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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: IL NULLA E POI IL SUCCESSO.
Genere: Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: lally-mangaka galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/04/2008 15:17:31 (ultimo inserimento: 02/05/08)

la mia storia....
 
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TRASFERIMENTO
- Capitolo 1° -

IL NULLA E POI IL SUCCESSO.

Sono sempre stato un ragazzino come tanti; avevo i miei sogni, le mie speranza, la mia vita. Però al contrario di molti altri miei coetanei vivevo una esistenza nera, fatta solamente di battutacce, scherzi e persecuzioni. Non ho mai capito fino in fondo cosa spingesse quelle persone a prendersela con me; forse noia, o invidia. Probabilmente l’ uscire dal coro li infastidiva, li turbava, o non volevano ammettere di essere attratti dal mio modo di fare. Sta di fatto che la mia gioventù è passata nel peggiore dei modi. Ringrazio dal più profondo del cuore mio fratello e i miei, pochi, ma buoni amici che mi sono sempre stati accanto. Senza di loro non ce l’ avrei fatta; non avrei mai passato quel brutto momento della mia vita e non sarei quello che sono oggi.
Ma iniziamo con calma e con un po’ di ordine.
L’ avventura che mi ha portato qui è iniziata 5 anni fa. Io e la mia famiglia ci eravamo trasferiti in un piccolo paesino vicino Lipsia, e io già odiavo il posto. Non c’ era nulla a parte 4 case e un infinito nulla. La scuola era lontanissima e di fatti il primo giorno in cui ci andammo dovemmo alzarci alle 5 di mattina. Inversato come ero di certo non avrei fatto una buona impressione, ma tanto non nutrivo chissà quante aspettative che in quel nuovo posto qualcosa sarebbe andato meglio.
Sceso dall’ autobus, proprio davanti al grande edificio scolastico, capii subito che quello doveva essere un posto per figli di papà con la puzza sotto il naso, e mi chiesi perché mamma aveva deciso proprio quel luogo per farci studiare. Più volte mi è venuta voglia di chiederle di farmi finire gli studi per posta; così almeno non avrei dovuto entrare in un posto come quello. Ma lei aveva sempre detto che la scuola serve anche per farsi amici, divertirsi e scoprire tante cose nuove sul mondo.
Non che non ci credessi; ma quello era quello che si sarebbero potuti permettere gli altri, non io.
Io e mio fratello ci dirigemmo a passo svelto fino alla segreteria e da li una bidella ci portò in quella che sarebbe diventata la nostra nuova classe. Ringrazio Dio che io e Tom non siamo stati divisi come nelle precedenti scuole; averlo accanto mi ha sempre dato un po’ più di forza.
Appena entrati in classe, tutti i ragazzi si sono girati a osservarci, mi sentivo già male perché leggevo nei loro sguardi disappunto se non pena o odio verso di me.
< Oh….ecco i nuovi arrivati.... > disse il professore vicino alla lavagna. < Voi dovete essere i fratelli Kaukitz....>
Io e Tom annuiamo.
< Prof Klains.... >
< Si, Lex.... > disse l’ uomo rivolto al ragazzo che aveva appena parlato....
< La ragazza può mettersi vicino a me.... >
Il professore guardò con disappunto il giovane, alzando il sopracciglio destro.
< Avresti bisogno di un paio di occhiali; qui non c’ è nessuna ragazza.... >
La classe si mise a ridere sguaiatamente e io diventai paonazzo per la frase.
< Piacere mi chiamo Bill Kaulitz....> dissi il più naturale possibile.
Tutti mi fissarono quasi inorriditi e aspettarono che anche mio fratello si presentasse. Ma nulla..
< Tomi....dai.... > bisbigliai a lui sottovoce dandogli una piccola gomitata.
< Tom Kaulitz; piacere. > disse squadrando torvo la stanza.
< Bene....sedetevi la infondo dove ci sono i banchi vuoti.... > ci ordinò il professor Klains riprendendo da dove era stato interrotto. < Come dicevamo prima....la radice di 49 è.... >


***************

Come primo giorno di scuola pensavo che sarebbe andato peggio. Dopo la “stupenda” presentazione della mattina abbiamo conosciuto altri 4 nuovi professori: la signora Krauss(lettere), il signor Hoffan(inglese), il signor Heiber(scienze) e la signorina Lüghen(ginnastica).
Sono tutti molto distanti; quasi avessero paura di avere contatti con noi. A me non è che questo importi molto; se nessuno infastidisce me, non infastidisco io, ma certamente questo non sarebbe il comportamento da avere in una scuola.
A pranzo, siamo andati a mensa, un immenso salone caotico e strapieno, in cui tutti correvano a destra e a manca per non si sa bene quale motivo. Per miracolo siamo riusciti a comprarci dei panini, e abbiamo deciso di andarli a mangiare fuori.
Ecco, l’ unica cosa davvero bella di quel posto era l’ esterno. Gli immensi giardini dietro la scuola, sembravano il posto ideale per rilassarsi e staccare dallo stress quotidiano.
Io e Tom ci sedemmo su una panchina e mangiammo in silenzio il nostro panino. Passarono 2 ragazzine che squadrarono mio fratello e sorrisero amabilmente salutandolo. Poi guardarono me e cambiarono espressione, probabilmente pensando a cosa ci facessi li accanto al loro ideale di ragazzo.
A volte mi domando a come sarebbe stata la vita di Tom senza di me; lui non è mai stato veramente emarginato come il sottoscritto, ma si è tirato dietro questa cosa decidendo di starmi accanto. Più volte ho quasi voluto dirgli di cercare di separarci per permettergli di farsi degli amici, ma lui testardamente non mi ha mai lasciato.
Per questo gli sarò grato in eterno.
Il pomeriggio è finito velocemente, tra mille scartoffie da firmare per regolarizzare la nostra iscrizione alla scuola. Verso le 5 finalmente io e Tom riuscimmo a uscire e ad avviarci alla fermata del bus; non prima però di essere fermarti da un gruppetto di ragazzi capeggiati dallo stesso Lex che la mattina mi aveva scambiato per una ragazza.
< Ciao ragazzi…. > cominciò a dire con aria strafottente facendo sogghignare gli altri compari dietro. < ....andate a casa? >
Mio fratello li squadrò torvo.
< Si, qualche problema? >
< No, nulla....volevo sapere se volevi essere dei nostri Kauliz?> chiese rivolto a Tom. < Andiamo giù al pub a farci qualche birra.... >
< Stasera non posso….magari un’ altra sera. >
Lex assente e ci supera veloce seguito dai suoi amici; ma non prima di essersi avvicinato al mio orecchio. < Penso proprio.... > mi sussurra con un ghigno diabolico. < ....che tu sia una checca. >

*************

 
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