Risp. x lina-chan
data: 19/05/14
scritto da: pin83 profilo
Non sono certo la violenza e la crudità a renderlo il più "adulto" tra i suoi film quanto i contenuti e la complessità della trama, anzi personalmente ritengo l'eccessiva violenza una delle piccole pecche del film... e sia chiaro che quando parlo di complessità non mi riferisco al semplice svolgimento della trama ma al vero significato che c'è dietro ogni personaggio, schieramento, azione ed evento dell'opera.
Tu dici che i personaggi sembrano agire un pò a caso e che non sembrano avere uno scopo preciso da seguire ma invece è l'esatto opposto e una volta capito cosa rappresenta veramente ognuno dei personaggi diviene chiaro non solo qual'è lo scopo che ognuno di loro persegue ma soprattutto qual'è il significato del film.
Inoltre il fatto che non vengano assecondate le aspettative dello spettatore non è una cosa negativa ma anzi un pregio, Miyazaki si distacca di proposito dalle dinamiche classiche e non crea una storia in cui ci sono buoni e cattivi ma solo due mondi diversi che vengono a contatto e non capendosi finiscono per scontrarsi.
Questo film parla dell'ambiente, tema molto caro a Miyazaki, ma in modo diverso dal solito e non verte solo su quello infatti ci mostra anche la nascita del moderno Giappone, la contrapposizione tra progresso e tradizione e l'assoluta necessità di trovare un equilibrio e di imparare a coesistere in pace.
Inoltre sono trattate in modo forte tematiche come la guerra e l'odio che possono nascere sia dall'egoismo ed avidità umana che dalla diversità e mancata comprensione.

Eboshi e gli uomini ( ma soprattutto le donne ) della città-fucina rappresentano l'umanità ed il progresso che avanza, gli animali\spiriti protettori dei boschi rappresentano la natura ma anche le tradizioni per cui il loro conflitto indica
sia lo scontro tra uomo e natura sia quello tra progresso e tradizioni.
Entrambe le parti hanno le loro motivazioni, agiscono come agiscono per donare un futuro al proprio "mondo" e lottano per non soccombere... non sono cattivi, se vogliamo si comportano in modo sciocco ma senza malvagità, poi con lo svolgersi del conflitto a quella che era solo una lotta per la sopravvivenza finisce per aggiungersi anche l'odio reciproco e a quel punto tutto degenera.
Gli unici personaggi veramente negativi sono i samurai predatori e gli inviati dell'imperatore che vogliono prendere la testa del Dio, che rappresentano appunto l'egoismo scellerato e l'insensata avidità umana e che per questo vengono duramente puniti nel corso della storia.
Ashitaka invece rappresenta gli occhi della ragione, colui che vede le cose per come stanno davvero e cerca in tutti i modi di impedire il conflitto e di far ragionare gli altri.

Per rispondere ai tuoi dubbi: gli uomini della città-fucina volevano scacciare dalla foresta o addirittura eliminare gli spiriti per poter avere il totale controllo della regione così ricca di materie prime ( ferro, legno, ecc. ) e ritagliarsi così un proprio spazio nel Mondo dove poter prosperare.
Per farlo dovevano disboscare parte della foresta ed estrarre il ferro e gli altri materiali che gli servivano per la costruzione delle armi. Il ferro in sè non era il loro vero obiettivo ma un mezzo per ottenere le armi, i mezzi di sostentamento ed il denaro per sostenere questo progetto.
Quello che vendevano non erano le armi ma il metallo da loro prodotto e lavorato in vari modi, nella fucina lavoravano il ferro che in parte usavano per la costruzione delle loro armi ed in parte vendevano e scambiavano.
Il punto fondamentale è che la cosa che causa attrito tra le due parti non è che gli uomini vogliano abitare in quella zona e sfruttare le sue ricchezze per vivere ma che vogliano farlo senza alcun ritegno per la natura e gli altri esseri che abitano lì, d'altra parte anche gli spiriti della natura non vogliono sentire ragioni e una volta che l'odio per gli umani si è impadronito di loro rifiutano di scendere a compromessi... invece alla fine del film, dopo tutto quello che hanno visto e tutto quello che succede ( con il Dio che riporta la vita dove c'erano solo morte e rovina, guarisce i malati e dissipa le maledizioni ), sia Eboshi che San capiscono che odiarsi in quella maniera non ha senso e la cosa giusta è trovare un equilibrio e imparare a coesistere.
Il protagonista, Ashitaka, non dice a San che andrà a lavorare alla fucina ma le dice che, mentre lei tornerà nella foresta per vivere con gli spiriti della natura e fare capire anche a loro la necessità di imparare a coesistere con gli uomini, lui andrà a stare nella nuova città per aiutare gli uomini ( che adesso hanno capito i loro sbagli e hanno deciso di cambiare ) a fare lo stesso facendo da tramite tra i due mondi ( infatti le dice anche che la andrà a trovare ).

Nonostante abbia saltato diversi elementi importanti e semplificato un pò le cose questo più o meno è il succo del discorso, il messaggio finale è chiaro: farsi guidare dall'odio è sbagliato e il progresso è giusto ma bisogna comunque trovare il modo di coesistere con gli altri e con la natura altri altrimenti le conseguenze sono terribili.

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