Recensione
Una giovane proiezionista, apparentemente timida e riservata, si dedica nel tempo libero al massacro di belle donne a colpi di cesoie. Un giorno una sua amica le presenta un uomo d’affari di cui diventa amante. Tra le due si scatena una reciproca gelosia che le coinvolge in un sanguinario duello.
Come si può già intuire dalla trama, il film è di difficile comprensione e diverse parti risultano slegate l’ una dall’ altra o completamente a sé stanti.
Il pregio della pellicola sta nelle atmosfere asfissianti e disturbanti e in diverse scene (soprattutto quella finale) davvero ben curate, tant’è che mi azzarderei a definire Hashimoto un talentuoso, magari se assumesse un valido sceneggiatore.
In effetti dal punto di vista tecnico siamo di fronte a un prodotto interessante e originale: spicca la fotografia con la particolare alternanza tra colori gelidi e asettici e altri forti e invadenti, come naturalmente il rosso (splatter assicurato!); un particolare accostamento già sperimentato da Dario Argento nell’ eccezionale “Suspiria”, film che ebbe un grandissimo successo in Giappone (tant’è che Profondo Rosso venne distribuito con il titolo di Suspiria- parte seconda), creando una folta schiera di appassionati tra cui, a giudicare dallo stile, lo stesso Hashimoto.
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Voti
Regia: |
7 |
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Sceneggiatura: |
5 |
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Effetti speciali: |
6 |
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Attori: |
4 |
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Storia: |
6 |
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Musiche: |
7.5 |
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Adattamento italiano: |
non classificabile |
Doppiaggio: |
non classificabile |
Originalità: |
8 |
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VOTO GLOBALE: |
6 |
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Commento finale
Visivamente ricchissimo e fantasioso, divertente a patto di non sforzarsi di capirne il significato. |
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