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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: SWEET ISLAND
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: saja galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/04/2003 11:34:00

è la prima fanfic a cui ho pensato riguardo zoro e nami. la dedico a una persona per me importntissima.
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Una goccia gli cadde sul naso e stava iniziando a fare un po’ freddino, aprì gli occhi a malavoglia; cosa stava succedendo? Due secondi fa non c’era il sole?
Si mise a sedere e si guardò per un attimo intorno smarrito, vide Nami appoggiata al parapetto vicino alla polena, sembrava tesa, quasi come se avesse paura.
Alzatosi quindi in piedi, non essendo più in grado di riprendere il tanto desiderato sonno le si avvicinò facendola sussultare…
“Tutto a posto?” le chiese; era vero, era strana, o almeno più del solito.
“Questo cielo non mi piace! Ho paura che tra poco possa accadere qualcosa di orribile…” parlava piano come se fosse immersa nei suoi più intimi pensieri.
“Devo chiamare gli altri?” tornò a parlarle Zoro. L’altra annuì in risposta senza però distogliere gli occhi dal cielo poi d’un tratto come risvegliatosi da un sogno o da uno stato di trans si voltò verso lo spadaccino e con fare poco garbato gli disse “Fate in fretta!”.
All’altro non restò che annuire velocemente con la testa e fiondarsi in cucina dagli altri.

In men che non si dica tutti erano al loro posto. Tutti lavoravano di buona lena, aveva ragione Nami, quel tempo era a dir poco terrificante. Sembrava che il cielo si dovesse squarciare in due e dare inizio all’Apocalisse.
Sul veliero c’era chi correva di qua per cercare di tenere le vele e in qualche momento si allungava anche, chi invece correva di là e cercava di tenere nella sua presa ben saldo il timone, c’era anche chi tremava (ma và ^^ ma chi sarà mai?! NdA) e continuava ad urlare che sarebbero tutti morti quel giorno stesso.
“Usop piantala! E vieni a darmi una mano!” gli gridò Sanji. La situazione era già complicata di per sé, ci mancava solo uno stupido nasone che tremava e piangeva come un bambino.
Nami e Bibi erano lì sbattute dal vento e dalle onde, Sanji e Usop al timone che ad ogni oscillazione della Going Merry sfuggiva sempre di più alla loro presa Karl e Chopper che correvano qua e là, quando le onde glielo permettevano cercando di aiutare i ragazzi, infine Rufy e Zoro cercavano di tenere le vele, uno appollaiato all’albero maestro l’altro poco più in basso di lui.
Fu un attimo un onda più potente delle altre fece oscillare ancora di più la Going Merry, lasciando il suo lato destro completamente sommerso dal mare.
Ci fu un piccolo grido che fece gelare tutti, quando il lato del veliero riemerse.
Nami pensava che per lei fosse davvero arrivata la fine! Che brutto morire in quella maniera, sbattuta qua e là dalle onde, si sarebbe prima o poi scontrata con qualche scoglio e sicuramente da quell’avventura non sarebbe uscita viva.
Peccato però, ecco che il suo sarcasmo le faceva visita per l’ultima volta, quanti pirati c’erano ancora in circolazione ai quali lei non aveva ancora rubato il loro bramato bottino?
Ma poi la voglia di piangere si fece prepotente in lei… i suoi amici, i suoi “stupidi” amici! Cosa avrebbero fatto senza la loro cartografa? Chi avrebbe mantenuto la rotta? Chi disegnato le carte? Nessuno… lei se ne stava andando e nessuno avrebbe preso il suo posto. Ormai era finita. I libri di storia non avrebbero mai riportato il suo nome tra i vincitori, tra quelli che avevano avverato i propri sogni.
D’un tratto due mani l’afferrarono e anche se un po’ di sale le era entrato negli occhi poté distinguere nitidamente il fisico possente di Rolonoa, che le teneva le mani in una stretta che niente poteva spezzare.
Lo spadaccino infatti, accortosi della mancanza della rossa che fino a poco tempo prima era accanto a lui si era precipitato ad afferrarla, sicuro che Rufy era in grado di “ammaestrare” le vele da solo.
Lei visto l’espressione tirata di Zoro che stava facendo una fatica del diavolo per tenerla e data un’ultima occhiata alle onde che a volte le arrivavano alla schiena gli urlò contro “Non mi mollare!”.
“E chi ha intenzione di farlo?!” le rispose lo spadaccino, con chi avrebbe litigato se no? Con Rufy? noooo…, con Usop? Neanche a parlarne! Con Sanji? Mah… quello poteva andare bene… anche se non era poi la stessa cosa! Basta doveva tirarla su! Anche perché adesso che ci pensava bene… chi avrebbe mantenuto la rotta? Chi avrebbe disegnato le carte? Lui era negato per questo! Si perdeva continuamente in mare, per lui era tutto uguale… tutto blu… mentre lei sapeva sempre dov’erano a volte lo stupiva, senza pensare che era anche una sua amica ed era giusto salvarle la vita, nessuno, neanche un nemico meritava di morire.
“Guarda che se mi lasci giuro che la mia anima ti perseguiterà per sempre!” gli urlò la cartografa mentre un’altra onda si sbatté contro il veliero e contro di lei facendola tossire per l’acqua che le era entrata in bocca…
“Ma come te lo devo ripetere?! Non vedi che sto facendo una fatica del diavolo a tenerti? Ingrata!” A Rolonoa erano saltati letteralmente i nervi, lui l’aiutava e lei lo rimproverava! Basta!
“Ingrata a me?! Vorrei vedere se ci fossi tu al mio posto!” ribatté lei.
“Sicuramente tu non saresti al mio!” tornò a dirle quell’altro.
“Idioti entrambi!” gli gridò contro Sanji.
“Vi sembra questo il momento per litigare?!”.
Zoro si girò verso Sanji mentre le urla di Nami si facevano maggiormente sentire “Zoro! Fammi ritornare sulla nave!” e un po’ più allarmata perché lo spadaccino aveva girato il capo e non la degnava della più piccola attenzione “Hey! Cos’è successo lì su?!” ma la deconcentrazione dello spadaccino fu fatale.
L’ennesima onda fece ondeggiare la Going Merry piegandola ancora e sommergendo il lato destro.
Quando il lato riapparve in superficie il cielo parve calmarsi piano piano tutto tornò tranquillo, ma l’espressione truce non cambiò sul volto dell’equipaggio che avviliti continuavano a guardare il posto dove fino a poco tempo prima il loro spadaccino tentava di salvare la vita della loro cartografa.
Ora dei loro amici non rimaneva niente. Dispersi com’erano in chissà quale angolo di mare…
Il primo a scoppiare fu Usop “Zoroooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Namiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!” cercò di contenere le lacrime che invece facevano capolino dagli occhi scuri mentre si avvicinava al posto lasciato libero dal compagno.
“Non è possibile!” disse piano Bibi mettendosi una mano davanti alla bocca e piangendo in silenzio. Sanji girò la testa di lato e digrignò i denti, non voleva piangere ma perdere due dei suoi migliori amici faceva male, davvero molto male. Karl e Chooper restavano in silenzio piangendo, anche Rufy sembrava aver perso il suo eterno sorriso.
Ma era sicuro! Quei due erano vivi e anche se ci sarebbe voluto una vita intera, la sua vita, gli avrebbe trovati!
“Ragazzi!” chiamò gli altri a raccolta scendendo dall’albero maestro dove poco prima stava appollaiato come una scimmia, “loro sono vivi! Li ritroveremo!”.
Sanji sorrise al suo capitano. E bravo Rufy! Sempre sicuro che le cose si sarebbero svolte nella maniera più bella, che tutto andasse per il meglio, vedeva sempre il mondo con gli occhialini rosa lui!
Si girò totalmente dando le spalle agli altri e si accese una sigaretta, quello strambo ragazzo con il cappello di paglia lo avrebbe fatto piangere e lui non sopportava di piangere davanti agli altri. Ma la speranza che nutriva Rufy era anche la sua speranza. La speranza di rivedere un giorno non molto lontano la sua stupenda cartografa e quello scorbutico spadaccino, vivi e vegeti.
Guardò il cielo che ormai si stava rischiarando. Ripensò a Nami e a Zoro…
“Aspettateci” disse piano. Il debole vento che si era alzato aveva portato via le sue parole, come poco prima i suoi amici, così che nessuno dei presenti riuscì ad afferrarle.

Aprì piano un occhio e poi l’altro, bruciavano un po’ come la gola. Dio! Ma quanta acqua aveva ingoiato?! L‘importante era, che sembrava star bene. Spostò la sua attenzione al paesaggio intorno.
Di fronte a lei un mare stupendo cristallino e trasparente, sopra di lei il cielo era limpido e sereno e la palla di fuoco bruciava illuminando e riscaldando tutto, dietro di lei una vegetazione di un verde smeraldo con lunghe palme colme di caschi di banane, noci di cocco, ananas e ogni altro tipo di frutta, sotto di lei la bianca sabbia quasi scottava al sole. “So… Sono morta?! Que… Questo è il paradiso?!” si mise a ridere all’idea “Eppure mi sembra tutto così reale!”. Sentì un rumore e si voltò.
Accanto a lei, neanche a due metri di distanza si stava svegliando Zoro… che mal di testa che aveva! Doveva essere andato a sbattere contro qualcosa di duro. Si guardò intorno e non credette ai suoi occhi. Era morto e quello era il paradiso? O era semplicemente un sogno? Spostò lo sguardo a destra e a sinistra e ad un certo punto i suoi occhi si scontrarono con quelli della cartografa. Che ci faceva lei lì nel suo PARADISO?!
D’un tratto si ricordò di qualcosa e data un’occhiata al fianco sinistro sospirò. Le sue spade erano sane e salve, lì con lui! Nami sembrò alterarsi. Erano morti, in paradiso, proprio perché lui aveva preferito guardare chissà che e ora non solo non le chiedeva se stava bene ma gliene fregava più delle spade che di lei!
“TU!” gli sbraitò contro subito “Guarda! Ti avevo detto di tenermi ed ora siamo morti! Per fortuna siamo finiti in paradiso!”
“Macché paradiso e paradiso! Con te accanto è peggio dell’inferno!”
“Stronzo! Pensi che la cosa non valga per me?! Pensi di essere un peso leggero da sopportare?!” Nami era diventata rossa di rabbia. Lo spadaccino non l’ascoltava neanche più, il suo stomaco aveva iniziato a brontolare.
“Hey Nami!” la chiamò fermando la fiumara di parole e cattiverie che le uscivano dalla bocca.
“Che c’è?” le chiese malamente l’altra.
“Secondo te in paradiso si può avere fame?”.
“Tu sei tutto scemo! Siamo anime, grazie a te! Le anime non mangiano!”.
“Eppure” tornò alla carica quell’altro “Io sento un piccolo vuoto qui” gli indicò il suo stomaco rizzandosi in tutta la sua altezza.
Si grattò la testa, possibile che quello alle volte fosse peggio di Rufy?! Però adesso a pensarci bene anche lei sentiva un po’ di fame…
“E se…” iniziò lo spadaccino dando un’altra occhiata tutt’intorno.
“E se non fossimo morti?” la guardò.
Poteva anche essere… ma allora dove erano finiti? Dalle sue carte non traspariva nulla di così meraviglioso come quell’isola. Lei lo guardò senza rispondere.
L’altro volse l’attenzione alla verde flora, stringendo una delle sue spade con la mano sinistra “Io vado a prendermi qualcosa da mangiare” e si allontanò di poco da lei addentrandosi nella foresta.
“Ma fai un po’ come ti pare!” era arrabbiata, per colpa sua erano finiti su un isola che, al primo impatto sembrava deserta. Chi li sarebbe andati a salvare? E soprattutto quando? Guardò l’immenso mare ma della Going Merry o di qualsiasi altra nave nemmeno l’ombra… sentì un fruscio proveniente da un cespuglio.
Si volse a guardarlo… “Zoro?” disse un po’ titubante “Zoro?” riprovò, senza ottenere risposta.
Alzò lo sguardo e vide Rolonoa addentrarsi nella foresta e guardarsi intorno ogni tanto speranzoso di vedere un animale che fungesse da suo pranzo.
La sua attenzione ritornò al cespuglio che si mosse di nuovo.
Era vero, quell’isola sembrava disabitata; ma questo non voleva dire che c’era da fidarsi! Chissà quanti animali feroci poteva ospitare! E lei li da sola non sarebbe di certo riuscita a difendersi.
“Hey Zoro! Aspettami!” e gli corse incontro.
Intanto il feroce animale, che si nascondeva nel cespuglio fece la sua comparsa sulla spiaggia.
Un cucciolo di scoiattolo era riuscito a rubare ai suoi fratelli una noce e ora dopo essersi districato in quello che per lui era un’immensa foresta si apriva e si mangiava beato il suo adorato vivere.
Continua…

 
Continua nel capitolo:


 
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