PROLOGO
- Capitolo 1° -
Virgil alzò il finestrino e si sporse per parlare all’autostoppista.
“Serve un passaggio?” l’autostoppista lo guardò, studiò la sua Ferrari poi annuì.
Beh in realtà la macchina non era sua… era di sua sorella Elizabhet che lavorava nella fabbrica di papà. Elizabhet lei si che era la cocca di papà non lui. Il mondo era veramente ingiusto.
“Il mondo è veramente ingiusto.” furono le prime parole dell’autostoppista non appena entrato in macchina.
Virgil alzò gli occhi da sole su i suoi riccioli neri per guardare meglio l’autostoppista è un ragazzo sui diciannove anni, alto dai capelli biondicci morbidi e lunghi fino all’inizio delle spalle ha gli occhi neri ed è molto magro e anche abbastanza alto.
“A chi lo dici…”
“Tu almeno guidi una Ferrari, io nemmeno quello ho.”
“È di mia sorella.”
“Allora hai una sorella che ti lascia guidare una Ferrari. Macchina da sballo cazzo. Approposito mi chiamo Leonard, Leonard Manson.”
“E io mi chiamo Virgil, Virgil Astra. Dove vai Leonard?”
“A Los Angeles. E tu?”
“Anch’io vado a Los Angeles.”
Leonard si leccò il labbro inferiore. “E come mai un fighetto come te va a Los Angeles?”
“Fighetto? Non sono un fighetto io… anzi per la mia famiglia non lo sono mai stato. Sarà perché sono gay o perché non ho finito gli studi, fatto sta che non sono mai stato molto amato eppure ci ritorno per il matrimonio di mia cugina… cugina capisci nemmeno una sorella una cugina!”
Finalmente si stava sfogando. Con uno sconosciuto ma almeno era qualcosa. Finito lo sfogo si voltò a vedere la faccia che aveva Leonard: era dispiaciuta.
“Che padre stronzo che hai Virgil, perché scommetto che è tutta colpa sua, che ti ha abbandonato solo perché sei gay e non sei laureato. Sai quante fottute persone non si sono laureate e sono gay? Molte cazzo. Tuo padre è uno stronzo snob di merda Virgil. Cazzo dovresti protestare al Arcy Gay! Comunque non ti preoccupare è sempre meglio vivere senza genitori piuttosto che con due che si impicciano di tutti: e dove vai? E con chi vai? E quando ci presenti il tuo ragazzo ecc”
A Virgil scappò un mezzo sorrisetto. “Bravo Leonard non avrei saputo dire di meglio.”
“No guarda a me mi fanno schifo coloro che discriminano i gay, gli uomini di colore, oh gli handicappati. Apparte il fatto che sono gay, ma poi che cazzo! Siamo nel 2008 e ancora ci sono ‘ste discriminazioni così stupide!” Leonard si fermo e guardò verso Virgil che sorrise bonario a tutta la sua politica. “Non sei d’accordo anche tu Virgil?”
Era la prima volta che Leonard pronunciava il suo nome e Virgil ebbe una stretta al cuore quando il biondino pronunciò quelle quattro sillabe.
“Certo che sono d’accordo. Per me potresti fare il politico.”
Leonard scoppiò a ridere… di una bella risata forte e vibrante.
“Ma dai sul serio Virgil? Nessuno me l’ha aveva mai detto.”
“Sul serio Leonard, sul serio. Posso chiederti quanti anni hai??”
“venti e tu?”
“trenta. Come mai a Los Angelles??”
Leonard sbuffò. Scrutò il panorama quindi rispose.
“Vado a casa dei miei sai credono che finalmente gli presenti il mio ragazzo. Hey potresti essere tu!” lo sguardo che Leonard rivolse a Virgil fece gli fece venire il batticuore. Sembrava mangiarlo con gli occhi.
“Se vuoi possiamo darci il cambio… tu vieni con me a casa dei miei e io vengo con te al matrimonio di tua cugina. Che ne dici Virgil?”
Virgil se ne stette zitto per un po’ a osservare quello strambo ragazzino. “Ok, ma ci dobbiamo inventare qual’cosa!”
“Non ti preoccupare farò tutto io… Dio che bello cazzo avrò un ragazzo e che ragazzo!” Leonard passo lo sguardo sul corpo di Virgil. “Un figho.”
Virgil sorrise, quindi riprese a guidare senza sapere perché aveva accetto la proposta del ragazzo.
Continua...
hem nn ho idea da dove sia uscita qst ff so che è uscita e che durerà pochi capitoli (di preciso nn so quanti, ma pochi.) spero che commenterete! eh bhe che vi piacera..
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