SEMBRA IL PRIMO GIORNO - Capitolo 1° -
SEMBRA IL PRIMO GIORNO
Ecco... è meglio che spieghi a tutti come stanno davvero le cose, e perché sono qui, a piangermi addosso. Perché io, Taichi Yagami, mi sento un fallito. Tutto ebbe inizio in un maledetto giorno di novembre, quando, per un dannato motivo ancora a me oscuro, telefonai a Sora. Ero appena tornato da una vacanza in Italia con mia sorella. Non l’avessi mai fatto!
"pronto ciao son tornato ci vediamo vuoi? sempre al solito posto presto più che puoi!" ed arrivi di corsa con quel naso in su "sembra un po' il primo giorno ti ricordi tu?"
Quando la chiamai, immediatamente la avvisai del mio ritorno in Giappone. Al telefono sembrava contenta, ed io allora le credei... ma ora comincio a nutrire forti dubbi sulla veridicità della cosa. Le fissai un appuntamento al nostro solito posto – davanti all’entrata del parco, dove giocava sempre da piccoli - ...chissà se verrà!, mi chiedevo. I miei dubbi si dissiparono soltanto quando la vidi arrivare, di corsa e trafelata, e mostrarmi quel visino di cui mi sono tanto innamorato prima della mia partenza... che stupidaggine, che commisi! All’unisono ci domandammo a vicenda “Sembra un po’ il primo giorno delle medie, non credi? Il primo giorno in cui eravamo finalmente grandi!” Altra ridicola stupidaggine! Ma davvero era così ridicola, la mia vita prima della nostra partenza per l’Italia?
e in silenzio passiamo per strade deserte colorate di vino bestemmie e di carte abbozzare ogni tanto un sorriso uno scherzo ed accorgersi che tutto questo è un po' falso "non abbiamo parlato mai troppo noi due" "non lo so com'è stato però non c'è verso" "tutto quello che è stato l'abbiamo già perso l'abbiamo già perso."
È insieme che decidemmo di fare un giro per la città. Ripercorremmo un po’ tutte quelle strade che ci hanno visto crescere, entrambi. Com’erano cambiate! O, forse, noi le vedemmo cambiate solo perché eravamo, siamo, cresciuti noi. E che sorrisi falsi che ci scambiammo, quella volta! Ma, questo lo notammo entrambi... oh, tra noi, le cose erano, e sono, cambiate davvero tanto! Parlavamo tanto io e te da piccoli... eh, Sora? Già, da piccoli... ma il tempo passa e gli anni aumentano... e così ci siamo allontanati, sempre più. Anche forse un po’ per colpa sua. Non ne comprendo ancora appieno la ragione, ma i dialoghi tra noi sono pian piano diminuiti, senza una ragione apparente. E non so come tornare indietro. ...Tu lo sai, Sora mia? È triste ammetterlo... ma tra noi le cose non sono più come un tempo... e non ne so il perché. Tutto ciò che abbiamo costruito assieme, s’è distrutto, l’abbiamo perso. Forse per colpa mia. Forse per colpa tua. Forse per colpa del tempo. O, forse, perché era così che dovevano andare le cose. Destino già scritto? Può darsi.
e con te con te mi son messo seduto però che peccato non mi avessi veduto un poco più pettinato…
e con te con te mi son chiesto spesso che cos'era successo ma ci avrei scommesso di starti ad un passo dal cuore…
Ci fermammo in uno dei nostri locali preferiti. Nostri dei digiprescelti, intendo. Ricordo che ordinammo una pepsi ciascuno – Sora adora le pepsi, io le bevo per emularla – e lei prese un hot-dog, mentre io un semplice panino con l’insalata! Ecco, questo è un altro scherzo del destino... tutta colpa di un’indigestione di qualche tempo fa! E credo che in quel locale fu uno specchio nell’ingresso, vicino al nostro tavolo, di fronte a me, la mia dannazione! Spettinatissimo! Traduzione: ero il solito Taichi Yagami. Ma lo ero nel momento sbagliato. Nel peggiore. Oh, e ancora allora, mentre tu mi dicevi di amare un ragazzo della nostra età, io mi vedevo precipitare in un abisso senza fondo. Dopo che, fino a un attimo prima, credevo di contare qualcosa per te. Credevo mi considerassi importante.
ed ora siamo ad un passo dal finire tutto senza alcuna ragione chi l'avrebbe mai detto e lasciarci in strada come due cretini con quell'ultimo bacio e una stretta di mani
Evidentemente così non era, visto che un attimo dopo mi dicesti che Yamato Ishida, proprio lui, il mio migliore amico, era la persona per te più importante. E ci ritrovammo in strada, senza un motivo sensato. Almeno per me. Almeno allora. Poi capii. Avevi scelto. Fra me e Yama, io ero il perdente. Fra me e Yama tu preferivi lui. Fra me e Yama, lui sarebbe stato il tuo uomo, io il tuo amico. Almeno, così avresti voluto tu. Ci lasciammo, in quella via, in quel modo troppo stupido, che ci faceva sembrare due cretini. Non so dire chi lo fosse di più, però. Tu che organizzasti tutta quella pagliacciata, o io che la assecondai? Quella mano che mi stringesti, per te cosa significava? Per me ipocrisia. E quel bacio, seppur fosse sulla guancia? Dolore.
e non serve più a niente gridar non è vero e non serve più a niente dar pugni nel muro e non serve più a niente e l'amore che posso non serve a niente…
Nonostante tutto, però, non riesco a odiarti. Nonostante tutto, il mio cuore ti vuole ancora bene. Non serve a niente, adesso, disperarsi. Non serve piangere per te. Non serve gridare contro Yamato e contro te. Non serve distruggere il muro della mia camera a pugni, per il dolore – non porta a nulla, solo alle spese di riparazione. E non serve a niente neanche più amarti, ormai. L’amore che provo per te, non serve a nulla più, ormai. Ma io ti amo, Sora. L’unica cosa che potrebbe servirmi, è augurare tutto il bene possibile a Yamato... che ti renda felice e che ti voglia bene. In fondo, così augurerei semplicemente tanta felicità alla persona per me più importante, assieme a mia sorella.
Ma è davvero questo ciò che voglio? Quello che mi farebbe felice?
No.
E averlo ammesso mi rende felice, mi fa stare in pace con me stesso.
Solo ora, posso essere felice per te Sora. Solo ora, posso dire di essere felice per Yama. Solo ora, posso riconoscere di aver chiuso per sempre col passato.
E accettare il presente.
Solo ora comincia la mia nuova vita.
FINE
NOTE DALLA REDAZIONE DI QUEST'OPERA!** Bonjour à tous le monde!! Sono tornata, con una nuova fic che, con azzardo, definirei Sorato! Lo so, lo so, ce n’è poco, solo alla fine e Yamato non appare proprio! Anche Sora non appare, se non nei ricordi di Taichi!XD È per questa ragione, forse, che preferisco definire la presente fic una Taichi-centric! E forse non è neppure nulla di pretenzioso... ma, considerando che è una delle mie prime Sorato (la seconda con accenni; la prima dal punto di vista di Taichi) direi che posso chiedere clemenza nei giudizi! Ecco, con questo è davvero tutto, credo, e la fic è davvero conclusa... ma non prima di aver ricordato che la canzone da me utilizzata è di Claudio Baglioni, al quale appartengono tutti i diritti, e che io non l’ho utilizzata affatto per scopo di lucro ma per puro diletto! Considerato che è uscita nel 1972... ringrazio Claudio che l’ha scritta in previsione di questa mia fic!XD Bene, ora che ho finito di dire sciocchezze, ringrazio chiunque sia arrivato fin qui nella lettura, invitandolo a recensire! Alla prossimaaa, ciaoooo!!! |
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