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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Darren Shan
Titolo Fanfic: COME PADRE E FIGLIO
Genere: Horror, Azione, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: finleydania galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2008 19:59:14

Che rapporto può nascere fra Darren il mezzo-vampiro e il suo mentore Larten Crepsley? ;)
 
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- Capitolo 1° -

Sono seduto sulla mia amaca, con le gambe accavallate e un'espressione sfatta sul volto. Sto guardando il muro di nuda roccia davanti a me, osservo con attenzione ogni sporgenza e ogni spaccatura, poi abbasso gli occhi: sono troppo stanco per fissare lo sguardo su qualcosa, qualsiasi cosa. I miei occhi da mezzo-vampiro, seppur forti e abituati a tutto, iniziano subito a bruciarmi e sono costretto a distogliere lo sguardo dopo neanche un minuto. Li chiudo, per farli riposare un po'.
Devo proprio sembrare la stanchezza fatta persona! E' una sera come tante, qui al Picco, ho finalmente un po' di tempo per me dopo una giornata completamente assorbita dai miei doveri da principe. Ma per me ormai è sempre la solita routine, e mi ci sto, seppur lentamente, abituando. E' davvero stressante, non so cosa darei per avere un po' di tempo libero, anche solo per gironzolare per il Picco o osservare il cielo notturno, come quando ero un vampiro comune! Era tutto così semplice, allora...
Harkat non è nella stanza con me, non so dove sia in questo momento. Ha lasciato il suo mantello blu e l'accetta sull'amaca, e me ne chiedo la ragione. Lo vedo così poco da quando sono diventato principe! La cosa mi dispiace molto, è un carissimo amico e mi manca davvero tanto.
Concentrandomi su questi pensieri, abbasso la testa e apro la bocca in un sonoro sbadiglio, senza nemmeno preoccuparmi di mettere la mano davanti. Beh...la maggior parte dei vampiri non ha neanche idea di cosa sia il galateo, sebbene ciascuno di loro abbia il suo stile e il suo modo di fare, del tutto particolari e diversi gli uni dagli altri. E poi...beh, nella stanza non c'è nessuno, a parte me, quindi perchè prendersi questo disturbo?
Non riesco a nascondere un sorriso compiaciuto, ripensando a com'è cambiato il mio modo di vedere le cose e giudicare la gente che mi circonda da quando sono arrivato qui. Non appartengo più soltanto al clan dei vampiri, ora: NE sono parte integrante. Sono un vampiro, o meglio, ancora un mezzo-vampiro, e fiero di esserlo. Anzi, sono qualcosa di più: un principe, una guida e punto di riferimento per ogni membro del clan. Non che me ne vanti, però. Lo sono diventato solo per mancanza di scelta, e se potessi tornare indietro penso che preferirei rimanere un vampiro comune. Meno preoccupazioni, meno cose di cui occuparsi, meno formalità e cerimonie...e nessuna guerra da mandare avanti. Non mi è mai piaciuto combattere. La vita era molto più semplice prima della mia investitura.
Sebbene dimostri solo tredici o quattordici anni, a prima vista, in realtà ne ho qualcuno in più. I vampiri (e i mezzi-vampiri) invecchiano rispettivamente dieci e cinque volte più lentamente degli umani. La cosa non mi fa certo piacere: quanto vorrei essere già adulto! Dentro lo sono, ma fuori no. E' frustrante, davvero.
E' bello essere stato accettato così bene dagli altri principi, nonostante la mia età, apparente e reale. Mi trattano come un loro pari, non più con l'accondiscendenza iniziale, rispettano il mio parere quando lo esprimo e non cercano mai di condizionarmi approfittando della mia tenera età. Hanno fiducia in me e in quel che faccio, e vederli comportarsi così mi da una sensazione di calore, come se il Picco fosse sempre stato casa mia.
Muovo le gambe, per evitare che mi si addormentino, e poggio la schiena contro il muro dietro di me, facendo attenzione a non strappare contro le rocce appuntite il mantello azzurro chiaro che ho ancora addosso. E' lo stesso che mi diede Larten tanto tempo prima, quando divenni il suo assistente, ormai è abbastanza vecchio e logoro, c'è anche qualche buco, e non sembra più neanche azzurro, e sebbene ormai lo porti solo per bellezza e non perchè mi tenga al caldo, ci sono affezionato, e lo metto comunque. E' come se le macchie e le sgualciture di cui è pieno siano un segno del mio passato, della mia nuova vita che scorre, quasi come se stesse crescendo e maturando con me.
E' vero che ormai un buco in più o uno in meno non farebbe alcuna differenza, ma ci tengo a farlo durare il più possibile, finché non sarà davvero inutilizzabile.
Me lo sistemo sulle spalle, con una scrollatina, e nell'allungare una mano per tirare la stoffa sento un rumore di passi in lontananza. Cerco di capire di chi si tratti, e tendo le orecchie. Forse Harkat? No, i passi sono troppo veloci. Non potrebbe mai camminare così in fretta. Chi è, allora?
Non devo aspettare molto per scoprirlo. Nel corridoio, vedo un'ombra familiare avvicinarsi veloce, muoversi quasi furtiva lungo le pareti. Un mantello svolazzante, un ciuffo di capelli molto sottili in testa. Larten!
Fa capolino da dietro una roccia vicino all'ingresso, sorridendo gioviale. Ricambio, con un sorriso ancora più gioviale del suo. Sono così contento di vederlo!
Era da un pezzo che non stavamo insieme...con tutti gli impegni che ho non l'avevo visto che qualche volta di sfuggita, nella sala dei Principi. A volte mi teneva compagnia a mi dava una mano con i piani di guerra, spostando le bandierine e suggerendomi strategie e modalità d'attacco, ma di recente aveva avuto da fare altrove e, suo malgrado, non aveva potuto trascorrere molto tempo con me.
"Ciao Darren" mi saluta, e si siede accanto a me sull'amaca, facendo cigolare i ganci che la ancorano alla parete rocciosa.
"Ciao!" dico, voltando la testa per guardarlo.
"Ti disturbo? Hai una faccia...sei stanco, vero?"
"Un po’", dico, senza sforzarmi di nasconderlo e stiracchiandomi. Faccio un altro sbadiglio, la bocca spalancata come un ippopotamo.
Un attimo dopo anche lui ne fa uno.
"Ehi...è contagioso?" dice, scherzoso.
"Forse! Ma ci vuole ben altro per far ammalare un furbacchione come te! Hai la scorza dura!" dico, dandogli una pacca sulle spalle e ridendo.
Ridiamo insieme, felici.
Ad un tratto, mentre mi sto ancora sbellicando dalle risate, con la bocca spalancata e quasi le lacrime agli occhi, Larten alza un braccio e bussa sulla mia testa, come se fosse una porta!
"Toc toc, c'è nessuno?" fa, ridendo.
"Forse sì, forse no! Chi cerca?" rispondo, come se stessi davvero parlando ad un misterioso interlocutore.
"Il cervello di Darren. E' in casa?" dice Larten, senza riuscire a trattenere un sorriso malizioso.
"Ehi! Brutto..." faccio io, capendo l'antifona, e fingendo di essere arrabbiato, ma scoppio a ridere di nuovo! So che sta solo scherzando!
Lui è quasi piegato in due dalle risate, vedendo la mia reazione. La mia espressione si addolcisce e rido ancora più forte, dandogli uno schiaffetto scherzoso su una guancia. Poi, fingendo di tornare serio, decido di rendergli la pariglia. Dico:
"Credo che sia andato a trovare quello di Larten. Ma temo proprio che sarà una luuuuuuuuuunga ricerca! E' scomparso taaaanto tempo fa" dico, soffermandomi di proposito su alcune vocali per dare alla mia voce un tono buffo e anche per non riscoppiare a ridere. "Spiacente di non poterla aiutare, signore! Arrivederla!". concludo, facendo un gesto come per chiudere una porta immaginaria.
E mi butto sull'amaca, in preda ad un nuovo attacco di risa, pur essendo perfettamente consapevole di star ridendo per sciocchezze e sembrare un perfetto idiota. Ma è così bello distrarsi dalle preoccupazioni, giocare così spensieratamente! E' una sensazione meravigliosa, tutta la mia stanchezza è svanita come per incanto.
Anche Larten ridacchia, e, quando meno me l'aspetto, si gira di botto e comincia a solleticarmi dietro il collo!
"Ahahahahah! No, no! Ti preeeeeego!" dico, sbellicandomi di nuovo dalle risate, e piegandomi, tirando scherzose manate in aria per allontanarlo. "Il solletico nooo! AHAHAHA! Nooo!". Nel rotolarmi, in preda alle risa, rimango impigliato nel mantello e per poco non lo strappo con le unghie, ancora dimenandomi. "Ahahaha! Smettila, dai!" dico, con un sorriso felice e le lacrime agli occhi.
Ma lui non vuole saperne, e continua a solleticarmi, imperterrito, stavolta sotto le ascelle. Per fortuna, là lo soffro di meno! Così, decido di reagire. Mentre è distratto, scatto come una molla, gli salto addosso e comincio a fargli anch’io il solletico, ma sulle braccia! So che là non lo sopporta assolutamente!
Lui è sorpreso di vedermi contrattaccare così, e scoppia a ridere come un matto! Ma non smette di solleticare me!
Continuiamo a solleticarci a vicenda per un bel po', fino a non poterne più dal ridere, e alla fine ci ritroviamo con le guance rosse e il petto dolorante. Nel ridere, sono anche caduto per terra e ho battuto un fianco. Ma non è niente di grave, per fortuna.
"Eh eh...Darren, sei proprio una birba." fa lui, tutto rosso dal gran ridere.
"E tu cosa sei, allora? Sai che non sopporto il solletico!" faccio io, fingendo di essermela presa.
"E neanch'io!" risponde lui, cingendomi il collo con un braccio, con aria paterna. Sorride.
"Ti sei fatto male?" aggiunge dopo un po', palpitandomi la schiena.
"Un po'. Ma non è niente." dico, sincero.
"Ho una crema che potrebbe aiutarti. Meglio non sottovalutare queste cose" dice.
"Va bene, dottore!" lo prendo in giro io.
Mi tira un'altra botticella su una spalla, e mi pizzica una guancia, senza farmi male, però.
Ma si vede che in fondo si sta divertendo un mondo, proprio come me!
Poi, tira fuori da sotto il mantello (che a volte mi sembra più fornito di un supermercato!) una boccetta di vetro rosa, dal tappo giallo. Lo svita con facilità, e ne versa il contenuto su un palmo. E' una crema bianca e densa, ma ha un buon profumo. La tiene in mano per un po’ per riscaldarla, poi mi dice di spogliarmi. Mi tolgo il mantello e lo metto in un angolo, faccio lo stesso col maglione e mi alzo la camicia perchè possa spalmare la crema sul fianco che mi duole. Nonostante l'abbia tenuta in mano, la crema è comunque gelida. Il suo contatto mi fa rabbrividire, c’era un bel calduccio sotto i vestiti. Ma Larten la spalma in fretta, e dopo un po' è rilassante come un piacevole massaggio. Le sue mani si muovono veloci e senza impaccio, anche se fa attenzione a tenere le dita leggermente sollevate per non graffiarmi con le sue unghie affilatissime. Poi, con una pacca sulla spalla, mi dice di rivestirmi. Tiro giù la camicia, tutta arrotolata, mi infilo di nuovo il maglione pesante, ma lascio il mantello in un angolo. Ha un aspetto peggiore del solito, sembra proprio uno straccio pronto ad essere usato per pulire per terra! Gli lancio un'occhiata malinconica.
"Oh, dimenticavo, Darren!" dice Larten, distogliendomi dal pensiero del mantello. "Ho qualcosa per te!...Buon compleanno!" dice, allegro, porgendomi un pacchetto bianco chiuso con un fiocco. Da dove l'aveva tirato fuori? Non l'avevo notato, prima.
Faccio tanto d'occhi.
"Compleanno?!" dico, sorpreso.
"Ma va, Darren! Capisco che questo è un periodaccio per te...ma dimenticarti del tuo compleanno! Non puoi essere arrivato a tanto, vero?" dice, sorridendo di nuovo.
E invece era proprio così! Come avevo potuto? Ridacchio di me stesso. Provo a fare mente locale. E' Giugno, di questo sono certo. Ma...che settimana? Che giorno? O è già Luglio, forse? E' così difficile tenere il conto dei giorni quando si vive dentro una montagna, senza vedere mai il sole!
"Ma come hai fatto a..." sto per chiedere.
"...capire che era proprio oggi?" dice, leggendomi nel pensiero, e lanciandomi un'occhiata furba. Sobbalzo. "Seba mi ha regalato un calendario, di quelli tascabili, da portare sempre con te. E' stato difficile ricordarsi di girare pagina ogni giorno, all'inizio, ma poi ci ho fatto l'abitudine. Così me ne sono ricordato."
Sono stupefatto. Le mani ancora protese in avanti, per prendere il pacchetto, immobili in aria.
"Lo vuoi questo regalo o no?" fa Larten, prendendomi in giro.
"Certo!" dico, senza pensarci neanche un attimo. Lo prendo, e poi guardo Larten, con uno sguardo languido e ingenuo, pieno di riconoscenza e stupore. E' la prima volta che si comporta con tanta naturalezza con me...quasi come...un padre.
"Io....io..." dico. "Grazie!!!" E in quell'impeto di gioia gli salto intorno al collo, e lo abbraccio forte, dandogli un bacio sulla guancia. Larten sorride teneramente, e con un gesto gentile mi accarezza la fronte e mi toglie i ciuffi di capelli dalla faccia. Sono così contento che lo ricoprirei di baci, da capo a piedi!
"Ma figurati...se non ci fosse un po' di feeling, fra assistenti e mentori..." dice, arrossendo fino alla punta delle orecchie per quelle improvvise moine.
"A dire la verità..." dico, cercando le parole giuste. "Direi più fra padre e figlio..." aggiungo infine, raggiante.
Larten mi guarda, commosso, lo sguardo tenero e comprensivo.
"E' quello che sento anch'io per te, Darren. Sei come un figlio per me" dice, togliendomi di nuovo delle ciocche dagli occhi.
"Io...ti voglio bene. Non so come farei senza di te." A quelle parole, sono io a commuovermi.
Mi avvicino a lui, e gli accarezzo una guancia, togliendogli una lacrima di commozione che sta scorrendo giù velocemente. Lui fa lo stesso con me. Lo guardo, con una sensazione di calore e affetto nel petto. Anch'io gli voglio bene. Mi sono affezionato tantissimo a lui. Ne avevamo passate di tutti i colori, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte, e questo non aveva fatto altro che rafforzare il nostro rapporto. Vicino a lui, mi sento protetto, al sicuro.
Ad un tratto mi torna in mente il pacchetto che mi aveva portato. Lo prendo dall'amaca, dove l'avevo appoggiato. Lo palpeggio curioso e me lo rigiro fra le mani, cercando di indovinare cosa possa essere. E' morbido, e non sembra avere una forma ben precisa. Sento la curiosità crescere dentro di me. Così, lo apro con un colpo secco ma deciso delle mie unghie da mezzo-vampiro, strappando la carta in un attimo. Intravedo qualcosa di scuro, e finisco di rimuovere l'involucro, impaziente. E rimango senza fiato. Lo stringo fra le mani, incredulo. Ci premo sopra le mani, freneticamente, per rimuovere le pieghe, poi lo sollevo in aria, per osservarlo meglio. E' un mantello! Un mantello nuovo! E' pesante e caldo come quello di Larten, vellutato al tatto e morbido. E' anche pieno di pratiche tasche interne. Nella penombra noto che è di un bell'azzurro acceso, e che ha i bordi dorati. C'è anche un sottile laccetto nero e un fermaglio, per tenerlo chiuso sul petto, a forma di stella, dorata anche quella. Ha un aspetto quasi...regale! E' semplicemente STUPENDO!
"Uaoooo!" dico, con la bocca ancora spalancata per la gioia e lo stupore.
Larten ha un sorriso felice sul volto, gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta. Deve essere davvero contento che l'abbia gradito tanto, più di quanto dimostri. Me lo provo subito, sono sicuro che non riuscirei ad aspettare fino a domani, quando potrò vedermi meglio in uno specchio. Me lo getto con impazienza sulle spalle e rimuovo le pieghe. Poi lo allaccio, facendo un fiocchettino e usando anche la stella, che luccica nell'oscurità, tintinnando con un suono metallico.
"Come mi sta?" dico, girandomi verso Larten. con aria un po' vanitosa, ma fiera.
"Ora sì che sembri un principe!" dice Larten.
Non riesco a trattenere un sorriso pieno d'orgoglio. Agito la testa, scompigliandomi i folti capelli ricci, e immaginandomi con una pesante corona d'oro e incastonata di gioielli in testa. Sorrido all'assurdità di quel pensiero.
"Ma...ma come facevi a sapere..." esclamo, stupefatto, guardando Larten.
"Io so sempre tutto", dice, con tono teatrale. Poi aggiunge: "Beh, non era difficile. Andavi sempre in giro con quel vecchio mantello che ti diedi tanto tempo fa. Ormai era molto consumato, così tanto che era impossibile non accorgersene. Così, ho pensato di fartene fare uno nuovo."
"Chi l'ha cucito?" chiedo, curioso.
"Harkat!" dice.
"Harkat?!?" ripeto, sorpreso.
"Sì!" conferma, con un sorriso. "E' così bravo a rammendare la sua tunica, così ho pensato di farmelo fare da lui. Ha fatto del suo meglio, ha detto che ormai sei grande e che avevi bisogno di un mantello nuovo. Consideralo un suo regalo, ci ha messo tutto se stesso, e ci ha lavorato con zelo fino ad un attimo fa. Mi ha anche aiutato a fare il pacchetto regalo!"
Ecco dov'era finito!!
"Wow...non posso credere che abbia fatto questo per me." dico, felice. E' bello avere degli amici...sono di nuovo sull'orlo della commozione.
"E non è finita qui!" aggiunge Larten, euforico. "Pensavi che non ti avessi preso anch'io qualcosa? Non si compiono gli anni tutti i giorni!"
E, con un gesto divertito, tira fuori da sotto il mantello un altro pacchetto, più piccolo e con un fiocco diverso. Dove diavolo teneva tutte quelle cose? Dovevano esserci centinaia di tasche, sotto quella stoffa! Sorrido, con gli occhi che brillano per la gioia, e mi affretto a scartarlo. E' duro, questa volta, e le mie unghie graffiano la scatola del misterioso regalo, lasciandovi profondi solchi. Che sbadato! Finalmente la tiro fuori, e questa volta la mia bocca si spalanca letteralmente. Se fossi stato un personaggio dei cartoni animati, il mio mento avrebbe toccato terra in un attimo!
"Un...un.." dico, senza riuscire a completare la frase, fissando incredulo quella scatola, stupefatto.
"Un iPod." completa Larten per me.
"Ma...ma....wow!" dico, aprendola, e stringendo fra le dita un piccolo lettore Mp3 azzurro metallizzato, che riflette la poca luce delle torce.
"Come sapevi che amavo la musica, quando ero un umano?!? Come hai fatto a trovarne uno, qui al Picco? E come farò a ricaricarlo? Che canzoni ci sono? Credevo che odiassi questo genere di cose!" dico, in preda all'euforia, formulando le domande tutte insieme.
Larten apre la bocca per rispondere, ma si ferma, travolto dal fiume delle mie parole.
"Ehi ehi, calma!" dice, scherzando. "Non ti corre dietro nessuno!"
"Eh eh, scusa...ma sono troppo felice!" ridacchio, tirando un pugno in aria e con gli occhi lucidi.
"Vediamo...a dire il vero, non lo sapevo." ammette. "Ma ho pensato che ti sarebbe piaciuto, tutti i ragazzi della tua età adorano la musica. Farlo funzionare non sarà un problema." aggiunge. "Vanez l'aveva comprato durante la sua ultima scorribanda nel mondo degli umani, non so bene perchè. Se ne era quasi scordato, ma quando gli ho detto che cercavo un regalo per te se ne è ricordato subito e me l'ha dato volentieri." Fa una pausa. "Abbiamo progettato una sorta di carica-batterie. Non è granché, e fa molte scintille se lo si usa, ma Vanez era un appassionato di fisica quando era umano, e mi ha dato una mano. Dovrai lasciarlo fuori dal Picco, magari in un posto al sole, perché le batterie si ricarichino, però. Va ad energia solare."
”Ma non contare su di me per questo…eh eh.” si affretta ad aggiungere.
Vanez, il fiero combattente dai capelli rossi, cieco di entrambi gli occhi (purtroppo!), appassionato di fisica? E' davvero difficile immaginarlo! Ma le apparenze ingannano, come avevo avuto modo di scoprire tante volte. Non posso credere che Vanez e Larten si siano dati tanta pena per me, sono stupefatto. Soprattutto quando stringo fra le mani quel piccolo ma massiccio caricabatterie di legno. Mi emoziono, e sorrido, riconoscente.
"Per quanto riguarda la musica, ci sono già alcune canzoni in dotazione. Almeno così mi ha detto Vanez" mi dice.
Poi fa un sorrisetto divertito. "Posso sentirne anch'io qualcuna, in futuro? Sai...non mi sono mai interessato alla musica prima. Non ne ho mai avuto il tempo. Potrei trovare qualcosa di mio gusto."
"Non chiederlo nemmeno! Certo...pà!" rispondo, al culmine della felicità. Quell'ultima parola: papà. Dritta dritta dal mio cuore, pazzo di gioia, sovraccarico di euforia.
Larten risponde con un sorriso pieno di calore.
Finisco di tirare fuori tutto il contenuto della scatola, poi mi metto comodo su uno sgabello. Larten si siede accanto a me, sbirciando curioso.
Mi metto a smanettare con i bottoncini tondi e con mia grande sorpresa lo schermo si illumina appena ne sfioro uno. Dopo qualche tentativo, e aver evitato per un pelo di graffiare il piccolo schermo luminoso, riesco a capire come accedere alla lista delle canzoni. Ho un'espressione concentrata mentre faccio tutto ciò, assorta, niente potrebbe distogliermi. Neanche se il soffitto mi crollasse in testa alzerei lo sguardo, probabilmente! Dopo un attimo ecco un elenco comparirmi davanti. La scruto, curioso. I titoli di molte mi suonano nuovi (Era passato così tanto tempo dall'ultima canzone che avevo ascoltato! Quanti anni? Dieci o persino di più?) ma molte altre le conosco. Felice ed eccitato, mi metto ad armeggiare con gli auricolari, capisco come collegarli al lettore e porgo un'estremità a Larten. La prende, sorridendo. Dev'essere curioso anche lui.
"Vediamo un po' cosa abbiamo qui...!" dico, sorridendo e ruotando con frenesia la rotellina centrale. Scelgo una canzone dei Green Day, sempre premendo con la massima cautela. Conosco il gruppo, ma non mi sembra di aver mai sentito la canzone. Dopo un inizio calmo, ecco una batteria. Sobbalziamo entrambi, che male all'orecchio! Larten si massaggia il suo, togliendosi l'auricolare per un attimo, con una smorfia di dolore sul volto. Mi affretto ad abbassare il volume, tremando e scorrendo la rotellina finché non arriva al limite minimo. Avevo dimenticato quant'è sensibile l'udito di noi vampiri! Ma tenendo il volume così basso, non dovremmo avere più nessun problema. Faccio ripartire la canzone. Ha un ritmo lento, ed è un po' triste, ma è tremendamente orecchiabile. Me ne innamoro subito.
"Sulla strada dei sogni infranti..." canticchio, scatenato, agitando la testa e facendo schioccare le dita.
Larten si limita ad ascoltare in silenzio, assorto. Probabilmente non aveva mai sentito niente del genere prima. Io continuo a canticchiare per tutto il tempo, chiudendo gli occhi per il piacere. Dopo qualche minuto, quando la canzone finisce, mi volto a guardare Larten, per chiedergli cosa ne pensa.
"Fantastico! Il mio genere preferito!" dico, entusiasta. "E tu? Che ne pensi?"
"Io....io...non avevo mai sentito una cosa del genere…" dice, con un filo di voce, che però tradisce una strana nota piena di nostalgia. "Sembrava che parlasse di noi. Una strada lastricata di sogni infranti, da percorrere da soli nelle tenebre...io..." dice, stupefatto.
"E' proprio per questo che tutti amano così tanto le canzoni. Ci si riconoscono. Ogni canzone trasmette sentimenti, emozioni, ricordi. Fa riflettere e pensare. E' questa la bellezza della musica." spiego.
"Adoro questa canzone." dice. "Dovrei interessarmi di più alle cose degli umani, in futuro." si propone. "Devo essermi perso tante cose".
Sorrido, è bello vivere di nuovo una situazione così normale. Non mi ero aspettato che Larten sarebbe stato così entusiasta della musica. Ma invece lo era stato! Ne sono contentissimo. Una sorpresa dietro l'altra, questa sera!
Continuiamo a smanettare ancora per un po' con l'iPod, ascoltando altre canzoni e commentandole insieme. Ad un certo punto, Larten comincia persino a canticchiarle e a ripeterle, come me! Ci ha preso gusto!
"Non riesco a smettere! E' incredibile!" fa lui, agitando la testa a ritmo di musica.
"Si chiama ritmo!" faccio io, muovendo la testa su e giù come lui, e facendogli l'occhiolino.
Ad un tratto, durante una canzone un po' più lenta, gli poggio la testa su una spalla: sono stanco, ma felice, ma credo che sia meglio continuare domani, ora. Con un sorriso dolce allungo un braccio e mi stringo a lui, felice, strofinandogli il mento contro il petto.
"Darren! Stai morendo di sonno!" dice lui, accorgendosi dopo un po’ della mia posizione.
"Mmmh?" rispondo io, già mezzo addormentato.
Non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti, la stanchezza che avevo prima che arrivasse è tornata, e centuplicata! Da un momento all'altro crollerò, lo sento. Ma è come se stessi sprofondando lentamente in un tepore dolce...un sorriso felice mi illumina ancora il volto. Le note della canzone sono come una dolce ninna nanna, rilassante e divina.
Sento Larten spegnere l'iPod, esattamente come avevo fatto io per accenderlo, e togliermi delicatamente l'auricolare dall'orecchio, senza quasi farmene accorgere. Poi posa il tutto da qualche parte, lì vicino, e sento che mi solleva leggermente, prendendomi in braccio, per poi posarmi con delicatezza sull’amaca. Mentre mi giro su un lato, mugolando felice e ripensando a quella splendida serata, lo sento anche coprirmi e rimboccarmi dolcemente le coperte. E poi, togliermi ancora una volta i capelli dalla faccia con aria premurosa e accarezzarmi delicatamente una spalla.
"Buona notte Darren, sogni d'oro" mi saluta.
"'notte" gli rispondo, raggomitolandomi al calduccio. E, subito dopo, mi addormento, con una sensazione di calore nel cuore, sentendomi felice e...normale, una sensazione che non provavo da molto, troppo tempo.
 
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