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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: ODI ET AMO
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Autore: monka-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/05/2008 16:19:53 (ultimo inserimento: 24/06/08)

Una studentessa di diciassette anni, innamorata del proprio professore ma troppo orgogliosa per dichiararsi.Un uomo dallo sguardo di ghiaccio.
 
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CAPITOLO PRIMO
- Capitolo 1° -

Odi et amo



Capitolo primo.

Faceva freddo quella sera. Tutto intorno al vasto lago che fronteggiava il castello, ampi spazi verdi apparivano confusi alla vista, segnalati solo dal momentaneo luccichio delle gocce di rugiada cristallizzate che ricoprivano i fili d'erba. Un'opprimente oscurità avvolgeva l'intero paesaggio, ma era interrotta proprio dove le abbaglianti luci del possente edificio sembravano fendere la notte. Alte torri si stagliavano nel cielo, andando ad infrangere le scure nubi che nascondevano la volta stellata. Un grande portone centrale era spalancato, così che il caldo bagliore proveniente dall'interno del castello si espandesse fino quasi a raggiungere un'immensa folla di ragazzi, di età differenti, che da una parte osservavano ammirati l'edificio all'orizzonte, dall'altra discutevano animatamente di fronte ad un treno che ancora sbuffava per segnalare il proprio arrivo. Tutti indossavano lunghe vesti nere, contrassegnate da piccoli stemmi ricamati sul petto di diverso colore e forma. Solo i più piccoli fra i presenti portavano vesti prive di simboli.
Nonostante non fossero ancora passate le 18, gli studenti faticavano già a riconoscersi fra loro, persi in quella densa oscurità, e rabbrividivano stretti nei loro pesanti mantelli. I loro volti vennero però presto rischiarati dalla luce di una grande lanterna, tenuta rialzata da un uomo che in molti subito riconobbero e che altri guardarono sconcertati. Era alto una volta e mezza un uomo comune, o forse più, e possente come un gigante. Il suo volto, illuminato a tratti dall'ondeggiare della fiamma nella lanterna, era coperto da una folta barba, che sembrava una diretta continuazione della capigliatura scura e riccioluta. Egli si fece largo fra la folla, gridando per farsi sentire anche da coloro che stavano ancora scendendo dal treno. Fra questi vi era una ragazza sui diciassette anni, piuttosto bassa di statura ma con lunghi e sfavillanti capelli rosso fuoco, che sembravano illuminare il suo volto più dei fari del treno. Ella guardò con un certo disinteresse quanti la circondavano, sgusciando abilmente fra loro fino a porsi alla testa della coda, ed a poter infine osservare nel suo intero il radioso palazzo che appariva di fronte a lei. Non era certo la prima volta che scendeva da quel treno, anzi, ma dopo tre mesi trascorsi lontano da quel posto rivederlo le faceva sempre un certo effetto.
Notò con la coda dell'occhio che un grande numero di ragazzini, sicuramente studenti del primo anno, stavano seguendo il semigigante verso alcune barche assicurate sulla riva del lago, preparate per l'escursione notturna tradizionale per i nuovi arrivati. Con l'aria gelida di quell'anno, decisamente Bella non li invidiava. Attese con pazienza che un gruppo di suoi compagni di casata la raggiungessero, poi salì con loro su di una delle carrozze che li stavano aspettando per condurli al castello.
Seduta accanto al finestrino, senza prestare ascolto alle chiacchiere dei suoi amici, la mente della ragazza vagava già all'interno del castello. Quei tre mesi di vacanza erano trascorsi lenti, troppo lenti. Costretta nella casa del padre, una villetta nel mezzo della campagna della Scozia, e costretta a rimanere sempre accanto ad una matrigna noiosa e petulante nei suoi tentativi di simpatizzare con lei, Bella aveva aspettato con ansia il ritorno alla Scuola di Magia di Hogwarts, cercando di tenere sempre vivo ciò che aveva imparato gli anni precedenti e, quando aveva ricevuto la lista dei libri che avrebbero utilizzato quell’anno, di portarsi avanti con il programma. Non che fosse una cosiddetta secchiona. Essendo figlia di due maghi, non possedeva la curiosità morbosa verso la magia propria dei mezzosangue, né avvertiva una particolare necessità di rendere fieri di lei i genitori. Il motivo per cui ogni estate trascorreva il tempo libero sui libri era semplicemente quello di ammazzare la noia e perchè, bisognava ammetterlo, provava un certo sadico piacere nell’essere sempre un gradino sopra agli altri. Insomma, probabilmente il Cappello Parlante non aveva sbagliato nell’assegnarla alla casata di Serpeverde.
“Hei, Bella, mi ascolti?”
La voce della ragazza seduta al suo fianco la riscosse da questi pensieri. Si voltò a guardarla, mentre la carrozza si muoveva tranquilla lungo il largo viale che portava al castello. Faith la stava fissando con espressione perplessa, le sopracciglia sollevate. Era una ragazza piuttosto carina, molto più alta di lei, ma leggermente più grossa. Aveva corti capelli castani, con ciocche che scendevano però ad attorniarle il viso, ed occhi di un bel color ambra. Le labbra della sua compagna Serpeverde si piegarono in un sorrisetto, mentre ella alzava lo sguardo al cielo.
“Fammi indovinare, eri sulle nuvole?” Commentò, con tono ironico, lasciandosi però sfuggire una risatina, troppo acuta per risultare piacevole. Venne seguita a ruota dai due ragazzi seduti di fronte a loro, visibilmente fratelli, che portavano corti capelli biondi e sfavillanti occhi azzurri.
“Stavo pensando, scusami…Cosa stavi dicendo, Faith?” Li interruppe Bella, che non li aveva accompagnati nella risata ma che mostrava comunque l’accenno di un sorriso. Li conosceva da ormai sei anni, e si era ormai abituata al loro umorismo facile. Così come loro avevano ormai fatto l’abitudine al suo mutismo cronico e alla sua quasi totale assenza di umorismo. Forse andavano d’accordo proprio perché si completavano a vicenda, chissà.
“Ci stavamo chiedendo quale insegnante avremo quest’anno di Difesa contro le Arti Oscure.” Disse uno dei due ragazzi, il più magro, che si chiamava Conrad. Aveva un atteggiamento spigliato, forse un po’ troppo. Ogni volta che parlava gesticolava come un teatrante da strada, esibendo un largo sorriso che tanto aveva successo fra le studentesse di Hogwarts.
Bella scrollò le spalle, tornando ad osservare ciò che l’oscurità permetteva di vedere lungo la strada. La carrozza si bloccò all’improvviso, e con essa si interruppe il rumore di zoccoli, unica testimonianza di ciò che conduceva il veicolo. I ragazzi si affrettarono a scendere, respirando di nuovo la fresca aria della sera.
“Immagino che fra un attimo lo scopriremo…”
Mormorò Bella, mentre osservava la professoressa McGrannitt in piedi di fronte al portone della scuola, ad attenderli. Si incamminò verso di lei, subito affiancata da Faith e seguita dagli studenti che piano piano arrivavano con le loro carrozze. Sentì la sua migliore amica avvicinare il proprio volto al suo orecchio e sussurrarle con un sorrisetto malizioso: “Ma non è il nuovo insegnante che sei impaziente di incontrare, no?”. Si staccò da lei con quella sua risata leggermente stridula, che si spense quando incontrò lo sguardo di Bella.
“Non dire stupidaggini. E’ una storia vecchia, ormai.” La rossa teneva gli occhi fissi di fronte a sé, le labbra serrate in una smorfia irritata. Non le piaceva quando l’amica cercava di estorcerle rivelazioni scottanti sulla sua vita privata. Inoltre le rivelazioni scottanti riguardavano da ormai sei anni sempre lo stesso argomento. La stessa persona, più che altro. Strinse ulteriormente la mandibola, mentre cercava di scacciare quel pensiero dalla mente. Si odiava quando non riusciva a controllare i propri sentimenti e benché ciò avvenisse raramente, proprio non riusciva ad evitare di esserne sopraffatta quando si trattava di lui. Era più di un pensiero, era un’ossessione. Giocava con lei, andando e tornando a suo piacimento, illudendola per poi scomparire. Ma, quando tornava, le irradiava di un sì grande calore che Bella era sempre tentata di chiudere gli occhi, per lasciarsi immergere completamente in quel misterioso mare.
Scrollò il capo, maledicendo la propria debolezza, e continuò a camminare, fermandosi solo quando giunse di fronte alla McGrannitt. Faith aveva continuato a fissarla con aria complice, come se non avesse neppure sentito la sua replica. La folla di studenti varcò l’ingresso, raggiungendo in un vociare confuso la nota Sala Grande, agghindata a festa per la prima cena di quel nuovo anno scolastico. Gli stendardi delle casate cadevano lungo le pareti, mentre il grande stemma di Hogwarts faceva da padrone ovunque si girasse lo sguardo. Il soffitto della sala, incantato, rifletteva un cielo stellato privo di nubi, in contrasto con quello reale. Un numero spropositato di candele riscaldava ed illuminava il salone, riflettendosi negli specchi che ricoprivano la parte superiori delle pareti. Le quattro grandi tavolate erano già state apparecchiate con posate e stoviglie dorate, che risaltavano su candide tovaglie bianche.
I ragazzi si diressero ciascuno al proprio tavolo, riprendendo a discutere fra loro dopo l’attimo di meraviglia generale. Bella si sedette nel primo posto libero che trovò, insieme a Faith, Conrad e il fratello Chris. Solo allora la ragazza si concesse un’occhiata fugace al tavolo dei professori, dall’altro lato della sala. Tutti i posti erano già occupati da figure più o meno famigliari, fra cui stava quello che doveva essere il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Sembrava piuttosto alto, nonostante fosse seduto, e portava capelli castani lunghi oltre le spalle, perfettamente lisci. Il suo volto era molto abbronzato, dalle curve morbide ed armoniose, con un naso affilato e grandi occhi chiari. L’insegnante indossava una veste marrone, che lasciava intravedere pantaloni aderenti di pelle e alti stivali che raggiungevano il ginocchio. La veste, come la camicia bianca sotto di essa, aveva alcuni bottoni aperti, lasciando scoperta parte del petto scolpito dell’uomo, che sembrava estraneo al clima polare di quella serata. L’effetto sulla fauna femminile di Hogwarts fu immediato. In tutta la sala cominciarono ad udirsi risate sommesse e commenti esagitati. Anche al fianco di Bella, la ragazza udì Faith emettere un fischio, per poi sussurrarle all’orecchio:
“A quanto pare quest’anno avremo proprio delle interessanti lezioni di Difesa!” Quasi non finì la frase che venne colta da un eccesso di risate che la costrinse a piegarsi in due sul tavolo per nascondere il viso.
Bella tuttavia non le diede corda, tanto più che il suo sguardo passò velocemente dal nuovo insegnante ad uno che ben conosceva. Sedeva alla destra di Silente, il quale era avvolto in una delle sue solite vesti dai colori sgargianti e che esibiva una barba più argentea che mai, e muoveva lentamente le labbra per replicare alle affermazioni del preside. Sembrava decisamente annoiato, i suoi occhi continuavano ad alzarsi al soffitto e le sue labbra si assottigliavano sempre più. L’oggetto di interesse di Bella era un uomo di poco più di trent’anni, molto magro a dalla carnagione assai pallida. Il viso sottile e spigoloso era circondato da lunghi capelli corvini, estremamente lisci e all’apparenza untuosi, ed era caratterizzato da un naso aquilino, da sottili e chiare labbra, perennemente serrate in smorfie irritate, e da occhi neri. Questi ultimi furono ciò su cui lo sguardo di Bella si soffermò maggiormente. Del colore della pece, essi erano privi di un qualsiasi barlume di luce, ma era freddi e vuoti come tunnel immersi nell’oscurità. Quasi richiamati dal suo sguardo, gli occhi dell’uomo si voltarono verso di lei, privi di una qualunque emozione, ma così travolgenti ed impetuosi che ingabbiarono i suoi. Il mondo attorno alla ragazza si annullò, ogni parola che giungeva alle sue orecchie appariva distante, lontana, inutile. In quei due occhi che la osservavano ora imperturbabili, ella trovò un nuovo universo, che sembrava invitarla a perdersi in esso.
Tutto si fermò quando il professor Piton distolse lo sguardo, interrompendo quell’atmosfera e lasciando Bella immobile e a tratti ansimante, come se avesse prima smesso persino di respirare. La ragazza abbassò gli occhi, il cui verde sembrava essersi per un attimo oscurato, e strinse nel pugno della mano destra l’estremità ricamata della tovaglia. Ogni anno l’effetto che le procurava la vista di quell’uomo era lo stesso. La privava della sua forza, del suo orgoglio, della sua indifferenza. Con un solo sguardo egli era in grado di trasformare quella fredda e solitaria serpeverde in una ragazzina inerme. Per questo lo odiava. Per tutto il resto, lo amava.




Continua.

 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
breaca - Voto: 21/05/08 16:39
non sai quanto aspetterò i prossimi capitoli..
anche perchè sono nella stessa identica situazione di Bella (a parte che il mio professore non è di Pozioni), ed è più giovane di Piton..che peraltro adoro, soprattutto dopo il settimo libro!

continuala mi raccomando!!
baci
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Rif.Capitolo: 1
nihal93
05/05/08 20:21
mi incuriosisce tantissimo la tua storia!!!!*_*

devi sapere che io adoro Piton e la tua Ficcy parla di lui, quindi mi piacerà di sicuro!!!!^^

spero che Bella abbia successo in futuro, ma soprattutto spero che aggiornerai presto!!!!!!!!!!!^_-


kiss kiss
Nihal93
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