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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: INCIDENTE..
Genere: Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: nivea galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/04/2008 22:03:41

Non ci posso fare niente, mi attirano queste situazioni disperate e melodrammatiche in stile film.. anche se nella realtà Marco sarebbe stato lasciato
 
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INCIDENTE...
- Capitolo 1° -

Il fracasso assordante dei vetri rotti non era aveva ancora lasciato spazio al silenzio. Camminava a stento e presto cadde a terra... si girò e vide che della macchina non restava quasi nulla.

Attorno a lei si stava radunando molta gente, i ragazzi no, perchè era la seconda ora e le professoresse non li facevano uscire. Affolavano le finestre come il caviale nei dischetti di plastica. Represse un conato di vomito, quando sentì contemporaneamente il dolore alle ginocchia, al collo ed alla spalla... lentamente, si guardò le mani, il cappotto, la maglietta ed i jeans. Niente sangue.

"Sta bene signorina?" - Le chiese un uomo, lei fece cenno di sì con la testa.

La macchina era un cubetto... o poco meno e lei non aveva un graffio. Allora Dio esiste.. pensò. Il cielo era azzurro intenso e si accorse che l'aria profumava di fiori. Era viva.

"Presto dovrebbe arrivare l'ambulanza."

La ragazza fece di nuovo sì con la testa e pensò alla sua classe, doveva dire a Marco che stava bene. Si preoccupava ogni volta che non prendeva il cellulare ed ora.. non sapeva nemmeno dove fosse. Glielo aveva regalato lui.. anche il fronzolo che pendeva. Era bellissimo, era verde.. con le stelle verdi.. il soprannome che aveva ottenuto in vacanza. Si toccò la testa, crash... la macchina sparata che non si era nemmeno fermata ed era schizzata via. Marco avrebbe avvertito suo fratello e sua madre.. doveva cercare Marco, non ricordava il suo numero di casa e non sapeva a memoria quello del cellulare di suo fratello. Era una mattina placida, senza traffico.. ed era nella corsia giusta, ma una macchina correva come un fulmine nel senso opposto al suo e... il muso della sua auto era quasi scomparso a causa dell'urto. Dovevano essere dei rapinatori, poco dopo era passata la polizia.

"Grazie... può dire all'ambulanza che la mia classe è la terza C? Proprio quella lì, dietro l'angolo. La prima."

Riuscì a mettersi in piedi a stento e con l'aiuto del signore, riuscì a salire le scale e poi a raggiungere la scala.

"Scusi sa.. ma devo far avvertire a casa."

L'uomo la guardava con muto rimprovero, non avrebbe dovuto muoversi.. ma era illesa o meglio, lo sembrava. Era così strano che lo fosse!! Forse aveva un'emorragia interna e sarebbe morta tra qualche istante... se fosse stato così... dentro di sè lo sapeva con assoluta certezza... se fosse stato così, avrebbe voluto rivederlo un'altra volta soltanto.

In realtà c'era qualcosa, un sentore.. che le diceva di non entrare in classe. Forse perchè era troppo strano che pur essendo vicini alla strada non fossero usciti, anzi... da lì si vedeva benissimo che era la sua auto. Era strano. Eppure... non le importava, doveva. Ed in ogni caso non ebbe il tempo di capire nulla: aveva appena aperto la porta, ancora tremante, mentre in lei iniziava a nascere la speranza che sarebbe stata accolta con gioia da tutti, quando uno schiaffo la colpì ancor prima di un silenzio irato, innaturale e scontroso.

Non aveva mai ricevuto uno schiaffo in pubblico, in realtà l'ultima volta che ne aveva ricevuto uno era stato quando faceva ancora la prima o la seconda elementare ed aveva la febbre. Il suo ragazzo la sovrastava in tutta la sua altezza. Con una rapida occhiata, si accorse che gli altri erano seduti e che la guardavano preoccupati, la professoressa non c'era. Il potere che Marco aveva su tutti era qualcosa di spaventoso, ogni giorno ne rimaneva sempre più esterrefatta. Da fuori non avrebbe mai potuto vederlo, in quell'angolo cieco in cui si era messo.

"SEI UNA SCEMA!!!!!!!!!!!!!!"

Il suono di queste parola taglienti la svegliò ed il primo istinto sarebbe stato quello di reagire e difendersi, contrattaccare.. se non fosse stato per qualcosa che la bloccò. Nessuno osava fiatare, nè recarle omaggio. Marco non si era mai arrabbiato così con lei.. Sebbene ogni volta le facesse molte scenate. Erano il teatrino della classe. Era tutto così da film... ma non proprio tutto.

"Marco...!" - mormorò, ma avrebbe voluto chiedergli che cazzo stava facendo.

Martina tremava, il suo cuore era come una batteria rock ed era senza forze e.. non lo aveva davvero mai visto così incavolato! Ora sapeva cosa pensasse chi faceva a botte con lui, la sua faccia.. il suo volto era sfigurato dalla rabbia, una maschera di marmo e così non osò replicare.

"HAI RISCHIATO DI MORIRE CAZZO!!"

Ogni singola lettera era un'accusa, un rimprovero che rimbombava sulla guancia gonfia.. una lancia che l'attraversava con un colpo secco. Marco aveva perso un fratello gemello in quel modo.. per un incidente. Anche uno zio, una zia in coma. Sì, gli incidenti gli avevano sempre portato via tutto.. quasi anche la sua vita. Aprì la bocca per parlare, ma non emise alcun suono.. non ce la fece, gli occhi di Marco luccicavano ed erano di un azzurro terribile.

"Potevi morire!!"

"Ma.."

"NIENTE MA!!"

"Scu.."

"NIENTE SCUSE!!!!! SEI VIVA PER MIRACOLO!!! PORCO DXX!!! Credi che ti possa andare sempre così nella vita? DIO XXX HAI AVUTO UN CULO DELLA MADONNA CAZZOXXX!!!!!!!!!!!!"

Martina sentì le lacrime affiorare..

Le sarebbe piaciuto dire che erano per il dolore che aveva provocato al suo fidanzato, ma in realtà era stata la paura per se stessa a bruciarle gli occhi, il dolore al ginocchio ed alla spalla, il gonfiore alla guancia.. e l'insofferenza per quegli atteggiamenti preoccupati ma molesti. Quante volte lui aveva rischiato di abbandonarla per sempre? Celiaco e cazzaro, lei non era mai tra le priorità in questi casi... ricordava ancora quando aveva rischiato un buco allo stomaco pur di vivere una serata come le altre persone, mangiando la pizza in gita. Aveva avuto paura, tanta paura ed era stanca e sentiva male ovunque... la macchina era un cubo e lei era viva, lo sapeva benissimo che sarebbe potuta morire. Lo sapeva benissimo che se fosse uscita in orario non sarebbe successo, lo sapeva benissimo che il sonno aveva avuto la sua parte.. lo sapeva benissimo che se fosse stata più sveglia, l'avrebbe vista. Lo sapeva, lo sapeva.. LO SAPEVA!!!

E lui l'aveva vista, anche se era rimasto in classe.. altro non sapeva ed anche se poteva riconoscere l'amore ed il dolore in quel gesto di rabbia... le faceva male, sembrava le rimproverasse di essere sopravvissuta.. quasi che se fosse morta non avrebbe dovuto fare i conti con lui, ora. Abbassò gli occhi...

"Non l'ho vista.." - Disse senza guardarlo negli occhi...

"HAI PRESO LA PATENTE PER MORIRE FORSE?!!! SE SEI ANCORA UNA BAMBINA NON FARE LA DONNA!! LASCIA QUESTE COSE AGLI ADULTI!!!!! E PORCO XXX COSA CAZZO CI FAI QUI?!!! HANNO CHIAMATO UN'AMBULANZA!?!!!!!!!!!!!!!!!!!!!??? HAI AVVERTITO I TUOI?!!!!!!!!!"

Lo guardò.. ma vide soltanto una faccia arrabbiata e questa volta si sentì ferita nell'animo, gli costava così tanto abbracciarla e stringerla? Perchè..? Perchè doveva trattarla così? Poteva anche essere arrabbiato, ma doveva pur essere felice che stava bene... e dimostrarglielo, cavolo!!

Si voltò rodendosi lo stomaco e si sedette sul banco. A che cosa le era servito vivere? Avrebbe preferito morire, forse in un letto d'ospedale lui sarebbe stato più carino e dolce.. alcune lacrimuccie iniziavano a voler cadere giù...

Il silenzio dopo quelle urla, adesso faceva rumore. Ronzava. Era ancora più innaturale. Perchè era venuta in classe? Non.. ah, per Marco.. ma Marco non era contento ed allora, perchè non se ne era stata buona buona ad aspettare l'ambulanza sull'asfalto? Era sola, voleva vedere qualcuno.. capire che era ancora lei ed era ancora viva... si alzò, facendo attenzione a non guardare nessuno, tantomeno Marco. Sarebbe tornata a casa, da sua madre.. da quella stronza che almeno le avrebbe aperto la porta di casa.. Dio.... chiuse gli occhi e cercò di dominarsi.

Il ragazzo le mise una mano sulla spalla e le alzò il mento per guardarla negli occhi e lei vide delle iridi azzurre, serie. Lentamente, iniziò a scendere una lacrima, poi due.. ed il ragazzo lasciò che i suoi occhi piangessero, mentre con la mano accarezzava la guancia di Martina.

"Per poco non me ne scendono altre.. al pensiero di averti perso..."

La ragazza si commosse... e sentì l'improvviso desiderio di abbracciarlo e chiudere gli occhi, come fosse un brutto sogno.

"Marco.. sono qui. Sono ancora qui.."

"Lo sto, stupida... vieni..." - Disse chinandosi per abbracciarla. - "Ora non ti lascio più, non voglio più perderti o rischiare di perderti o.." - L'abbraccio divenne forte.

"Ti amo." - Concluse.

Sì, l'amava.. anche se a suo modo. In un modo scontroso e burbero.. era un amore tanto fragile e tenero, che sentiva il bisogno di chiuderlo in un riccio per salvarlo da ogni cosa. Martina lo guardò, ogni volta che quegli occhi la guardavano con tutta la tenerezza e l'amore del mondo, era sempre pronta a perdonargli ogni cosa.

"Promettimi che starai attenta.."
"Promesso..."
"Ricordati."
"Si..."

E si scambiarono un bacio, il primo di fronte alla classe ed ai professori.. il primo che non fosse una semplice carezza.. e tentarono un po' di mangiarsi, prima che la morte tentasse ancora di separarli.

 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
mako-sama - Voto: 30/01/11 22:24
Abbastanza coinvolgente. Ho "visto" l'accaduto, a grandi linee.
Ma non si capisce dove si sviluppa la scena (quale sia la collocazione:citta',Nazione, i luoghi), come sono vestiti, quanti anni hanno...mancano un po' di particolari ^^
Evita di mettere le bestemmie anche con una censura a X. Alcune persone sensibili potrebbero non sopportarlo.
Comunque e' solo un capitolo, c'e' tanto da sviluppare ^^
Ciao :)
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