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- Capitolo 1° -
Ogni volta che chiudeva gli occhi se lo trovava di fronte – quei capelli neri, quello sguardo fiero – e più provava a ricordare chi fosse meno ci riusciva.
Era più forte di lui.
Quando provava a concentrarsi su quel’immagine indistinta più quel mal di testa diventava forte, atroce, costringendolo a pensare ad altro, distraendolo da quell’immagine
Ma ogni volta che utilizzava l’electric eye quell’immagine tornava, confusa, sfocata e lo schiacciava con la sua presenza.
Era per questo che, quando l’aveva rivisto al wargame, aveva avuto l’istinto assoluto di dire quelle parole, di fissarlo e cercare di capire se poteva essere quella persona.
Non si ricordava di lui – anche se quella voce era maledettamente familiare – e non aveva modo per farlo.
Nessuno.
Gairan lo fissava con quel sorrisetto irritante, il tono sbeffeggiante di chi la sapeva lunga.
Lui si era limitato a chiedergli chi fosse ricevendo in cambio solo ricordi.
Ricordi dolorosi, di un passato felice…ricordi risalenti a prima che diventasse il boss dei ladri di ruberia, prima, fino a quando Gairan l’aveva preso con se.
Ora, solo rinchiuso in quella stanza, poteva lasciarsi andare a quei dolci ricordi legati al periodo in cui aveva fatto parte di quella famiglia come bandito e non come capo.
Del periodo in cui rubare era un gioco, una lotta a chi lo faceva meglio dell’altro, un po’ come gli allenamenti.
E sentirsi dire da lui, dalla persona che ammirava più di tutte, che era orgoglioso dei suoi progressi, lo faceva sentire bene…maledettamente bene.
Non poteva credere che tutto quello facesse parte di un piano.
Non poteva credere che Gairan fosse sul serio capace di un atto simile.
La persona a cui era più affezionato, quella a cui teneva di più…il fratello che aveva sempre stimato, la persona che aveva amato più di ogni altra cosa al mondo…tutta finzione.
Non voleva e non poteva credere di essere stato ingannato per tutti quegli anni, di aver creduto in qualcuno che l’aveva solo usato per poi cercare di liberarsi di lui, della sua famiglia.
Ma quella era acqua passata. Il Gairan che aveva battuto era solo una brutta copia del suo vecchio boss, di quello che lui ricordava.
Avrebbe ucciso Peta, avrebbe vendicato i suoi compagni caduti in battaglia e poi…e poi avrebbe ricostruito ruberia.
Per se stesso, per i suoi compagni ma soprattutto per lui, per la persona che aveva creato quella famiglia e che per un po’ ci aveva creduto.
Per quel ragazzo che gli aveva dato un nome e una nuova vita.
Per Gairan.
Flashfic uscita dopo essermi guardata la 44 e la 45esima puntata di MAR.
Dovevo scriverla, era più forte di me.
Dedicata alla mia Nanashi mode sperando che si riprenda da questa brutta notizia e un po’ a Gairan, quel personaggio su cui mi ero creata mezzo mondo in pochi mesi sperando di vedere il più presto possibile queste due puntate.
All’estremo dello Yaoi proprio come credevo XQ_________________________
*rammenta scene dell’anime*
*muore in un lago di bava*
Okok vi lascio…anche perché sennò mia madre m’incula perché sn le 3 e sn ancora in piedi.
Notte gente!
^O^/ rei
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