Risp. x -hell-boy-
data: 02/07/09
scritto da: key-c profilo
ciao, anch'io spesso ho dei dubbi se sto mettendo giuste le virgole e, devo ammetterlo, non uso mai il punto e virgola.
Dopo aver letto il tuo messaggio mi sono incuriosita e sono andata su Wikipedia per sciogliere qualche dubbio.
allego quindi di seguito quello che ho trovato più un punto di cui prima, onestamente, non avevo mai sentito parlare prima: il punto esclarrogativo.


Punto
Il punto è adoperato in italiano come segno di punteggiatura: esso, nella maggior parte dei casi, serve a separare due sezioni di discorso contenenti idee fondamentalmente diverse, ovvero i periodi. È un'importante norma, nel caso in cui il punto venga utilizzato per chiudere un periodo, che la prima parola di quello immediatamente successivo inizi con la lettera maiuscola, dopo aver lasciato uno spazio. Il punto può anche servire come strumento di abbreviazione, e in questo caso può trovarsi sia alla fine che al centro di una parola; due esempi per un caso e per l'altro sono Ing. per Ingegnere e Prof.ssa per Professoressa.

Punto e virgola
Il punto e virgola indica la fine del concetto, espresso nella frase al cui termine esso si trova, che si ricollega alla più grande idea di cui tratta l'intero periodo; esso non indica perciò né la fine dell'idea generale (come farebbe il punto), né la continuazione del concetto minore (il ruolo della virgola), ma qualcosa di intermedio tra queste due funzioni. Questo segno di punteggiatura risulta perciò utile soltanto in periodi lunghi e complessi, ricchi di ramificazioni difficili da controllare. Un uso collegato è quello per esempio dentro un inciso (come dentro una parentesi) dove è scorretto usare il punto. Un secondo frequente utilizzo del punto e virgola consiste poi nel porlo alla fine di tutti i vari elementi di un elenco puntato, al posto di un punto fermo che bloccherebbe la fluidità della lettura

Virgola
Nella lingua italiana, le norme per regolare l'uso della virgola sono piuttosto complesse ma possono essere riassunte in alcuni punti:
La virgola deve essere usata per dividere i singoli elementi paralleli di una lista o di un elenco: Per fare il pane occorrono: la farina, il lievito, l'acqua, un pizzico di sale.
La virgola è usata per separare la proposizione dipendente (o secondaria) dalla proposizione reggente da cui dipende (cioè la principale). Questo può avvenire in tre casi diversi:
Quando la secondaria precede la principale: Se fossi ricco, mi comprerei un'isola
Quando la secondaria segue la principale: Nel deserto vivono pochi animali, perché le condizioni ambientali sono proibitive
Quando la secondaria è inserita all'interno della principale: Il mio migliore amico, che è un grande tennista, ha vinto molti tornei
Ovviamente in questi casi è opportuno non usare la virgola quando la proposizione secondaria è strettamente connessa alla proposizione principale: Non devi guardare il sole se non vuoi ferirti la vista.
La virgola è usata per separare proposizioni tra di loro indipendenti: La bambina corre nel prato, vede un fiore, si ferma, lo guarda e poi lo coglie
Viene usata anche dopo le espressioni Sì e No: Sì, sono stato io a chiamarti; No, non mi interessa.
Viene usata dopo le frasi introduttive: Visto che è tardi, me ne andrò a dormire. Se i miei calcoli non sono errati, dovresti farcela.
La virgola va usata anche dopo le interiezioni (Ehi, dico a te!), dopo le esortazioni (Ti prego, scrivimi ogni tanto) e dopo i vocativi (Andrea, ricordati le chiavi di casa!).
La virgola si usa anche per separare le frasi incidentali (Mario rispose, senza alcun dubbio, che era pronto per l'incarico) e le apposizioni (Giacomo Leopardi, famoso poeta italiano, è nato a Recanati).
Oltre alle regole enunciate sopra, è bene ricordare che la virgola non deve mai essere usata per separare il soggetto dal predicato o quest'ultimo dal complemento oggetto:
Frasi sbagliate:
I principali esperti del settore, hanno dichiarato che il reperto è molto antico.
I principali esperti del settore apprezzano, quel reperto.
Frasi corrette:
I principali esperti del settore hanno dichiarato che il reperto è molto antico.
I principali esperti del settore apprezzano quel reperto.
La virgola è adoperata anche per separare nomi propri di persona da locuzioni, quali saluti, ecc...
La virgola, fa anche cambiare il significato di alcune frasi, infatti la sua posizione è rilevante per il significato della frase; ad esempio:
Mentre Luca salta, un ostacolo cade (questa frase significa che mentre Luca salta, l'ostacolo è caduto al suo passaggio).
Mentre Luca salta un ostacolo, cade (questa frase,invece,significa che Luca mentre saltava è caduto a terra).
Da questo semplice esempio si può capire che la posizione della virgola può far cambiare il significato alla frase.

Due punti
Nella lingua italiana, la funzione fondamentale dei due punti è quella esplicativa: una frase introdotta da essi (come quella che si sta leggendo in questo momento) serve di fatti a chiarire il significato della proposizione che la precede. Nonostante questo sia l'uso più affermato dei due punti, ne esistono anche di diversi:
i due punti, come si può notare in questo testo, possono precedere una lista numerata o dotata di punti elenco;
sono inoltre in grado di sostituirsi ad una congiunzione di tipo causale, trasformando in una coordinata alla reggente quella che precedentemente poteva essere considerata una subordinata, come nell'esempio seguente (in cui sono stati evidenziati i due punti e la congiunzione cui si sostituiscono):
Oggi non uscirò di casa, perché temo che si possa scatenare un temporale
Oggi non uscirò di casa: temo che si possa scatenare un temporale
frequentemente, sia nei copioni teatrali che in romanzi, racconti ed altri testi di narrativa, i due punti sono adoperati per introdurre il discorso diretto, mentre non sono utilizzati nel caso di discorsi indiretti; i successivi sono esempi dell'uno e dell'altro caso:
discorso indiretto: Mario disse che Lucia era davvero simpatica.
discorso diretto: Mario disse: «Lucia è davvero simpatica».

Punto esclamativo
Il punto esclamativo è molto adoperato nei romanzi e in fumettistica, mentre scarseggia nei testi di cronaca e in quelli di studio. Ciò dipende dal fatto che normalmente viene posto alla fine di frasi o dopo parole esprimenti incredulità o sorpresa, gioia o entusiasmo, dolore o minaccia, che sono molto più presenti nei primi generi elencati rispetto ai secondi. In generale, l'utilizzo moderno tende ormai a evitare il punto esclamativo, considerato eccessivamente enfatico e ridondante, tanto in letteratura quanto negli articoli di giornale e nella cronaca. È ben tollerato, invece, nella letteratura e nella pubblicistica per ragazzi. Per le stesse ragioni va limitandosi anche l’uso dei doppi o tripli punti esclamativi, così come quello del punto esclamativo unito al punto interrogativo (per non parlare del mai decollato punto esclarrogativo). In controtendenza il linguaggio dei blog, in cui i punti esclamativi e i puntini di sospensione compaiono in abbondanza quasi a voler sopperire con i segni grafici alle carenze di espressività dei testi.

Punto interrogativo
Il punto interrogativo, o punto di domanda, è un comune segno tipografico di punteggiatura che corrisponde ad una pausa uguale a quella di un punto fermo e ad un'intonazione ascendente, di domanda o richiesta.

I punti di sospensione
Segnalano una "sospensione" nel discorso (da cui il nome), come una frase non conclusa, un'esitazione o un accenno lasciato volutamente indefinito (figura retorica dell'ellissi). Sono utilizzati anche per riprodurre l'andamento spezzato ricco di pause della lingua parlata. Sono attaccati alla parola che li precede e sono seguiti sempre da uno spazio a meno che il carattere successivo non sia una parentesi di chiusura o un punto interrogativo. Se posti alla fine di una frase si riprende con la lettera maiuscola. Esempi:
"Andammo a cena insieme e poi..."
«Ella è... non è...» (Dante, Divina commedia)
I punti sospensivi si scrivono preceduti e seguiti da spazi se sostituiscono del testo, quale, ad esempio, una parola o un paragrafo. Ad esempio: Per il campeggio occorrono tenda, sacco a pelo, fornello da campo, ... e tutto quanto rende agevole il soggiorno nella natura.
Se sono soli in una frase, i punti di sospensione indicano sorpresa e stupore: non è raro trovare questo utilizzo nei romanzi e nelle opere di narrativa in genere.
Essi si adoperano tra parentesi quadre ([...]) per indicare in una citazione la deliberata omissione di una parte di testo originale o una lacuna nel testo conservato; questo utilizzo non è affatto infrequente nei testi di studio, in cui non si possono citare interi paragrafi di un'opera ma solo i loro punti salienti.

Virgolette
Le virgolette sono di tre tipi: caporali (« »), alte semplici o singoli apici (‘ ’) ed alte doppie o doppi apici (“ ”). Sono un segno tipografico usato per dare alla parola o frase un particolare rilievo, e si usano per indicare citazioni, discorsi diretti, parole o frasi gergali, tecniche, dialettali o straniere non ancora entrate nell'uso comune della lingua.

Parentesi
Le parentesi tonde
Le prime e più adoperate parentesi sono quelle tonde ( ), chiamate così per la loro forma curvilinea. In italiano, esse indicano la presenza di una proposizione all'interno di un periodo legata ad esso solo a livello concettuale e non grammaticale; un esempio è la frase: La scala Kelvin (K, un'invenzione di Lord Kelvin) è l'unica a essere assoluta e non arbitraria. Sono pure usate quando, in un testo, si inserisce una nota dell'autore esterna alla logica grammaticale dello scritto ma inerente al suo significato: L'Italia (il mio luogo di nascita) è un paese meraviglioso.
Le parentesi quadre
Le parentesi quadre [ ], insieme alle tonde, sono le uniche adoperate anche in lingua italiana, esse hanno questo nome perché hanno una forma squadrata con due angoli retti. In italiano le parentesi quadre si usano o quando c'è un’ellissi (nella tipica scrittura [...]) o quando bisogna fornire una spiegazione tecnica, com’è stato fatto nell'introduzione etimologica di questa pagina: [dal greco parènthesis, ... che vuol dire frappongo]
In lingua italiana, un altro utilizzo delle parentesi quadre, sebbene non molto frequente, si ha quando si inserisce un inciso dentro un altro inciso, più esterno. Per esempio: di norma le enciclopedie non sono modificabili da chi le legge (in Wikipedia [la nota enciclopedia online] questo è invece possibile).

Punto esclarrogativo
è un raro carattere tipografico; esso rappresenta, graficamente, l'unione di due diversi simboli, il punto interrogativo e il punto esclamativo, scritti l'uno nell'altro e con il punto in comune. Nella lettura, la presenza di un punto esclarrogativo va interpretata come una pausa della lunghezza di un punto fermo, cui si aggiungono le intonazioni tipiche della domanda e della sorpresa. Prima della sua invenzione, al posto di questo segno d'interpunzione si usavano insieme i due simboli che oggi lo formano (nelle combinazioni ?! e !?) per dare la stessa idea di sorpresa, stupore o incredulità; talvolta se ne usavano anche più coppie in sequenza, onde accentuare le idee che ciascuna di esse comunicava. È usato molto di rado: gli si preferiscono le scritture precedenti, che non necessitano di caratteri complessi o codici. Esse possono comunque possedere significati ambigui che il carattere di Speckter non avrebbe: ad esempio, la frase Che cos'è il 5!? si potrebbe sia interpretare come una domanda sorpresa sul 5 sia come una semplice questione sul 5! (lett. cinque fattoriale); con l'utilizzo del punto esclarrogativo, invece, non ci sarebbero malintesi

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