! E non hai idea di quante ne ha combinate, che follie ha fatto da giovane! - dice Kurda, sorridendo ancor di più.
Scoppiamo a ridere tutti e tre. Io più di tutti! Non mi ero mai soffermato a pensare che anche il mio maestro, così saggio e calmo, potesse essere stato giovane e inesperto, come chiunque altro! Lo immagino correre dietro ad Arra, con un mazzo di rose rosse di rovo fra le braccia e tanti cuoricini intorno alla testa, come nei fumetti! E scoppio in un'altra risata, mi piego quasi a due dal ridere. Nel farlo, mi metto una mano sulla pancia, ma la ritraggo subito con una smorfia di dolore. Le schegge fanno ancora male.
- Qualcosa non va, Darren? - dice Kurda, smettendo di ridere e guardandomi con aria premurosa.
- Ahi...sì, a dire il vero...ho delle schegge di legno conficcate nella mano. - rispondo, agitandole entrambe, per cercare di lenire il dolore, e stringendo i denti per non urlare.
Kurda si china per esaminarmele meglio, il lungo mantello azzurro sul pavimento sporco.
- Brutto affare...come le hai prese? - chiede.
Intanto anche Larten si avvicina.
- Scrivendo... - dico, con un sorriso amaro. - Le pene di noi uomini di cultura! - dico, facendo l'occhiolino a Larten. Lui mi risponde con un'occhiataccia.
- Sembra che tu sia stato in una falegnameria, altro che scrivere! - dice Kurda, perplesso.
- Si può sapere che penna hai usato? - fa Larten.
- Quella. - dico, indicando con un cenno della testa il tavolo da lavoro su cui l'avevo lasciata.
Kurda si alza da terra e va a prenderla.
- Quella è una penna?! Dove l'hai presa? - dice, lanciandomi un'occhiata stupita.
- Sì...beh, a dire il vero me la sono fabbricata da solo, qui al Picco non sono oggetti molto comuni... - sospiro.
- Ma potevi chiedermelo, Darren! Ne ho un cassetto pieno, guarda! Con cosa pensi che disegni le mie mappe? - dice Kurda, avvicinandosi ad una scrivania in legno scuro e un attimo dopo stringendo in mano almeno una decina di penne a sfera.
- Doh! - non posso fare a meno di esclamare, guardando la mano di Kurda. Sembrava che fosse appena uscito da una cartoleria!
- Eh...Darren, Darren...tutto quel bel succo di lamponi... - dice Larten, prendendomi in giro. - Chissà che bontà...
Mentre mi avvicino a Kurda per scegliere qualche penna, lo sento dire:
- Ma dai Larten, Darren non andrebbe rimproverato. Al contrario, ha preferito arrangiarsi da solo, sarebbe solo da lodare. Uno spirito d'iniziativa e d'indipendenza degno di un vero vampiro!
Sono lusingato…davvero!
- Forse... - si limita a dire.
Io nel frattempo mi allontano, stringendo la penna fra le pieghe del mantello per non beccarmi altre schegge, e faccio ritorno poco dopo con tre bicchieri pieni di succo. La penna a dire il vero è enorme, mi sfiorava quasi il mento mentre scrivevo, perciò il succo che conteneva era parecchio.
- Ne volete? - chiedo, con le labbra già rosse.
- Certo! - rispondono in coro Larten e Kurda.
Per noi vampiri i frutti di bosco, caldi e succosi, sono una ghiottoneria, quasi quanto il sangue, che però eviteremmo volentieri di bere se non fosse necessario.
Avviciniamo i bicchieri alla bocca e, mentre bevo il mio, attraverso il vetro intravedo Larten e Kurda fare un cin cin.
- Alla salute! - dicono. E bevono.
Sorrido nel vederli così affiatati, per una volta, e mi unisco al brindisi, con un gridolino di gioia.
 
Continua nel capitolo:


 
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