Project Zomboid
data: 04/05/15
scritto da: briareos profilo
e insomma un gioco indie, basato sul crafting e la sopravvivenza in un'apocalisse zombie.

Ma mi ha preso di brutto, più che un gioco è un'esperienza in cui sprofondare.
Si inizia in un città evacuata già contaminata dagli zombi, la premessa è che tu morirai, il punto è quando - e come.

Quanto sei disposto a sopravvivere, quanto a lungo?

All'inizio è semplice, gli zombi sono creature lente sorde e quasi cieche, pericolose solo in gruppo, cibo e acqua abbondano nelle case.
Puoi cuocerti i cibi, i frigoriferi sono pieni di ogni necessità, il vero pericolo è cercare di non tagliarsi passando dalle finestre rotte o beccarsi una bronchite perché si è deciso di passare la notte sotto un'acquazzone.

All'improvviso acqua e elettricità se ne vanno, e d'un tratto i condomini e gli appartamenti, le villette i garage, diventano trappole. Non c'è abbastanza luce per entrare in una stanza e fracassare la testa agli zombi, ora sono loro ad assaltarti e ogni irruzione potrebbe essere l'ultima. Inutile fare incetta di carne e latticini, ogni cosa che può marcire lo farà, e lo farà in fretta; carne marcia e uova scadute sono pericolose quanto il morso di uno zombi, e l'acqua scarseggia.
L'unico modo per tenersi idratati è fare incetta di bottiglie di plastica e riempirle nelle case in cui ancora circola ancora un pò di liquido, ma portarsi dietro litri e litri può essere mortale. Può rallentare.

E il punto successivo è cercare di creare un posto sicuro dove vivere, fortificare un'appartamento con assi e chiodi. Rovistare ogni angolo alla ricerca di qualsiasi cosa sia commestibile nel lungo periodo, fagioli, tonno, succhi di frutta, patatine, alcolici.
Ma non basterà, se si vuole sopravvivere bisogna pensare in grande, un orto o imparare a cacciare piccole prede, o la pesca.

E si parte alla ricerca di materiale, un'attività che non ha fine.
Non esistono macchine, neanche biciclette, tutto a piedi, o a corsa, a rovistare in garage, tendendo l'orecchio nelle stanze buie, dormendo in sedie o divani, calarsi o gettarsi dal secondo piano di una casa solo per sfuggire ad un'orda che vuole divorarti vivo.
Il rischio di perdersi nei boschi sterminati o incontrare un'altro sopravvissuto che non aspetterà che tu gli dica "ciao", ma ti fulminerà sul posto. Combattere contro la depressione, l'ansia e il gelo, decidere cosa portarsi dietro e cosa no, o come venire a riprenderla.
Ogni tanto urla disperate lacerano l'aria immobile da giorni, e le orde si spostano, o tutto rimbomba per il tuono degli elicotteri che se ne vanno, lasciandoti al tuo destino.
Con il tempo si crea una routine, controlla l'orto, controlla le trappole, pesca.
Torna alla base, cucina, accendi il fuoco e mangia.
Vai a dormire, prepara la tua arma e preparati per la giornata successiva.

Ancora e ancora, e intorno a te il mondo cambia, i rami degli alberi entrano dentro le case, l'erba spacca l'asfalto, arrivano i temporali, arriva il gelo e la neve, le malattie, la febbre e gli insetti che aggarediscono le tue scorte.

E i corpi delle creature che hai abbattuto, lasciate sull'asfalto. E gli zombi sciamano, riempiono i posti che hai liberato, sopratutto quel negozio di ferramenta che hai puntato da così tanto tempo.

E viene la mattina che tagli la canna del tuo fucile da caccia e lo metti in borsa insieme a tutte le munizioni che hai trovato, raduni le tue mazze da baseball irte di chiodi, le bende e i disinfettanti, le provviste e ti chiudi la porta alle spalle.

A mattina inoltrata estrai il fucile e inizi a sparare. Al primo colpo iniziano a saltare fuori come formiche, dalle finestre, dalle piazze, lentamente, poi a mano a mano che spari e ricarichi, spari e ricarichi, diventano sempre più nervosi e più veloci, mentre il panico ti rende più impreciso e anche se cadono e si calpestano uno sugli altri non rallentano mai.

Cala la sera e le strade sono ricoperte di cadaveri, finite le cartucce il fucile è stato da tempo abbandonato, e le mazze si sono spezzate una dietro l'altra, finchè non è rimasta che l'ultima. Hai sonno, sete e fame, ti tremano le mani e sei sul punto di collassare dalla stanchezza, ti trascini dentro ad una villetta e svieni sul divano, incapace di controllare se la casa è sicura. Attendi la mattina già vedendoti divorato nel sonno, ma questo non succede.
Sei sopravvissuto per vedere ancora la luce del sole.
Perchè sarebbe stato troppo eroico morire così.


Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti

  » Se il messaggio non rispetta il regolamento, clicca qui


  ISTRUZIONI