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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Finley
Titolo Fanfic: PERCHÈ TUTTO È POSSIBILE
Genere: Autobiografico
Rating: Per Tutte le età
Autore: finleydania galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2008 19:46:30

Cosa hanno provato i Finley a SanRemo?
 
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- Capitolo 1° -

Capitolo 1: Perchè tutto è possibile!

DRIIIIIN!
Maledizione, detesto questo rumore!!! Con un pugno, cerco di mettere a tacere l'arnese infernale, ma credo di averlo mancato, perchè non vuole saperne di smettere!
Ci rinuncio e, grugnendo, ficco la testa sotto il cuscino.
"Pedro, insomma, ti vuoi alzare?" dice qualcuno, tirandomi una pacca sulle spalle. Si accende una luce.
"Mmmh..."- mugugno, pregando in silenzio che la sveglia la faccia finita, una buona volta.
"Che succede, che succede?" dice Dani, accorrendo all'improvviso, dall'altra stanza.
Non ho bisogno di vederlo per capire di chi si tratta, almeno a giudicare da come si è agitato. Chi altri potrebbe essere?
Mi tolgo il cuscino dalla faccia, esasperato.
"Niente, la solita disputa mattutina fra Pedro e la sveglia!" dice Ka, ridendo, e spegnendola.
La semplicità di quel gesto...cavoli, possibile che non riesca mai a farlo al buio?
"Peccato che sembra che sia destinato ad essere sempre battuto clamorosamente!" ironizzo.
"Mi hai fatto spaventare, Pedro! Sembrava che stessi male." dice Dani, sedendosi sul letto.
"E non hai visto niente! Avresti dovuto vedere la sveglia di Pedro, quella che ha lasciato a casa! Ste mi ha raccontato che l'ha presa a cazzotti tante di quelle volte che ormai è più simile ad un rottame!" dice Ka.
Ridiamo tutti quanti, è la verità! E sono contento di aver mancato quella dell'albergo, altrimenti avrebbe potuto fare la stessa fine! O peggio, chi lo sa!
"A proposito...dov'è Ste?" dice Ka, tornando serio.
"Non lo so, non l'ho più visto da ieri sera" dice Dani.
"Ne so quanto voi" aggiungo io. "Non mi ero accorto che non ci fosse! Dove può essersi cacciato?"
"Non ne ho idea. Ma è meglio che si sbrighi, come facciamo a fare le prove?" dice Dani, con una punta di preoccupazione, corrucciando la fronte.
"Vado a cercarlo" dico. "Credo di sapere dove potrebbe essere. Voi intanto fate colazione, vi raggiungo subito."
Non sono affatto preoccupato, ma non voglio che Dani si agiti di nuovo.
Avevo avuto come un'intuizione improvvisa, anche se non sono del tutto sicuro che sia esatta.
Mi infilo velocemente dei jeans, una delle mie tante magliette nere e una felpa ed esco dall'hotel, da una porta secondaria.
E' prestissimo, non mi preoccupo di eventuali giornalisti appostati fuori. Penso che abbiano ben altro da fare che stare là fuori, a quest'ora. O almeno, lo spero.



Il sole è appena sorto, ma fa ancora freddo. Rabbrividisco, ma continuo a muovermi velocemente nella semioscurità.
Eccomi finalmente al laghetto dell'hotel, che avevo intravisto la sera prima. Spero di non essermi sbagliato.
Mi do' un'occhiata intorno, ma tutto sembra tacere.
"Ste, sei lì?" bisbiglio.
Silenzio. Sto per tornare sui miei passi, quando ad un tratto sento una voce:
"Sì."
Mi giro, e lo vedo. E' lì, seduto sulla sponda del lago, e fa capolino da dietro alcune canne. Ha appena tirato un sasso sulla superficie dell'acqua, che sta ancora rimbalzando. Lo seguo con gli occhi.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto...puf, eccolo andare a fondo!
"Lo sapevo! Ti conosco troppo bene!" dico io, ridendo. "Hai sempre avuto un debole per questo gioco!" aggiungo, fissando il punto in cui il sasso era sprofondato.
"Eh già. E lo sai, niente mi rilassa di più prima di un evento importante." risponde lui, guardandomi.
"Ci eravamo preoccupati! Dani si era già spaventato per la mia sveglia e..." gli dico.
"Non volevo." dice lui, interrompendomi. "Dai, siediti con me. Devo parlarti."
Mi metto seduto accanto a lui, sui grossi sassi umidi che costeggiano il laghetto. Lui che vuole parlarmi? Da quando in qua? Sembra così serio...
Che quiete...sento solo l'acqua del laghetto.
"Ricordi quando giocavamo a tirare i sassi sul laghetto vicino casa?" dice Ste, rompendo il silenzio.
"Sì...cavoli, che tempi! Quanti ricordi! " dico io, scegliendone uno piatto e tirandolo.
Uno, due...puf!
"Cavoli, è davvero tutto come allora!" dico io, ridendo.
Anche Ste scoppia a ridere.
"Già...che bei ricordi..." dice lui, ripensando alla frase che avevo detto prima.
"Ricordi..." dico io.
"...di un anno....pensieri e sensazioni, che ti danno..." canticchia Ste.
"Ehi! Ma non dovrei essere io a cantare quella canzone?" dico, sorpreso.
"Ehi scusa, non volevo mica rubarti il mestiere!" ironizza lui.
Sorrido. E' bello avere un amico come lui...
"Anch'io sono un po' preoccupato, nascondertelo sarebbe mentirti." dice Ste.
Stiamo seduti lì ancora per un po', in silenzio. Non c'è bisogno di parlare, l'ansia tutt'intorno a noi si avverte benissimo.
Dopo un po', mi risveglio da quella specie di trance, e mi guardo il polso sinistro, in cerca dell'orologio. Non lo trovo, non avevo certo avuto il tempo di mettermelo prima, ma ormai è un gesto istintivo.
"Dai, torniamo in albergo. Si sta facendo tardi." dico, alzandomi. Cosa penserebbero i nostri fan, se ci vedessero seduti sulle sponde di un laghetto a tirare sassi come due bambini?" ridacchio io.
Ste posa una mano a terra per sollevarsi, lancia un'ultima occhiata al laghetto, come se non volesse lasciarlo, e poi si alza.
Anche io vorrei rimanere lì per sempre, ma naturalmente non è possibile.
Ci avviamo verso la base. Ste continua a lanciarsi intorno delle occhiate furtive, temendo i paparazzi, e anch'io non abbasso mai la guardia.



Dopo una sostanziosa colazione a base di cornetti alla crema e cioccolata calda (la mia preferita!!) eccoci in sala prove.
Mi fa ancora male lo stomaco dal troppo ridere!
Dani, vedendo Ste di ritorno sano e salvo, si era tranquillizzato.
Tranquillizzato? E' dire poco!
Aveva fatto tante di quelle smorfie con il suo cornetto e lo zucchero che poco ci era mancato che mi andasse di storto la colazione!
Ma contro l'ansia l'umorismo è la migliore medicina!
E Dani lo sa benissimo.
Eccolo già seduto dietro alla sua batteria, impassibile. Non c'è più traccia dell'ilarità di poco prima, adesso è serio. Concentrato. Sta fissando le sue fide bacchette, che lo hanno accompagnato in tante avventure. I piatti splendono sotto i riflettori, come se fossero ansiosi di essere messi alla prova. Anche Ka e Ste sono pronti. Ka si è già seduto dietro al piano, e si sta stiracchiando le dita. Ste stringe il microfono e ci passa sopra le dita, nervosamente. Anch'io stringo già in mano il mio. Mi sudano le mani, e non certo per il caldo!
Spero che non accada anche stasera.
Mi impongo di calmarmi, in fondo sono solo le prove!!!
Il segnale.
Si inizia!
Ecco l'attacco di tastiera.
Prendo fiato e comincio.
"Sarà il tempo a dire che..."
Mi impegno con tutto me stesso, ma ad un certo punto, mi cade il microfono dalle mani, ormai praticamente grondanti di sudore!
"Stop, stop!" grida qualcuno. "Così non va!"
"Pe, che cavolo combini?" fa Ste, con aria di rimprovero.
Mi faccio rosso e lo guardo, senza sapere bene cosa dire.
"Non rimproverarlo, Ste. Si è emozionato, scommetto che lo sei anche tu" dice Dani, venendoci incontro, con ancora le bacchette strette in mano.
"Sì! E se si emoziona anche stasera? Che bello, il microfono per terra in diretta!!"
Mi faccio ancora più rosso di prima e mormoro qualcosa.
"Ehi ehi, calma. Ho io la soluzione!" dice Ka, tirando fuori un paio di guanti neri. "Mettiti questi, così non ti scivolerà di sicuro!"
Lo guardo con un sorriso.
"Ehi grazie, come ho fatto a non pensarci prima?" dico, infilandomene uno.
"Non lo so, non è certo la prima volta che li usi!" dice Ste, dandomi una pacca sulle spalle.
Tutto il senso di colpa di poco prima è svanito come per incanto, e possiamo ricominciare.
Riecco l'attacco.
Questa volta fila tutto liscio.
"Bravissimo Pe, sei stato grande!" dice Ka, con aria di approvazione.
"Anche tu. E dovremo esserlo tutti, stasera!" dico, sorridendo.


Il giorno passa veloce.
Troppo veloce.
Ci piacerebbe provare e riprovare altre mille volte, per essere sicuri che vada tutto alla perfezione, ma non abbiamo certo tutta la giornata.
Altra gente ha bisogno della sala prove, e perciò dopo un po' dobbiamo, nostro malgrado, farci da parte.


Eccoci dietro le quinte durante il Festival, che seguiamo su dei grandi schermi.
Ci vorrà un bel po' prima che arrivi il nostro turno, perciò ci mettiamo comodi e ci godiamo gli altri artisti.
Ka sgranocchia rumorosamente un pacchetto di patatine, come se fossimo a casa nostra. Me ne offre anche, ma rifiuto, il mio stomaco è come annodato per la tensione.
"Cavoli, mi sento un po' fuori posto" commenta Dani, continuando a rigirarsi fra le mani le sue bacchette preferite.
"Perchè?" chiedo io.
"Non saremo un po' troppo "hard" per SanRemo?" dice, guardandomi con aria preoccupata.
"Se ci hanno ammessi, direi di no!" dice Ste, con aria di sufficienza.
"Già! Se la nostra canzone non andava bene, ce l'avrebbero detto!" commento io. "Rilassati, Dani. Andrà tutto bene." dico, provando tenerezza per lui.
"Sì...speriamo" dice, facendo un respiro profondo.
"Anch'io sono teso come te. Ma abbiamo lavorato tanto, non può andare tutto male proprio all'ultimo." dico, sentendomi ottimista.
Ka annuisce, continuando a masticare e leccandosi delle briciole sulle labbra.


"Finley! Tocca a voi! Siete in onda!" dice una voce.
Sobbalzo come uno sciocco, non me l'aspettavo! E' già ora di andare?
Ka quasi si strozza con le patatine.
Il cuore comincia a battermi all'impazzata, mi sembra di avere nel petto la batteria di Dani!
Comincio un po' a capirlo...
Mi riprendo, mi alzo, e lancio uno sguardo d'intesa ai miei tre amici. Ka...Ste...Dani.
Alle tre persone che, da diversi anni, erano entrate a far parte di un capitolo essenziale, forse il più importante, della mia vita. Anzi, ho anche dei dubbi? IL PIU' IMPORTANTE!
Non c'è bisogno di parole. Ci auguriamo buona fortuna a vicenda, con gli occhi, e sorridiamo. Quattro sorrisi che hanno un effetto calmante su tutti noi.
"Buona fortuna, ragazzi" dico, anche se non ce n'è assolutamente bisogno. "E ricordate....TUTTO E' POSSIBILE!"
"TUTTO E' POSSIBILE!" mi rispondono in coro, e ci diamo un cinque.
Ogni preoccupazione è svanita, non mi sento più teso. Ci avviamo verso il palco. Ormai non mi importa più di tanto di quanto saremo graditi.
Abbiamo fatto del nostro meglio, e finché qualcuno ci apprezzerà, e finché saremo così uniti, avremo un motivo di fare musica.
E' questa l'unica cosa che conta davvero. Senza l'intesa che ci ha sempre accompagnati, non saremmo niente.
Saremmo solo un gruppo di sbandati, forse sarei ancora in una cantina di Legnano a fare grunge con Ste. Ne abbiamo fatta di strada da allora...
Tutti questi pensieri mi vorticano nella testa alla velocità della luce.
E sono certo di non essere l'unico. Gli occhi dei miei amici sono come libri aperti.
Poi sorrido, e scuoto la testa. E' il nostro momento, quello che abbiamo tanto atteso. Vi voglio bene, amici miei!
Mi aggiusto il colletto della camicia, mi passo una mano fra i capelli (più ricci del solito, quanto vorrei avere il mio adorato phon rosso!), mi do' un'ultima, velocissima, sistemata, e ci incamminiamo verso il palco.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (0 voti, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
Rif.Capitolo: 1
finleydania
29/05/08 21:55
Hai ragione non ci avevo fatto caso XD
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
ru-ka-wa
22/05/08 21:53
si scriva sanremo e non SanRemo
non è mica un santo!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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